Scandalo in corsia
di
gfranco
genere
sentimentali
Questa storia prende spunto da un fatto veramente accaduto anni fa, quando la società era diversa ed alcune cose non erano ammesse. Naturalmente la fantasia fà un pò da contorno, ma i fatti sono veri. L'interessato è morto da qualche anno e di lei, da allora non si sà nulla.
Lui era un giovane medico, da poco laureato e lavorava in quel piccolo ospedale di montagna, sulle rive di un lago. Lei una giovane suora, che lo era diventata in un periodo in cui molte ragazze, ancora giovanissime venivano attirate da quel tipo di scelta. Poi nel tempo molte si pentivano o continuavano tra depressione e malessere. Ora la "moda" di farsi suora è cessata. Le poche suore sono solitamente straniere. Gli ospedali e gli asili ne sono sguarniti.
Quando lui la vide, tra le infermiere, scattò qualcosa, quasi un bisogno di approfondire la conoscenza. Sebbene portasse la veste e la testa fosse parzialmente coperta dal velo, era sicuramente bella. La ragazza provò una certa simpatia per quel dottore in camice bianco, ma represse dentro di sè il desiderio di conoscerlo meglio. In fin dei conti lei era una religiosa che si trovava lì solo per curare gli ammalati ed aveva fatto dei voti.
Ma il diavolo a volte ci mette le corna e a forza di vivere a contatto con quel dottorino, la sua simpatia si stava pericolosamente trasformando in qualcosa di serio e diverso, che le faceva paura. Lui se ne era accorto e vedendola bella e radiosa cominciò ad intrattenersi a volte, con la scusa di parlare delle incombenze degli infermieri. Inoltro era un pò biricchino e qualche anno più tardi ebbe problemi, da medico di condotta, circa la visita in ambulatorio, di una ragazzina minorenne che lo accusò di averla toccata nelle parti intime. Al processo fu assolto, per mancanza di prove. Tra i testimoni anche il prete che parlò a suo favore.
Dopo qualche settimana in ospedale, lui aveva cominciato a passarle le medicine o strumenti medici, toccandole le mani e a quel contatto veniva presa da un senso di eccitazione, il desiderio che quel contatto durasse di più. Tutto ciò era pericoloso, ma i loro incontri ravvicinati avvenivano di nascosto da occhi indiscreti o durante i turni di notte, quando il personale era ridotto al minimo. Una sera, nella sua stanza, lui la baciò con passione. Lei prese paura e scappò, per alcuni giorni cercò di non stare mai sola con il dottore.
Ma ormai il fuoco della passione si era acceso e per quanto lei tentasse di tenerlo sotto la cenere, la fiamma le bruciava dentro e non riusciva a staccarsi dall'immagine di quel bacio, che tanto l'aveva sconvolta e metteva in forse il suo comportamento da suora integerrima.
Una notte, ad ora tarda, lui la chiamò nella sua stanza del medico di guardia. Come lei entrò chiuse la porta a chiave e la trascinò sul lettino. In un primo tempo ella cercò di divincolarsi, ma poi lui le alzò le bianche vesti, le tolse le mutande e la prese. La ragazza non aveva mai fatto l'amore ed era vergine. Quei baci, quelle mani sui seni e quel pene che la faceva godere erano una novità che le piaceva fin troppo, per una che aveva fatto voto di castità, ma ora la carne sentiva il bisogno di un contatto. Era una peccatrice, ma quel peccato non poteva portarla in confessionale, troppo grave il peccato, troppo bello l'amplesso provato, troppo caldi i baci ricevuti e troppo calore le derivava da quei colpi di pisello che invadevano la vagina. Prima aveva persino paura di toccarla quando si lavava ed ora non vedeva invece l'ora che lui venisse prepotentemente dentro di lei, dicendole tutte quelle belle paroline che neppure sapeva si potessero dire...e poi quando le toccava i seni, come se quelle mani, mani di lui stessero suonando al pianoforte, una musica celestiale.
Da allora si trovarono più spesso, sempre in assoluto silenzio ed attenti a non attirare l'attenzione dell'altro personale. Per non alimentare chiacchere, davanti agli altri e di proposito era spesso scontroso con quella suorina e l'idea di tutti era che non la potesse sopportare. Povera suora, trattata così male... Intanto lui continuò a fare l'amore e quel pene che entrava in vagina non la faceva più pensare di essere una peccatrice, ma una donna innamorata. Dalla preghiera passava agli orgasmi che la appassionavo di più del rosario.
Rimase incinta, di aborto allora manco a parlarne. Fu uno scandalo. Lei trasferita altrove, sparita nell'oblio. Lui licenziato, dovette comunque andarsene ad esercitare da un'altra parte. L'ho visto ancora vivo, alcuni anni fa. Camminava con il bastone e faceva fatica ad avanzare. Da anni era in pensione e chissà se tra i suoi pensieri, mentre avanzava lentamente, c'era ancora lei, la bella suorina che in ospedale aveva imparato a fare bene l'amore per poi sparire.
