Monica, Marco a Trieste -cap.1
di
Amico segreto
genere
dominazione
Ciao a tutti mi chiamo Daniele ed ho oltre i 50 anni, m 1,90 oltre 100 kg, mi piacciono le donne donne, dai 35 anni in su che si lasciano guidare, meglio se accompagnate. Adoro comprenderle e diventarne amico, anche senza andare oltre.
Una ventina di anni fa, facevo il direttore commerciale per una grossa agenzia del ex monopolista di telefonia, e quando iniziò a collaborare con noi un call center di Trieste di oltre 100 postazioni e circa 150 operatori.
Il riferimento del cc di Trieste sarebbe stato il responsabile delle vendite dell’area nord-est, ma durante l’acquisizione c’ero capitato anch’io.
La titolare era Monica, una ragazza di 29 anni, piuttosto insignificante, fisicamente non male, un caschetto biondo con un paio di occhialini fuori moda, vestita tutta firmata, da telefonista che avrebbe perso il lavoro, il papà benestante gli aveva comprato il call center per farle fare un’esperienza da piccola imprenditrice.
Non aveva assolutamente le doti di leadership e di management, aveva l’empatia di una cozza, la prima cosa che gli consigliai fu proprio di trovare un direttore con esperienza nella gestione delle persone e dei numeri, senza avrebbe chiuso entro 10/12 mesi.
Conviveva in un bellissimo attico con Marco il suo ragazzo, e solitamente quando andavo a Trieste da loro, dormivo in un hotel vicino, ma la sera ero praticamente sempre invitato a cena fuori, Trieste ha molti ristoranti etnici, forse é la città Italiana più multiculturale, essendo di confine, avendo diverse etnie, un porto importante ed una porta all’est Europa.
Una volta, mentre io ero a Milano, Monica ci fece perdere un cliente importante perchè girò una mail aziendale senza leggerla, dove c’erano degli apprezzamenti fuori luogo alla moglie del cliente, scoppiò un casino e decisi di cambiare programma, invece di rientrare in Toscana, di andare personalmente a gestire la situazione.
Mi feci organizzare tutto dalla mia segretaria, mi ricordo benissimo che gli dissi: “fagli capire che sono incazzatissimo”, quando vidi il messaggio dove mi aveva prenotato un altro hotel, non il mio solito perchè pieno per un convegno che si svolgeva in città, l’incazzatura aumentava a dismisura, un traffico bestiale, cantieri a non finire e pure un incidente con code chilometriche non fecero altro che aumentare la tensione ancora di più.
Secondo il mio programma dovevo essere a Trieste verso le 18:00 invece alle 19:20 ero ancora in autostrada mi arriva un messaggio da Monica, con la posizione e scritto “stasera sei a cena da noi, a qualunque ora arriverai”, passai dall’hotel mi feci una doccia veloce, e arrivai da Monica e Marco alle 21:45.
Dopo i convenevoli iniziali, iniziammo a cenare, solitamente sono una persona molto solare, credo quella sera di non aver fatto mezzo sorriso, parlavo quasi esclusivamente con Marco. Monica era giustamente molto in tensione, il nostro contratto valeva quasi 2 milioni di euro l’anno, su un fatturato che non arrivava a 2,5 milioni, non eravamo il cliente più importante, eravamo il cliente!
Quando gli chiesi a Marco se Monica aveva in passato fatto delle grandi cazzate? “lui la difendeva, cercava di svicolare, la giustificava dicendo che era un po’ distratta”
Mentre cercava di entrare nel discorso con cui l’avevo praticamente esclusa, gli disse: “tu zitta! Devo ancora decidere la giusta punizione” anche Marco rimase colpito.
Stava diventando una sorta di interrogatorio a Lui su di Lei, “se era egoista? Menefreghista? Comprensiva? Disponibile?”
Mi ero fatto l’idea che era una grandissima viziata rompicoglioni a cui tutto era dovuto, e dentro di me dissi “vedrai che stasera ti faccio abbassare la cresta”.
