Vienimi dentro papà 2° serie
di
Incest 2021
genere
incesti
La situazione era questa:
Il mio ragazzo si era laureato in ingegneria ed aveva subito cominciato a lavorare nello studio del padre dove comunque già da tempo, entrambi facevamo tirocinio.
La sua famiglia insisteva affinché ci sposassimo subito anche se a me mancavano due anni alla laurea in architettura.
Io già dalla fine del liceo avevo cominciato una relazione con mio padre dopo che lui aveva trovato la moglie (mia madre) che scopava in casa con 4 maschi.
Non che a lui dispiacesse che mia madre facesse la troia con tutti quegli uomini, tutt'altro!
La cosa che aveva fatto crollare un castello di complicità durato anni, era stato il fatto che l'avesse sorpresa a farsi scopare sul proprio talamo coniugale a casa nostra (Cosa peraltro che io sapevo da anni e che non gli avevo mai svelato proprio per evitare ciò che poi era successo davvero) assolutamente proibita dai loro accordi.
Mio padre sopravvalutava la fedeltà verso gli impegni presi da mia madre che da troia ninfomane quelle era, non riusciva proprio a contenersi anche se mio padre le permetteva di fare qualunque cosa.. lontana da casa e nell'anonimato.
Lei ripagava quella fiducia portandoseli a casa dove sulla porta d'ingresso appariva in bella vista la scritta Antonio L........!
Quella cacciata di casa era stata l'occasione perché io (Segretamente innamorata di mio padre) prendessi il posto di mia madre nel suo lettone matrimoniale donandogli la mia verginità "totale"!
Erano passati quattro anni da quando condividevo la casa ed il letto di mio padre in qualità di moglie e amante e contemporaneamente frequentavo il mio fidanzato, la sua famiglia ed il loro posto di lavoro.
Agli occhi del mio ragazzo e della sua famiglia apparivo la ragazza più seria del mondo, senza grilli per la testa (nessuna amicizia sospetta e nessuna amica "equivoca") e con la sensibilità di una brava figlia che, dopo quella brutta storia, non voleva lasciare solo il padre prendendosi cura di lui, della casa e continuando a frequentare con esiti brillanti anche l'università.
Quattro anni appunto, nei quali l'attaccamento a mio padre aveva superato tutti i limiti riservati alle mogli ed alle amanti divenendo un rapporto morboso e di complicità totale.
La pressione dei miei futuri suoceri era divenuta talmente forte che avevo dovuto cedere al fatto che avessero già programmato la data e le modalità del matrimonio quattro mesi dopo.
Mancavano appunto poco meno di quattro mesi quando mi ero trovata a scopare in macchina con mio padre fermi al parcheggio dei tir in un autogrill autostradale.
Mi piaceva fargli i pompini mentre guidava e talvolta, si fermava prima di sborrarmi in bocca per completare con una scopata come fossimo ragazzini.
Gli stavo facendo un pompino quando mi aveva avvisato che un giovane autista ci stava guardando masturbandosi eccitato alla vista del mio culo nudo oltre al fatto che avessi in bocca il cazzo di papà.
Fortunatamente la differenza di età poteva farci apparire come una coppia clandestina col vecchio danaroso e la sua giovane troietta o semplicemente una studentessa che si prostituiva per potersi pagare i suoi capricci.
Mio padre mi aveva incitata a continuare ma io, spaventata, gli avevo chiesto di andare via.
Quella notte stessa e nei giorni successivi, mi aveva spiegato che quello era uno dei giochi preferiti da mia madre che in quelle circostanza si faceva scopare da più guardoni e che cambiavano sempre posti per evitare di essere riconosciuti e individuati.
Sino a quel momento credevo di sapere tutto su mia madre e sui rapporti col marito.
In realtà non ne sapevo praticamente nulla anche se in quei giorni, nella mia mente cominciava a farsi largo il desiderio di prendere completamente il posto di mia madre per rendere ancora più forte ed indissolubile il rapporto perverso che mi legava a mio padre.
Il nostro rapporto sarebbe stato più potente del loro giacché lei era la moglie, troia e complice quanto vuoi ma erano pur sempre legati da un vincolo accettato dalla società!
Io ero sua figlia!
E non ci legava un fatto formale che si poteva sciogliere attraverso il divorzio.
Noi eravamo legati da un fatto di sangue incestuoso e dunque indissolubile davanti a qualunque autorità civile o religiosa che fosse.
Mancavano pochi mesi al mio matrimonio ed avevo deciso di diventare le troia di mio padre.
