Il trasloco con mamma
di
chenesai
genere
incesti
Poco distante da casa vivevano due signori anziani in una casa che per l’età dei proprietari, stava andando in rovina. I signori era genitori di Carmine un ragazzo che aveva sposato Ilaeana e si era trasferito al nord. In poco tempo i due signori passarono a miglior vita e Carmine che non voleva avere impegni e chiese a papà se c’era qualcuno interessato ad acquistarla. Se ne parlava a casa quasi tutte le sere, mamma scherzando disse “Mi ci vedrei volentieri in quella casa” pur sapendo che non avevamo la disponibilità per acquistarla, vivevamo in una casa in affitto, però la tenacia
di papà e la voglia di realizzare i desideri di mamma come sempre, presero il sopravvento nella testa di papà tanto che propose a Carmine alcune condizioni di pagamento che furono subito accettate. Le spese per le pratiche ed un piccolo anticipo ci furono dati dai nonni. Era la metà di maggio, tutto il tempo libero lo dedicammo alla sistemazione della casa. Ci accorgemmo ben presto che la casa non era poi in condizioni così cattive, potevamo trattenere anche alcuni mobili molto belli. Il programma fu presto fatto, io e mamma alla chiusura della scuola le giornate le passavamo a sistemare e pulire, il sabato e la domenica papà provvedeva al tinteggiatura. Faceva un caldo
micidiale, eravamo vestiti leggerissimi mamma con pantaloncini corti e maglietta io solo con i pantaloncini. Mentre sollevava una pila di piatti, come era piegata a mamma si strapparono i pantaloncini e vidi che apparve il culo, non portava le mutandine. Ci mettemmo a ridere, cercava di giustificarsi, Mi disse di tornare a casa per prenderle qualcosa, trovai una corta vestaglia e la portai. Mi sorprese il fatto che nonostante le avessi portato qualcosa per coprirsi non lo fece, restò per la mattinata col culo scoperto. I miei occhi erano sempre orientati su quello spettacolo ed avevo l’impressione che le se ne compiacesse ad essere guardata. Prima di mangiarci un panino che avevamo portato, volle cambiarsi e lo fece davanti a me mostrandomi interamente il culo. Tolse anche il reggiseno ed indossò la vestaglietta. “Questa ha un bottone solo porca miseria” “Non mi sono accorto mamma” “Pazienza vuol dire che lavorerò in queste condizioni” Mentre prima vedevo solo il culo di mamma ora come si piegava le vedevo la figa, il seno, cominciavo ad eccitarmi, lei se ne compiaceva. Non che a casa mamma andasse copertissima ma in quelle condizioni non l’avevo mai vista, l’avevo immaginata, forse l’avevo anche desiderata nei momenti di effusione con papà, non ero andato mai oltre. Ora però avevo di fronte un’altra persona, una femmina eccitante che non faceva nulla per coprirsi. I pensieri si accavallavano, da una parte il desiderio dall’altra la paura di prendere l’iniziativa sbagliata. La sera venne a riprenderci papà, lei rimase solo con la vestaglietta, papà gongolava vederla in quel modo tanto che l’abbracciò e le diede un bacio sulla bocca sotto i miei occhi sollecitando il mio cazzo ad agitarsi. Non una parola per dire come mai stesse così poco vestita davanti a me. La sera a cena lei disse “Per evitare che si strappi domani indosso il costume per lavorare, anzi mettilo anche tu” rivolgendosi a me “Lavoriamo più comodi e più liberi”. La mattina papà come al solito ci accompagnò, lei indossava un bikini sotto la vestaglietta del giorno precedente. Io il costume l’avevo sotto i pantaloncini.
Prima di iniziare tolse la vestaglietta restando in bikini, il più vecchio e striminzito che aveva addirittura la parte posteriore lo aveva messo fra i glutei. Va bene che l’avevo vista con il culo interamente scoperto, ora però quella figura stava diventando troppo eccitante. “Mamma lavorare così diventa faticoso” “ Sei stanco amore di mamma” “Non sono stanco, vederti così avrei voglia di fare altro” “Sapessi amore, anch’io vorrei fare altro, ma il lavoro da fare è tanto e non vedo l’ora di finire” Per evitare di guardarla cercavo sempre di cercarmi lavoro in stanze diverse da dove stava lei, forse lo faceva apposta perché mi raggiungeva. Nella pausa panino assunse una posizione alquanto scomposta mostrandosi a gambe larghe. La forma della figa mi fece avere l’erezione, non feci nulla per nasconderla. “Amore di mamma io sarò desiderabile ma tu in queste condizioni lo sei di più” “ Mamma posso solo desiderarti, il rispetto che ho per papà supera ogni pensiero” beato papà che gode del tuo corpo” “Amore se lavoro abbigliata in questo modo è perché papà me lo impone, evidentemente non gli dispiace, anzi sono tentata a pensare che ne ha piacere, io adoro ad andare poco vestita e questo lo sai. Ora torniamo al lavoro” Queste parole sussurrate appena mi fecero pensare che papà forse…. Da quel dialogo i nostri si lavorava sempre più vicini.
