Vienimi dentro papà 8° - La prima volta come una sposa.
di
Incest 2021
genere
incesti
Come mi piaceva succhiare il cazzo di papà dopo che aveva sborrato!
Era divenuta come una droga per me e devo confermare che oramai era la cosa che mi piaceva gustare ed ingoiare di più insieme al cioccolato di cui ero ghiotta.
A differenza del cioccolato però, era qualcosa di cui io stessa ero artefice procurando piacere a mio padre e traendone io stessa un godimento che andava addirittura oltre quello fisico dell'orgasmo.
Era un orgasmo cerebrale appunto che si aggiungeva a quello che mi procurava mio padre con la lingua e con il suo fantastico "amichetto" sempre pronto a spruzzare cremina per me.
Quando lo facevo venire solo con la bocca, anche se oramai ne ero abituata da tempo, fremevo e mi bagnavo senza neanche toccarmi tanto era il piacere che mi dava quando da molle, me lo sentivo crescere ed indurire tra le labbra: "Una virilità di maschio vero a confronto del quale, il mio fidanzato appariva come una femminuccia nella mia mente eccitata".
Avevo anche imparato bene a prenderlo tutto in bocca (Senza fargli male coi denti come succedeva le prime volte) sino al contatto del glande con la mia ugola anche se una buona parte rimaneva fuori a causa della spropositata lunghezza.
Da quando poi, io stessa gli facevo la "Barba" lasciandogli i testicoli incredibilmente morbidi e lisci, il solo accarezzarli mentre lo tenevo in bocca lo succhiavo, lo spompinavo o gli stimolavo il frenulo con la lingua, aumentava in modo parossistico la mia libidine.
A volte mi piaceva farmi spruzzare i suoi caldi fiotti direttamente sull'ugola per poi
sentirli scivolare nello stomaco.
Altre volte invece, lo estraevo e mi facevo sborrare sulla lingua da mostrare come un trofeo a mio padre che col l'aria soddisfatta, si divertiva a fotografarmi con la bocca piena e gli occhi da puttanella libidinosa.
Naturalmente, la cosa non finiva li giacché, il fatto di continuare a succhiarlo mentre si ammosciava nella mia bocca, mi dava un senso di onnipotenza per aver vinto quella verga dall'aria così minacciosa ed aver dato così, piacere al mio amato paparino.
Lo stesso gusto e la stessa libidine provavo nel sentirmelo addolcire bagnato tra le labbra "lacrimando sperma" anche dopo che mi aveva sborrato davanti o di dietro.
Certo, anche davanti..la fica!
Si, proprio la mia passerina giacché dopo alcuni mesi in cui mi aveva ben aperta di dietro (continuando però ad evitare di penetrarmi anche la "Cosina" sempre più vogliosa e insofferente nell'attesa infinita della totale fusione dei nostri corpi) era giunto il fatidico momento di sentirmi davvero completamente sua.
Ero andata dal ginecologo mio e di mia madre che dopo avermi visitata trovandomi ancora vergine, con tutte le raccomandazioni del caso, mi aveva prescritto la pillola.
"Come vergine?" avevo pensato ricordando il giorno in cui l'avevo data "tutta" per la prima ed ultima volta al mio fidanzato scorgendo delle macchie di sangue sul suo pisello.
Non mi aveva sverginata in quella occasione e quelle gocce di sangue erano state causate dalla piccola lacerazione che si era procurato al frenulo mentre nervosamente si masturbava per farselo diventare duro.
Tale era la sua agitazione per quella prima volta che l'aveva tirato fuori e se ne era venuto sulla mia pancia senza riuscire a penetrarmi completamente e deflorarmi dunque.
Mio padre quindi, senza neanche saperlo, mi aveva trovata vergine.
Tornando a casa avevo già preso la mia prima pillola che sicuramente non aveva ancora sortito il suo effetto anticoncezionale ma ero talmente ansiosa di fare finalmente l'amore completo con mio padre che, confidando sul fatto che mancavano pochi giorni alle mie mestruazioni e dunque non fossi nel periodo fertile, avevo chiesto a mio padre di "prendermi" subito.
Naturalmente, per quanto avessi atteso e desiderato quel momento, l'emozione e la paura di provare dolore e deludere mio padre era grande ed il tremore di tutto il mio corpo prima ancora di cominciare, ne era la prova.
Mio padre che mi conosceva bene ovviamente, era già pronto a tranquillizzarmi e per l'occasione mi aveva anche preparato una sorpresa.
Entrando in camera, avevo trovato il letto rifatto con uno stupendo completo di lenzuola di seta bianca col mio nome ricamato sulle federe.
Sul letto vi era appoggiato un set di intimo ugualmente in seta bianco col davanti del perizoma decorato con un cuoricino rosso e le iniziali dei nostri nomi ricamati.
Una vestaglia in seta trasparente con applicazioni di tulle che ricordava in qualche modo un abito da sposa, era appoggiata insieme ad un bouquet di rose rosse sul divanetto accanto al letto: "Papà! Papa! Ti amo!"