Scese il silenzio quando domandai: “Marco almeno a letto ti da delle soddisfazioni?” Lei per togliersi d’impaccio tutta rossa disse: “Io a questo punto vado a lavare i piatti”
La gelai ancora: “Monica forse non hai capito la gravità della tua leggerezza, mi hanno mandato qui per chiudere i rapporti con voi, so bene che così perderebbero il posto un centinaio di ragazzi ed è per loro che voglio trovare un’altra soluzione” “Te devi capire che quando si lavora, si deve usare la testa, e salvandoti il culo, devo essere sicuro che imparerai la lezione.” “Visto che sei così altezzosa, invece Marco mi sembra veramente un bravo ragazzo, molto simpatico, ho deciso che stasera per iniziare ci regalerai un bello strip tease” “Te l’ha mai fatto Marco?”
La sua risposta non tardò a venire: “no mai fatto”
Mentre per lei ci fu: “ma davanti a te, io mi vergogno”
Finalmente iniziai a rilassarmi e pregustandomi le umiliazioni della serata, “ lo devi fare per lui, io testimonierò l’impegno, e poi non penserai mica di cavartela solo così, però una cosa per volta, musica di sottofondo Marco, luci soffuse e parti con lo show”
Avevamo già fatto un giretto di limoncello, gli versai un nuovo bicchierino dicendogli: “Bevi, questo di aiuterà”
Iniziò molto goffamente, poi si sciolse un po’ al reggiseno mi guardò, ed io: “Marco vuoi vedere le tette vero?”
“si certo e non solo” fu la sua risposta:
Così continuai: “Monica adesso devi fare in modo che sotto i capezzoli siano belli dritti, o ci riesci con la testa oppure mentre ti sfili il reggiseno devi stuzzicarli un po’ prima di farglieli vedere”
Fu l’indumento dove fu più brava, ci giocò parecchio e venne fuori una bella 3° piena con i capezzoli che sembrano due chiodi.
Io: “ Visto che è stata brava, Marco secondo me merita un piccolo incentivo, una bella ciucciatina, direi un minuto ciascuno, sei d’accordo?”
ormai il ragazzo preso rispondeva solo “si si” aveva capito che lui ci avrebbe guadagnato parecchio.
Il respiro per Monica si era fatto affannoso, anche Marco era visibilmente eccitato dalla situazione.
Io: “Marco dimmi si è mai depilata tutta li sotto per te?” “come la tiene di solito?” quasi balbettando ammise che lui non gli prestava molta attenzione, teneva un bel ciuffo bruno sopra, non era una bionda naturale.
Come una lama nel burro, continuai: “mmm adesso vediamo, qui Monica di giochi il voto della prova, io ti consiglio di abbassarle e rialzarle tante volte, devi farlo impazzire, vedo e non vedo”.
Era paonazza, un po’ per il limoncello, molto per l’eccitazione, e forse altrettanto per la vergogna.
C’era una gran tensione nell’aria e io continuavo nel mio ruolo di burattinaio: “Che dici Marco promossa o glielo facciamo ripetere?” e senza aspettare la sua risposta continuai: “Secondo me questa prima prova direi che è superata, adesso vediamo quanto è brava a ringraziarti di volergli bene e sopportare le sue bizze e anche di salvagli il culo quando fa le cazzate.”
Mi avvicinai a Marco e all’orecchio gli dissi: “ tiralo fuori” lui rimase sopreso, ma non se lo fece ripetere due volte.
Mentre per la prima volta mi rivolgevo a lei direttamente: “Monica come pensi di doverlo ringraziare?”
Lei aveva gli occhi sbarrati sul suo ragazzo, che tirava fuori il suo uccello già pronto, dopo qualche respiro, capendo l’antifona: “facendolo contento”
Io: “E come lo faresti contento, sentiamo un po’, devi essere più descrittiva e precisa?”
Lei: “inginocchiandomi davanti a lui, e toccandogli il pisello”
Io: ”non ci siamo Monica, intanto inizia a farci vedere”
Io: “Marco tu vuoi un gran bel pompino da Monica, vero?”
Marco: “si amore, sto per scoppiare”
Io: “Marco dimmi che pompinara è la nostra Monica? Che voto gli dai?”
Mentre lei era entrata ormai nella parte, e si stava impegnando per far bella figura, inginocchiata vedevo una gocciolina dei suoi umori ormai a metà coscia.
Marco: “è brava, ma me ne fa troppo pochi”
Io: “Oggi sarà bravissima, ingoierà tutto mentre ti guarda, e poi ti ripulisce per bene, vero Monica?”
