La nuova commessa
di
Anonima1981
genere
saffico
“Cerco l’estate tutto l’anno e all’improvviso eccola qua….” dice quella meravigliosa canzone di Conte e come tutti gli anni mi coglie impreparata. Apro sconsolata l’armadio e mi rendo conto che mi mancano almeno due paia di pantaloni e qualche camicetta…
Giovedì mattina, ore 10, colgo l’occasione e quel minimo di voglia e vado nel solito negozio di corso Garibaldi a fare shopping… da sola mio marito è al lavoro e in ogni caso avrebbe rimbalzato ogni mia richiesta di aiuto nello shopping..
Entro e saluto la titolare che conosco ormai da anni, saranno 10 anni, da quando ne avevo poco più di 30, che faccio acquisti qui.
“Buongiorno signora, tutto bene? Ha visto? Abbiamo una nuova commessa, Giovanna, che sostituisce Roberta in maternità. Ma vedrà che si troverà bene anche con lei!”
“Non ne dubito” rispondo sorridendo a Giovanna che mi accompagna nel camerino di prova con i pantaloni e le camicette che ho scelto. Giovanna avrà 25 anni, forse 27, alta come me, capelli corvini tagliati corti, una bella figura, indossa pantaloni neri e una t-shirt nera che fanno risaltare il suo fisico e il suo seno alto e rotondo, forse una seconda coppa C, che invidio perché mi ricorda il mio prima dell’allattamento dei miei due figli.
Quando entra nel camerino per vedere come mi stanno i primi pantaloni che provo colgo uno sguardo interessato nei suoi occhi, ma mi dico di non fare la cretina e pensare chissacche.
“Le stanno da dio, signora! Certo che con la sua figura è facile indossare tutto! Forse bisogna solo riprendere un po’ in vita per far risaltare il suo lato B, mi scusi se lo dico, che è proprio in forma”….
Credo abbia ragione, solo che lo dice mentre appoggia la mano sul mio gluteo accarezzandolo da sopra in sotto ripetutamente mentre con l’altra mano riprende in pantaloni in vita sul davanti facendo scivolare le dita all’interno, sul mio ventre scoperto…
Mi irrigidisco, ma lei, guardandomi negli occhi, subito si scusa anche se il suo sguardo mi dice tutt’altro.
Io commetto un errore e le dico “No problem”, ma è come se le avessi dato in qualche modo via libera.
Mi aiuta a togliere i pantaloni e si inginocchia davanti a me per sfilarmeli dalle gambe, il suo viso è davanti al mio pube coperto solo da un minislip nero da cui escono ancora un po’ di peletti da rifinire per la prova costume. Forse si sofferma un po’ troppo in ginocchio lì davanti, il naso e la bocca a pochi centimetri dal mio inguine.
Forse mi sbaglio, mi dico, sono la solita scema.
Lei rientra con il secondo pantalone, io sono lì in minislip un po’ imbarazzata e confusa… Ma chi è questa qui e cosa vuole?
Si è portata dietro anche le camicette e prima di farmi indossare i pantaloni mi sbottona quella che indosso per togliermela. “L’aiuto io signora, facciamo prima così, tanto in negozio non c’è nessuno e la signora Luisa è andata a prendersi un caffè!”.
E così, dopo qualche istante mi ritrovo in minislip e reggiseno davanti a questa ragazza che, nella mia confusione mentale, mi dice che ho certo una splendida figura e un bellissimo seno che sembra quello di una ventenne, che dovrei smettere di usare il reggiseno e così dicendo me lo slaccia.
“Vede, avevo ragione io!” e mi prende tra le mani i seni. Io sono nella confusione più totale, non so più dove guardare e che fare, anche perché mi rendo conto che mi sto bagnando in mezzo alle cosce per la situazione inattesa e imprevedibile e che i miei capezzoli tra le sue dita sono diventati due bei punteruoli…
“La disturbo?” mi chiede sorridendo. Io non rispondo, ho la bocca senza saliva e credo di essere paonazza.
Lei avvicina le sue labbra alle mie e le sfiora con un bacio delicato e leggero. Sono paralizzata, non so che fare, ma non voglio che smetta. I suoi occhi sono un incendio e incendiano i miei.
