La promozione telefonica
di
Yuko
genere
etero
Il suono del cellulare mi coglie mentre sono indaffarata. Un numero sconosciuto. Ma in una giornata festiva chi può chiamarmi? Decido di interrompere l'attività in cui sono presa e di rispondere. Forse qualche amico che chiama con un altro cellulare?
“Buongiorno, sono Kemondo. La chiamo per illustrarle le nuove iniziative di investimenti finanziari promosse da Amazon. La chiamata sarà interamente gestita dalla Tanzania.”
“Buongiorno, Belmondo! Io sono Yuko, sono da sola in casa, sono nuda e me la sto toccando. Aaahhh... Questa chiavata sarà interamente gestita dal mio letto.”
“Mmmh? Pronto?”
“La sento, aaahhh... vada pure avanti.”
“Ecco, sì. Dagli ultimi anni Amazon condivide un'importante partnership nel mondo finanziario...”
“Ma senti, Palombo.”
“No, Kemondo.”
“Ah, si, scusa. Dimmi: Amazon vende anche dildi, vibratori... insomma oggetti per autoerotismo per ragazze sole?”
“Sicuramente sì. Ecco, io però oggi vorrei illustrarle un piano di possibili investimenti...”
“Aaaahhh!”
“Scusi?”
“No, scusa tu. Vai avanti Lumumba, è che me la sto toccando e sto arrivando a un discreto grado di eccitazione. Però hai una voce interessante. Aaaahh...”
“Kemondo!”
“Eh sì, hai ragione. Viviamo in un mondo...”
“No, mi chiamo Kemondo.”
“Sì, ho capito. Senti non vorresti leccarmela?”
“Scusi?”
“Sai, Obama, sono una bella figa, sulla trentina. Giapponese.”
“Be', immagino. Mi chiamo Kemondo, però.”
“Ecco, immagini bene. Senti, il mio compagno è in giro a divertirsi e sono sola in casa. Me la stavo toccando quando mi hai chiamata e, insomma, hai una bella voce.”
“Grazie, signorina...”
“Yuko.”
“Yuko. Ok.”
Sento una pausa con un lungo sospiro.
“Allora, Yuko. Le vorrei presentare un possibile piano di investimenti...”
“Aaaahhh!”
“Pronto?”
“Dammi pure del tu, Woobinda. Senti, non è che non mi interessi a priori la promozione finanziaria, ma in questo momento ho una gran voglia di cazzo che mi distoglie la concentrazione. Non so se rendo l'idea.”
“Eh be', posso capirti. Mi chiamo Kemondo, Yuko.”
“Dacchè mondo è mondo...”
“No, Kemondo è il mio nome.”
“Senti, Kemondo”
“Oooh! Finalmente!”
“Sei gay?”
“No, per nulla.”
“Africano, vero? Ho capito bene?”
“Sì, Yuko. Tanzanese.”
“E non hai proprio voglia di darmi una mano?”
“Ma certo! Allora; con un piano di investimenti rateali...”
“No, no! Aspetta, Raimondo. Sono qui, nuda sul letto, con tre dita nella figa e uno sul clitoride. Dammi una mano a venire.”
“Ma Yuko, io devo fare il mio lavoro.”
“Ne sono convinta. Ma nel tuo lavoro la cliente dovrà pure essere soddisfatta, no?”
“Sì, certo.”
“Oh! Vedi che ci capiamo? Senti, come sei vestito?”
“Calzoni e camicia.”
“Bene, allora slacciati la camicia e descrivimi il tuo petto. Io intanto vado avanti a toccarmela.”
“Ma senti, Yuko.”
“Aaaah... Ramingo, ce l'hai grosso? Dai, slacciati i calzoni e prendilo in mano, ti prego.”
“Ma Yuko, io devo parlarti delle interessantissime promozioni!”
“Allora, Soccombo: dopo mi parlerai di quel cazzo che vuoi, ma ora parliamo del cazzo che voglio io, ok?”
“Va be'. Dunque?”
“È del tuo che voglio parlare, mi hai capita, Palinuro?”
“Mi sa che devo attaccare.”
“No, no! Tu non attacchi una fava, capito? Sei tu che mi hai chiamata mentre ero occupata a fare altro e ora se non mi aiuti a finire pianto su un casino che metà basta. Va bene?”
“Mi sa che dovremo fare come vuoi tu.”
“Bene, allora: aspetta che mi rimetto le dita dentro. Vedi, Moribondo, tu sei lo stereotipo dell'uomo forte e dotato di uccello telescopico e io sono lo stereotipo della donna figa, con due tette così e che urla quando gode.”
“Ti seguo.”
“Ottimo, aaaahh! Dai slacciati i calzoni e tiralo fuori.”
“Eseguo.”
“Aaah... bravo. Vuoi che ti mandi una foto. Aaaahhh!”
“Eee guarda, dal dispositivo che abbiamo in dotazione non si possono mandare né aprire foto.”
