L'isola. Milf, matrigna e puttanelle

di
genere
etero

Salito in macchina Marco mise in moto e ripartì per tornare alla taverna. Davanti agli occhi gli scorrevano le immagini di sua matrigna, nuda sotto la doccia. La visione del culo di Barbara, messo in offerta al figliastro, quando si era sdraiata sul letto un una posa da vera troia, in giarrettiera e tacchi a spillo. Ed il buco che si allargava durante la penetrazione, le urla della matrigna sotto le sue spinte brutali.
Marco adorava il sesso anale. Era sempre riuscito ad ottenere qualsiasi cosa alle sue puttanelle ma metterglielo nel culo gli dava ogni volta una sensazione speciale, di potere, possesso, che lui bramava. E ora anche sua matrigna si era sottomessa alla pratica anale, per la prima volta, nel giorno del suo compleanno.
Marco sorrise. Che milfona, Barbara, con il suo fare da troia, sempre provocante, e quelle tettone da mungere. Marco adorava le puttanelle del suo locale, ma c'era un che di eccitante a farsi una donna più matura, esperta. E con Barbara c'era anche il grado di parentela ad aggiungere un che di proibito. Barbara aveva preso il cazzo di suo padre e ora era attratta da quello del figlio. Forse era normale, rifletteva Marco, dopotutto si assomigliavano, e suo padre l'aveva lasciata, naturale che lei cercasse di ritrovare quello che aveva perso. E Marco ne era felice. Dopotutto non c'era niente di male no? Non avevano un vero legame di sangue, Barbara era solamente la matrigna, che colpa ne aveva lui se quel gran pezzo di figa era una ninfomane in calore? Non forzava mica nessuno, lui.
Poi si mise a pensare alle altre ragazze che si portava a letto in quel periodo. Tutto era cambiato nell'ultimo anno. Sua moglie, stanca delle corna, se n'era andata, chiedendo ed ottenendo la separazione. Poco dopo Marco aveva colto al volo un'opportunità che col senno di poi si era rivelata favolosa. Giulia, la proprietaria della taverna, aveva deciso di lasciare, ufficialmente per aprire un locale a Roma, dov'era nata. Ma tutti sapevano che sotto c'era la relazione della sorella di Marco, Chiara, con Maria, una donna che frequentava l'isola ogni estate. L'anno precedente Maria era tornata senza marito, e aveva sedotto Chiara, riuscendo a farle superare dubbi e paure e a farla finalmente uscire dall'armadio, come si dice.
Giulia non aveva retto la cosa. Da anni innamorata di Chiara aveva infine deciso di cambiare vita, ricominciando altrove. Marco si era proposto per gestire la sua taverna, all'inizio quasi per gioco. Non voleva vederlo chiuso, ci aveva trascorso così tanti anni, un locale così pieno di bei ricordi. In breve tempo ne aveva capito le potenzialità, col turismo in continua crescita e ormai sempre più giovane, e da taverna che era una volta l'aveva rivoluzionata. Ora durante il giorno era un tradizionale bar/pizzeria, che serviva la clientela di famiglie e frequentatori della spiaggia, ma la sera diventava il ritrovo dei più giovani, con musica, fiumi di alcool ed infine il suo tocco: le cameriere allo scoccare della mezzanotte si spogliavano, servendo in topless, alternandosi fra servizio al bar, quello di ragazza cubo nella sala disco e di spogliarelliste sul palco. Marco ne era molto soddisfatto, e la nuova clientela sempre in cerca di trasgressione apprezzava.
Pensò ad Iris, la pompinara più talentuosa che avesse mai conosciuto. Come lo succhiava lei non c'era paragone, adorava prendere il cazzo e lo sperma in bocca. Così troia, sempre sculettante e felice di farsi toccare culo e tette, di essere il centro dell'attenzione. Flirtava con tutti nonostante quello sfigato di Matteo, fidanzato con mille corna.
Gli venne un'idea, che glielo face andare in tiro all'istante. Avrebbe accompagnato Iris ad accogliere il fidanzato al suo prossimo arrivo sull'isola. Durante il breve tragitto in auto della taverna al porto si sarebbe fatto fare un pompino per poi osservare divertito Iris baciare Matteo con il sapore del suo sperma in bocca. Un'accoglienza ideale per quel cornuto. Marco se la ridacchiava.
Poi pensò a Rachel, che si stava occupando del locale mentre lui era a scoparsi la matrigna. Di Rachel si poteva fidare ad occhi chiusi. Carina, bionda, occhi azzurri, seno e culetto piccolini. Si lamentava spesso, con Marco, delle sue tettine, diceva che le aveva così piccole rispetto alla altre spogliarelliste del locale. Ma Marco aveva un'idea anche per quello. Le avrebbe regalato l'operazione per rifarle, per il suo compleanno. Sì immaginò Rachel, il suo fisico minuto con due palloni da attrice porno al posto delle tettine. Marco si congratulò con se stesso per il suo spirito imprenditoriale. Le tettone rifatte a Rachel sarebbero state un ottimo investimento, un'altra attrazione del suo locale.
E a proposito di compleanni, Marco rifletteva su cosa Iris, Rachel e le altre puttanelle gli stavano preparando per festeggiarlo quella sera. Ci sarebbe stato parecchio sesso, di quello ne era sicuro. Ci sarebbero state tutte, sicuramente l'altra milfona di Alessandra, anche lei un fisico minuto e la figa completamente depilata. Ed Eleonora, a cui piaceva farsi ciucciare i capezzoli. E poi naturalmente sarebbe arrivata Barbara, che si sarebbe lasciata andare a chissà quale show per il figliastro.
Non vedeva l'ora.

(Continua)

La storia è liberamente ispirata ad un bel racconto di Paola L, 'L'isola che non c'è', dall'idea di un lettore che desiderava leggerne un nuovo finale. Spero di non aver fatto scempio dell'originale.
https://www.eroticiracconti.it/racconto/52927-l-isola-che-non-c-e-prima-parte

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scritto il
2022-12-04
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