Continua...................
Per commenti e suggerimenti: amicosegreto@tutanota.com
Una ventina di anni fa, facevo il direttore commerciale per una grossa agenzia del ex monopolista di telefonia, e quando iniziò a collaborare con noi un call center di Trieste di oltre 100 postazioni e circa 150 operatori.
Il riferimento del cc di Trieste sarebbe stato il responsabile delle vendite dell’area nord-est, ma durante l’acquisizione c’ero capitato anch’io.
La titolare era Monica, una ragazza di 29 anni, piuttosto insignificante, fisicamente non male, un caschetto biondo con un paio di occhialini fuori moda, vestita tutta firmata, da telefonista che avrebbe perso il lavoro, il papà benestante gli aveva comprato il call center per farle fare un’esperienza da piccola imprenditrice.
Non aveva assolutamente le doti di leadership e di management, aveva l’empatia di una cozza, la prima cosa che gli consigliai fu proprio di trovare un direttore con esperienza nella gestione delle persone e dei numeri, senza avrebbe chiuso entro 10/12 mesi.
Conviveva in un bellissimo attico con Marco il suo ragazzo, e solitamente quando andavo a Trieste da loro, dormivo in un hotel vicino, ma la sera ero praticamente sempre invitato a cena fuori, Trieste ha molti ristoranti etnici, forse é la città Italiana più multiculturale, essendo di confine, avendo diverse etnie, un porto importante ed una porta all’est Europa.
Una volta, mentre io ero a Milano, Monica ci fece perdere un cliente importante perchè girò una mail aziendale senza leggerla, dove c’erano degli apprezzamenti fuori luogo alla moglie del cliente, scoppiò un casino e decisi di cambiare programma, invece di rientrare in Toscana, di andare personalmente a gestire la situazione.
Mi feci organizzare tutto dalla mia segretaria, mi ricordo benissimo che gli dissi: “fagli capire che sono incazzatissimo”, quando vidi il messaggio dove mi aveva prenotato un altro hotel, non il mio solito perchè pieno per un convegno che si svolgeva in città, l’incazzatura aumentava a dismisura, un traffico bestiale, cantieri a non finire e pure un incidente con code chilometriche non fecero altro che aumentare la tensione ancora di più.
Secondo il mio programma dovevo essere a Trieste verso le 18:00 invece alle 19:20 ero ancora in autostrada mi arriva un messaggio da Monica, con la posizione e scritto “stasera sei a cena da noi, a qualunque ora arriverai”, passai dall’hotel mi feci una doccia veloce, e arrivai da Monica e Marco alle 21:45.
Dopo i convenevoli iniziali, iniziammo a cenare, solitamente sono una persona molto solare, credo quella sera di non aver fatto mezzo sorriso, parlavo quasi esclusivamente con Marco. Monica era giustamente molto in tensione, il nostro contratto valeva quasi 2 milioni di euro l’anno, su un fatturato che non arrivava a 2,5 milioni, non eravamo il cliente più importante, eravamo il cliente!
Quando gli chiesi a Marco se Monica aveva in passato fatto delle grandi cazzate? “lui la difendeva, cercava di svicolare, la giustificava dicendo che era un po’ distratta”
Mentre cercava di entrare nel discorso con cui l’avevo praticamente esclusa, gli disse: “tu zitta! Devo ancora decidere la giusta punizione” anche Marco rimase colpito.
Stava diventando una sorta di interrogatorio a Lui su di Lei, “se era egoista? Menefreghista? Comprensiva? Disponibile?”
Mi ero fatto l’idea che era una grandissima viziata rompicoglioni a cui tutto era dovuto, e dentro di me dissi “vedrai che stasera ti faccio abbassare la cresta”.
Scese il silenzio quando domandai: “Marco almeno a letto ti da delle soddisfazioni?” Lei per togliersi d’impaccio tutta rossa disse: “Io a questo punto vado a lavare i piatti”
La gelai ancora: “Monica forse non hai capito la gravità della tua leggerezza, mi hanno mandato qui per chiudere i rapporti con voi, so bene che così perderebbero il posto un centinaio di ragazzi ed è per loro che voglio trovare un’altra soluzione” “Te devi capire che quando si lavora, si deve usare la testa, e salvandoti il culo, devo essere sicuro che imparerai la lezione.” “Visto che sei così altezzosa, invece Marco mi sembra veramente un bravo ragazzo, molto simpatico, ho deciso che stasera per iniziare ci regalerai un bello strip tease” “Te l’ha mai fatto Marco?”
