Lezioni di Anatomia - Cap. IV - ...Ed il sabato arrivò
di
Baal
genere
prime esperienze
I pochi giorni che separavano la passeggiata delle due ragazze dal “magic Saturday” che avevano fissato per lo strambo appuntamento di studio trascorsero, per Lara e Max, tra eccitanti fantasie – culminate in altrettante scopate – e raccomandazioni che la giovane rivolse al Dom, finalizzate ad evitare incidenti diplomatici con l’amica di sempre.
Nel giorno prestabilito, con lieve ma tollerabile ritardo, Martina bussò alla porta della coppia. Vestita in modo semplice, apparve ai padroni di casa con tutta la dolcezza di un viso acerbo, incorniciato da un caschetto nero che si intonava a due occhi scuri e profondi. Era alta poco più di un metro e 60, portava gli occhiali, ma si intravvedeva un fisichetto armonico, allenato da anni di nuoto e dalla passione per il trekking.
Max l’aveva vista, prima di allora, soltanto in fotografia o in qualche videochiamata che Lara aveva lanciato durante le vacanze per stuzzicare il Padrone, in quei momenti lontano, ben consapevole di quanto fosse per lui intrigante assistere all’innocente gioco della scelta della mise serale da parte delle due amiche.
In quel primo approccio, Martina apparve a suo agio, non lasciando trasparire alcun eccesso di nervosismo, al contrario di Lara che, al suono del citofono, aveva improvvisamente manifestato tutte le perplessità che fino a quel momento non le avevano carezzato la mente.
I tre passarono le prime due ore di quel sabato a parlare di cibo, a pranzare con la focaccia che Lara aveva preparato per l’occasione, a chiacchierare del più e del meno, fino al momento in cui Max, anche per accostarsi al motivo di quella visita, introdusse l’argomento “studio”.
Beh, le ragazze reagirono con stupenda complicità, rispondendo con brio a domande e battute, e la sola situazione – ovvero il vedere Lara e Martina che sorridevano e si sfioravano parlando di aneddoti e difficoltà – rese, da di per sè, un po’ più stretti i boxer del maschio del gruppo.
In quel momento, Max adorò più che mai la sua compagna, percorrendo con lo sguardo la sua figura slanciata, i colori chiari, il corpo da modella, i capelli lunghi avvolti in una scrupolosa treccia, e gli parve di sentire i feromoni che riempivano l’aria…
“Beh, direi che è ora di fissare il timing del pomeriggio di studio, sennò questo librone non ce lo toglieremo mai dalle scatole”: fu così che Lara, indicando con fermezza l’orologio, lanciò – in primis a se stessa – il segnale di avvio del gioco. Un gioco duro, avrebbe detto Max in quel momento, e la metafora era senz’altro solo la conferma della realtà nelle sue mutande.
“Dieci minuti ed iniziamo, prepariamo la postazione, dai…”, incalzò Lara.
Martina, diligente esecutrice dell’invito dell’amica, assecondò la notoria mania di ordine di quest’ultima, iniziando a sistemare libri, quaderni, post – it, pennarelli di ogni colore… Ma, con sua sorpresa, fu fermata da Lara, che le chiese – con un tono degno di Perry Mason all’interrogatorio del penultimo minuto di processo – “tu hai ripetuto il capitolo, vero?”.
Martina lanciò una piccola risata isterica..che finì per riempire con una breve replica: “…certo, certo”.
“E allora” – prese l’iniziativa Lara – “direi che è il momento di fare pratica”.
Max, ammirando la risolutezza della giovane compagna, decise di metterla ulteriormente alla prova. Non gli piaceva perdere il controllo di una situazione, e – anche se gli piaceva vedere come i giochi fossero stati fino a quel momento condotti da Lara – optò per l’elemento sorpresa…In fondo anche lei aveva diritto alla sua dose di imprevisto, no?
“Scusate…come funziona quando c’è da fare un esperimento pratico, o un’attività di laboratorio?”, irruppe il Dom.
“Si prepara la strumentazione.”, disse, sorpresa, Lara.
“Ok, e come si prepara?”, replicò Max.
“Daiiiii…in primo luogo si fa l’inventario…poi si procede al lavaggio..”.
“Ok, ti fermo..laviamo la strumentazione allora!”.
