La testimone di nozze - Cap.II

di
genere
tradimenti

Mentre leggevo il messaggio di Ada, ripensai a tutte le volte che – osservandola – avevo pensato “eh, però…”… Dalla volta (la prima in assoluto) in cui la incontrai per caso sul treno alta velocità che da Roma saliva a Milano (lei era diretta a Bologna per lavoro), e in cui mi aveva colpito con i suoi jeans attillati negli stivali, ed il culo e le gambe appetibilissimi, alle volte in cui l’avevo accompagnata in auto ed era in “tiro” da lavoro…fino al suo matrimonio, di cui ho già parlato, e all’ultima serata a casa nostra (proprio il giorno prima di questi eventi). Lo scorrere delle immagini nella mia mente, mi animò e mi condusse a comporre il suo numero…
“Maaaax….come stai? Finalmente!”
“Ciao Ada, ero in riunione e non potevo proprio rispondere! Di corsa come sempre…tu?”
“Eeeeh..io…un po’ triste, lo sai che stamani Vladi è partito…”
“Vabbè, pensa positivo, Bionda, alla fine torna sempre!”
“si, tra un mese…e meno male! Ci mancherebbe pure!”
“beh, sai quanti mariti vanno a prendere le sigarette e si perdono così…” (ridendo)
“hai ragione…ma non dopo 6 mesi di matrimonio, spero…e soprattutto non con una moglie come me!”, ridendo anche lei, tra il complice ed il malizioso
“questo posso solo intuirlo, Ada, mi mancano troppi dettagli per pronunciarmi…”
“ah, siiii?”
“ma voglio darti fiducia…eheh…”
“io sono abituata a conquistarmela sul campo la fiducia, non mi piacciono i regali a scatola chiusa…dovrò rimediare!”, mi rispose, dandomi corda.
“sono a tua completa disposizione”
“come no, Max, completissima…ma se non mi consideri mai nelle tue scorribande capitoline!”
“beh, sono qui per colmare la lacuna…te l’ho detto: a tua completa disposizione!”
“basta poco….devi solo dirmi a che ora passi….almeno ti faccio vedere casa nuova! Sei mio ospite, e sai che cucino bene…”
“mm….facciamo alle 20?”
“ok…ti aspetterò come si aspetta un re!” (ridendo)
“seeee….proprio non ti facevo monarchica..ma magari è solo l’inizio delle sorprese”, azzardai, sfruttando il suo assist che – sinceramente – faticavo a credere volontario, ma dettato dalla nostra confidenza.
Non nascondo che il dialogo mi aveva incuriosito ed ingolosito…Ho sempre attribuito un elevato quoziente seduttivo alle cene “domestiche”, e questa si preannunciava celebrata nell’antro di una fanciulla le cui grazie mi erano per natura precluse: la cara amica di mia moglie, la nostra testimone di nozze.
Provvidi a chiamare la mia consorte, ed avvertirla che sarei stata a cena di Ada. Da vecchio fedifrago (specie nelle mie storie precedenti, per la verità), attribuivo un grande valore al fatto che fosse stata Ada ad insistere così tanto…tale circostanza spogliava l’incontro di ogni malizia…Eh, già..perchè ammetterete che – specie per una donna – sapere il proprio partner a cena con la tua amica, dal marito oltreoceano, A CASA SUA, non è il massimo della vita…Sorprendentemente, mia moglie fu lieta della cosa, sottolineando che Ada si sentiva sola, che facevo bene, che mi avrebbe ringraziato a modo per il mio “sacrificio”.
“Bene, è andata..”, pensai, concentrandomi a fatica sui pochi impegni pomeridiani, e scegliendo il vino per la sera: non essendomi premurato di sapere il menu, optai per un bianco “universale”, sia da pasto che da antipasto, e per un rosso strutturato, che al massimo non avremmo bevuto o – se la serata si fosse messa in un certo modo – avremmo utilizzato come vino da “meditazione”.
Docciato e vestito, presi un taxi e raggiunsi puntuale casa di Ada, che – essendo frutto di recente acquisto – non avevo ancora visto. Ammetto che ero incuriosito, ed anche eccitato. Inoltre, il fatto di aver condiviso, ovviamente, tutto con mia moglie (compresa la scelta del vino, ed al netto delle mie personalissime fantasie erotiche), dava alla serata un gusto strano, inedito, assolutamente semionirico.