Lui era un giovane medico, da poco laureato e lavorava in quel piccolo ospedale di montagna, sulle rive di un lago. Lei una giovane suora, che lo era diventata in un periodo in cui molte ragazze, ancora giovanissime venivano attirate da quel tipo di scelta. Poi nel tempo molte si pentivano o continuavano tra depressione e malessere. Ora la "moda" di farsi suora è cessata. Le poche suore sono solitamente straniere. Gli ospedali e gli asili ne sono sguarniti.
Quando lui la vide, tra le infermiere, scattò qualcosa, quasi un bisogno di approfondire la conoscenza. Sebbene portasse la veste e la testa fosse parzialmente coperta dal velo, era sicuramente bella. La ragazza provò una certa simpatia per quel dottore in camice bianco, ma represse dentro di sè il desiderio di conoscerlo meglio. In fin dei conti lei era una religiosa che si trovava lì solo per curare gli ammalati ed aveva fatto dei voti.
Ma il diavolo a volte ci mette le corna e a forza di vivere a contatto con quel dottorino, la sua simpatia si stava pericolosamente trasformando in qualcosa di serio e diverso, che le faceva paura. Lui se ne era accorto e vedendola bella e radiosa cominciò ad intrattenersi a volte, con la scusa di parlare delle incombenze degli infermieri. Inoltro era un pò biricchino e qualche anno più tardi ebbe problemi, da medico di condotta, circa la visita in ambulatorio, di una ragazzina minorenne che lo accusò di averla toccata nelle parti intime. Al processo fu assolto, per mancanza di prove. Tra i testimoni anche il prete che parlò a suo favore.
Dopo qualche settimana in ospedale, lui aveva cominciato a passarle le medicine o strumenti medici, toccandole le mani e a quel contatto veniva presa da un senso di eccitazione, il desiderio che quel contatto durasse di più. Tutto ciò era pericoloso, ma i loro incontri ravvicinati avvenivano di nascosto da occhi indiscreti o durante i turni di notte, quando il personale era ridotto al minimo. Una sera, nella sua stanza, lui la baciò con passione. Lei prese paura e scappò, per alcuni giorni cercò di non stare mai sola con il dottore.
Ma ormai il fuoco della passione si era acceso e per quanto lei tentasse di tenerlo sotto la cenere, la fiamma le bruciava dentro e non riusciva a staccarsi dall'immagine di quel bacio, che tanto l'aveva sconvolta e metteva in forse il suo comportamento da suora integerrima.
Una notte, ad ora tarda, lui la chiamò nella sua stanza del medico di guardia. Come lei entrò chiuse la porta a chiave e la trascinò sul lettino. In un primo tempo ella cercò di divincolarsi, ma poi lui le alzò le bianche vesti, le tolse le mutande e la prese. La ragazza non aveva mai fatto l'amore ed era vergine. Quei baci, quelle mani sui seni e quel pene che la faceva godere erano una novità che le piaceva fin troppo, per una che aveva fatto voto di castità, ma ora la carne sentiva il bisogno di un contatto. Era una peccatrice, ma quel peccato non poteva portarla in confessionale, troppo grave il peccato, troppo bello l'amplesso provato, troppo caldi i baci ricevuti e troppo calore le derivava da quei colpi di pisello che invadevano la vagina. Prima aveva persino paura di toccarla quando si lavava ed ora non vedeva invece l'ora che lui venisse prepotentemente dentro di lei, dicendole tutte quelle belle paroline che neppure sapeva si potessero dire...e poi quando le toccava i seni, come se quelle mani, mani di lui stessero suonando al pianoforte, una musica celestiale.
Da allora si trovarono più spesso, sempre in assoluto silenzio ed attenti a non attirare l'attenzione dell'altro personale. Per non alimentare chiacchere, davanti agli altri e di proposito era spesso scontroso con quella suorina e l'idea di tutti era che non la potesse sopportare. Povera suora, trattata così male... Intanto lui continuò a fare l'amore e quel pene che entrava in vagina non la faceva più pensare di essere una peccatrice, ma una donna innamorata. Dalla preghiera passava agli orgasmi che la appassionavo di più del rosario.
Rimase incinta, di aborto allora manco a parlarne. Fu uno scandalo. Lei trasferita altrove, sparita nell'oblio. Lui licenziato, dovette comunque andarsene ad esercitare da un'altra parte. L'ho visto ancora vivo, alcuni anni fa. Camminava con il bastone e faceva fatica ad avanzare. Da anni era in pensione e chissà se tra i suoi pensieri, mentre avanzava lentamente, c'era ancora lei, la bella suorina che in ospedale aveva imparato a fare bene l'amore per poi sparire.
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