Fu lì che Lara colse la provocazione del Padrone…e, dopo un istante in cui la sorpresa l’aveva lasciata a bocca aperta, decise di assecondarlo: “certo, andiamo!”.
Martina assistette basita a questo siparietto: ignorava il motivo dell’intervento di Max, e non comprese il significato di quello scambio di battute. Che le si rivelò, però, poco dopo.
“Marti prendi un asciugamano pulito dall’armadietto in bagno, per favore? Io riempio una bacinella d’acqua...”.
Max sorrise tra sé e sé: la situazione si faceva interessante…
Lara tornò con un recipiente colmo d’acqua, che poggiò sul tavolino basso della sala insieme al sapone intimo, mentre Martina restava abbastanza distante con degli asciugamani tra le braccia: “Non sapevo se intendessi piccoli o grandi..”, farfugliò con un sorriso nervoso. “Ma sì, grandi, che facciamo un casino sennò…”, la rassicurò Lara, aggiungendo con fare quasi solenne: “Allora, inventario: acqua…asciugamani..sapone…c’è tutto…”, e dopo una breve pausa “la strumentazione per l’esperimento devi darcela tu, Max”.
Il Dom comprese che Lara si era spinta al massimo nell’avviare i giochi, e adesso chiedeva soccorso alla fantasia maschile, e assecondò la ragazza: “Ok, mi sfilo i pantaloni e mi metto qui sul divano…Martina metti qualche asciugamano”. La timida studentessa si avvicinò, senza abbandonare il sorriso nervoso, e Max tolse i pantaloni, lasciando emerger dei boxer gonfi, con la scritta “super”, circostanza che fece dire a Lara: “quelli li ho regalati io…ma non ci servono”.
“Ok ragazze, scartate gli strumenti, preparateli, e buon studio!”
“Faccio io”, disse Lara, e si accucciò tra le gambe di Max, mettendo la bacinella tra sè e l’uomo.
“Martina, passami il sapone, per favore”.
Attese per un istante che l’amica si decidesse. E poi, spontanea come sempre, appoggiò la mano sui boxer gonfi. “Oh Madonna”, si lasciò sfuggire, come se fosse da sola col suo compagno. “Che succede?”, chiese Martina, pensando ad un inghippo, e non ad un’ammirata meraviglia condensata nell’esclamazione del nome della Vergine in quel contesto tutt’altro che sacro.
“Marti, mi sa che lo studiamo prima in erezione….”
(per commenti e confronti: padrone1978@gmail.com)
Nel giorno prestabilito, con lieve ma tollerabile ritardo, Martina bussò alla porta della coppia. Vestita in modo semplice, apparve ai padroni di casa con tutta la dolcezza di un viso acerbo, incorniciato da un caschetto nero che si intonava a due occhi scuri e profondi. Era alta poco più di un metro e 60, portava gli occhiali, ma si intravvedeva un fisichetto armonico, allenato da anni di nuoto e dalla passione per il trekking.
Max l’aveva vista, prima di allora, soltanto in fotografia o in qualche videochiamata che Lara aveva lanciato durante le vacanze per stuzzicare il Padrone, in quei momenti lontano, ben consapevole di quanto fosse per lui intrigante assistere all’innocente gioco della scelta della mise serale da parte delle due amiche.
In quel primo approccio, Martina apparve a suo agio, non lasciando trasparire alcun eccesso di nervosismo, al contrario di Lara che, al suono del citofono, aveva improvvisamente manifestato tutte le perplessità che fino a quel momento non le avevano carezzato la mente.
I tre passarono le prime due ore di quel sabato a parlare di cibo, a pranzare con la focaccia che Lara aveva preparato per l’occasione, a chiacchierare del più e del meno, fino al momento in cui Max, anche per accostarsi al motivo di quella visita, introdusse l’argomento “studio”.
Beh, le ragazze reagirono con stupenda complicità, rispondendo con brio a domande e battute, e la sola situazione – ovvero il vedere Lara e Martina che sorridevano e si sfioravano parlando di aneddoti e difficoltà – rese, da di per sè, un po’ più stretti i boxer del maschio del gruppo.
