La cena
di
Anonima1981
genere
saffico
Le cene a casa di amici a volte si rivelano piuttosto noiose.. si parla sempre delle stesse cose, i figli a scuola, le colf che non funzionano, le suocere che peggio di così non si potrebbe.. Hai visto l’ultimo film di Sorrentino? Sono stata a teatro, al Piccolo, si, ho visto quel lavoro tratto dal romanzo di La Capria, ma si, dai, non l’hai letto? “Ferito a morte”.. Scenografia magnifica…certo che Andò è un genio…
I mariti, non di rado, alla fine si mettono a parlare tra loro… calcio… lavoro… mentre bevono un ultimo bicchiere di rosso o passano subito dopo a qualcosa di più forte…
Si beve, si mangia, a volte anche troppo…poi chi le sente le urla strazianti delle bilance??!!
Diverse sono le cene estive a casa di Massimo e Ilaria, la loro è una casa grande ma, soprattutto, è una casa con un grande giardino e una terrazza dove, in questa stagione, si cena amabilmente seduti all’aperto.. Stasera siamo in sette… le solite tre coppie e una new entry, un’amica carissima di Ilaria che vive a Trieste e che, loro ospite, è passata a trovarli… Bella donna, sui 45, carattere forte, accento veneto marcato e molto divertente…
Certo, Giulia non passa inosservata agli occhi degli uomini presenti… alta, bionda, capelli corti con un taglio un po’ maschile ma elegante, grandi occhi azzurri, un lungo collo, una camicia colorata di seta che ne esalta la figura e soprattutto il seno che indovini morbido e pieno, gonna nera poco sopra il ginocchio magro e nervoso, niente calze e scarpe senza tacco…
Certo di tacco non ne ha bisogno, in piedi mi supera di quasi tutta la testa anche se io un tacchettino l’ho messo..
Quando Ilaria ci presenta e la guardo negli occhi, mi ci perdo e sento un brivido percorrermi la schiena… Tengo la sua mano nella mia forse qualche secondo di più di quello che si dovrebbe…Ma lei la lascia e sorride guardandomi, la sua mano è morbida, le sue dita lunghe e nervose… Le immagino sulla mia pelle, le immagino mentre mi accarezza il viso, le immagino mentre seguono il contorno delle mie labbra…
Poi mi accorgo di vivere un sogno ad occhi aperti, di immaginare qualcosa che mai è accaduto nella mia vita… mi risveglio mentre sto guardando le sue labbra piene che immagino morbide al tatto, soffici al tocco delle mie…
Ilaria, nel distribuire i posti a tavola, la fa sedere vicino a me.. sa che se c’è da chiacchierare non mi tiro indietro… Ne sono felice e forse eccitata…
Si parla, si ride, si beve… siamo un po’ strettini a tavola ma non è un problema… la gamba destra di Giulia è a contatto con la mia sinistra… e le prime volte mi sono spostata verso mio marito, che siede alla mia destra, giusto per non darle fastidio… ma sempre me la sono ritrovata di nuovo a contatto con la gamba… alla fine ho lasciato la mia gamba appoggiata a quella di Giulia, non senza un imbarazzato piacere…
Mentre mangiamo la macedonia di frutta noto il magnifico anello d’oro bianco e brillanti che Giulia sfoggia all’anulare della mano destra… è l’unico gioiello che indossa, niente al collo e niente alla mano sinistra, non credo sia sposata…
Mi volto un attimo verso mio marito per chiedergli di versarmi ancora un po’ di vino e in quel preciso istante sento sul ginocchio una mano, la mano di Giulia che, quando mi giro verso di lei, mi sta guardando…
Ho la sua mano sul ginocchio, lo stringe, lo accarezza… cerco, senza grande convinzione, di spostarle la mano senza farmi notare dagli altri… Non so se è quello che voglio, non so se voglio che tolga quella mano dalla mia gamba… Forse invece voglio che la tenga lì, che continui ad accarezzarmi…
Lei, subito, mi prende con forza le dita tra le sue e torna ad accarezzarmi il ginocchio con le sue e le mie dita intrecciate.. Non so cosa fare. Se alzarmi con una scusa. Se rimanere lì e lasciare che quelle morbide dita mi raccontino percorsi sconosciuti e solo fantasticati.
