S-Piacevole imprevisto 7- Finalmente dentro!🤪
di
Incest 2021
genere
incesti
Erano passati alcuni giorni senza che la mamma cedesse alle insistenti richieste del figlio che di giorno si manifestavano in modo assai discreto ed impacciato nei pochi momenti passati insieme a causa dei differenti impegni di studio e di lavoro ma che di notte, diveniva di difficile controllo per entrambi.
Il ragazzo oramai, passava buona parte della notte abbracciata alla mamma con la verga sempre dura saldamente intrufolata tra i glutei della donna che faticava non poco a contenerne i focosi assalti.
Regolarmente al mattino la donna trovava gli slip del ragazzo vistosamente bagnati nel cesto dei panni da lavare.
D'altra parte anche lei doveva cambiare le mutandine bagnate che anch'esse dai suoi umori che indossava anche di notte come fossero uno scudo protettivo .
Nonostante che i loro rapporti fisici fossero fermi alla notte del primo pompino, le loro conversazioni disinibite (Non più da mamma a figlio ma piuttosto da morbosi confidenti)parevano aver fatto passi da giganti superando ogni barriera ed ogni taboo di tipo morale:
-Stanotte sei venuto ancora Luca.-
Gli aveva detto la mamma mentre erano seduti a fare colazione.
-Certo mamma, sono venuto al solo contatto col calore del tuo corpo.. cos'altro puoi aspettarti dopo che mi hai regalato la notte più bella della mia vita liberandomi da ogni frustrazione ed ogni taboo?-
Aveva risposto il figlio.
-Sai Luca, sei un bel porcello e solo perché sei mio figlio non ti rimetto al tuo posto e poi.. se proprio lo vuoi sapere, anch'io mi sono bagnata sentendo il tuo coso duro spingere sui miei glutei ed il caldo del tuo sperma quando sei venuto.-
Questo tipo di conversazione con piccole insignificanti variabili, era andato avanti per alcune mattine sino a che, il primo sabato in cui entrambi erano liberi da impegni, lei si era presentata davanti al figlio che faceva colazione, indossando un intimo rosso con una striminzito perizoma, un reggiseno a balconcino coi capezzoli scoperti ed un baby doll trasparente che a malapena copriva l'attaccatura dei glutei:
-Ti piace?
E' il regalo che mi ha fatto tuo padre prima di partire.
Me l'aveva presa per passare una notte di fuoco insieme ed invece, è dovuto ripartire in tutta fretta per una emergenza nel cantiere in Cina dove stanno lavorando.-
-E' bellissimo!
Tu sei bellissima mamma!-
-Ti piace davvero?
Ed io ti piaccio così tanto?
Credo che sia giunto il momento di ricambiare il piacere che ti ho dato come mi avevi promesso.. vieni qui cucciolo.. inginocchiati e fammi vedere cosa sai fare con la lingua.-
Colto di sorpresa, il ragazzo aveva avuto un tonfo al cuore ed alzandosi dalla sedia con movenze malferme, era caduto quasi di schianto in ginocchio davanti alla mamma che ai suoi occhi ed alla sua mente confusa, appariva come una visione erotica.. una dea.. la dea dell'amore!
La mamma con movenze lente e sensuali, aveva scostato il piccolo triangolo di stoffa del perizoma mettendo i mostra lo spacco della vagina, le grandi labbra umide sormontate da una vistosa e turgida clitoride sotto un monte di venere glabro e dalla pelle bianchissima e liscia.
Poi, prendendogli la testa con entrambe le mani, dopo aver divaricato leggermente le gambe gli aveva detto:
-Lecca cucciolo.. lecca il paradiso dal quale hai visto la luce la prima volta.-
La foga e l'avidità del ragazzo, pilotata dalle sapienti mani della mamma, le avevano provocato un violento orgasmo che aveva permesso al giovane per la prima volta di assaporare il gusto del piacere di femmina.
Dopo aver goduto, la mamma aveva spogliato completamente il figlio e spingendolo ancora sulla sedia, gli si era inginocchiata davanti ed aveva cominciato a succhiargli la verga dura come un legno, gonfia e livida come un salsicciotto e pulsante come un animale caldo e vivo.
Glielo aveva leccato e succhiato applicandosi con tutta la sua maestria per farlo impazzire di piacere stando però attenta a non fargli raggiungere il momento di non ritorno.
