Vienimi dentro papà 2° serie - II episodio- I due sconosciuti.
di
Incest 2021
genere
incesti
Col trascorrere dei giorni tendevo a superare l'inquietudine per quelle rivelazioni che via via sentivo come qualcosa di simile ad una immedesimazione prima e sostituzione virtuale di persona poi.
Trascorrevo le giornate in uno stato di agitazione.
Un impalpabile tremore prendeva possesso del mio corpo sin dal mattino e si calmava solo la notte a letto tra le rassicuranti braccia di mio padre che non aveva più fatto cenno a quella sera e neanche mi aveva parlato più di mia madre.
Tutto pareva tornato come prima mentre facevamo l'amore o quando al mattino lui mi svegliava portandomi il caffè a letto prima di andare al lavoro.
Tutto così!
Tra sogni, fremiti, paure, visioni terrificanti o sublimi sino al mattino in cui, non avendo io impegni all'università ne mio padre col suo lavoro, a colazione avevo preso il coraggio a due mani e col cuore in gola gli avevo detto:
-Papà.. stasera torniamo in quel posto?-
Alla mia domanda non pareva sorpreso giacché avevamo visitato insieme moltissimi posti che ci erano piaciuti perché belli e suggestivi o perché ci eravamo divertiti tantissimo o semplicemente perché eravamo riusciti ad appartarci e fare l'amore in un'atmosfera romantica e rassicurante "La spiaggia deserta in autunno - Un prato in fiore in primavera - Un'accogliente camere d'albergo dopo una cenetta a lume di candela - La terrazza di una torre antica sul mare" che era fisso nei nostri ricordi.
-Che posto? Quale di tutti quelli che ti sono piaciuti? Sirmione? Vernazza? -
-Ma no papà, intendevo quel parcheggio dei tir sull'autostrada!-
-Cucciola, sei proprio sicura di quello che mi stai chiedendo?-
-Si papà, voglio fare come la mamma, voglio essere tua complice..la tua troia e voglio farti godere e renderti felice.-
-Ma io sono già felice con te e le cose meravigliose che già mi dai.-
-Papà, io voglio darti di più, voglio darti tutto!-
Quella sera mi aveva aiutata lui stesso a prepararmi, truccarmi e vestirmi in modo adatto al programma che avevamo in mente.
Data la situazione e la cosa che avremmo dovuto fare, mi aspettavo che mi facesse abbigliare e truccare come una puttana ed invece, aveva voluto che assumessi l'aspetto di una adolescente al primo ginnasio : Gonna larga a quadrettoni blu, calzettoni sino al ginocchio, scarpe da tennis bianche, t-short bianca senza reggiseno, trecce e occhiali da secchiona.
Naturalmente, senza mutandine.
Giunti sul posto, ci eravamo appartati tra un tir ed il rimorchio di un altro grosso camion in una zona in cui la nostra macchina (un suv noleggiato per l'occasione) era illuminata dalla fioca luce di un lampione ed era visibile solo dai responsabili dei mezzi o da guardoni abituati a frequentare quel posto.
Con le luci della macchina spenta avevamo cominciato a pomiciare sicuri (Mi aveva detto mio padre) che con la luce di quel lampione, i nostri movimenti sarebbero stati notati subito per via del contrasto tra la macchina nera dentro e fuori ed il bianco della mia maglietta e della sua camicia.
Con la t-shirt tirata su a scoprire le tette e parte della pelle bianca della mia schiena, ero chinata su di lui a fargli un pompino.
Dopo nemmeno cinque minuti mio padre:
-Tesoro, abbiamo visite.. sollevati un po', sorridi e poi torna giù con la testa.-
Avevo eseguito e mentre un brivido attraversava la mia schiena, gli avevo sorriso sorniona prima di tornare a succhiarglielo.
-Tesoro, sono in due, uno giovane e uno di mezza età.
Quello più grande ha già il cazzo fuori mentre l'altro ha la testa appoggiata al vetro ma sembra più timido.
Adesso tesoro abbasso il vero e ti tiro la gonna su in modo da offrire la visione del tuo bel culetto ai loro occhi arrapati.-
Col cazzo di mio padre in bocca e le natiche esposte alla vista di due sconosciuti, sentivo crescere la libidini al pari della mia paura che mi faceva tremare un po'.
-Rilassati amore!
Rilassati e goditi anche tu questo momento.
Se tu vedessi i loro sguardi e come sbavano le loro bocche, ne saresti entusiasta.
Adesso credo che entrambi abbiano il cazzo fuori e si stanno masturbando di certo.-
Le parole di mio padre mi rassicuravano e mi eccitavano al tempo stesso al punto che quando mi ero sentita sfiorare da una mano, mi ero spinta indietro per favorire quel contatto.
Incoraggiato dal mio invito quella mano si era fatta più audace e dopo avermi accarezzata tra le natiche, si era spinta tra le mie cosce trovandomi già bagnata.
-Che fica la ragazzina e che troietta è già tutta bagnata.. senti.. senti anche tu!-
Aveva commentato a bassa voce lo sconosciuto invitando anche l'altro a toccarmi.