Le nostre mani continuano ad accarezzare il mio ginocchio coperto dalla sottile calza autoreggente nera… e a questo punto io levo la mia mano, vinta da questa donna che mi sta seducendo e da cui volevo essere sedotta, la riporto sulla tovaglia e lascio Giulia libera di salire verso la mia coscia con le sue dita morbide e sapienti…
L’ampia gonna che indosso non ostacola le carezze e presto le sue calde dita superano il margine della calza e scivolano senza ostacolo alcuno sulla pelle nuda della coscia, verso il piccolo e leggero slip che rimane l’ultima barriera prima del mio fiore che… sento già riscaldarsi e inumidirsi per l’agognato piacere…
Guardo Giulia con occhi supplici che la pregano di smettere, di liberarmi da questa dolce e impossibile tortura, lei mi sorride complice e continua nella sua sapiente opera…
Mi arrendo alla mano che accarezza il Monte di Venere, alle dita che giocano con i morbidi ricci del mio vello umido… Sento brividi che percorrono tutto il mio corpo, dalla nuca giù fino ai capezzoli risvegliati dalla sonnolente serata, fino al ventre, fino alle cosce ormai irrorate…
Ho caldo, sento il sudore cominciare a colarmi sulla schiena, il vestito leggero incollarsi allo schienale della sedia, mi sembra di avvampare e credo che il mio viso sia quasi color porpora… Cosa faccio ora? Come fanno a non accorgersi? Intorno a me il brusio di conversazioni che non sento, risate soffocate, discorsi sull’andamento della borse e delle ultime emissioni di obbligazioni, sulla neve che quest’anno non arriva…
Poi vedo Franco, l’amico di una vita, che mi guarda con occhi spalancati e increduli dall’altra parte del tavolo… guarda me, guarda Giulia e poi, curiosi, vedo i suoi occhi che osservano per pochi e interminabili istanti il leggero movimento del braccio di Giulia sotto il tavolo…
Franco capisce, un leggero sorriso increspa le sue labbra… mentre chiudo gli occhi, mi mordo il labbro inferiore per reprimere un gemito che, comunque, lieve mi sfugge dalla bocca…
Mio marito si gira verso di me, mi chiede se va tutto bene, mi dice che sono rossa in viso, mi chiede se ho caldo…
“Forse è il vino… Vado a fare due passi in giardino” rispondo turbata..
“Ti accompagno?” mi chiede sollecito ma è Giulia che risponde per me….
“No no, lascia l’accompagno io, così mi muovo un po’” e lo previene alzandosi per aiutarmi..
Mentre scendiamo i pochi scalini di pietra che separano la terrazza dal grande giardino buio nel cielo estivo mi appoggio un poco a lei, il suo braccio destro mi circonda la vita, risale inosservato verso il mio torace, sento le dita che premono decise all’attaccatura del seno, quasi a sfiorare i capezzoli eretti ed eccitati..
Pochi passi, e siamo nel buio tra le siepi e vicino agli alberi di castagno che chiudono il giardino vicino al muro di cinta… le luci e i rumori della cena arrivano a noi soffocati dalla distanza.. camminiamo adagio in silenzio… le mani un poco si sfiorano nel movimento, poi improvvisa la mano di Giulia afferra la mia, mi ferma… mi giro per chiedere cosa succede…ma la sua bocca è sulla mia.. e io.. io rispondo al bacio mentre mi appoggio al fusto di un alto castagno..
Sento la sua lingua forzare la debole resistenza delle mie labbra, la lascio entrare nella mia bocca, superare la chiostra dei denti e intrecciarsi alla mia mescolando le nostre salive…
Poi mi stacco da lei e mi perdo nel mare dei suoi occhi, nei suoi capelli biondi, nel suono della sua voce mentre mi slaccia la camicia e abbassa il reggiseno.. i miei seni nudi nelle sue mani, i miei capezzoli stretti tra le sue dita e lei che riprende a baciarmi, prima leggera e morbida, poi sempre più decisa, la sua lingua che si intreccia di nuovo alla mia…
Mi sento travolgere dal suo desiderio e smetto di controllare la mia volontà, le mie mani slacciano con decisione crescente la sua camicetta colorata, abbassano quel reggiseno nero e si riempiono dei suoi seni pieni e caldi…. Morbidi come li avevo immaginati e sognati.