Ora mi sta baciando un seno, poi l’altro, sempre con delicatezza. E poi si piega, si inginocchia di nuovo e mi lascio sfilare lo slippino bagnato. Non dico nulla, non riesco a parlare, sono partita di testa. Sono nuda in un camerino di prova davanti a una commessa che mi bacia e mi accarezza.
E’ impossibile che stia succedendo a me.
E invece si, sta succedendo a me. Se mi vedesse Carlo, mio marito…. Se mi vedessero i miei figli, le mie amiche, mia suocera… Ma non voglio che lei se ne vada, che smetta…
Ora mi sta baciando in mezzo alle cosce, la sua mano esplora il pelo del mio pube, le sue dita accarezzano il mio clitoride, la sua lingua risale dalle cosce e mi penetra, prima indecisa e poi irruenta e veloce…
Mi prendo i seni tra le mani e mi stringo i capezzoli, ho voglia di urlare, è una meraviglia…
Le mani di lei sui miei glutei, li stringe e mi penetra più profondamente con la lingua…ora insinua un dito nel mio buchino, lo dilata, lo possiede….
Non ne posso più, sto per godere, prendo la sua testa fra le mani, le afferro quei lisci capelli corvini e la spingo verso di me, verso il mio sesso fradicio di piacere, le do il ritmo che voglio, la invito con i gesti a penetrarmi ancora di più. E finalmente vengo nella sua bocca, la sento succhiare il mio nettare, riesco a contenere il rauco grido di piacere che mi sale dalla gola…
Sono nuda e spossata, lei, Giovanna, si alza, sorride, il rossetto un po’ sfatto, mi bacia, ora con la lingua che gioca nella mia bocca… Le sue mani mi accarezzano la schiena.
“Ti volevo dal momento che sei entrata!” mi dice, sapevo che saresti stata così.. ma ora devo mettermi a posto. La proprietaria starà per tornare… Ma tornerai, vero? “
Io non riesco ancora a parlare, ma mi accorgo di fare si con la testa. Lei sorride di nuovo. “Se vuoi, quando sono pronti, ti porto io i pantaloni a casa senza che tu debba venire qui. Che ne dici? Ti telefono prima così scegliamo un orario giusto, ok?”.
“Si, certo, sarebbe bello” le rispondo con un filo di voce. Mi rivesto, esco dal camerino, pago alla proprietaria ed esco, seguita dai suoi saluti, e da quelli di Giovanna, la nuova commessa.
Giovedì mattina, ore 10, colgo l’occasione e quel minimo di voglia e vado nel solito negozio di corso Garibaldi a fare shopping… da sola mio marito è al lavoro e in ogni caso avrebbe rimbalzato ogni mia richiesta di aiuto nello shopping..
Entro e saluto la titolare che conosco ormai da anni, saranno 10 anni, da quando ne avevo poco più di 30, che faccio acquisti qui.
“Buongiorno signora, tutto bene? Ha visto? Abbiamo una nuova commessa, Giovanna, che sostituisce Roberta in maternità. Ma vedrà che si troverà bene anche con lei!”
“Non ne dubito” rispondo sorridendo a Giovanna che mi accompagna nel camerino di prova con i pantaloni e le camicette che ho scelto. Giovanna avrà 25 anni, forse 27, alta come me, capelli corvini tagliati corti, una bella figura, indossa pantaloni neri e una t-shirt nera che fanno risaltare il suo fisico e il suo seno alto e rotondo, forse una seconda coppa C, che invidio perché mi ricorda il mio prima dell’allattamento dei miei due figli.
Quando entra nel camerino per vedere come mi stanno i primi pantaloni che provo colgo uno sguardo interessato nei suoi occhi, ma mi dico di non fare la cretina e pensare chissacche.
“Le stanno da dio, signora! Certo che con la sua figura è facile indossare tutto! Forse bisogna solo riprendere un po’ in vita per far risaltare il suo lato B, mi scusi se lo dico, che è proprio in forma”….
Credo abbia ragione, solo che lo dice mentre appoggia la mano sul mio gluteo accarezzandolo da sopra in sotto ripetutamente mentre con l’altra mano riprende in pantaloni in vita sul davanti facendo scivolare le dita all’interno, sul mio ventre scoperto…
Mi irrigidisco, ma lei, guardandomi negli occhi, subito si scusa anche se il suo sguardo mi dice tutt’altro.
Io commetto un errore e le dico “No problem”, ma è come se le avessi dato in qualche modo via libera.
