Prendersi delle grandi soddisfazioni al lavoro - cap 9
di
Amico segreto
genere
dominazione
Il lunedì successivo Betta era una dea, aveva una tutina estiva con pantalone largo e una canotta che metteva in evidenza la sua bella terza, anche piuttosto scollata, ma aveva una luce negli occhi che spruzzava godimento.
Davanti a tutte le altre gli chiedo come va con Paolo, e la sua risposta: “molto meglio grazie, mi sa che il capo aveva ragione” parlandomi in terza persona.
Il venerdì sera dopo mezzanotte, mi erano arrivate le foto della sua passera meravigliosa, aperta dal suo indice e medio e il Pisello di suo marito nel culo, sembrava particolarmente rosso.
Il famoso 6 a 2 a poche ore dall’inculata più goduriosa della mia vita con un messaggio: “sono distrutta, meno male è di taglia ridotta in confronto alla tua e più delicato, sono venuta anche con lui, più ieri che tutto l’anno passato”
La sorpresa me l’aveva fatta domenica, mandandomi anche le foto del pompino come da indicazioni che aveva ripetuto con Paolo, con il messaggio: “adesso sono anche la troia di mio marito”
Parlammo molto quella mattina e programmammo il corso di tre giorni che avrebbe dovuto fare a Verona nella sede degli acquirenti, così sapeva lei, Paolo avrebbe preso tre giorni di permesso per le bimbe.
Al sabato precedente, sarebbe partita giovedì molto presto con il treno e rientrata sabato nel tardo pomeriggio, la chiamai all’ora di pranzo, volevo che fosse con Paolo: “Betta cambio di programma, a Verona ti porto io e per Cipro parto di la” poi mi feci passare Paolo e in viva voce, gli dissi che aveva sposato un angelo, anche nel nuovo ruolo si era calata benissimo, speravo che i nuovi impegni di Betta non fossero un peso per lui, facendomi una battuta sui suoi nuovi look, lo stoppai subito dicendogli che ero stato io a imporgli tacchi ed eleganza, e che se
tutti e quattro avessero voluto fare un week-end all’Isola d’Elba a Betta sono anni che glielo dico, ma è veramente un peccato perchè non l’affittiamo e ci andiamo si e no venti giorni in un anno, è quasi sempre libera.
In valigia, su mio consiglio, doveva portarsi tre completi intimi da urlo, e tutti i giochini che gli avevo regalato, sull’abbigliamento gli avevo lasciato carta bianca, ma volevo che facesse bella figura, doveva farli morire tutti. Non potendosi cambiare in hotel quel primo giorno, quando la andai a prendere sotto casa, salutando Paolo, ci passò davanti Betta con il trolley che sembrava una hostess, gonna stretta e tailleur azzurro, si era tagliata i capelli ancora più sbarazzina, dimostrava dieci anni di meno.
Davanti a lei dissi al marito: “Paolo ma non sei geloso, ma quanto è bella Betta?”
Lei prontamente: “Non sa che fortuna ha avuto questi qui”
E Paolo, forse raddolcito dal fine settimana: “Ha un bel caratterino la nostra Betta, non è tutto oro quello che luccica, ma non potrei vivere senza” prendendogli il trolley e aiutandola a metterlo sulla mia Tesla.
Montai in macchina lasciandoli baciare, in queste cose le donne sono immensamente più brave, sembrava più in imbarazzo lui di lei, che è bene ricordarlo, il suo capo, amante, ecc... aveva invaso i suoi spazi e era venuto a prenderla per portarla diciamo ad un corso, ma con in valigia tutto per fare tanto tanto sesso.
Gli spiegai che questi tre giorni avremmo giocato tanto, e circa a metà strada per dove dovevamo andare, in un parcheggio di camionisti, l’ho fatta andare a prendere il plug anale e l’ovetto vibrante, mi ha guardato supplicante ma ha eseguito con notevole imbarazzo, vestita così piegata in bauliera era uno spettacolo.
Quando è rientrata in macchina mi ha detto: “che vergogna, però ti chiedo per favore di non farmi arrivare al corso sfatta, che figura ti farei fare” sorrido e basta.
Al cartello di tre chilometri dall’autogrill gli dico di sostituire gli slip con il plug e se non faceva veloce, l’avrebbe fatto con il pubblico” un paio di secondi per metabolizzare poi è scattata come una molla.
Plug in bocca, facendosi forza sulla schiena si è tolta il perizoma, il difficile arrivava adesso, senza vasellina si è messa a bordo sedile ed ha armeggiato un po’, ero già nella corsia di decellerazione, quando a fatto un saltino e un urletto così arrapante.
Durante la manovra di parcheggio partendo dal ginocchio interno ho controllato quanto gli fosse piaciuto lo scherzetto che gli avevo fatto, ormai avevo come il suo interruttore che accendevo quando mi faceva più comodo.
Tacchi alti, tailleur e plug, in pubblico, tutte le donne dovrebbero provarlo, gli sguardi degli uomini dicono “mamma mia per questa venderei l’anima” e quello delle donne “che culo, vorrei essere fatta così anch’io e ricevere questi sguardi”.
Arrivati a Verona, proseguendo mi guarda stupita: “ma non usciamo qui?” sorrido e cambio discorso, mi avrebbe ucciso perchè non gli dicevo niente e mi nascondevo dietro sorrisi.