L’equazione mi dava anche la soluzione, mamma è una super figa disponibile, papà da il tacito consenso a mostrarmi lei seminuda, io sono un ragazzo con tutte le cose a posto giusto, quindi ci provo.
La notte immaginai una strategia da metterre in atto il giorno successivo, non ci fu bisogno perché fu lei stessa, forse mettendo in atto la stessa strategia, appena arrivati tolse il bikini rimettendosi la vestaglietta lasciandola aperta, quindi figa e seni interamente scoperti, il mio cazzo uscì dal costume e “Amore sei come il David di Donatello”. Papà era appena andato via, la portai dolcemente sul letto che avevano lasciato i vecchi proprietari, senza trovare alcuna resistenza, fu lei a spingermi sul letto volle mettersi sopra, mi baciava sulla bocca mi leccava i lobi, la penetrazione avvenne dolcemente per assaporare ogni momento, la sua figa era un richiamo per il cazzo, i movimenti di bacino erano impercettibili, quel momento doveva durare il più possibile. Non so se il mio cazzo crebbe a dismisura o la sua figa si strinse avvolgendolo, provocando delle sensazioni di piacere che offuscavano il cervello, sembrava di vivere un’altra vita, lei non era mamma, lei era una figa e basta. Non so quando tempo impiegammo ad arrivare all’orgasmo, ne trascorse tanto poi si spensero
tutte le luci del mondo, penetrammo nella luce del godimento impossibile. Aveva le lacrime mamma mi stringeva quasi a stritolarmi, mi impediva di respirare la sua bocca incollata alla mia, non voleva scendere dal mio corpo, il mio cazzo non dava segni di cedimento, riprendemmo il lentissimo movimento, così per tanto tempo ancora, avevamo perso la cognizione, con la coda dell’occhio intravidi la sagoma di papà, forse era pomeriggio inoltrato, nulla poteva impedirci di godere ancora non le dissi nulla, forse lei sapeva, immaginare papà nell’altra stanza che non volle disturbarci aumentò la mia eccitazione, la incitai a venire ed ancora un altro orgasmo meraviglioso. Si era papà, si sentivano rumori nell’altra stanza. Distesi sul letto per goderci quei momenti di relax, papà ci raggiunse, si rese conto che eravamo in estasi, entrò in camera diede un bacio sulla bocca a mamma me fece lo stesso con me. Felicissimi per quello che avevamo fatto. Non ci eravamo accorti di aver occupato l’intera giornata a fare l’amore io e mamma. Ci rivestimmo con quello che avevamo e tornammo a casa. Ci sentivamo leggeri come avessimo risolto un grave problema, era soltanto la voglia di stare uniti liberi da ogni vincolo, ora potevamo fare tutto, io con loro due. Papà ci disse che su letto dove avevamo scopato era state deposte in attesa della tumulazione in tempi diversi i corpi dei genitori di Carmine. Scoppiammo in una fragorosa risata.
di papà e la voglia di realizzare i desideri di mamma come sempre, presero il sopravvento nella testa di papà tanto che propose a Carmine alcune condizioni di pagamento che furono subito accettate. Le spese per le pratiche ed un piccolo anticipo ci furono dati dai nonni. Era la metà di maggio, tutto il tempo libero lo dedicammo alla sistemazione della casa. Ci accorgemmo ben presto che la casa non era poi in condizioni così cattive, potevamo trattenere anche alcuni mobili molto belli. Il programma fu presto fatto, io e mamma alla chiusura della scuola le giornate le passavamo a sistemare e pulire, il sabato e la domenica papà provvedeva al tinteggiatura. Faceva un caldo
micidiale, eravamo vestiti leggerissimi mamma con pantaloncini corti e maglietta io solo con i pantaloncini. Mentre sollevava una pila di piatti, come era piegata a mamma si strapparono i pantaloncini e vidi che apparve il culo, non portava le mutandine. Ci mettemmo a ridere, cercava di giustificarsi, Mi disse di tornare a casa per prenderle qualcosa, trovai una corta vestaglia e la portai. Mi sorprese il fatto che nonostante le avessi portato qualcosa per coprirsi non lo fece, restò per la mattinata col culo scoperto. I miei occhi erano sempre orientati su quello spettacolo ed avevo l’impressione che le se ne compiacesse ad essere guardata. Prima di mangiarci un panino che avevamo portato, volle cambiarsi e lo fece davanti a me mostrandomi interamente il culo. Tolse anche il reggiseno ed indossò la vestaglietta. “Questa ha un bottone solo porca miseria” “Non mi sono accorto mamma” “Pazienza vuol dire che lavorerò in queste condizioni” Mentre prima vedevo solo il culo di mamma ora come si piegava le vedevo la figa, il seno, cominciavo ad eccitarmi, lei se ne compiaceva. Non che a casa mamma andasse copertissima ma in quelle condizioni non l’avevo mai vista, l’avevo immaginata, forse l’avevo anche desiderata nei momenti di effusione con papà, non ero andato mai oltre. Ora però avevo di fronte un’altra persona, una femmina eccitante che non faceva nulla per coprirsi. I pensieri si accavallavano, da una parte il desiderio dall’altra la paura di prendere l’iniziativa sbagliata. La sera venne a riprenderci papà, lei rimase solo con la vestaglietta, papà gongolava vederla in quel modo tanto che l’abbracciò e le diede un bacio sulla bocca sotto i miei occhi sollecitando il mio cazzo ad agitarsi. Non una parola per dire come mai stesse così poco vestita davanti a me. La sera a cena lei disse “Per evitare che si strappi domani indosso il costume per lavorare, anzi mettilo anche tu” rivolgendosi a me “Lavoriamo più comodi e più liberi”. La mattina papà come al solito ci accompagnò, lei indossava un bikini sotto la vestaglietta del giorno precedente. Io il costume l’avevo sotto i pantaloncini.