La sua risposta non tardò a venire: “no mai fatto”
Mentre per lei ci fu: “ma davanti a te, io mi vergogno”
Finalmente iniziai a rilassarmi e pregustandomi le umiliazioni della serata, “ lo devi fare per lui, io testimonierò l’impegno, e poi non penserai mica di cavartela solo così, però una cosa per volta, musica di sottofondo Marco, luci soffuse e parti con lo show”
Avevamo già fatto un giretto di limoncello, gli versai un nuovo bicchierino dicendogli: “Bevi, questo di aiuterà”
Iniziò molto goffamente, poi si sciolse un po’ al reggiseno mi guardò, ed io: “Marco vuoi vedere le tette vero?”
“si certo e non solo” fu la sua risposta:
Così continuai: “Monica adesso devi fare in modo che sotto i capezzoli siano belli dritti, o ci riesci con la testa oppure mentre ti sfili il reggiseno devi stuzzicarli un po’ prima di farglieli vedere”
Fu l’indumento dove fu più brava, ci giocò parecchio e venne fuori una bella 3° piena con i capezzoli che sembrano due chiodi.
Io: “ Visto che è stata brava, Marco secondo me merita un piccolo incentivo, una bella ciucciatina, direi un minuto ciascuno, sei d’accordo?”
ormai il ragazzo preso rispondeva solo “si si” aveva capito che lui ci avrebbe guadagnato parecchio.
Il respiro per Monica si era fatto affannoso, anche Marco era visibilmente eccitato dalla situazione.
Io: “Marco dimmi si è mai depilata tutta li sotto per te?” “come la tiene di solito?” quasi balbettando ammise che lui non gli prestava molta attenzione, teneva un bel ciuffo bruno sopra, non era una bionda naturale.
Come una lama nel burro, continuai: “mmm adesso vediamo, qui Monica di giochi il voto della prova, io ti consiglio di abbassarle e rialzarle tante volte, devi farlo impazzire, vedo e non vedo”.
Era paonazza, un po’ per il limoncello, molto per l’eccitazione, e forse altrettanto per la vergogna.
C’era una gran tensione nell’aria e io continuavo nel mio ruolo di burattinaio: “Che dici Marco promossa o glielo facciamo ripetere?” e senza aspettare la sua risposta continuai: “Secondo me questa prima prova direi che è superata, adesso vediamo quanto è brava a ringraziarti di volergli bene e sopportare le sue bizze e anche di salvagli il culo quando fa le cazzate.”
Mi avvicinai a Marco e all’orecchio gli dissi: “ tiralo fuori” lui rimase sopreso, ma non se lo fece ripetere due volte.
Mentre per la prima volta mi rivolgevo a lei direttamente: “Monica come pensi di doverlo ringraziare?”
Lei aveva gli occhi sbarrati sul suo ragazzo, che tirava fuori il suo uccello già pronto, dopo qualche respiro, capendo l’antifona: “facendolo contento”
Io: “E come lo faresti contento, sentiamo un po’, devi essere più descrittiva e precisa?”
Lei: “inginocchiandomi davanti a lui, e toccandogli il pisello”
Io: ”non ci siamo Monica, intanto inizia a farci vedere”
Io: “Marco tu vuoi un gran bel pompino da Monica, vero?”
Marco: “si amore, sto per scoppiare”
Io: “Marco dimmi che pompinara è la nostra Monica? Che voto gli dai?”
Mentre lei era entrata ormai nella parte, e si stava impegnando per far bella figura, inginocchiata vedevo una gocciolina dei suoi umori ormai a metà coscia.
Marco: “è brava, ma me ne fa troppo pochi”
Io: “Oggi sarà bravissima, ingoierà tutto mentre ti guarda, e poi ti ripulisce per bene, vero Monica?”
Continua...................
Per commenti e suggerimenti: amicosegreto@tutanota.com
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Prendersi delle grandi soddisfazioni al lavoro - cap 9racconto sucessivo
Monica, Marco a Trieste -cap.2
Commenti dei lettori al racconto erotico