Le mordo il lobo di un orecchio, la lingua ne percorre il contorno…poi scende a percorrere lenta la liscia superficie del collo…
Un sospiro, un brivido… si inginocchia lenta, solleva la gonna e fa scivolare a terra i miei inutili slip per affondare la bocca nel mio vello umido, per entrare con la lingua nel mio fiore aperto per lei, per baciare e accogliere tra le labbra il piccolo clitoride eccitato che si offre e raccogliere con la lingua impaziente il frutto del mio piacere che cresce fino a traboccare e scendere lungo le cosce e nella sua bocca …
L’aria fresca della sera estiva è diventata improvvisamente un vento infuocato che brucia la mia pelle e che cola tra le mie cosce come lava… sento lontani i rumori della cena che continua, le risate soffocate e sollecitate dal vino… le mie mani strette sui capelli biondi di Giulia lasciano che porti a termine la sua opera, si lasciano vincere dalla sapiente lussuria della sua lingua…
Improvviso sento un fruscio tra le siepi, il leggero rumore di ghiaia spostata da un piede… apro gli occhi spaventata e scorgo un’ombra scura e due occhi che guardano verso di me, verso di noi…verso Giulia inginocchiata davanti a me…
So chi è…Franco, Franco che si era accorto di quanto succedeva sotto il tavolo della cena, Franco che da anni, da quando eravamo giovani mi ha sempre corteggiata, lui che volentieri mi porterebbe a letto nonostante io conosca benissimo sua moglie e lui altrettanto mio marito…
Silenzioso si fa avanti, fino a farsi ben vedere da me…Giulia non si è accorta di nulla.. Franco tiene la mano sull’inguine, si massaggia deciso il membro che immagino eretto… poi si guarda intorno, guarda verso la terrazza e quindi abbassa la lampo dei pantaloni e estrae il pene…
Mi eccita ancora di più vedere il suo pene che altre volte avevo solo immaginato, lo guardo mentre si masturba per me, per le immagini che certo gli devono apparire eccitanti e lussuriose, come in effetti sono…. Due donne seminude che si amano nel buio di un giardino, una sconosciuta e quella donna che avrebbe voluto tante volte possedere… Poi un sussulto, e il suo godimento si fa strada in poderosi e ripetuti fiotti biancastri…
Giulia, ignara di quello che accade alle sue spalle, di nuovo si leva a baciarmi, la lingua porta nella mia bocca il sapore del mio piacere e, finalmente, lascio che le mie dita giochino tra le sue cosce, nella rugiada del suo fiore aperto e morbido, lascio che penetrino, ancora inesperte ma già curiose, dentro di lei che si scioglie in un gemito roco nella mia bocca… mentre io incollo lo sguardo sul viso stupefatto dell’uomo che è rimasto a guardare nel buio…
I mariti, non di rado, alla fine si mettono a parlare tra loro… calcio… lavoro… mentre bevono un ultimo bicchiere di rosso o passano subito dopo a qualcosa di più forte…
Si beve, si mangia, a volte anche troppo…poi chi le sente le urla strazianti delle bilance??!!
Diverse sono le cene estive a casa di Massimo e Ilaria, la loro è una casa grande ma, soprattutto, è una casa con un grande giardino e una terrazza dove, in questa stagione, si cena amabilmente seduti all’aperto.. Stasera siamo in sette… le solite tre coppie e una new entry, un’amica carissima di Ilaria che vive a Trieste e che, loro ospite, è passata a trovarli… Bella donna, sui 45, carattere forte, accento veneto marcato e molto divertente…
Certo, Giulia non passa inosservata agli occhi degli uomini presenti… alta, bionda, capelli corti con un taglio un po’ maschile ma elegante, grandi occhi azzurri, un lungo collo, una camicia colorata di seta che ne esalta la figura e soprattutto il seno che indovini morbido e pieno, gonna nera poco sopra il ginocchio magro e nervoso, niente calze e scarpe senza tacco…
Certo di tacco non ne ha bisogno, in piedi mi supera di quasi tutta la testa anche se io un tacchettino l’ho messo..
