Come sono diventato sottomesso a mia moglie Ultimo episodio STORIA VERA
di
DavideSebastiani
genere
dominazione
Come ho sottolineato prima, da quella sera in poi la nostra vita prese una piega ben precisa. Coppia normale per la maggior parte del tempo e momenti invece dedicati al femdom. In quei momenti, il nostro linguaggio è particolare e non rispecchia i classici canoni della dominazione. Tanto per cominciare, non mi chiama mai < schiavo>. E del resto nemmeno mi ci sento. Mi sento semplicemente un uomo, un marito sottomesso conscio della superiorità della propria moglie. Superiorità vera in alcuni casi, vedi ovviamente la lotta dove realmente è in grado di atterrarmi e bloccarmi in pochi secondi, un po’ forzata in altri ma quando si entra nel meccanismo psicologico della dominazione si riesce a vedere la persona che si è eletta come propria donna dominante in un modo non corrispondente al vero e si altera la percezione della realtà. Pertanto, mi appare più bella, più intelligente, più sensuale, tanto che a volte, quando l’immedesimazione è totale, non mi sento adeguato a lei ed il mio desiderio di accontentarla, di farla felice cresce in modo esponenziale in quanto subentra inconsciamente un certo timore di perderla proprio per l’inadeguatezza che mi avvolge in quei momenti di intensa sottomissione. Inadeguatezza che invece non fa parte del mio carattere negli altri momenti dove abbiamo un rapporto assolutamente paritario. Ma dicevo del nostro linguaggio. Lei non mi chiama mai schiavo ma sempre col mio nome mentre io invece a volte la chiamo padrona dandole però sempre del tu. Ma spesso la chiamo anche coi classici nomignoli da innamorato ovvero < tesoro>, < amore> oppure con il suo nome. Mai col nome intero ma sempre col suo nome abbreviato, cosa che faccio anche nella vita di tutti i giorni fin da quando l’ho conosciuta. Non riesco proprio a chiamarla col suo nome intero. Peccato perché ha un bellissimo nome biblico. Ovviamente, è il tono ad essere completamente diverso e il nomignolo con cui la chiamo, che sia < tesoro> o l’abbreviazione del suo nome è rivolto non alla moglie ma alla donna che in quel momento detiene il potere assoluto nei miei confronti e quindi è un tono molto sottomesso, a volte appena accennato. Ma perché questo linguaggio un po’ anomalo in un rapporto femdom, direte voi? Perché in fondo ciò che facciamo può essere paragonato a un gioco di ruolo dove noi continuiamo ad interpretare il ruolo di moglie e marito. Una coppia fuori dagli schemi, una coppia in cui lei mi comanda a bacchetta, dove mi punisce, ma pur sempre una coppia. E indietreggiare dinanzi a lei dicendole “No amore, ti prego” ha per me una valenza superiore rispetto a un “No padrona, ti prego” in quanto mi riporta a quel ruolo che ho sempre desiderato fin da quando ho memoria; quello del maschio sottomesso alla propria donna. E solo alla propria donna. E sempre a proposito di linguaggio, una piccola curiosità. Nei momenti femdom, è bandito ogni accenno di dialetto e si parla soltanto in italiano e mai in romanesco. Beh, a dir la verità lei usa il dialetto davvero raramente mentre io lo uso un po’ più frequentemente. Chissà perché abbiamo fatto questa scelta involontaria. Forse perché il romanesco può essere a volte scurrile e addirittura volgare mentre nelle scene che noi mettiamo in atto ci vuole un certo tipo di linguaggio che deve essere calmo e auto controllato da parte sua e servile da parte mia e il dialetto, soprattutto quello romanesco, poco si addice a quei momenti. Anche perché, nella mia visione della dominazione, una padrona volgare e sguaiata mi farebbe passare tutta la voglia di sottomettermi. Inutile aggiungere che anche le parolacce non fanno parte del nostro modo di interloquire e del suo modo di dominare. Soprattutto per il suo modo naturale di esprimersi sempre perfettino in ogni situazione. Pertanto, il massimo che le può uscire dalla bocca sono frasi tipo “Ti stai comportando da idiota” e mai o epiteti similari. Ma quella frase pesa come un macigno ugualmente perché rende perfettamente l’idea che mi sono messo in un brutto guaio e che la punizione sta per arrivare. Il fatto che poi quella punizione ecciterà la mia fantasia è un fatto consequenziale in quanto in quel momento sono veramente addolorato di averla in qualche modo delusa.
E naturalmente è anche cambiato il mio approccio nei suoi confronti nei momenti di vita normale. Non sottomesso perché non vuole e si incazzerebbe ma certamente mi viene spontaneo vederla in modo diverso. Quindi, non la vedo da padrona. No, quello nei momenti normali no, ma di sicuro mi rapporto con lei con più rispetto e ammirazione. Non che prima non la rispettassi e non la ammirassi, intendiamoci. Ma ammirazione e rispetto hanno un significato diverso rispetto a prima. Si tratta di sfumature che però hanno la loro importanza nel nostro rapporto.