“Pazienza. Dai, ce l'hai in mano? È grosso, vero?”
“Non posso lamentarmi.”
“Cucumber... aaah! Vorrei che mi vedessi mentre me la tocco. Sai, aaahh... sono una bella figa, davvero!”
“Eeeeh, al telefono dicono tutte così.”
Mi fermo, di colpo, proprio mentre stavo per raggiungere il primo orgasmo. Punta sull'orgoglio.
“Eh no! Cosa intendi?”
“Ma no, nulla. Dai, andiamo avanti.”
“Tu credi che io scherzi?”
“Ma no, figurati. Dai, dove eravamo rimasti? Ah, sì. Ora ce l'ho duro.”
“Duro una fava! Ce l'avrai corto e moscio, dì la verità!”
“Ma no, cosa dici?”
“Senti, da dove hai detto che chiami?”
“Dalla Tanzania.”
“Di preciso?”
“Mwanza.”
“Ah, sì, conosco! Sul lago Vittoria, vero?”
“Ah! Conosci davvero!”
“Certo, ci sono stata. Stai in linea!”
“Yuko, cosa hai in mente?”
“Aspetta, ho sull'altra linea una mia amica che lavora in una compagnia aerea. Pronto Flying Kitty? Ma ciao!”
“Yuko, io devo andare avanti a lavorare.”
“Aspetta lì in linea, Nauseabondo. Flying! Sei ancora libera? Ok! Fissa subito due voli per Dar es Salaam. Lufthansa fa ancora il volo interno per Mwanza? Perfetto!! Ma certo. Oggi alle 11 a.m. sarò a Linate! Vedrai che sorpresa!”
“Yuko?”
“Tizompo! Stasera saremo lì da te io e una mia amica! Tu ce la fai a soddisfare due donne? Guarda che siamo molto esigenti!”
“Be', penso di sì. Insomma, non ho mai provato.”
“Ecco che cadono gli altarini. Dai, non ci pensare, semmai ci arrangiamo da sole e tu ci guardi. Ok? Dai, dammi il tuo numero di telefono privato. Ti aspetto al Malaika Beach Resort stasera a cena, va bene verso le 21? Tutto spesato. A se non vieni ti metto in ridicolo in tutta la Tanzania dicendo che sei un impotente. Ok?”
“Sì, lo conosco. Ma la promozione di Amazon?”
“Mandali a cagare! Stasera mi devi sollevare da terra senza usare le mani, ok? Preparati. Vatti a prendere delle banane!”
“Buongiorno, sono Kemondo. La chiamo per illustrarle le nuove iniziative di investimenti finanziari promosse da Amazon. La chiamata sarà interamente gestita dalla Tanzania.”
“Buongiorno, Belmondo! Io sono Yuko, sono da sola in casa, sono nuda e me la sto toccando. Aaahhh... Questa chiavata sarà interamente gestita dal mio letto.”
“Mmmh? Pronto?”
“La sento, aaahhh... vada pure avanti.”
“Ecco, sì. Dagli ultimi anni Amazon condivide un'importante partnership nel mondo finanziario...”
“Ma senti, Palombo.”
“No, Kemondo.”
“Ah, si, scusa. Dimmi: Amazon vende anche dildi, vibratori... insomma oggetti per autoerotismo per ragazze sole?”
“Sicuramente sì. Ecco, io però oggi vorrei illustrarle un piano di possibili investimenti...”
“Aaaahhh!”
“Scusi?”
“No, scusa tu. Vai avanti Lumumba, è che me la sto toccando e sto arrivando a un discreto grado di eccitazione. Però hai una voce interessante. Aaaahh...”
“Kemondo!”
“Eh sì, hai ragione. Viviamo in un mondo...”
“No, mi chiamo Kemondo.”
“Sì, ho capito. Senti non vorresti leccarmela?”
“Scusi?”
“Sai, Obama, sono una bella figa, sulla trentina. Giapponese.”
“Be', immagino. Mi chiamo Kemondo, però.”
“Ecco, immagini bene. Senti, il mio compagno è in giro a divertirsi e sono sola in casa. Me la stavo toccando quando mi hai chiamata e, insomma, hai una bella voce.”
“Grazie, signorina...”
“Yuko.”
“Yuko. Ok.”
Sento una pausa con un lungo sospiro.
“Allora, Yuko. Le vorrei presentare un possibile piano di investimenti...”
“Aaaahhh!”
“Pronto?”
“Dammi pure del tu, Woobinda. Senti, non è che non mi interessi a priori la promozione finanziaria, ma in questo momento ho una gran voglia di cazzo che mi distoglie la concentrazione. Non so se rendo l'idea.”
“Eh be', posso capirti. Mi chiamo Kemondo, Yuko.”
“Dacchè mondo è mondo...”
“No, Kemondo è il mio nome.”
“Senti, Kemondo”
“Oooh! Finalmente!”
