Il posto centrale
di
Gioia 73
genere
masturbazione
4B. Posto centrale.
Nella vita, come in aereo, non mi piace prendere posizioni al centro. Io sono quella degli estremi. O finestrino - così mi isolo e mi perdo tra le nuvole, sognando, come quando ero una bambina - o corridoio, così da essere libera di scattare come una molla appena consentito per uscire dall'areomobile.
Il posto centrale non mi piace. Strano - penso - che Anna, la mia assistente, mi abbia preso questo posto. Lo sa che non mi piace. Ah, ora ricordo. Ho fatto io il check-in l'altra sera, al rientro dalla cena di lavoro, alla mia 19 esima ora di lavoro. Il posto centrale non mi sembrava poi così male...
Di fianco a me, lato finestrino, c'è un uomo sulla quarantina, con il laptop aperto sul tavolino e la giacca agganciata tra i due sedili. Bel fisico, vestito con jeans chiari e camicia bianca. Noto le maniche della camicia arrotolate. Trovo la camicia bianca con le maniche arrotolate estremamente sexy, da sempre.
Mi accomodo al mio posto centrale, pronta a svenire dalla stanchezza. Abbasso gli occhiali da sole, così posso guardare meglio cosa sta facendo. Vedo che scrive un documento, in inglese, e leggo sul testo che si chiama Fabrjzio. Lo guardo meglio. Ha delle mani meravigliose. Non troppo grandi, dita lunghe con unghie curate e alcune vene in rilievo che partono da metà dorso della mano e salgono sull'avambraccio esaltandone i muscoli. Ha anche una bella bocca, anche se un po' coperta dalla barba.
Il posto centrale comincia ad avere il suo fascino.
Decido di avvicinare il mio braccio sinistro al suo. Il contatto fisico della pelle è straordinario. È il mezzo di comunicazione tra esseri umani più antico, più vero e completo che ci sia. Con il contatto della pelle non si riesce a barare molto.
L'avvicinamento è lento e graduale. Non posso permettermi una reazione brusca. Fingo di dormire. Così mi è permesso osare di più.
Il mio braccio sinistro tocca il suo braccio destro. Sento ogni piccolo muscolo dell'arto vibrare, quando scrive. Il contatto è con la camicia nella parte alta e con un lembo di pelle nella parte bassa. La mia pelle a contatto con la sua. La manica arrotolata non perfettamente ha il polsino alzato che mi accarezza ruvidamente il braccio.
E come in tutte le battaglie, alla prima manovra di attacco deve velocemente seguire la seconda, per disperdere i tentativi di difesa del nemico.
Allargo, quindi, leggermente le gambe, soprattutto la sinistra. Sfioro la sua e istintivamente, senza quasi rendermene conto, la ritraggo. Troppi anni di educazione bigotta della nostra società sono impressi nel mio DNA.
Devo riconquistare terreno. Mi giro verso di lui, inarcando la schiena e sbadigliando in maniera plateale. Devo ammettere che questa situazione mi diverte molto e mi stimola pensieri particolari...
Riesco finalmente ad avere il contatto anche con la sua gamba.
Ora lo sento, il mio vicino. Sento il contatto sul braccio e sulla gamba. I nostri sistemi nervosi centrali hanno aperto le comunicazioni. E' affascinante il corpo umano. Davvero.
Lui scrive sempre meno. Le dita non schiacciano più i tasti della tastiera. Muove spesso il mouse in modo circolare e delicato. Nei laptop ci sono queste aree rettangolari, nella parte bassa della tastiera, al centro, che servono per spostare il mouse nelle varie direzioni. Viene usato solitamente il dito indice o medio. Lui usa il medio, sfruttando con grande abilità tutta la superficie del suo polpastrello. Sale, scende, ruota. Appoggia una parte della pelle, poi la muove leggermente con un movimento circolare nell'area del rettangolo. Più lo guardo e più il cervello mi porta ad un'altra figura geometrica: il mio triangolo preferito. Vedere Fabrizio che gioca con il mouse in quel modo, mi fa sentire il suo polpastrello addosso esattamente sul mio clitoride...
Chiudo gli occhi, respiro profondamente, sento le scariche elettriche che mi pervadono il corpo. Inarco ancora la schiena, in maniera involontaria. Non so se lui se ne rende conto... ma assaporo fino in fondo queste sensazioni e atterro con i miei pensieri osceni nel mio mondo del piacere. Accavallo le gambe e sposto lo slip per massaggiarmi meglio.
Mi piace proprio questo posto centrale.