Forse vi chiederete in che modo noi da coppia normale diventiamo invece una coppia che pratica la dominazione. Beh, le abbiamo provate un po’ tutte. Persino un ridicolo < Inizia il gioco> < Finisce il gioco> che non ci lasciò ovviamente molto soddisfatti. Scartata quasi subito l’idea di comprendere al volo la situazione. Era alquanto problematico entrare nei ruoli all’improvviso e, almeno da parte mia ma presumo anche per lei, si faceva fatica a scindere i due personaggi. Io infatti ho bisogno di un po’ di tempo per entrare bene nel ruolo. Mi devo immedesimare e abbandonare completamente i panni del marito un po’ viziato non è proprio facile. L’ideale riuscimmo a trovarlo nel modo più banale possibile; un semplice messaggio. Possibilmente quando non siamo insieme. Non trascorrendo quasi mai, a parte la domenica, i pomeriggi insieme visto che io, appena posso, mi rifugio a casa mentre lei tra palestra, mamma, sorella e naturalmente figlia e nipotino, sta praticamente fuori fino all’ora di cena, abbiamo di fronte a noi diverso tempo per calarci completamente nei personaggi. E devo dire che funziona
Pertanto, fin da quando mi arriva il suo messaggino che mi avverte che sta per entrare nei panni della mia padrona, continuando per quando mi metto ai fornelli per prepararle la cena ( o il pranzo) proseguendo per quando la servo, felice di vedere se ha gradito ed estremamente preoccupato se noto qualche dubbio sulla bontà delle mie prelibatezze, affascinato dai suoi abiti spavaldamente sensuali che indossa in quei momenti e che me la fanno desiderare allo spasimo, alla fine il momento clou è sempre quello. Farò l’amore con la mia padrona? Sarà così magnanima da concedersi a me? Beh ragazzi, cosa si prova lo può sapere solamente chi ha le mie stesse sensazioni. E sono felicissimo di poterle vivere finalmente dopo anni in cui le avevo solamente sognate e desiderate.
Conclusione. Sono felice? Ho davvero realizzato tutti i miei sogni di ragazzino? Alla prima domanda l’istinto mi porterebbe a rispondere di sì ma un minimo di buon senso mi fa sostenere invece che posso ritenermi abbastanza soddisfatto complessivamente della mia vita e non potrebbe essere altrimenti. La felicità vera e propria invece è relegata solo a determinati momenti tra cui naturalmente quelli in cui M. diventa la mia padrona. Alla seconda direi di no. Alcuni desideri erano davvero irrealizzabili come ad esempio il fatto che gli altri dovessero tremare di paura di fronte a lei e che io mi rapportassi con la mia donna sempre in modo sottomesso anche dinanzi ad altre persone. Ma devo anche aggiungere che il nostro rapporto è work in progress e che non mi sento di escludere ulteriori cambiamenti, soprattutto da quando la nostra unica e adorata figlia si è sposata lasciandoci campo libero e tanto più tempo a disposizione. E se quei cambiamenti ci dovessero essere, sarò felice di mettervene a conoscenza. Cosa aggiungere? Beh, il fatto che ancora adesso, dopo tanti anni ho un brivido quando leggo il suo messaggio che mi avverte che sta per tornare in casa nei panni di padrona e che in quei panni per me è completamente irresistibile. E’ il mio viagra personale. Anche adesso che non siamo più ragazzini, la mia eccitazione è alle stelle e la desidero come e più di quando ero un ragazzo con ettolitri di testosterone nelle vene. A volte, nella maggior parte dei casi, tutto dura una serata e dopo il sesso tutto si conclude ma altre volte invece, sia pur raramente, la dominazione prosegue. Io non ho voce in capitolo. E’ lei che decide quando iniziare e quando smettere e a volte le piace continuare e a me la cosa non può che far piacere, soprattutto perché dimostra quanto a lei piaccia i ruolo di dominatrice. E chissà se riusciremo a battere il record di due settimane di seguito stabilito durante il lock down. Cosa davvero complicata perché devo riconoscere che aveva ragione lei, come al solito. Come sesso alternativo funziona a meraviglia ma come stile di vita è davvero faticosissimo e lei lo aveva capito con grande anticipo rispetto a me. Sì, decisamente meglio così perché mi godo la dolce mogliettina carina e innamorata e la padrona sensualissima, severa e autoritaria. E con questo è veramente tutto.
