Nuda

di
genere
esibizionismo

Essere nuda è uno stato d'animo. Non parlo della nudità fisica, quella è oggettiva, intendo dire quella mentale, quella che è intrinseca dentro ogni essere umano: è la nudità spirituale quella che mi interessa, quella che tutti noi possediamo e che spesso celiamo al mondo.
Io sono nuda dentro: mi pongo nuda al mondo che mi circonda. E' il mio modo di essere naturale, quello che voglio mostrare in modo effimero alla realtà e in modo concreto a tutti coloro che ritengo degni della mia attenzione.
Questo ovviamente si riflette anche nel mio vivere quotidiano: perché a me piace molto mostrarmi nuda. Mi piace sentirmi addosso gli sguardi vogliosi dei maschi eccitati, amo il peso dei loro sguardi. Sento le loro carezze, sento crescere la loro eccitazione, e immagino i loro sessi turgidi: penso al loro desiderio di scoparmi, di entrare dentro di me.
E di questo desiderio mi nutro...
Nuda.
Davanti a un uomo sconosciuto.
La mia pelle, il mio sesso... a lui sconosciuti.
Il suo sesso teso e vibrante... a me sconosciuto.
Sono viva perché amo questi momenti, queste situazioni.
Nuda.
Di fronte agli uomini che amo.
A mio marito Maurizio.
E a Federico, l'uomo che mi fa godere.
L'unico di cui mio marito non sa nulla.
E' con lui che sono stasera.
Un locale tranquillo, qualche drink leggero, di quelli che piacciono a me, da sorseggiare lentamente ascoltando il rumore della pioggia arrivata finalmente a dare da bere a una citta asciutta e polverosa come non mai.
Beviamo in silenzio, lasciando parlare solo i nostri sguardi. Le parole sono già state dette e non serve dirne altre. Io e Federico abbiamo poche cose in comune, ma l'arte di parlare senza proferire alcun suono è una di queste.
E poi c'è il sesso, ovviamente.
Ci completiamo a vicenda.
Perché io sono per lui la puttana che tutti gli uomini vorrebbero avere. Una puttana da amare, al di la delle banali convenzioni che racchiudono sempre un rapporto tra un uomo e una donna.
E lui per me è il maschio perfetto da cui trarre piacere.
Il sottile piacere perverso del vero tradimento, quello da celare all'uomo che amo.
Il vero tradimento è la consapevolezza che il suo cazzo mi fa godere più di quello di mio marito: quando lui mi scopa dimentico tutto. E quando torno a casa ho in me la consapevolezza di aver goduto con un altro uomo senza alcun rimorso.
Quando usciamo è passata mezzanotte, e io ho voglia di trasgredire. La trasgressione fa ormai parte della mia vita, e non potrei più farne a meno.
Maurizio è a Venezia per uno di quei congressi che tanto odia ma dai quali non può astenersi.
E io sono felice.
Felice che lui non ci sia.
Che ci sia Federico stasera con me.
La notte.
La pioggia.
Federico.
Tre parole che questa sera racchiudono la perfezione.
Prima di arrivare alla macchina mi tolgo le scarpe. Il contatto con il selciato bagnato mi mette i brividi, facendomi indurire i capezzoli e provocandomi uno spasmo ai lombi che si tramuta nell'umido languore che irrora il mio sesso.
Mi sfilo il vestito, restando completamente nuda sotto la pioggia.
Poso le mani sul cofano dell'auto e mi giro verso Federico.
Scopami – gli dico.
Il suo sguardo perplesso si volge verso le persone che, dalla Ripa, potrebbero vederci.
Non guardare loro – gli dico – Guarda me -
Lui si slaccia i pantaloni, mostrandomi la sua splendida erezione.
Sei eccitato vero? Ti piaccio così, nuda e disponibile -
Non parla, limitandosi a fissare il mio corpo nudo e voglioso.
Adesso scopami – dico.
Il suo cazzo mi penetra come una lama rovente nel burro, facendomi urlare.
Grido, mentre lui mi scopa con ardore, sotto una pioggia battente.
Mi sembra di essere scopata ovunque. Le sue mani artigliano il mio seno, strizzandomi i capezzoli, mentre io urlo in preda a un orgasmo senza fine.
Ho voglia della sua sborra.
Voglio sentirla, voglio berla e perdermi.
Mi inginocchio di fronte a lui, fremente...
Sborrami in faccia – imploro.
Federico abbandona ogni remora, venendo copiosamente.
La gioia pervade il mio corpo, mentre la sua sborra erutta con lunghi zampilli densi e caldi, che colpiscono con forza il mio viso proteso.
Mentre vengo ricoperta di sperma, mi abbandono all'orgasmo, nutrendomi del piacere dato e ricevuto.
Si – urlo – Riempimi di sborra -
Mi accascio a terra, in una pozza d'acqua fresca e ristoratrice, mentre il mio volto ricoperto di sperma mostra al mondo quanto sono puttana e quanto mi piace esserlo.
Federico mi aiuta a rialzarmi, porgendomi la sua camicia.
La rifiuto, salendo in macchina nuda e bagnata.
Amo questa sensazione. La quieta pacatezza del dopo orgasmo, che mi accompagna mentre la macchina percorre la strada che porta verso casa sua. Quando scendo dall'auto sono ancora nuda, e lo sperma cola ancora dal mio viso.
E' in queste condizioni che entro in casa sua.
Mi sdraio sul divano...
Giurami che mi scoperai per tutta la notte – dico
Lui si spoglia.
Mi risponde in modo inequvocabile, mettendomi il cazzo ancora duro in bocca.
Sei una meravigliosa puttana Valentina – dice - Succhiami il cazzo adesso, poi ti scoperò ovunque, per tutta la notte -
Succhio con vigore, e con amore.
Lo voglio dentro adesso – dico – Lo voglio nel culo. Fammi male, fammi urlare di dolore e poi di piacere. Ma non venire. Stanotte voglio bere tutta la sborra che hai -
Chiudo gli occhi, e mi abbandono ai suoi affondi, che lacerano il mio ano...
Amare...
Urlare...
Godere...
Tradire!
scritto il
2023-04-01
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