Prima di iniziare tolse la vestaglietta restando in bikini, il più vecchio e striminzito che aveva addirittura la parte posteriore lo aveva messo fra i glutei. Va bene che l’avevo vista con il culo interamente scoperto, ora però quella figura stava diventando troppo eccitante. “Mamma lavorare così diventa faticoso” “ Sei stanco amore di mamma” “Non sono stanco, vederti così avrei voglia di fare altro” “Sapessi amore, anch’io vorrei fare altro, ma il lavoro da fare è tanto e non vedo l’ora di finire” Per evitare di guardarla cercavo sempre di cercarmi lavoro in stanze diverse da dove stava lei, forse lo faceva apposta perché mi raggiungeva. Nella pausa panino assunse una posizione alquanto scomposta mostrandosi a gambe larghe. La forma della figa mi fece avere l’erezione, non feci nulla per nasconderla. “Amore di mamma io sarò desiderabile ma tu in queste condizioni lo sei di più” “ Mamma posso solo desiderarti, il rispetto che ho per papà supera ogni pensiero” beato papà che gode del tuo corpo” “Amore se lavoro abbigliata in questo modo è perché papà me lo impone, evidentemente non gli dispiace, anzi sono tentata a pensare che ne ha piacere, io adoro ad andare poco vestita e questo lo sai. Ora torniamo al lavoro” Queste parole sussurrate appena mi fecero pensare che papà forse…. Da quel dialogo i nostri si lavorava sempre più vicini.
L’equazione mi dava anche la soluzione, mamma è una super figa disponibile, papà da il tacito consenso a mostrarmi lei seminuda, io sono un ragazzo con tutte le cose a posto giusto, quindi ci provo.
La notte immaginai una strategia da metterre in atto il giorno successivo, non ci fu bisogno perché fu lei stessa, forse mettendo in atto la stessa strategia, appena arrivati tolse il bikini rimettendosi la vestaglietta lasciandola aperta, quindi figa e seni interamente scoperti, il mio cazzo uscì dal costume e “Amore sei come il David di Donatello”. Papà era appena andato via, la portai dolcemente sul letto che avevano lasciato i vecchi proprietari, senza trovare alcuna resistenza, fu lei a spingermi sul letto volle mettersi sopra, mi baciava sulla bocca mi leccava i lobi, la penetrazione avvenne dolcemente per assaporare ogni momento, la sua figa era un richiamo per il cazzo, i movimenti di bacino erano impercettibili, quel momento doveva durare il più possibile. Non so se il mio cazzo crebbe a dismisura o la sua figa si strinse avvolgendolo, provocando delle sensazioni di piacere che offuscavano il cervello, sembrava di vivere un’altra vita, lei non era mamma, lei era una figa e basta. Non so quando tempo impiegammo ad arrivare all’orgasmo, ne trascorse tanto poi si spensero
tutte le luci del mondo, penetrammo nella luce del godimento impossibile. Aveva le lacrime mamma mi stringeva quasi a stritolarmi, mi impediva di respirare la sua bocca incollata alla mia, non voleva scendere dal mio corpo, il mio cazzo non dava segni di cedimento, riprendemmo il lentissimo movimento, così per tanto tempo ancora, avevamo perso la cognizione, con la coda dell’occhio intravidi la sagoma di papà, forse era pomeriggio inoltrato, nulla poteva impedirci di godere ancora non le dissi nulla, forse lei sapeva, immaginare papà nell’altra stanza che non volle disturbarci aumentò la mia eccitazione, la incitai a venire ed ancora un altro orgasmo meraviglioso. Si era papà, si sentivano rumori nell’altra stanza. Distesi sul letto per goderci quei momenti di relax, papà ci raggiunse, si rese conto che eravamo in estasi, entrò in camera diede un bacio sulla bocca a mamma me fece lo stesso con me. Felicissimi per quello che avevamo fatto. Non ci eravamo accorti di aver occupato l’intera giornata a fare l’amore io e mamma. Ci rivestimmo con quello che avevamo e tornammo a casa. Ci sentivamo leggeri come avessimo risolto un grave problema, era soltanto la voglia di stare uniti liberi da ogni vincolo, ora potevamo fare tutto, io con loro due. Papà ci disse che su letto dove avevamo scopato era state deposte in attesa della tumulazione in tempi diversi i corpi dei genitori di Carmine. Scoppiammo in una fragorosa risata.
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