La testimone di nozze - Cap.V
di
Baal
genere
tradimenti
La notte trascorse lieve, impreziosita dal suo corpo nudo accanto a me, ed elettrizzata dalla novità che avevamo appena vissuto. Quasi come se ci fosse bisogno di qualche ulteriore “perla”, prima di dormire lei predispose la sveglia: pensavo fosse per il mattino, come sarebbe stato ragionevole, ma non fu così. A metà nottata (le 3 del mattino o poco dopo) la “Marcia Turca” di Mozart mi svegliò, e impiegai qualche istante a ricordare dove mi trovavo, e cosa fosse accaduto. Mentre Ada afferrava il cellulare, non potei non carezzarle il culo, e la parte bassa della schiena, mormorando un “che cazz…” tra me e me, visto l’orario decisamente strambo per dar fiato al vecchio Wolfang….
In un minuto tutto mi fu chiaro: Ada afferrò una t-shirt, sussurrandomi “scusa per la sveglia, dormi pure”, e – infilandosela – raggiunse il soggiorno, e la postazione PC. In sostanza, la “Marcia Turca” altro non era se non la consuetudine di famiglia: svegliarsi per scambiarsi qualche minuto di saluto via skype….Cominciai a sentire, in sottofondo, la chiacchierata tra la mogliettina neofedifraga ed il marito dalla fronte oramai incrostata di corna, vivendo – nel contempo – l’eccitazione dell’amante, l’imbarazzo del comune amico, la tracotanza del maschio che aveva appena giaciuto con la sposa altrui.
Il tutto durò pochi minuti, abbastanza per ricondurmi a Morfeo, lasciando gli sposini all’intimità notturna e virginale, mentre il mio seme probabilmente oramai imbrattava l’interno coscia di Ada…
La sveglia risuonò ancora, ma stavolta ben dopo l’alba, per ricordarci che avevamo un lavoro (e, nel mio caso, che tra un po’ avrebbe chiamato mia moglie, per accertarsi che non rimanessi addormentato…). Aprendo gli occhi, scorsi Ada, nuda sotto la t-shirt bianca, e per qualche momento mi chiesi “Come si dà il buongiorno alla migliore amica di tua moglie, alla tua testimone di nozze, il mattino dopo averla scopata?”, risolvendo ogni dubbio con un bacio sul collo e la mano tra le cosce, mentre sussurravo “Mi sa che è ora, Ada”. Ebbi la certezza che la modalità fosse decente, quando mi resi conto che Ada non scostava la mia mano, che non si ricopriva, non chiudeva le gambe e, in sostanza, non sembrava avere quella fretta che caratterizza tutte le donne, specie nude, che si rendono conto di aver fatto una colossale cazzata.
Mi alzai, e – valutato il tempo medio che serve ad una donna in bagno, nell’ora di punta pre-lavorativa, moltiplicando per il fattore “k” ovvero “lei è a casa sua, e tu è ora che ti tolga di torno” – andai a farmi una rapida doccia.
Ada era stata una splendida padrona di casa, per cena, mentre dimostrò in fretta che la colazione non era il suo forte: preparò, dopo aver indossato un pantajazz, un caffè davvero poco degno, senza arricchirlo di cosette tipo brioche o biscotti…si scusò, dicendo di avere una credenza piena di fette biscottate integrali e marmellate ultralight, e che non curava troppo questo aspetto del mattino (cosa più da single, che da donna sposata…).
Anche appena sveglia era una donna molto bella, solare. Io mi dibattevo nel dilemma “che fare ora?”, pensando alle mosse giuste in un contesto simile. Avevo frequentato spesso, in passato, donne impegnate, o conoscenti delle mie partner del momento. Ma mai entrambe le cose, con in aggiunta l’amicizia profonda tra le due donne e la frequentazione assidua anche con l’amico divenuto inconsapevole cervo.
Dall’impaccio mi tolse la sensualità di Ada, come si muoveva, i centimetri di pelle che a tratti scopriva, la naturalezza con cui pareva vivere quella mattina. Ed il mio testosterone – sempre ai picchi, nelle prime ore del giorno – il quale mi invitava a sfiorarla non appena potevo, anche mentre svuotava la lavastoviglie, o sceglieva i vestiti. Non andammo oltre, anche se a più riprese provai ad appoggiare il mio cazzo duro al suo splendido culo. Mi rassegnai, lasciandola scivolare verso il bagno, e andando a recuperare i miei vestiti.