Quando Ilaria ci presenta e la guardo negli occhi, mi ci perdo e sento un brivido percorrermi la schiena… Tengo la sua mano nella mia forse qualche secondo di più di quello che si dovrebbe…Ma lei la lascia e sorride guardandomi, la sua mano è morbida, le sue dita lunghe e nervose… Le immagino sulla mia pelle, le immagino mentre mi accarezza il viso, le immagino mentre seguono il contorno delle mie labbra…
Poi mi accorgo di vivere un sogno ad occhi aperti, di immaginare qualcosa che mai è accaduto nella mia vita… mi risveglio mentre sto guardando le sue labbra piene che immagino morbide al tatto, soffici al tocco delle mie…
Ilaria, nel distribuire i posti a tavola, la fa sedere vicino a me.. sa che se c’è da chiacchierare non mi tiro indietro… Ne sono felice e forse eccitata…
Si parla, si ride, si beve… siamo un po’ strettini a tavola ma non è un problema… la gamba destra di Giulia è a contatto con la mia sinistra… e le prime volte mi sono spostata verso mio marito, che siede alla mia destra, giusto per non darle fastidio… ma sempre me la sono ritrovata di nuovo a contatto con la gamba… alla fine ho lasciato la mia gamba appoggiata a quella di Giulia, non senza un imbarazzato piacere…
Mentre mangiamo la macedonia di frutta noto il magnifico anello d’oro bianco e brillanti che Giulia sfoggia all’anulare della mano destra… è l’unico gioiello che indossa, niente al collo e niente alla mano sinistra, non credo sia sposata…
Mi volto un attimo verso mio marito per chiedergli di versarmi ancora un po’ di vino e in quel preciso istante sento sul ginocchio una mano, la mano di Giulia che, quando mi giro verso di lei, mi sta guardando…
Ho la sua mano sul ginocchio, lo stringe, lo accarezza… cerco, senza grande convinzione, di spostarle la mano senza farmi notare dagli altri… Non so se è quello che voglio, non so se voglio che tolga quella mano dalla mia gamba… Forse invece voglio che la tenga lì, che continui ad accarezzarmi…
Lei, subito, mi prende con forza le dita tra le sue e torna ad accarezzarmi il ginocchio con le sue e le mie dita intrecciate.. Non so cosa fare. Se alzarmi con una scusa. Se rimanere lì e lasciare che quelle morbide dita mi raccontino percorsi sconosciuti e solo fantasticati.
Le nostre mani continuano ad accarezzare il mio ginocchio coperto dalla sottile calza autoreggente nera… e a questo punto io levo la mia mano, vinta da questa donna che mi sta seducendo e da cui volevo essere sedotta, la riporto sulla tovaglia e lascio Giulia libera di salire verso la mia coscia con le sue dita morbide e sapienti…
L’ampia gonna che indosso non ostacola le carezze e presto le sue calde dita superano il margine della calza e scivolano senza ostacolo alcuno sulla pelle nuda della coscia, verso il piccolo e leggero slip che rimane l’ultima barriera prima del mio fiore che… sento già riscaldarsi e inumidirsi per l’agognato piacere…
Guardo Giulia con occhi supplici che la pregano di smettere, di liberarmi da questa dolce e impossibile tortura, lei mi sorride complice e continua nella sua sapiente opera…
Mi arrendo alla mano che accarezza il Monte di Venere, alle dita che giocano con i morbidi ricci del mio vello umido… Sento brividi che percorrono tutto il mio corpo, dalla nuca giù fino ai capezzoli risvegliati dalla sonnolente serata, fino al ventre, fino alle cosce ormai irrorate…
Ho caldo, sento il sudore cominciare a colarmi sulla schiena, il vestito leggero incollarsi allo schienale della sedia, mi sembra di avvampare e credo che il mio viso sia quasi color porpora… Cosa faccio ora? Come fanno a non accorgersi? Intorno a me il brusio di conversazioni che non sento, risate soffocate, discorsi sull’andamento della borse e delle ultime emissioni di obbligazioni, sulla neve che quest’anno non arriva…
Poi vedo Franco, l’amico di una vita, che mi guarda con occhi spalancati e increduli dall’altra parte del tavolo… guarda me, guarda Giulia e poi, curiosi, vedo i suoi occhi che osservano per pochi e interminabili istanti il leggero movimento del braccio di Giulia sotto il tavolo…
Franco capisce, un leggero sorriso increspa le sue labbra… mentre chiudo gli occhi, mi mordo il labbro inferiore per reprimere un gemito che, comunque, lieve mi sfugge dalla bocca…
Mio marito si gira verso di me, mi chiede se va tutto bene, mi dice che sono rossa in viso, mi chiede se ho caldo…
“Forse è il vino… Vado a fare due passi in giardino” rispondo turbata..
“Ti accompagno?” mi chiede sollecito ma è Giulia che risponde per me….
“No no, lascia l’accompagno io, così mi muovo un po’” e lo previene alzandosi per aiutarmi..