In quel momento, Max adorò più che mai la sua compagna, percorrendo con lo sguardo la sua figura slanciata, i colori chiari, il corpo da modella, i capelli lunghi avvolti in una scrupolosa treccia, e gli parve di sentire i feromoni che riempivano l’aria…
“Beh, direi che è ora di fissare il timing del pomeriggio di studio, sennò questo librone non ce lo toglieremo mai dalle scatole”: fu così che Lara, indicando con fermezza l’orologio, lanciò – in primis a se stessa – il segnale di avvio del gioco. Un gioco duro, avrebbe detto Max in quel momento, e la metafora era senz’altro solo la conferma della realtà nelle sue mutande.
“Dieci minuti ed iniziamo, prepariamo la postazione, dai…”, incalzò Lara.
Martina, diligente esecutrice dell’invito dell’amica, assecondò la notoria mania di ordine di quest’ultima, iniziando a sistemare libri, quaderni, post – it, pennarelli di ogni colore… Ma, con sua sorpresa, fu fermata da Lara, che le chiese – con un tono degno di Perry Mason all’interrogatorio del penultimo minuto di processo – “tu hai ripetuto il capitolo, vero?”.
Martina lanciò una piccola risata isterica..che finì per riempire con una breve replica: “…certo, certo”.
“E allora” – prese l’iniziativa Lara – “direi che è il momento di fare pratica”.
Max, ammirando la risolutezza della giovane compagna, decise di metterla ulteriormente alla prova. Non gli piaceva perdere il controllo di una situazione, e – anche se gli piaceva vedere come i giochi fossero stati fino a quel momento condotti da Lara – optò per l’elemento sorpresa…In fondo anche lei aveva diritto alla sua dose di imprevisto, no?
“Scusate…come funziona quando c’è da fare un esperimento pratico, o un’attività di laboratorio?”, irruppe il Dom.
“Si prepara la strumentazione.”, disse, sorpresa, Lara.
“Ok, e come si prepara?”, replicò Max.
“Daiiiii…in primo luogo si fa l’inventario…poi si procede al lavaggio..”.
“Ok, ti fermo..laviamo la strumentazione allora!”.
Fu lì che Lara colse la provocazione del Padrone…e, dopo un istante in cui la sorpresa l’aveva lasciata a bocca aperta, decise di assecondarlo: “certo, andiamo!”.
Martina assistette basita a questo siparietto: ignorava il motivo dell’intervento di Max, e non comprese il significato di quello scambio di battute. Che le si rivelò, però, poco dopo.
“Marti prendi un asciugamano pulito dall’armadietto in bagno, per favore? Io riempio una bacinella d’acqua...”.
Max sorrise tra sé e sé: la situazione si faceva interessante…
Lara tornò con un recipiente colmo d’acqua, che poggiò sul tavolino basso della sala insieme al sapone intimo, mentre Martina restava abbastanza distante con degli asciugamani tra le braccia: “Non sapevo se intendessi piccoli o grandi..”, farfugliò con un sorriso nervoso. “Ma sì, grandi, che facciamo un casino sennò…”, la rassicurò Lara, aggiungendo con fare quasi solenne: “Allora, inventario: acqua…asciugamani..sapone…c’è tutto…”, e dopo una breve pausa “la strumentazione per l’esperimento devi darcela tu, Max”.
Il Dom comprese che Lara si era spinta al massimo nell’avviare i giochi, e adesso chiedeva soccorso alla fantasia maschile, e assecondò la ragazza: “Ok, mi sfilo i pantaloni e mi metto qui sul divano…Martina metti qualche asciugamano”. La timida studentessa si avvicinò, senza abbandonare il sorriso nervoso, e Max tolse i pantaloni, lasciando emerger dei boxer gonfi, con la scritta “super”, circostanza che fece dire a Lara: “quelli li ho regalati io…ma non ci servono”.
“Ok ragazze, scartate gli strumenti, preparateli, e buon studio!”
“Faccio io”, disse Lara, e si accucciò tra le gambe di Max, mettendo la bacinella tra sè e l’uomo.
“Martina, passami il sapone, per favore”.
Attese per un istante che l’amica si decidesse. E poi, spontanea come sempre, appoggiò la mano sui boxer gonfi. “Oh Madonna”, si lasciò sfuggire, come se fosse da sola col suo compagno. “Che succede?”, chiese Martina, pensando ad un inghippo, e non ad un’ammirata meraviglia condensata nell’esclamazione del nome della Vergine in quel contesto tutt’altro che sacro.
“Marti, mi sa che lo studiamo prima in erezione….”
(per commenti e confronti: padrone1978@gmail.com)
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