Epilazione laser

di
genere
etero

Arriva la primavera. La sento. Cazzo se la sento. Ho i sensori alzati come se fossi un'animale (femmina) in calore.
Oggi sono in clinica e sto aspettando la dottoressa. Devo fare un "richiamo" di epilazione dopo alcuni anni dalle ultime sedute.
Mi chiamano, entro in sala, mi spoglio, la dottoressa mi porge degli occhialini coprenti per proteggere gli occhi dai raggi laser e, completamente nuda nella parte bassa del corpo, mi stendo sul lettino. La dottoressa mi spalma un gel freddo, prima sulle cosce, poi prosegue sulla zona pubica. Inizia quindi il trattamento, rassicurandosi che io abbia indossato correttamente gli occhialini.
Terminate le attività sulle cosce, mi chiede di piegare leggermente le gambe e di allargarle per consentirle di lavorare al meglio l'inguine. Eseguo e divarico le gambe.
Passa qualche minuto e sento bussare alla porta. Non vedo cosa succede, quindi mi affido solo a quello che sento. La dottoressa dice "non ora", poi smette di fare quello che sta facendo e mi sembra che esca dalla stanza, lasciandomi sola. Dopo poco, rientra. Ho la sensazione che questa volta non sia sola.
Non parlano ma deve esserci qualcun altro nella stanza. È strano non vedere e non sapere cosa succede intorno a te. E' una sensazione di disagio. La dottoressa riprende a fare quello che stava facendo e mi chiede se ho controindicazioni se si fa aiutare da un collega. In due si fa prima, mi dice. Mi chiede anche se reggo il dolore da entrambe le parti, se agiscono contemporaneamente. Sinceramente, il dolore non lo sento nemmeno. Procedete pure, dico. Nel mentre, mi sto domandando se di fronte a me, di fronte alle mie gambe piegate e aperte, oltre alla dottoressa, ci sia ora anche un uomo o un'altra donna.
Temo sia un essere di sesso maschile. I sensori si sono alzati... e a loro non serve guardare con gli occhi. Alla prima domanda della dottoressa capisco che è così. Una voce maschile, bassa e calda risponde. "Cazzo... un uomo", penso. "Cioè, non proprio un uomo, è un medico.... ma fa lo stesso, non sono pronta psicologicamente". Ha una bella voce, con un qualcosa di familiare che non riesco a decifrare. Sono confusa, preoccupata, un po' intimidita...
La situazione però mi stuzzica. Devo cercare di contenere i pensieri più hard e le mie fantasie sessuali. È certamente un contesto di dominazione/sottomissione.
È come se fossi bendata, io non posso vederli e loro, entrambi, possono fare di me quello che vogliono. Comincio ad eccitarmi e ho la sensazione di bagnarmi. "Cazzo... non posso!" penso... e invece sì, sta succedendo.
Sento la mano di lui appoggiata sulla mia pelle e mi viene la pelle d'oca...Dall'altro lato, la mano di lei si muove agile sul mio inguine e sulle grandi labbra.
Se ne saranno accorti, penso. Lui continua, imperterrito a fare ciò che stava facendo. La dottoressa, nel frattempo, mi dice che lei ha terminato. "Il dottor ... qualcosa - perché mi sono distratta.....???? - terminerà la sessione e poi può andare. Signora, noi ci vediamo tra qualche settimana" "Ok, grazie" rispondo e nel frattempo penso "e adesso... ??? Cosa faccio??? Panico..."
Lei esce, lui prosegue. Non so se è la situazione, se sono io, se è lui, ma l'atmosfera diventa bollente. Più lui continua, più io allargo le gambe. Vorrei che smettesse di passare la pistola laser e proseguisse facendo altro. Comincio ad avere degli spasmi involontari nel basso ventre. Si contraggono i muscoli della vagina, senza che io decida o voglia farlo.
Io lo chiamo "il richiamo della foresta" . E' il desiderio di avere dentro qualcosa. Qualcosa che entra ed esce e che lei vuole bloccare dentro...
Temo che anche il dottore veda cosa sta accadendo lì sotto. Certamente ha capito che mi sto eccitando. A quel punto, mi chiede quanto sgambato indosso lo slip e fino a che punto voglio l'epilazione. Mi tocca per farmelo capire... A stento gli rispondo. Ho la sensazione che lo faccia apposta e si stia divertendo un sacco...
Mi dice "se vuole guardare, spengo e mi mostra fino a dove lo vuole". "Grazie, forse è meglio". Mi toglie gli occhiali e mi guarda negli occhi. "Ciao!".. " Cazzo, Andrea, cosa fai qui???" "Sono un medico, ricordi???" No, non me lo ricordavo per nulla..."Sono il direttore sanitario della clinica. Bello rivederti dopo tanti anni!".
Io scoppio a ridere. È lui, Andrea, l'uomo che avrei voluto frequentare se non fossi partita per gli Stati Uniti al termine dell'Università. Che flash...
"Vieni qui, tesoro, almeno vieni a salutarmi. Abbiamo un sacco di cose da raccontarci, noi due..." gli dico. E mentre mi bacia prima la guancia destra e poi la sinistra, sento le sue dita tra le mie labbra bagnate. E lui comincia a masturbarmi...
scritto il
2023-03-12
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