Come sono diventato sottomesso a mia moglie Quindicesimo episodio STORIA VERA

di
genere
dominazione

Si era quindi finalmente sbloccata e da quel giorno i suoi miglioramenti furono costanti. Abbandonai anche l’ipotesi che lei lo stesse facendo soltanto per me, cosa che forse avrebbe attenuato un po’ il mio piacere in quanto l’avrei visto come un semplice favore che una moglie innamorata fa al proprio marito. No, lei cominciava ad amare quello che faceva. Lo ribadì più volte lei stessa e credo che si trattasse della sacrosanta verità. Chissà cosa scatenò questo piacere nel sottomettermi in una come lei tutt’altro che dominante dalla nascita. Probabilmente, la mentalità femminile, così diversa da quella maschile, cominciava a trovare piacevole un uomo che in quei frangenti faceva tutto ciò che lei voleva. O forse godeva nel sentirsi così desiderata, così potente. Chissà? Quel che è certo fu che, come sostenevo, lei si divertiva finalmente ad essere la mia moglie dominante, si divertiva a sentirsi superiore, amava combattere e sconfiggermi anche se poi nella vita quotidiana continuava ad essere la moglie un po’ geisha che era sempre stata. E questo perché, è doveroso ricordarlo, le nostre due vite, quella normale insieme a figlia, parenti e amici e quella invece dove lei diventava la moglie più forte e dominante e io il marito debole e sottomesso, scorrevano quasi parallele. E dico < quasi> in quanto alcune rare volte si sono incontrate. Come? Oh beh, in modo banale e ludico. Un esempio? C’è da scegliere un film ed io voglio vederne uno e lei un altro? Beh, è capitato che lei si impossessasse del ruolo dominante per prendere la decisione. Più per divertimento che per voglia di prevaricare l’altro. Tanto per me non sarebbe cambiato niente e l’avrei accontentata ugualmente come qualunque uomo innamorato della propria donna. Ma nelle decisioni serie, quelle che contavano realmente, le decisioni le abbiamo sempre prese di comune accordo. Anzi, posso affermare che è sempre stata lei a lasciare la decisione al sottoscritto grazie all’enorme fiducia che, bontà sua, ripone in me. Pian piano, dovetti anche ammettere che quello era il sistema perfetto, la giusta via di mezzo. E’ vero che io avevo sognato la dominazione della mia donna in modo continuativo ma è altrettanto vero che sarebbe stato quasi impossibile, almeno per come poi cominciai a vederla, se questa dominazione fosse stata davvero h24. Per entrambi. Per me, essere sottomesso in ogni momento della giornata sarebbe stato davvero troppo faticoso e limitativo mentre per mia moglie sarebbe stato complicato soprattutto da un punto di vista psicologico. Relegare i nostri giochi solo a determinati momenti, non avrebbe cambiato di una virgola la sua stima e soprattutto il suo amore per me mentre una dominazione a 360 gradi sarebbe stata pericolosa perché una donna, sia pur molto dominante, difficilmente può amare e stimare l’uomo che le è sempre sottomesso in ogni ambito. Figuriamoci poi una come lei.

Comunque, quella prima volta ebbe, come appena detto, un’infinità di repliche. Tutte molto simili, a dir la verità. Raccontarle sarebbe pertanto inutile. Almeno una volta a settimana facevamo in modo di rimanere da soli senza nostra figlia e tutto poi avveniva in modo pressoché identico. Lei si andava a vestire sexy, quasi sempre in lattice, mentre io iniziavo a preparare la cena. Mi dava la dimostrazione della sua superiorità fisica dimostrandomi quanto fosse brava nel judo e poi naturalmente io la servivo e riverivo come una regina. In mezzo qualche schiaffo, qualche ordine come accenderle una sigaretta o baciarle i piedi ma a me andava benissimo anche se tutto ciò può sembrare ripetitivo per chi legge. La dominazione però può essere di una sensualità enorme per chi la vive e noiosissima per chi la legge se non si hanno certe sensazioni e a me e mia moglie faceva un effetto erotico strabiliante. Ovviamente, la conclusione era il sesso, cosa non del tutto scontata nel BDSM. Ma per me e per mia moglie la dominazione era anche e soprattutto sesso senza alcun tabù e io attendevo quella serata con ansia e trepidazione. Certo, si faceva sesso anche altre volte ma dopo una serata femdom tutto acquistava una dimensione quasi irreale e incredibilmente sensuale soprattutto considerando che ormai erano diversi anni che stavamo insieme.