Gli avevo gridato lanciandomi tra le sue braccia.
segue
Era divenuta come una droga per me e devo confermare che oramai era la cosa che mi piaceva gustare ed ingoiare di più insieme al cioccolato di cui ero ghiotta.
A differenza del cioccolato però, era qualcosa di cui io stessa ero artefice procurando piacere a mio padre e traendone io stessa un godimento che andava addirittura oltre quello fisico dell'orgasmo.
Era un orgasmo cerebrale appunto che si aggiungeva a quello che mi procurava mio padre con la lingua e con il suo fantastico "amichetto" sempre pronto a spruzzare cremina per me.
Quando lo facevo venire solo con la bocca, anche se oramai ne ero abituata da tempo, fremevo e mi bagnavo senza neanche toccarmi tanto era il piacere che mi dava quando da molle, me lo sentivo crescere ed indurire tra le labbra: "Una virilità di maschio vero a confronto del quale, il mio fidanzato appariva come una femminuccia nella mia mente eccitata".
Avevo anche imparato bene a prenderlo tutto in bocca (Senza fargli male coi denti come succedeva le prime volte) sino al contatto del glande con la mia ugola anche se una buona parte rimaneva fuori a causa della spropositata lunghezza.
Da quando poi, io stessa gli facevo la "Barba" lasciandogli i testicoli incredibilmente morbidi e lisci, il solo accarezzarli mentre lo tenevo in bocca lo succhiavo, lo spompinavo o gli stimolavo il frenulo con la lingua, aumentava in modo parossistico la mia libidine.
A volte mi piaceva farmi spruzzare i suoi caldi fiotti direttamente sull'ugola per poi
sentirli scivolare nello stomaco.
Altre volte invece, lo estraevo e mi facevo sborrare sulla lingua da mostrare come un trofeo a mio padre che col l'aria soddisfatta, si divertiva a fotografarmi con la bocca piena e gli occhi da puttanella libidinosa.
Naturalmente, la cosa non finiva li giacché, il fatto di continuare a succhiarlo mentre si ammosciava nella mia bocca, mi dava un senso di onnipotenza per aver vinto quella verga dall'aria così minacciosa ed aver dato così, piacere al mio amato paparino.
Lo stesso gusto e la stessa libidine provavo nel sentirmelo addolcire bagnato tra le labbra "lacrimando sperma" anche dopo che mi aveva sborrato davanti o di dietro.
Certo, anche davanti..la fica!
Si, proprio la mia passerina giacché dopo alcuni mesi in cui mi aveva ben aperta di dietro (continuando però ad evitare di penetrarmi anche la "Cosina" sempre più vogliosa e insofferente nell'attesa infinita della totale fusione dei nostri corpi) era giunto il fatidico momento di sentirmi davvero completamente sua.
Ero andata dal ginecologo mio e di mia madre che dopo avermi visitata trovandomi ancora vergine, con tutte le raccomandazioni del caso, mi aveva prescritto la pillola.
"Come vergine?" avevo pensato ricordando il giorno in cui l'avevo data "tutta" per la prima ed ultima volta al mio fidanzato scorgendo delle macchie di sangue sul suo pisello.
Non mi aveva sverginata in quella occasione e quelle gocce di sangue erano state causate dalla piccola lacerazione che si era procurato al frenulo mentre nervosamente si masturbava per farselo diventare duro.
Tale era la sua agitazione per quella prima volta che l'aveva tirato fuori e se ne era venuto sulla mia pancia senza riuscire a penetrarmi completamente e deflorarmi dunque.
Mio padre quindi, senza neanche saperlo, mi aveva trovata vergine.
Tornando a casa avevo già preso la mia prima pillola che sicuramente non aveva ancora sortito il suo effetto anticoncezionale ma ero talmente ansiosa di fare finalmente l'amore completo con mio padre che, confidando sul fatto che mancavano pochi giorni alle mie mestruazioni e dunque non fossi nel periodo fertile, avevo chiesto a mio padre di "prendermi" subito.
Naturalmente, per quanto avessi atteso e desiderato quel momento, l'emozione e la paura di provare dolore e deludere mio padre era grande ed il tremore di tutto il mio corpo prima ancora di cominciare, ne era la prova.
Mio padre che mi conosceva bene ovviamente, era già pronto a tranquillizzarmi e per l'occasione mi aveva anche preparato una sorpresa.
Entrando in camera, avevo trovato il letto rifatto con uno stupendo completo di lenzuola di seta bianca col mio nome ricamato sulle federe.
Sul letto vi era appoggiato un set di intimo ugualmente in seta bianco col davanti del perizoma decorato con un cuoricino rosso e le iniziali dei nostri nomi ricamati.
Una vestaglia in seta trasparente con applicazioni di tulle che ricordava in qualche modo un abito da sposa, era appoggiata insieme ad un bouquet di rose rosse sul divanetto accanto al letto: "Papà! Papa! Ti amo!"
Gli avevo gridato lanciandomi tra le sue braccia.
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