Il surreale che aveva avvolto le ultime ore della mia giornata romana, non venne certo meno quando, dopo aver citofonato ed essere uscito dall’ascensore, feci i conti con la seguente scena: porta socchiusa, con su un post-it “Entra”, un soggiorno con cucina appena separata da un muretto, che emergeva per una tavola apparecchiata ed un post-it più grande “o mangiavi, o finivo di prepararmi, ho scelto la prima: aspettami!”. In sostanza, un modo per dirmi che aveva fatto tardi per cucinare!
Un urlo dal bagno - “Arrivatooooo?” – mi fece capire dove era rintanata Ada. Uscì, e ammetto che fui sorpreso..aveva un vestitino bianco, decisamente corto per i suoi standards, e – soprattutto – dei sandali aperti ed altissimi, di un “calibro” che poche volte le avevo visto ai piedi (e avevo sempre trovato le donassero tanto..). Mi saluta con un bacio, che ricambio, stringendola.
“wow…il post-it anticipava una befana, ed invece ti trovo incantevole”, le dissi.
“macchè…neanche ho avuto modo di cambiarmi per bene, ho fatto tardi al lavoro e ho dovuto investire il poco tempo per prepararti la cena e lavarmi i capelli, sennò sembrò una pazza…”
“e si che sei ricciolona…ma addirittura pazza”, le risposi ridendo, “…che poi, che fai mi rinfacci la cena? Ed io che stavo per farti qualche altro complimento!”.
“no, no, che rinfacciare…almeno per una sera mi sento una donna sposata..”, mi disse, facendo esplicito riferimento alla mancanza del marito, che evidentemente cominciava a tollerare sempre meno, “quindi, non essere reticente e spara questi complmenti”. Lasciandomi, compì una giravolta a mò di scherno, e potei ammirare le sue gambe lunghe, slanciate dalle scarpe aperte ed altissime, ed il suo corpo affusolato. “su, su”, insistette, “che di uomini muti ne conosco fin troppi!”.
“Beh, Ada, sei perfetta…sai che mi piaci con le scarpe alte”.
E lei: “devi prendertela sempre con lo stesso, se non le metto mai..dice che poi lui sembra un nanerottolo!”.
“Beh, allora hai fatto bene ad approfittare….anzi, ora che sono qui, approfitta anche di tutto ciò che non puoi fare quando sei sola”, le dissi, osando un po’…Forse non dovetti essere troppo convinto, oppure lei stessa dovette accorgersi del lieve brivido che la sua giravolta aveva dato alla serata, fatto sta che seguirono pochi istanti di silenzio, e poi mi chiese se avessi avvisato casa che ero giunto a destinazione.
Il riferimento a mia moglie mi condusse a tornare con i piedi per terra. Feci un respiro profondo, e poi le dissi:”Beh, prima fammi vedere casa…sembravi impaziente!”
Misi il bianco in fresco, poggiai la bottiglia di rosso sul tavolo, e la seguii. La casa era piccola, e la camera da letto piuttosto incasinata…”Certo, che non si direbbe che è la camera da letto di una donna sola”, mi feci scappare, da clamoroso gaffeur, visto che forse avevo sottolineato proprio l’aspetto che più le metteva tristezza. Ma mi tranquillizzai subito, allorchè la sua risposta “beh, spero sola ancora per poco”, mi fece illudere che si riferisse al corpo a corpo che fantasticavo da qualche tempo…ma forse no, forse si riferiva ai suoi auspici di una vita matrimoniale più “serena”. Nella mia ispezione, non mi sfuggi una culotte scura, di pizzo, molto carina, adagiata su una sedia…Non sfuggì neanche ad Ada, che prontamente la afferrò, sventolandola un secondo, e gettandola in un cassetto dicendomi “te l’avevo detto che solo all’ultimo momento ho deciso di mettere il vestitino poco impegnativo, il blu non stava bene”. Superfluo dire che, automaticamente, mi venne da guardarle il culo, e capire cosa avesse messo….Se ne accorse anche lei, che mi fece riprendere dal mio torpore con un “ok, Max, ora dobbiamo chiamare tua moglie…”
di
scritto il
2023-05-17
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