Quello che è certo è che mia moglie era diventata veramente un’altra donna. Che fosse più sensuale l’ho già sostenuto ma devo aggiungere che questo suo cambiamento le ha anche portato un diverso approccio nella vita quotidiana e la ragazzina dolcemente piagnucolosa è scomparsa da un bel pezzo per lasciar spazio ad una donna molto più sicura dei propri mezzi. Il rapporto con le altre persone è davvero differente rispetto a prima. Non che sia dominante ma diciamo che… si fa rispettare, che si sa imporre, nei limiti ovviamente della buona educazione e del rispetto altrui, con la conseguenza che riesce quindi a calarsi in modo più efficace nelle vesti di padrona. E inutile sottolineare come io abbia adorato questo suo cambiamento. Praticamente immutato, a parte l’introduzione dello strap-on, è però il nostro modo di intendere la dominazione. La maggior parte delle pratiche sono quasi del tutto bandite dai nostri giochi. Tranne le sculacciate e quindi in gergo lo spanking e alcuni sonori ceffoni, ovvero lo slapping oltre al già citato strap-on, tutto il resto non incontra il nostro favore. Tutto è basato sui suoi ordini che riguardano per la maggior parte dei casi situazioni che hanno a che fare con la comune vita matrimoniale e sulla mia obbedienza ed eventualmente sulle punizioni oltre che naturalmente sulla lotta e rimasi di stucco quando un giorno mi obbligò di comprarle un frustino, cosa che feci immediatamente visto che si trattava di un ordine ben preciso ma lo feci anche con diversi dubbi. Fino a quel momento, si era limitata a farmi il culo rosso con le sue dolci ma forti manine ma da quel momento alternò quella pratica con l’uso del frustino e potete star sicuri che faccio di tutto pur di evitarlo perché fa un male cane. Ecco, finalmente avevo trovato quel timore che sognavo di avere nei suoi confronti e il desiderio di ottemperare a qualunque ordine pur di non essere punito. Si perché se all’inizio cercavo di stimolarla disobbedendole volutamente, in seguito me ne sono guardato bene. E quando faccio qualcosa che mi ordina, qualunque cosa, sapendo che se non la faccio bene, rispettando al millesimo quegli ordini, io posso essere punito in modo abbastanza doloroso oppure con qualche privazione, per me diventa l’unica cosa importante della mia vita. Il lavoro, le preoccupazioni, a volte anche i dispiaceri, non esistono più e devo soltanto pensare a svolgere al meglio ciò che lei mi ha ordinato. Proprio come pensavo quando ero un ragazzino, quando immaginavo che la mia donna potesse avere il pieno controllo su di me. E se mi sarò comportato male, non per mia volontà ma per inettitudine o per casualità, avrò la punizione che mi spetta e se invece avrò ottemperato al suo ordine in maniera ottimale, per me ci sarà la ricompensa che potrà essere anche una sola carezza, un lieve bacio oppure la cosa più bella: fare l’amore con lei, rinnovando ogni volta la meravigliosa sensazione di appartenenza. Ecco, l’appartenenza. Io mi sento suo. Nei momenti dedicati al femdom mi ci sento in modo assoluto. Non come oggetto di proprietà ma come persona che ha deciso di vivere quelle sensazioni sempre con la stessa donna. Difficile da spiegare e forse difficile anche da comprendere. In quei momenti, l’amore e la devozione sono a livello quasi irreale e la sensazione più bella che si possa provare in amore è donarsi alla persona amata. Ed è questo ciò che sento; il desiderio di donarmi a lei e di appartenerle. Ecco cosa provo in quelle situazioni. Esattamente quello che avevo sognato per anni.
Continua…

scritto il
2023-09-20
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