Mi aiuta a togliere i pantaloni e si inginocchia davanti a me per sfilarmeli dalle gambe, il suo viso è davanti al mio pube coperto solo da un minislip nero da cui escono ancora un po’ di peletti da rifinire per la prova costume. Forse si sofferma un po’ troppo in ginocchio lì davanti, il naso e la bocca a pochi centimetri dal mio inguine.
Forse mi sbaglio, mi dico, sono la solita scema.
Lei rientra con il secondo pantalone, io sono lì in minislip un po’ imbarazzata e confusa… Ma chi è questa qui e cosa vuole?
Si è portata dietro anche le camicette e prima di farmi indossare i pantaloni mi sbottona quella che indosso per togliermela. “L’aiuto io signora, facciamo prima così, tanto in negozio non c’è nessuno e la signora Luisa è andata a prendersi un caffè!”.
E così, dopo qualche istante mi ritrovo in minislip e reggiseno davanti a questa ragazza che, nella mia confusione mentale, mi dice che ho certo una splendida figura e un bellissimo seno che sembra quello di una ventenne, che dovrei smettere di usare il reggiseno e così dicendo me lo slaccia.
“Vede, avevo ragione io!” e mi prende tra le mani i seni. Io sono nella confusione più totale, non so più dove guardare e che fare, anche perché mi rendo conto che mi sto bagnando in mezzo alle cosce per la situazione inattesa e imprevedibile e che i miei capezzoli tra le sue dita sono diventati due bei punteruoli…
“La disturbo?” mi chiede sorridendo. Io non rispondo, ho la bocca senza saliva e credo di essere paonazza.
Lei avvicina le sue labbra alle mie e le sfiora con un bacio delicato e leggero. Sono paralizzata, non so che fare, ma non voglio che smetta. I suoi occhi sono un incendio e incendiano i miei.
Ora mi sta baciando un seno, poi l’altro, sempre con delicatezza. E poi si piega, si inginocchia di nuovo e mi lascio sfilare lo slippino bagnato. Non dico nulla, non riesco a parlare, sono partita di testa. Sono nuda in un camerino di prova davanti a una commessa che mi bacia e mi accarezza.
E’ impossibile che stia succedendo a me.
E invece si, sta succedendo a me. Se mi vedesse Carlo, mio marito…. Se mi vedessero i miei figli, le mie amiche, mia suocera… Ma non voglio che lei se ne vada, che smetta…
Ora mi sta baciando in mezzo alle cosce, la sua mano esplora il pelo del mio pube, le sue dita accarezzano il mio clitoride, la sua lingua risale dalle cosce e mi penetra, prima indecisa e poi irruenta e veloce…
Mi prendo i seni tra le mani e mi stringo i capezzoli, ho voglia di urlare, è una meraviglia…
Le mani di lei sui miei glutei, li stringe e mi penetra più profondamente con la lingua…ora insinua un dito nel mio buchino, lo dilata, lo possiede….
Non ne posso più, sto per godere, prendo la sua testa fra le mani, le afferro quei lisci capelli corvini e la spingo verso di me, verso il mio sesso fradicio di piacere, le do il ritmo che voglio, la invito con i gesti a penetrarmi ancora di più. E finalmente vengo nella sua bocca, la sento succhiare il mio nettare, riesco a contenere il rauco grido di piacere che mi sale dalla gola…
Sono nuda e spossata, lei, Giovanna, si alza, sorride, il rossetto un po’ sfatto, mi bacia, ora con la lingua che gioca nella mia bocca… Le sue mani mi accarezzano la schiena.
“Ti volevo dal momento che sei entrata!” mi dice, sapevo che saresti stata così.. ma ora devo mettermi a posto. La proprietaria starà per tornare… Ma tornerai, vero? “
Io non riesco ancora a parlare, ma mi accorgo di fare si con la testa. Lei sorride di nuovo. “Se vuoi, quando sono pronti, ti porto io i pantaloni a casa senza che tu debba venire qui. Che ne dici? Ti telefono prima così scegliamo un orario giusto, ok?”.
“Si, certo, sarebbe bello” le rispondo con un filo di voce. Mi rivesto, esco dal camerino, pago alla proprietaria ed esco, seguita dai suoi saluti, e da quelli di Giovanna, la nuova commessa.
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