Passiamo il confine con la Slovenia ed arriviamo a Portorose, un piccolo centro termale di fronte a Trieste, le sorprese per Betta non era che iniziate. Continua...................
Per commenti e suggerimenti: amicosegreto@tutanota.com
Davanti a tutte le altre gli chiedo come va con Paolo, e la sua risposta: “molto meglio grazie, mi sa che il capo aveva ragione” parlandomi in terza persona.
Il venerdì sera dopo mezzanotte, mi erano arrivate le foto della sua passera meravigliosa, aperta dal suo indice e medio e il Pisello di suo marito nel culo, sembrava particolarmente rosso.
Il famoso 6 a 2 a poche ore dall’inculata più goduriosa della mia vita con un messaggio: “sono distrutta, meno male è di taglia ridotta in confronto alla tua e più delicato, sono venuta anche con lui, più ieri che tutto l’anno passato”
La sorpresa me l’aveva fatta domenica, mandandomi anche le foto del pompino come da indicazioni che aveva ripetuto con Paolo, con il messaggio: “adesso sono anche la troia di mio marito”
Parlammo molto quella mattina e programmammo il corso di tre giorni che avrebbe dovuto fare a Verona nella sede degli acquirenti, così sapeva lei, Paolo avrebbe preso tre giorni di permesso per le bimbe.
Al sabato precedente, sarebbe partita giovedì molto presto con il treno e rientrata sabato nel tardo pomeriggio, la chiamai all’ora di pranzo, volevo che fosse con Paolo: “Betta cambio di programma, a Verona ti porto io e per Cipro parto di la” poi mi feci passare Paolo e in viva voce, gli dissi che aveva sposato un angelo, anche nel nuovo ruolo si era calata benissimo, speravo che i nuovi impegni di Betta non fossero un peso per lui, facendomi una battuta sui suoi nuovi look, lo stoppai subito dicendogli che ero stato io a imporgli tacchi ed eleganza, e che se
tutti e quattro avessero voluto fare un week-end all’Isola d’Elba a Betta sono anni che glielo dico, ma è veramente un peccato perchè non l’affittiamo e ci andiamo si e no venti giorni in un anno, è quasi sempre libera.
In valigia, su mio consiglio, doveva portarsi tre completi intimi da urlo, e tutti i giochini che gli avevo regalato, sull’abbigliamento gli avevo lasciato carta bianca, ma volevo che facesse bella figura, doveva farli morire tutti. Non potendosi cambiare in hotel quel primo giorno, quando la andai a prendere sotto casa, salutando Paolo, ci passò davanti Betta con il trolley che sembrava una hostess, gonna stretta e tailleur azzurro, si era tagliata i capelli ancora più sbarazzina, dimostrava dieci anni di meno.
Davanti a lei dissi al marito: “Paolo ma non sei geloso, ma quanto è bella Betta?”
Lei prontamente: “Non sa che fortuna ha avuto questi qui”
E Paolo, forse raddolcito dal fine settimana: “Ha un bel caratterino la nostra Betta, non è tutto oro quello che luccica, ma non potrei vivere senza” prendendogli il trolley e aiutandola a metterlo sulla mia Tesla.
Montai in macchina lasciandoli baciare, in queste cose le donne sono immensamente più brave, sembrava più in imbarazzo lui di lei, che è bene ricordarlo, il suo capo, amante, ecc... aveva invaso i suoi spazi e era venuto a prenderla per portarla diciamo ad un corso, ma con in valigia tutto per fare tanto tanto sesso.
Gli spiegai che questi tre giorni avremmo giocato tanto, e circa a metà strada per dove dovevamo andare, in un parcheggio di camionisti, l’ho fatta andare a prendere il plug anale e l’ovetto vibrante, mi ha guardato supplicante ma ha eseguito con notevole imbarazzo, vestita così piegata in bauliera era uno spettacolo.
Quando è rientrata in macchina mi ha detto: “che vergogna, però ti chiedo per favore di non farmi arrivare al corso sfatta, che figura ti farei fare” sorrido e basta.
Al cartello di tre chilometri dall’autogrill gli dico di sostituire gli slip con il plug e se non faceva veloce, l’avrebbe fatto con il pubblico” un paio di secondi per metabolizzare poi è scattata come una molla.
Plug in bocca, facendosi forza sulla schiena si è tolta il perizoma, il difficile arrivava adesso, senza vasellina si è messa a bordo sedile ed ha armeggiato un po’, ero già nella corsia di decellerazione, quando a fatto un saltino e un urletto così arrapante.
Durante la manovra di parcheggio partendo dal ginocchio interno ho controllato quanto gli fosse piaciuto lo scherzetto che gli avevo fatto, ormai avevo come il suo interruttore che accendevo quando mi faceva più comodo.
Tacchi alti, tailleur e plug, in pubblico, tutte le donne dovrebbero provarlo, gli sguardi degli uomini dicono “mamma mia per questa venderei l’anima” e quello delle donne “che culo, vorrei essere fatta così anch’io e ricevere questi sguardi”.
Arrivati a Verona, proseguendo mi guarda stupita: “ma non usciamo qui?” sorrido e cambio discorso, mi avrebbe ucciso perchè non gli dicevo niente e mi nascondevo dietro sorrisi.
Passiamo il confine con la Slovenia ed arriviamo a Portorose, un piccolo centro termale di fronte a Trieste, le sorprese per Betta non era che iniziate. Continua...................
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