In quel momento mi sembrava che mille mani accarezzassero il mio corpo.
Ne avevo infatti due tra le cosce, una che mi strizzava un capezzolo ed altre cento che mi stimolavano ovunque penetrandomi con le dita in ogni anfratto e nel cervello.
In quel momento mio padre grugnendo rumorosamente, mi aveva sborrato in bocca e non appena era riuscito a riprendere fiato, spingendomi in su mi aveva detto:
-Tesoro, alzati e fagli vedere cosa hai in bocca.-
A quella vista, il ragazzo, gemendo come un animale ferito se ne era venuto subito con uno schizzo sulle mie tette e spruzzando sulla portiera e per terra tutto il resto.
L'altro più maturo ed esperto, aveva continuato a masturbarsi senza però venire.
A quel punto mio padre, con una lieve pressione sulla schiena mi aveva invitata a sporgermi dal finestrine e nello stesso momento l'uomo mi aveva afferrato una mano e se l'era portata sul cazzo che sentivo tozzo, nodoso, duro e pulsante sotto le dita.
Anche lui era davvero eccitatissimo se dopo solo alcune escursioni sulla cappella se ne era venuto mentre da porco quale doveva essere, con una mano aveva tirato a se la mia testa spingendomi un metro di lingua in bocca.
Grugnendo come un maiale, sborrava e mulinava la lingua nella mia bocca ancora intrisa dello sperma di mio padre.
A quel punto anch'io avevo goduto con la mano di mio padre che tra le cosce mi massaggiava la fica in modo furioso.
Quando i due, dopo avermi ringraziata ed essersi complimentata per la troietta che già ero a quella età, si erano allontanati, io con la mano completamente bagnata di sperma, ero rientrata ed avevo chiesto a mio padre dei fazzolettini per pulirmi.
A quel punto, un'altra incredibile sorpresa mi attendeva.
Mio padre, invece di darmi i fazzoletti, mi aveva preso la mano ed aveva cominciato a leccarmela sino a ripulirla completamente succhiando infine le dita una per una.
Poi, abbassando lo schienale del sedile, si era chinato su di me e mi aveva ripulito con la lingua, anche lo sperma che il ragazzo mi aveva schizzato addosso. "Che porco mio padre!".
Nonostante che mi fossi preparata per quella esperienza, ciò che era successo compreso la lingua di mio padre che mi aveva ripulita dallo sperma di quei due sconosciuti, mi aveva sconvolta ed al tempo stesso aveva portato la mia libido ad un tale livello che aveva imposto a mio padre di scoparmi sino all'alba per vedermi finalmente totalmente appagata.
segue
Trascorrevo le giornate in uno stato di agitazione.
Un impalpabile tremore prendeva possesso del mio corpo sin dal mattino e si calmava solo la notte a letto tra le rassicuranti braccia di mio padre che non aveva più fatto cenno a quella sera e neanche mi aveva parlato più di mia madre.
Tutto pareva tornato come prima mentre facevamo l'amore o quando al mattino lui mi svegliava portandomi il caffè a letto prima di andare al lavoro.
Tutto così!
Tra sogni, fremiti, paure, visioni terrificanti o sublimi sino al mattino in cui, non avendo io impegni all'università ne mio padre col suo lavoro, a colazione avevo preso il coraggio a due mani e col cuore in gola gli avevo detto:
-Papà.. stasera torniamo in quel posto?-
Alla mia domanda non pareva sorpreso giacché avevamo visitato insieme moltissimi posti che ci erano piaciuti perché belli e suggestivi o perché ci eravamo divertiti tantissimo o semplicemente perché eravamo riusciti ad appartarci e fare l'amore in un'atmosfera romantica e rassicurante "La spiaggia deserta in autunno - Un prato in fiore in primavera - Un'accogliente camere d'albergo dopo una cenetta a lume di candela - La terrazza di una torre antica sul mare" che era fisso nei nostri ricordi.
-Che posto? Quale di tutti quelli che ti sono piaciuti? Sirmione? Vernazza? -
-Ma no papà, intendevo quel parcheggio dei tir sull'autostrada!-
-Cucciola, sei proprio sicura di quello che mi stai chiedendo?-
-Si papà, voglio fare come la mamma, voglio essere tua complice..la tua troia e voglio farti godere e renderti felice.-
-Ma io sono già felice con te e le cose meravigliose che già mi dai.-
-Papà, io voglio darti di più, voglio darti tutto!-
Quella sera mi aveva aiutata lui stesso a prepararmi, truccarmi e vestirmi in modo adatto al programma che avevamo in mente.
Data la situazione e la cosa che avremmo dovuto fare, mi aspettavo che mi facesse abbigliare e truccare come una puttana ed invece, aveva voluto che assumessi l'aspetto di una adolescente al primo ginnasio : Gonna larga a quadrettoni blu, calzettoni sino al ginocchio, scarpe da tennis bianche, t-short bianca senza reggiseno, trecce e occhiali da secchiona.