In fede
Davide Sebastiani
E naturalmente è anche cambiato il mio approccio nei suoi confronti nei momenti di vita normale. Non sottomesso perché non vuole e si incazzerebbe ma certamente mi viene spontaneo vederla in modo diverso. Quindi, non la vedo da padrona. No, quello nei momenti normali no, ma di sicuro mi rapporto con lei con più rispetto e ammirazione. Non che prima non la rispettassi e non la ammirassi, intendiamoci. Ma ammirazione e rispetto hanno un significato diverso rispetto a prima. Si tratta di sfumature che però hanno la loro importanza nel nostro rapporto.
Forse vi chiederete in che modo noi da coppia normale diventiamo invece una coppia che pratica la dominazione. Beh, le abbiamo provate un po’ tutte. Persino un ridicolo < Inizia il gioco> < Finisce il gioco> che non ci lasciò ovviamente molto soddisfatti. Scartata quasi subito l’idea di comprendere al volo la situazione. Era alquanto problematico entrare nei ruoli all’improvviso e, almeno da parte mia ma presumo anche per lei, si faceva fatica a scindere i due personaggi. Io infatti ho bisogno di un po’ di tempo per entrare bene nel ruolo. Mi devo immedesimare e abbandonare completamente i panni del marito un po’ viziato non è proprio facile. L’ideale riuscimmo a trovarlo nel modo più banale possibile; un semplice messaggio. Possibilmente quando non siamo insieme. Non trascorrendo quasi mai, a parte la domenica, i pomeriggi insieme visto che io, appena posso, mi rifugio a casa mentre lei tra palestra, mamma, sorella e naturalmente figlia e nipotino, sta praticamente fuori fino all’ora di cena, abbiamo di fronte a noi diverso tempo per calarci completamente nei personaggi. E devo dire che funziona
Pertanto, fin da quando mi arriva il suo messaggino che mi avverte che sta per entrare nei panni della mia padrona, continuando per quando mi metto ai fornelli per prepararle la cena ( o il pranzo) proseguendo per quando la servo, felice di vedere se ha gradito ed estremamente preoccupato se noto qualche dubbio sulla bontà delle mie prelibatezze, affascinato dai suoi abiti spavaldamente sensuali che indossa in quei momenti e che me la fanno desiderare allo spasimo, alla fine il momento clou è sempre quello. Farò l’amore con la mia padrona? Sarà così magnanima da concedersi a me? Beh ragazzi, cosa si prova lo può sapere solamente chi ha le mie stesse sensazioni. E sono felicissimo di poterle vivere finalmente dopo anni in cui le avevo solamente sognate e desiderate.
Conclusione. Sono felice? Ho davvero realizzato tutti i miei sogni di ragazzino? Alla prima domanda l’istinto mi porterebbe a rispondere di sì ma un minimo di buon senso mi fa sostenere invece che posso ritenermi abbastanza soddisfatto complessivamente della mia vita e non potrebbe essere altrimenti. La felicità vera e propria invece è relegata solo a determinati momenti tra cui naturalmente quelli in cui M. diventa la mia padrona. Alla seconda direi di no. Alcuni desideri erano davvero irrealizzabili come ad esempio il fatto che gli altri dovessero tremare di paura di fronte a lei e che io mi rapportassi con la mia donna sempre in modo sottomesso anche dinanzi ad altre persone. Ma devo anche aggiungere che il nostro rapporto è work in progress e che non mi sento di escludere ulteriori cambiamenti, soprattutto da quando la nostra unica e adorata figlia si è sposata lasciandoci campo libero e tanto più tempo a disposizione. E se quei cambiamenti ci dovessero essere, sarò felice di mettervene a conoscenza. Cosa aggiungere? Beh, il fatto che ancora adesso, dopo tanti anni ho un brivido quando leggo il suo messaggio che mi avverte che sta per tornare in casa nei panni di padrona e che in quei panni per me è completamente irresistibile. E’ il mio viagra personale. Anche adesso che non siamo più ragazzini, la mia eccitazione è alle stelle e la desidero come e più di quando ero un ragazzo con ettolitri di testosterone nelle vene. A volte, nella maggior parte dei casi, tutto dura una serata e dopo il sesso tutto si conclude ma altre volte invece, sia pur raramente, la dominazione prosegue. Io non ho voce in capitolo. E’ lei che decide quando iniziare e quando smettere e a volte le piace continuare e a me la cosa non può che far piacere, soprattutto perché dimostra quanto a lei piaccia i ruolo di dominatrice. E chissà se riusciremo a battere il record di due settimane di seguito stabilito durante il lock down. Cosa davvero complicata perché devo riconoscere che aveva ragione lei, come al solito. Come sesso alternativo funziona a meraviglia ma come stile di vita è davvero faticosissimo e lei lo aveva capito con grande anticipo rispetto a me. Sì, decisamente meglio così perché mi godo la dolce mogliettina carina e innamorata e la padrona sensualissima, severa e autoritaria. E con questo è veramente tutto.
In fede
Davide Sebastiani
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