“Sei gay?”
“No, per nulla.”
“Africano, vero? Ho capito bene?”
“Sì, Yuko. Tanzanese.”
“E non hai proprio voglia di darmi una mano?”
“Ma certo! Allora; con un piano di investimenti rateali...”
“No, no! Aspetta, Raimondo. Sono qui, nuda sul letto, con tre dita nella figa e uno sul clitoride. Dammi una mano a venire.”
“Ma Yuko, io devo fare il mio lavoro.”
“Ne sono convinta. Ma nel tuo lavoro la cliente dovrà pure essere soddisfatta, no?”
“Sì, certo.”
“Oh! Vedi che ci capiamo? Senti, come sei vestito?”
“Calzoni e camicia.”
“Bene, allora slacciati la camicia e descrivimi il tuo petto. Io intanto vado avanti a toccarmela.”
“Ma senti, Yuko.”
“Aaaah... Ramingo, ce l'hai grosso? Dai, slacciati i calzoni e prendilo in mano, ti prego.”
“Ma Yuko, io devo parlarti delle interessantissime promozioni!”
“Allora, Soccombo: dopo mi parlerai di quel cazzo che vuoi, ma ora parliamo del cazzo che voglio io, ok?”
“Va be'. Dunque?”
“È del tuo che voglio parlare, mi hai capita, Palinuro?”
“Mi sa che devo attaccare.”
“No, no! Tu non attacchi una fava, capito? Sei tu che mi hai chiamata mentre ero occupata a fare altro e ora se non mi aiuti a finire pianto su un casino che metà basta. Va bene?”
“Mi sa che dovremo fare come vuoi tu.”
“Bene, allora: aspetta che mi rimetto le dita dentro. Vedi, Moribondo, tu sei lo stereotipo dell'uomo forte e dotato di uccello telescopico e io sono lo stereotipo della donna figa, con due tette così e che urla quando gode.”
“Ti seguo.”
“Ottimo, aaaahh! Dai slacciati i calzoni e tiralo fuori.”
“Eseguo.”
“Aaah... bravo. Vuoi che ti mandi una foto. Aaaahhh!”
“Eee guarda, dal dispositivo che abbiamo in dotazione non si possono mandare né aprire foto.”
“Pazienza. Dai, ce l'hai in mano? È grosso, vero?”
“Non posso lamentarmi.”
“Cucumber... aaah! Vorrei che mi vedessi mentre me la tocco. Sai, aaahh... sono una bella figa, davvero!”
“Eeeeh, al telefono dicono tutte così.”
Mi fermo, di colpo, proprio mentre stavo per raggiungere il primo orgasmo. Punta sull'orgoglio.
“Eh no! Cosa intendi?”
“Ma no, nulla. Dai, andiamo avanti.”
“Tu credi che io scherzi?”
“Ma no, figurati. Dai, dove eravamo rimasti? Ah, sì. Ora ce l'ho duro.”
“Duro una fava! Ce l'avrai corto e moscio, dì la verità!”
“Ma no, cosa dici?”
“Senti, da dove hai detto che chiami?”
“Dalla Tanzania.”
“Di preciso?”
“Mwanza.”
“Ah, sì, conosco! Sul lago Vittoria, vero?”
“Ah! Conosci davvero!”
“Certo, ci sono stata. Stai in linea!”
“Yuko, cosa hai in mente?”
“Aspetta, ho sull'altra linea una mia amica che lavora in una compagnia aerea. Pronto Flying Kitty? Ma ciao!”
“Yuko, io devo andare avanti a lavorare.”
“Aspetta lì in linea, Nauseabondo. Flying! Sei ancora libera? Ok! Fissa subito due voli per Dar es Salaam. Lufthansa fa ancora il volo interno per Mwanza? Perfetto!! Ma certo. Oggi alle 11 a.m. sarò a Linate! Vedrai che sorpresa!”
“Yuko?”
“Tizompo! Stasera saremo lì da te io e una mia amica! Tu ce la fai a soddisfare due donne? Guarda che siamo molto esigenti!”
“Be', penso di sì. Insomma, non ho mai provato.”
“Ecco che cadono gli altarini. Dai, non ci pensare, semmai ci arrangiamo da sole e tu ci guardi. Ok? Dai, dammi il tuo numero di telefono privato. Ti aspetto al Malaika Beach Resort stasera a cena, va bene verso le 21? Tutto spesato. A se non vieni ti metto in ridicolo in tutta la Tanzania dicendo che sei un impotente. Ok?”
“Sì, lo conosco. Ma la promozione di Amazon?”
“Mandali a cagare! Stasera mi devi sollevare da terra senza usare le mani, ok? Preparati. Vatti a prendere delle banane!”
1
voti
voti
valutazione
8
8
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Aretusa. 2. Amore senza temporacconto sucessivo
Aretusa. 3. La liberazione.
Commenti dei lettori al racconto erotico