Proprio mentre finivo di vestirmi, e sbrigata la faccenda “telefonata moglie” in pochi secondi, mi trovai a controllare le ultime news sull’iphone, indeciso sul da farsi…uscire insieme? Come salutarsi?
A quel punto furono di nuovo i miei sensi a sentirsi stuzzicati: nel tempo passato a studiare le mie prossime mosse, Ada era uscita dal bagno, e si era vestita..dinanzi a me c’era una donna sugli stessi tacchi della sera prima, che stavolta indossava sotto un pantalone bianco attillato, ed una camicetta appena aperta sul seno. Mi parve di perdere la testa, e mi avvicinai.
-Sei splendida –
- quindi ti piaccio anche al mattino…-
- tu mi piaci sempre – risposi avvinghiandomi al suo culo sagomato dai pantaloni. E aggiunsi: “anche oggi niente culotte”. La baciai, senza lasciarla, mentre l’erezione mi raggiungeva inesorabile.
- ed io ti piaccio sempre?-
- si…- disse, mentre mi baciava.
- beh, controlla..- e portai la sua mano alla mia patta.
- mmm….lui non sa che non abbiamo proprio tempo…non si arrende..-
- dici che non c’è tempo? –
- ..proprio no, devo andare..e anche tu..-
“Inginocchiati”, le intimai autoritario, “voglio mettertelo in bocca”.
“Max..” mugolò non lasciando la presa.
“Inginocchiati, Ada”.
Dismise ogni resistenza. Mi parve di impazzire, mentre si chinava, e mi slacciava con impazienza la cintura. Avevo il cazzo durissimo, quasi completamente scappellato. Ada lo guardò, tenendolo alla base, e lasciandomi entrare nella sua bocca, che mi parve caldissima.
Esistono mille modi per possedere una donna. Tra essi, trovo estasiante godere della bocca della geisha di turno, l’eros si fa devozione, la virilità dominio. Inoltre, non ero ancora venuto così, e non sia mai detto che lasci andare una femmina senza che si sia nutrita del mio seme. Ed in quel momento, volevo solo gustarmi il miglior buongiorno che un uomo possa ricevere, lasciando ad Ada la conoscenza del mio sapore, e cercando di capire se apprezzasse la conclusione che auspicavo.
Si dedicò splendidamente al mio cazzo…le passavo le mani tra i riccioli chiari, mentre il suo pompino mi riconciliava con l’universo. Aveva un modo molto dolce di ciucciarmelo, e aveva dimenticato ogni particolare fretta, forse intuendo che non avrei potuto resistere molto. Divenni più eloquentemente nei miei inviti..
“adoro come me lo succhi, Ada…questo sì che è un buongiorno”
“mmm…- mugolava – non potevi uscire così”, replicò interrompendo il passionale su e giù della sua bocca.
“aaahhh…massaggiami le palle, tesoro”, proprio mentre, andando oltre, prese a baciarle e leccarle.
Approfittai del momento, e le dissi: “ti piace se ti tengo la testa?”, ed il sangue nella cappella mi sembrò raddoppiare quando mi rispose “si, muoviti tu…senza soffocarmi, please”.
Iniziai a scoparle la bocca…Ada si lasciava scivolare il cazzo duro quasi fino in gola, non mancando di donarmi qualche rantolo, ed il dolce suono del risucchio.
Provai a stringerle una tetta, riuscendoci a malapena data la posizione, con la conseguenza che per un attimo le lasciai la testa e mi disse:
“mi raccomando, non sporcarmi”.
Colsi l’occasione: “dipende solo da te”.
Sbarrò gli occhi con un sorriso, sussurrando – rossa in viso – “porco”.
Fu l’apice: affondai il cazzo nella sua bocca, aggrappandomi alla sua testa. Le mie pelvi le fecero sbattere le palle sul mento, un minigrugnito raggiunse il mio udito, e furono una..due…tre…quattro spinte decise. Fino a quando il suo istinto di spostarsi fu improvviso e palese, ma io avevo deciso che nessuna titubanza avrebbe evitato l’apoteosi…In breve godetti profondamente di un orgasmo virile, disperato, apparentemente senza fine, e tenevo la testa di Ada, che ad occhi chiusi sentiva la sua bocca riempirsi nella mia sborra calda.
“bevimi, bevi tutto…” riuscii a dire mentre le ultime gocce si posavano su una lingua che tanto devota si era mostrata. “non ti spostare”, aggiunsi, “puliscimi bene il cazzo”.
Ritornò in sé…deglutendo piano, e continuando la fellazione mentre le carezzavo i capelli, perdendo vigore, godendomi le coccole delle sue labbra, della sua lingua.