Naturalmente, senza mutandine.
Giunti sul posto, ci eravamo appartati tra un tir ed il rimorchio di un altro grosso camion in una zona in cui la nostra macchina (un suv noleggiato per l'occasione) era illuminata dalla fioca luce di un lampione ed era visibile solo dai responsabili dei mezzi o da guardoni abituati a frequentare quel posto.
Con le luci della macchina spenta avevamo cominciato a pomiciare sicuri (Mi aveva detto mio padre) che con la luce di quel lampione, i nostri movimenti sarebbero stati notati subito per via del contrasto tra la macchina nera dentro e fuori ed il bianco della mia maglietta e della sua camicia.
Con la t-shirt tirata su a scoprire le tette e parte della pelle bianca della mia schiena, ero chinata su di lui a fargli un pompino.
Dopo nemmeno cinque minuti mio padre:
-Tesoro, abbiamo visite.. sollevati un po', sorridi e poi torna giù con la testa.-
Avevo eseguito e mentre un brivido attraversava la mia schiena, gli avevo sorriso sorniona prima di tornare a succhiarglielo.
-Tesoro, sono in due, uno giovane e uno di mezza età.
Quello più grande ha già il cazzo fuori mentre l'altro ha la testa appoggiata al vetro ma sembra più timido.
Adesso tesoro abbasso il vero e ti tiro la gonna su in modo da offrire la visione del tuo bel culetto ai loro occhi arrapati.-
Col cazzo di mio padre in bocca e le natiche esposte alla vista di due sconosciuti, sentivo crescere la libidini al pari della mia paura che mi faceva tremare un po'.
-Rilassati amore!
Rilassati e goditi anche tu questo momento.
Se tu vedessi i loro sguardi e come sbavano le loro bocche, ne saresti entusiasta.
Adesso credo che entrambi abbiano il cazzo fuori e si stanno masturbando di certo.-
Le parole di mio padre mi rassicuravano e mi eccitavano al tempo stesso al punto che quando mi ero sentita sfiorare da una mano, mi ero spinta indietro per favorire quel contatto.
Incoraggiato dal mio invito quella mano si era fatta più audace e dopo avermi accarezzata tra le natiche, si era spinta tra le mie cosce trovandomi già bagnata.
-Che fica la ragazzina e che troietta è già tutta bagnata.. senti.. senti anche tu!-
Aveva commentato a bassa voce lo sconosciuto invitando anche l'altro a toccarmi.
In quel momento mi sembrava che mille mani accarezzassero il mio corpo.
Ne avevo infatti due tra le cosce, una che mi strizzava un capezzolo ed altre cento che mi stimolavano ovunque penetrandomi con le dita in ogni anfratto e nel cervello.
In quel momento mio padre grugnendo rumorosamente, mi aveva sborrato in bocca e non appena era riuscito a riprendere fiato, spingendomi in su mi aveva detto:
-Tesoro, alzati e fagli vedere cosa hai in bocca.-
A quella vista, il ragazzo, gemendo come un animale ferito se ne era venuto subito con uno schizzo sulle mie tette e spruzzando sulla portiera e per terra tutto il resto.
L'altro più maturo ed esperto, aveva continuato a masturbarsi senza però venire.
A quel punto mio padre, con una lieve pressione sulla schiena mi aveva invitata a sporgermi dal finestrine e nello stesso momento l'uomo mi aveva afferrato una mano e se l'era portata sul cazzo che sentivo tozzo, nodoso, duro e pulsante sotto le dita.
Anche lui era davvero eccitatissimo se dopo solo alcune escursioni sulla cappella se ne era venuto mentre da porco quale doveva essere, con una mano aveva tirato a se la mia testa spingendomi un metro di lingua in bocca.
Grugnendo come un maiale, sborrava e mulinava la lingua nella mia bocca ancora intrisa dello sperma di mio padre.
A quel punto anch'io avevo goduto con la mano di mio padre che tra le cosce mi massaggiava la fica in modo furioso.
Quando i due, dopo avermi ringraziata ed essersi complimentata per la troietta che già ero a quella età, si erano allontanati, io con la mano completamente bagnata di sperma, ero rientrata ed avevo chiesto a mio padre dei fazzolettini per pulirmi.
A quel punto, un'altra incredibile sorpresa mi attendeva.
Mio padre, invece di darmi i fazzoletti, mi aveva preso la mano ed aveva cominciato a leccarmela sino a ripulirla completamente succhiando infine le dita una per una.
Poi, abbassando lo schienale del sedile, si era chinato su di me e mi aveva ripulito con la lingua, anche lo sperma che il ragazzo mi aveva schizzato addosso. "Che porco mio padre!".
Nonostante che mi fossi preparata per quella esperienza, ciò che era successo compreso la lingua di mio padre che mi aveva ripulita dallo sperma di quei due sconosciuti, mi aveva sconvolta ed al tempo stesso aveva portato la mia libido ad un tale livello che aveva imposto a mio padre di scoparmi sino all'alba per vedermi finalmente totalmente appagata.
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