Quando il ragazzo dopo quel trattamento che pareva interminabile aveva cominciato ad implorarla di farlo godere, lei con uno scatto felino, si era alzata e stringendogli le mani dietro la schiena ed il seno sul viso, si era lasciata cadere impalandosi sul quel cazzo oramai duro come il marmo.
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Il ragazzo oramai, passava buona parte della notte abbracciata alla mamma con la verga sempre dura saldamente intrufolata tra i glutei della donna che faticava non poco a contenerne i focosi assalti.
Regolarmente al mattino la donna trovava gli slip del ragazzo vistosamente bagnati nel cesto dei panni da lavare.
D'altra parte anche lei doveva cambiare le mutandine bagnate che anch'esse dai suoi umori che indossava anche di notte come fossero uno scudo protettivo .
Nonostante che i loro rapporti fisici fossero fermi alla notte del primo pompino, le loro conversazioni disinibite (Non più da mamma a figlio ma piuttosto da morbosi confidenti)parevano aver fatto passi da giganti superando ogni barriera ed ogni taboo di tipo morale:
-Stanotte sei venuto ancora Luca.-
Gli aveva detto la mamma mentre erano seduti a fare colazione.
-Certo mamma, sono venuto al solo contatto col calore del tuo corpo.. cos'altro puoi aspettarti dopo che mi hai regalato la notte più bella della mia vita liberandomi da ogni frustrazione ed ogni taboo?-
Aveva risposto il figlio.
-Sai Luca, sei un bel porcello e solo perché sei mio figlio non ti rimetto al tuo posto e poi.. se proprio lo vuoi sapere, anch'io mi sono bagnata sentendo il tuo coso duro spingere sui miei glutei ed il caldo del tuo sperma quando sei venuto.-
Questo tipo di conversazione con piccole insignificanti variabili, era andato avanti per alcune mattine sino a che, il primo sabato in cui entrambi erano liberi da impegni, lei si era presentata davanti al figlio che faceva colazione, indossando un intimo rosso con una striminzito perizoma, un reggiseno a balconcino coi capezzoli scoperti ed un baby doll trasparente che a malapena copriva l'attaccatura dei glutei:
-Ti piace?
E' il regalo che mi ha fatto tuo padre prima di partire.
Me l'aveva presa per passare una notte di fuoco insieme ed invece, è dovuto ripartire in tutta fretta per una emergenza nel cantiere in Cina dove stanno lavorando.-
-E' bellissimo!
Tu sei bellissima mamma!-
-Ti piace davvero?
Ed io ti piaccio così tanto?
Credo che sia giunto il momento di ricambiare il piacere che ti ho dato come mi avevi promesso.. vieni qui cucciolo.. inginocchiati e fammi vedere cosa sai fare con la lingua.-
Colto di sorpresa, il ragazzo aveva avuto un tonfo al cuore ed alzandosi dalla sedia con movenze malferme, era caduto quasi di schianto in ginocchio davanti alla mamma che ai suoi occhi ed alla sua mente confusa, appariva come una visione erotica.. una dea.. la dea dell'amore!
La mamma con movenze lente e sensuali, aveva scostato il piccolo triangolo di stoffa del perizoma mettendo i mostra lo spacco della vagina, le grandi labbra umide sormontate da una vistosa e turgida clitoride sotto un monte di venere glabro e dalla pelle bianchissima e liscia.
Poi, prendendogli la testa con entrambe le mani, dopo aver divaricato leggermente le gambe gli aveva detto:
-Lecca cucciolo.. lecca il paradiso dal quale hai visto la luce la prima volta.-
La foga e l'avidità del ragazzo, pilotata dalle sapienti mani della mamma, le avevano provocato un violento orgasmo che aveva permesso al giovane per la prima volta di assaporare il gusto del piacere di femmina.
Dopo aver goduto, la mamma aveva spogliato completamente il figlio e spingendolo ancora sulla sedia, gli si era inginocchiata davanti ed aveva cominciato a succhiargli la verga dura come un legno, gonfia e livida come un salsicciotto e pulsante come un animale caldo e vivo.
Glielo aveva leccato e succhiato applicandosi con tutta la sua maestria per farlo impazzire di piacere stando però attenta a non fargli raggiungere il momento di non ritorno.
Quando il ragazzo dopo quel trattamento che pareva interminabile aveva cominciato ad implorarla di farlo godere, lei con uno scatto felino, si era alzata e stringendogli le mani dietro la schiena ed il seno sul viso, si era lasciata cadere impalandosi sul quel cazzo oramai duro come il marmo.
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