Mentre il capitano annuncia la manovra di atterraggio, penso alla prossima trasferta. Magari con le turbolenze diventa ancora più divertente ;-)
Nella vita, come in aereo, non mi piace prendere posizioni al centro. Io sono quella degli estremi. O finestrino - così mi isolo e mi perdo tra le nuvole, sognando, come quando ero una bambina - o corridoio, così da essere libera di scattare come una molla appena consentito per uscire dall'areomobile.
Il posto centrale non mi piace. Strano - penso - che Anna, la mia assistente, mi abbia preso questo posto. Lo sa che non mi piace. Ah, ora ricordo. Ho fatto io il check-in l'altra sera, al rientro dalla cena di lavoro, alla mia 19 esima ora di lavoro. Il posto centrale non mi sembrava poi così male...
Di fianco a me, lato finestrino, c'è un uomo sulla quarantina, con il laptop aperto sul tavolino e la giacca agganciata tra i due sedili. Bel fisico, vestito con jeans chiari e camicia bianca. Noto le maniche della camicia arrotolate. Trovo la camicia bianca con le maniche arrotolate estremamente sexy, da sempre.
Mi accomodo al mio posto centrale, pronta a svenire dalla stanchezza. Abbasso gli occhiali da sole, così posso guardare meglio cosa sta facendo. Vedo che scrive un documento, in inglese, e leggo sul testo che si chiama Fabrjzio. Lo guardo meglio. Ha delle mani meravigliose. Non troppo grandi, dita lunghe con unghie curate e alcune vene in rilievo che partono da metà dorso della mano e salgono sull'avambraccio esaltandone i muscoli. Ha anche una bella bocca, anche se un po' coperta dalla barba.
Il posto centrale comincia ad avere il suo fascino.
Decido di avvicinare il mio braccio sinistro al suo. Il contatto fisico della pelle è straordinario. È il mezzo di comunicazione tra esseri umani più antico, più vero e completo che ci sia. Con il contatto della pelle non si riesce a barare molto.
L'avvicinamento è lento e graduale. Non posso permettermi una reazione brusca. Fingo di dormire. Così mi è permesso osare di più.
Il mio braccio sinistro tocca il suo braccio destro. Sento ogni piccolo muscolo dell'arto vibrare, quando scrive. Il contatto è con la camicia nella parte alta e con un lembo di pelle nella parte bassa. La mia pelle a contatto con la sua. La manica arrotolata non perfettamente ha il polsino alzato che mi accarezza ruvidamente il braccio.
E come in tutte le battaglie, alla prima manovra di attacco deve velocemente seguire la seconda, per disperdere i tentativi di difesa del nemico.
Allargo, quindi, leggermente le gambe, soprattutto la sinistra. Sfioro la sua e istintivamente, senza quasi rendermene conto, la ritraggo. Troppi anni di educazione bigotta della nostra società sono impressi nel mio DNA.
Devo riconquistare terreno. Mi giro verso di lui, inarcando la schiena e sbadigliando in maniera plateale. Devo ammettere che questa situazione mi diverte molto e mi stimola pensieri particolari...
Riesco finalmente ad avere il contatto anche con la sua gamba.
Ora lo sento, il mio vicino. Sento il contatto sul braccio e sulla gamba. I nostri sistemi nervosi centrali hanno aperto le comunicazioni. E' affascinante il corpo umano. Davvero.
Lui scrive sempre meno. Le dita non schiacciano più i tasti della tastiera. Muove spesso il mouse in modo circolare e delicato. Nei laptop ci sono queste aree rettangolari, nella parte bassa della tastiera, al centro, che servono per spostare il mouse nelle varie direzioni. Viene usato solitamente il dito indice o medio. Lui usa il medio, sfruttando con grande abilità tutta la superficie del suo polpastrello. Sale, scende, ruota. Appoggia una parte della pelle, poi la muove leggermente con un movimento circolare nell'area del rettangolo. Più lo guardo e più il cervello mi porta ad un'altra figura geometrica: il mio triangolo preferito. Vedere Fabrizio che gioca con il mouse in quel modo, mi fa sentire il suo polpastrello addosso esattamente sul mio clitoride...
Chiudo gli occhi, respiro profondamente, sento le scariche elettriche che mi pervadono il corpo. Inarco ancora la schiena, in maniera involontaria. Non so se lui se ne rende conto... ma assaporo fino in fondo queste sensazioni e atterro con i miei pensieri osceni nel mio mondo del piacere. Accavallo le gambe e sposto lo slip per massaggiarmi meglio.
Mi piace proprio questo posto centrale.
Mentre il capitano annuncia la manovra di atterraggio, penso alla prossima trasferta. Magari con le turbolenze diventa ancora più divertente ;-)
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