Mentre scendiamo i pochi scalini di pietra che separano la terrazza dal grande giardino buio nel cielo estivo mi appoggio un poco a lei, il suo braccio destro mi circonda la vita, risale inosservato verso il mio torace, sento le dita che premono decise all’attaccatura del seno, quasi a sfiorare i capezzoli eretti ed eccitati..
Pochi passi, e siamo nel buio tra le siepi e vicino agli alberi di castagno che chiudono il giardino vicino al muro di cinta… le luci e i rumori della cena arrivano a noi soffocati dalla distanza.. camminiamo adagio in silenzio… le mani un poco si sfiorano nel movimento, poi improvvisa la mano di Giulia afferra la mia, mi ferma… mi giro per chiedere cosa succede…ma la sua bocca è sulla mia.. e io.. io rispondo al bacio mentre mi appoggio al fusto di un alto castagno..
Sento la sua lingua forzare la debole resistenza delle mie labbra, la lascio entrare nella mia bocca, superare la chiostra dei denti e intrecciarsi alla mia mescolando le nostre salive…
Poi mi stacco da lei e mi perdo nel mare dei suoi occhi, nei suoi capelli biondi, nel suono della sua voce mentre mi slaccia la camicia e abbassa il reggiseno.. i miei seni nudi nelle sue mani, i miei capezzoli stretti tra le sue dita e lei che riprende a baciarmi, prima leggera e morbida, poi sempre più decisa, la sua lingua che si intreccia di nuovo alla mia…
Mi sento travolgere dal suo desiderio e smetto di controllare la mia volontà, le mie mani slacciano con decisione crescente la sua camicetta colorata, abbassano quel reggiseno nero e si riempiono dei suoi seni pieni e caldi…. Morbidi come li avevo immaginati e sognati.
Le mordo il lobo di un orecchio, la lingua ne percorre il contorno…poi scende a percorrere lenta la liscia superficie del collo…
Un sospiro, un brivido… si inginocchia lenta, solleva la gonna e fa scivolare a terra i miei inutili slip per affondare la bocca nel mio vello umido, per entrare con la lingua nel mio fiore aperto per lei, per baciare e accogliere tra le labbra il piccolo clitoride eccitato che si offre e raccogliere con la lingua impaziente il frutto del mio piacere che cresce fino a traboccare e scendere lungo le cosce e nella sua bocca …
L’aria fresca della sera estiva è diventata improvvisamente un vento infuocato che brucia la mia pelle e che cola tra le mie cosce come lava… sento lontani i rumori della cena che continua, le risate soffocate e sollecitate dal vino… le mie mani strette sui capelli biondi di Giulia lasciano che porti a termine la sua opera, si lasciano vincere dalla sapiente lussuria della sua lingua…
Improvviso sento un fruscio tra le siepi, il leggero rumore di ghiaia spostata da un piede… apro gli occhi spaventata e scorgo un’ombra scura e due occhi che guardano verso di me, verso di noi…verso Giulia inginocchiata davanti a me…
So chi è…Franco, Franco che si era accorto di quanto succedeva sotto il tavolo della cena, Franco che da anni, da quando eravamo giovani mi ha sempre corteggiata, lui che volentieri mi porterebbe a letto nonostante io conosca benissimo sua moglie e lui altrettanto mio marito…
Silenzioso si fa avanti, fino a farsi ben vedere da me…Giulia non si è accorta di nulla.. Franco tiene la mano sull’inguine, si massaggia deciso il membro che immagino eretto… poi si guarda intorno, guarda verso la terrazza e quindi abbassa la lampo dei pantaloni e estrae il pene…
Mi eccita ancora di più vedere il suo pene che altre volte avevo solo immaginato, lo guardo mentre si masturba per me, per le immagini che certo gli devono apparire eccitanti e lussuriose, come in effetti sono…. Due donne seminude che si amano nel buio di un giardino, una sconosciuta e quella donna che avrebbe voluto tante volte possedere… Poi un sussulto, e il suo godimento si fa strada in poderosi e ripetuti fiotti biancastri…
Giulia, ignara di quello che accade alle sue spalle, di nuovo si leva a baciarmi, la lingua porta nella mia bocca il sapore del mio piacere e, finalmente, lascio che le mie dita giochino tra le sue cosce, nella rugiada del suo fiore aperto e morbido, lascio che penetrino, ancora inesperte ma già curiose, dentro di lei che si scioglie in un gemito roco nella mia bocca… mentre io incollo lo sguardo sul viso stupefatto dell’uomo che è rimasto a guardare nel buio…
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