Lezioni di Anatomia - Cap. II - L'invito

di
genere
prime esperienze

L’idea di coinvolgere Martina nella sua pazza fantasia, sopraggiunse nella quiete post-orgasmica di Lara come una carezza lasciva. Martina era una sua buona amica. Fin dai primi anni del liceo, la timidezza che le accomunava le aveva tenute lontane da tanta parte delle banalità adolescenziali, non sempre senza il disappunto che la mancanza del “branco” produce in chi si scopre, a volte suo malgrado, lupo solitario. Avevano imparato a conoscersi, rispettando le reciproche diversità, e condividendo talune passioni comuni: dallo sport, alle gite all’aria aperta, alla cucina sana di cui entrambe, fin giovanissime, si erano scoperte appassionate. Se, crescendo, un elemento era venuto a divaricare i percorsi esistenziali delle due fanciulle – e le gambe di Lara, s’intende – era stata la scoperta del cazzo da parte di quest’ultima. Mentre infatti Martina era sostanzialmente cresciuta senza apparenti curiosità relative al sesso, Lara da quelle curiosità era rimasta avvolta ed era stata condotta: talora scottandosi, ma di certo non rinnegando la voglia di contatto fisico che, fin quindicenne, le aveva acceso dentro il fuoco della scoperta del proprio corpo, e del potere che aveva. Adesso, erano sempre amiche, ma tra loro vi era un silente convitato di pietra: il cazzo, per l’appunto. Che per Martina, ormai ventenne, restava oscura materia di studio, da maneggiare a distanza, quale pura teoria biologica, spogliandolo di qualsivoglia implicazione antropologica, edonistica e – giammai, per la sua educazione religiosa – peccaminosa. “Ma”, pensò Lara, “le cose stanno per cambiare, amichetta mia…”.

Era la tarda mattinata di un sabato primaverile, quando – dopo una passeggiata all’aria aperta che le aveva condotte a rifornirsi di farine biologiche per i loro esperimenti culinari all’insegna della salute – Lara chiese alla sua amica di sempre come procedesse lo studio di anatomia, materia che lei stava trovando affascinante quanto ostica. Martina le espose le sue difficoltà, ma fornì all’amica un insperato assist allorquando si lasciò scappare che “per approfondire l’apparato digerente, ho messo da parte tutte le remore etiche e ho deciso di chiedere al fattore della cascina di poter esaminare le interiora degli animali!”. Ma certo!!! Ci vuole pratica, per familiarizzare con l’anatomia, come aveva fatto Lara a non pensarci prima?
“Certo che a me farebbe assai impressione stare li a guardare interiora…”, buttò lì la sua osservazione Lara.
“beh, in effetti si, magari anche a me..ma bisogna provare nella vita, no?”, ribattè sorridendo Martina, aggiungendo: “e poi, mica si tratta solo di guardare, ma anche toccare, esplorare…capirci qualcosa insomma! Sennò tanto vale che resto a guardare le illustrazioni sul manuale!”.
Eccolo il secondo assist! Ma certo: bisogna guardare e maneggiare, sennò come si impara?
“Guarda, Marti, io pensavo la stessa cosa..infatti sono al capitolo dell’apparato riproduttivo”.
“Spiegami”, disse Martina sgranando gli occhi, “un intestino animale ti fa schifo ma l’apparato riproduttivo no?”.
“Non animale, sciocca! Lo studio con Max!”, sorrise Lara.
Il nome del Padrone, che per Martina – ignara della specialità del rapporto - era semplicemente “il fidanzato di Lara”, fece arrossire la timida studentessa, che si limitò ad un “ah…ehm..”. Lara controsorrise all’amica, aggiungendo: “e puoi studiare con me anche tu!”. Martina rimase a bocca aperta, accennando un sorriso cui non sapeva dare seguito con le parole: fu Lara a riempire il breve silenzio, precisando “anzi, perché sabato non vieni da noi?”. Martina, dopo un “dai, Lara, sei sempre la solita…”, si rivolse all’amica con meno insicurezza: “cioè, cosa vorresti fare?”.
Lara, prendendo atto che l’amo era stato lanciato, assunse un tono serio, idoneo ad allontanare qualsiasi dubbio di cazzeggio, e spiegò all’amica che non ci vedeva nulla di strano. In fondo, lei stessa aveva sottolineato che la difficoltà dello studio dell’anatomia era connessa all’estrema fumosità dell’approccio manualistico, che faceva apparire lontana una materia che invece era oltremodo concreta. Martina non solo concordò, ma sembrava aver abbandonato ogni dubbio circa la serietà dell’idea di Lara.
“Scusa, ma Max si farebbe studiare da me?”.
“Certo! Innanzitutto siamo amiche..e poi lo abbiamo già fatto, lo fa divertire mettersi lì a disposizione con uno sguardo femminile sul suo gioiello!”. “Mmm..non so, mi sembra così strano!”. “Sapessi quanto mi sembra strano andare da un macellaio a chiedere frattaglie da studiare! Dai, dimmi di sì, che stasera gliene parlo, e ti do l’ok per sabato”. “Va bene, va bene…so già che morirò di vergogna..”. Lara sorrise, e cambiò argomento di conversazione…

(per commenti o confronti: padrone1978@gmail.com)
di
scritto il
2023-03-22
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