Si spostò…”Hai un cazzo inesauribile, Max”…e ridendo: “beh, non mi sono sporcata e ho addirittura fatto colazione”.
Uscimmo di casa insieme, per direzioni diverse. Ma sapevamo – e vi facemmo cenno – che il nostro rapporto era cambiato. “Sentiamoci via whats ap”, mi disse.
Per commenti e confronti, scrivetemi pure a padrone1978@gmail.com
In un minuto tutto mi fu chiaro: Ada afferrò una t-shirt, sussurrandomi “scusa per la sveglia, dormi pure”, e – infilandosela – raggiunse il soggiorno, e la postazione PC. In sostanza, la “Marcia Turca” altro non era se non la consuetudine di famiglia: svegliarsi per scambiarsi qualche minuto di saluto via skype….Cominciai a sentire, in sottofondo, la chiacchierata tra la mogliettina neofedifraga ed il marito dalla fronte oramai incrostata di corna, vivendo – nel contempo – l’eccitazione dell’amante, l’imbarazzo del comune amico, la tracotanza del maschio che aveva appena giaciuto con la sposa altrui.
Il tutto durò pochi minuti, abbastanza per ricondurmi a Morfeo, lasciando gli sposini all’intimità notturna e virginale, mentre il mio seme probabilmente oramai imbrattava l’interno coscia di Ada…
La sveglia risuonò ancora, ma stavolta ben dopo l’alba, per ricordarci che avevamo un lavoro (e, nel mio caso, che tra un po’ avrebbe chiamato mia moglie, per accertarsi che non rimanessi addormentato…). Aprendo gli occhi, scorsi Ada, nuda sotto la t-shirt bianca, e per qualche momento mi chiesi “Come si dà il buongiorno alla migliore amica di tua moglie, alla tua testimone di nozze, il mattino dopo averla scopata?”, risolvendo ogni dubbio con un bacio sul collo e la mano tra le cosce, mentre sussurravo “Mi sa che è ora, Ada”. Ebbi la certezza che la modalità fosse decente, quando mi resi conto che Ada non scostava la mia mano, che non si ricopriva, non chiudeva le gambe e, in sostanza, non sembrava avere quella fretta che caratterizza tutte le donne, specie nude, che si rendono conto di aver fatto una colossale cazzata.
Mi alzai, e – valutato il tempo medio che serve ad una donna in bagno, nell’ora di punta pre-lavorativa, moltiplicando per il fattore “k” ovvero “lei è a casa sua, e tu è ora che ti tolga di torno” – andai a farmi una rapida doccia.
Ada era stata una splendida padrona di casa, per cena, mentre dimostrò in fretta che la colazione non era il suo forte: preparò, dopo aver indossato un pantajazz, un caffè davvero poco degno, senza arricchirlo di cosette tipo brioche o biscotti…si scusò, dicendo di avere una credenza piena di fette biscottate integrali e marmellate ultralight, e che non curava troppo questo aspetto del mattino (cosa più da single, che da donna sposata…).
Anche appena sveglia era una donna molto bella, solare. Io mi dibattevo nel dilemma “che fare ora?”, pensando alle mosse giuste in un contesto simile. Avevo frequentato spesso, in passato, donne impegnate, o conoscenti delle mie partner del momento. Ma mai entrambe le cose, con in aggiunta l’amicizia profonda tra le due donne e la frequentazione assidua anche con l’amico divenuto inconsapevole cervo.
Dall’impaccio mi tolse la sensualità di Ada, come si muoveva, i centimetri di pelle che a tratti scopriva, la naturalezza con cui pareva vivere quella mattina. Ed il mio testosterone – sempre ai picchi, nelle prime ore del giorno – il quale mi invitava a sfiorarla non appena potevo, anche mentre svuotava la lavastoviglie, o sceglieva i vestiti. Non andammo oltre, anche se a più riprese provai ad appoggiare il mio cazzo duro al suo splendido culo. Mi rassegnai, lasciandola scivolare verso il bagno, e andando a recuperare i miei vestiti.
Proprio mentre finivo di vestirmi, e sbrigata la faccenda “telefonata moglie” in pochi secondi, mi trovai a controllare le ultime news sull’iphone, indeciso sul da farsi…uscire insieme? Come salutarsi?
A quel punto furono di nuovo i miei sensi a sentirsi stuzzicati: nel tempo passato a studiare le mie prossime mosse, Ada era uscita dal bagno, e si era vestita..dinanzi a me c’era una donna sugli stessi tacchi della sera prima, che stavolta indossava sotto un pantalone bianco attillato, ed una camicetta appena aperta sul seno. Mi parve di perdere la testa, e mi avvicinai.