Troia totale e pronta a tutto pur di soddisfarlo.
Segue
Il mio ragazzo si era laureato in ingegneria ed aveva subito cominciato a lavorare nello studio del padre dove comunque già da tempo, entrambi facevamo tirocinio.
La sua famiglia insisteva affinché ci sposassimo subito anche se a me mancavano due anni alla laurea in architettura.
Io già dalla fine del liceo avevo cominciato una relazione con mio padre dopo che lui aveva trovato la moglie (mia madre) che scopava in casa con 4 maschi.
Non che a lui dispiacesse che mia madre facesse la troia con tutti quegli uomini, tutt'altro!
La cosa che aveva fatto crollare un castello di complicità durato anni, era stato il fatto che l'avesse sorpresa a farsi scopare sul proprio talamo coniugale a casa nostra (Cosa peraltro che io sapevo da anni e che non gli avevo mai svelato proprio per evitare ciò che poi era successo davvero) assolutamente proibita dai loro accordi.
Mio padre sopravvalutava la fedeltà verso gli impegni presi da mia madre che da troia ninfomane quelle era, non riusciva proprio a contenersi anche se mio padre le permetteva di fare qualunque cosa.. lontana da casa e nell'anonimato.
Lei ripagava quella fiducia portandoseli a casa dove sulla porta d'ingresso appariva in bella vista la scritta Antonio L........!
Quella cacciata di casa era stata l'occasione perché io (Segretamente innamorata di mio padre) prendessi il posto di mia madre nel suo lettone matrimoniale donandogli la mia verginità "totale"!
Erano passati quattro anni da quando condividevo la casa ed il letto di mio padre in qualità di moglie e amante e contemporaneamente frequentavo il mio fidanzato, la sua famiglia ed il loro posto di lavoro.
Agli occhi del mio ragazzo e della sua famiglia apparivo la ragazza più seria del mondo, senza grilli per la testa (nessuna amicizia sospetta e nessuna amica "equivoca") e con la sensibilità di una brava figlia che, dopo quella brutta storia, non voleva lasciare solo il padre prendendosi cura di lui, della casa e continuando a frequentare con esiti brillanti anche l'università.
Quattro anni appunto, nei quali l'attaccamento a mio padre aveva superato tutti i limiti riservati alle mogli ed alle amanti divenendo un rapporto morboso e di complicità totale.
La pressione dei miei futuri suoceri era divenuta talmente forte che avevo dovuto cedere al fatto che avessero già programmato la data e le modalità del matrimonio quattro mesi dopo.
Mancavano appunto poco meno di quattro mesi quando mi ero trovata a scopare in macchina con mio padre fermi al parcheggio dei tir in un autogrill autostradale.
Mi piaceva fargli i pompini mentre guidava e talvolta, si fermava prima di sborrarmi in bocca per completare con una scopata come fossimo ragazzini.
Gli stavo facendo un pompino quando mi aveva avvisato che un giovane autista ci stava guardando masturbandosi eccitato alla vista del mio culo nudo oltre al fatto che avessi in bocca il cazzo di papà.
Fortunatamente la differenza di età poteva farci apparire come una coppia clandestina col vecchio danaroso e la sua giovane troietta o semplicemente una studentessa che si prostituiva per potersi pagare i suoi capricci.
Mio padre mi aveva incitata a continuare ma io, spaventata, gli avevo chiesto di andare via.
Quella notte stessa e nei giorni successivi, mi aveva spiegato che quello era uno dei giochi preferiti da mia madre che in quelle circostanza si faceva scopare da più guardoni e che cambiavano sempre posti per evitare di essere riconosciuti e individuati.
Sino a quel momento credevo di sapere tutto su mia madre e sui rapporti col marito.
In realtà non ne sapevo praticamente nulla anche se in quei giorni, nella mia mente cominciava a farsi largo il desiderio di prendere completamente il posto di mia madre per rendere ancora più forte ed indissolubile il rapporto perverso che mi legava a mio padre.
Il nostro rapporto sarebbe stato più potente del loro giacché lei era la moglie, troia e complice quanto vuoi ma erano pur sempre legati da un vincolo accettato dalla società!
Io ero sua figlia!
E non ci legava un fatto formale che si poteva sciogliere attraverso il divorzio.
Noi eravamo legati da un fatto di sangue incestuoso e dunque indissolubile davanti a qualunque autorità civile o religiosa che fosse.
Mancavano pochi mesi al mio matrimonio ed avevo deciso di diventare le troia di mio padre.
Troia totale e pronta a tutto pur di soddisfarlo.
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