-Sei splendida –
- quindi ti piaccio anche al mattino…-
- tu mi piaci sempre – risposi avvinghiandomi al suo culo sagomato dai pantaloni. E aggiunsi: “anche oggi niente culotte”. La baciai, senza lasciarla, mentre l’erezione mi raggiungeva inesorabile.
- ed io ti piaccio sempre?-
- si…- disse, mentre mi baciava.
- beh, controlla..- e portai la sua mano alla mia patta.
- mmm….lui non sa che non abbiamo proprio tempo…non si arrende..-
- dici che non c’è tempo? –
- ..proprio no, devo andare..e anche tu..-
“Inginocchiati”, le intimai autoritario, “voglio mettertelo in bocca”.
“Max..” mugolò non lasciando la presa.
“Inginocchiati, Ada”.
Dismise ogni resistenza. Mi parve di impazzire, mentre si chinava, e mi slacciava con impazienza la cintura. Avevo il cazzo durissimo, quasi completamente scappellato. Ada lo guardò, tenendolo alla base, e lasciandomi entrare nella sua bocca, che mi parve caldissima.
Esistono mille modi per possedere una donna. Tra essi, trovo estasiante godere della bocca della geisha di turno, l’eros si fa devozione, la virilità dominio. Inoltre, non ero ancora venuto così, e non sia mai detto che lasci andare una femmina senza che si sia nutrita del mio seme. Ed in quel momento, volevo solo gustarmi il miglior buongiorno che un uomo possa ricevere, lasciando ad Ada la conoscenza del mio sapore, e cercando di capire se apprezzasse la conclusione che auspicavo.
Si dedicò splendidamente al mio cazzo…le passavo le mani tra i riccioli chiari, mentre il suo pompino mi riconciliava con l’universo. Aveva un modo molto dolce di ciucciarmelo, e aveva dimenticato ogni particolare fretta, forse intuendo che non avrei potuto resistere molto. Divenni più eloquentemente nei miei inviti..
“adoro come me lo succhi, Ada…questo sì che è un buongiorno”
“mmm…- mugolava – non potevi uscire così”, replicò interrompendo il passionale su e giù della sua bocca.
“aaahhh…massaggiami le palle, tesoro”, proprio mentre, andando oltre, prese a baciarle e leccarle.
Approfittai del momento, e le dissi: “ti piace se ti tengo la testa?”, ed il sangue nella cappella mi sembrò raddoppiare quando mi rispose “si, muoviti tu…senza soffocarmi, please”.
Iniziai a scoparle la bocca…Ada si lasciava scivolare il cazzo duro quasi fino in gola, non mancando di donarmi qualche rantolo, ed il dolce suono del risucchio.
Provai a stringerle una tetta, riuscendoci a malapena data la posizione, con la conseguenza che per un attimo le lasciai la testa e mi disse:
“mi raccomando, non sporcarmi”.
Colsi l’occasione: “dipende solo da te”.
Sbarrò gli occhi con un sorriso, sussurrando – rossa in viso – “porco”.
Fu l’apice: affondai il cazzo nella sua bocca, aggrappandomi alla sua testa. Le mie pelvi le fecero sbattere le palle sul mento, un minigrugnito raggiunse il mio udito, e furono una..due…tre…quattro spinte decise. Fino a quando il suo istinto di spostarsi fu improvviso e palese, ma io avevo deciso che nessuna titubanza avrebbe evitato l’apoteosi…In breve godetti profondamente di un orgasmo virile, disperato, apparentemente senza fine, e tenevo la testa di Ada, che ad occhi chiusi sentiva la sua bocca riempirsi nella mia sborra calda.
“bevimi, bevi tutto…” riuscii a dire mentre le ultime gocce si posavano su una lingua che tanto devota si era mostrata. “non ti spostare”, aggiunsi, “puliscimi bene il cazzo”.
Ritornò in sé…deglutendo piano, e continuando la fellazione mentre le carezzavo i capelli, perdendo vigore, godendomi le coccole delle sue labbra, della sua lingua.
Si spostò…”Hai un cazzo inesauribile, Max”…e ridendo: “beh, non mi sono sporcata e ho addirittura fatto colazione”.
Uscimmo di casa insieme, per direzioni diverse. Ma sapevamo – e vi facemmo cenno – che il nostro rapporto era cambiato. “Sentiamoci via whats ap”, mi disse.
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