Questione di misure Terzo episodio

di
genere
dominazione

E si, ho avuto anch’io le mie esperienze. In realtà, c’e’ un’altra cosa non vera che le bellissima dea ha detto. Ha sostenuto che ho un pisello piccolo ma non ho proprio un pisellino. Insomma, mi vergogno a dirlo perché lo trovo un po’ un difetto ed é per questo che indosso sempre pantaloni larghi. Per non far vedere le forme. Però devo dire che le due ragazze che ho avuto non hanno badato molto a questo mio difetto. La prima si chiamava Paola e faceva la parrucchiera. Beh si chiama tuttora, mica è morta. La conoscevo da sempre perché abitava nel mio stesso palazzo ma fino a quel momento non avevamo avuto molta confidenza. Avevo vent’anni e naturalmente non ero mai stato con nessuna donna. Lei non era particolarmente bella. Anzi, diciamo che la consideravano bruttina. Alta un metro e cinquanta e notevolmente in carne. Un mio amico, anzi l’unico amico che ho mai avuto, Gianni, uno sfigato come me, diceva che facevo prima a saltarle in testa che a girarle intorno, ironizzando sulla sua bassa statura e sulla sua grossezza. E anche di viso non è che fosse particolarmente attraente, con un po’ di peluria sopra il labbro e un volto piuttosto rotondetto. Quel giorno la vidi che stava piangendo sola soletta seduta sul pianerottolo del primo piano, dove lei abitava mentre io invece stavo a quello superiore insieme ai miei genitori. Le andai vicino
“ Tutto bene, Paola?” Lei mi guardò quasi con rabbia
“ Che coglione che sei! Sto piangendo e mi chiedi se va tutto bene? Ma secondo te può andarmi bene? No, porca puttana. Non va bene per niente. Contento?”
“ Mi dispiace, te lo giuro. Vuoi sfogarti con me?” Le domandai. Forse sfogarsi le faceva bene. Lei pero’ fece un sorriso amaro
“ Ma che vuoi fare tu? Tu stai messo peggio di me. Comunque, è colpa di Marco, quello stronzo di Marco. Gli avevo fatto capire che mi piaceva. Sai, me lo sarei cavalcato volentieri quello stallone. E invece sai che mi dice?”
“ No, non lo so”
“ Certo che non lo sai. Come fai a saperlo?”
“ E allora perché mi hai chiesto se lo sapevo?”
“ Dio santo. E’una domanda retorica. Ma mica è colpa tua. La colpa è mia che mi metto a parlare con te. Va beh. Dicevo dello stronzo. Mi ha detto che sono una puttana in barile. Barile per quanto sono grossa e puttana perché la do a tutti”
“ Ma allora è davvero uno stronzo” le dico per rincuorarla
“ Stronzo e bugiardo” rincara lei
“ Perche’ non è vero che sei un barile e che la dai a tutti”
“ Beh, forse sul fatto che mi ha paragonata a un barile ha ragione perché non sono proprio una modella. Ma non è vero che sono una puttana e che l’ho data a tutti. Prima di tutto non mi faccio pagare e la do via gratis se no una come me quando scoperebbe? E poi non la do a tutti. Diciamo che la do volentieri a chi me la chiede. A te per esempio non l’ho mai data. Almeno mi sembra. Perché non e’ che mi possa ricordare tutti quelli con cui ho scopato ma forse uno come te me lo ricorderei. A meno che non fossi ubriaca”
“ Grazie. Mi fa piacere che se tu fossi venuta con me te lo ricorderesti”
“ Guarda che non era un complimento. Uno brutto e secco come te me lo ricorderei” Alzai le spalle. C’ero abituato e in fondo apprezzavo la sua sincerità
“ Beh, non fa niente. Però dai su, smettila di piangere. Marco non ti merita” Lei sorrise e mi accarezzò il volto
“ Sei proprio un bravo ragazzo. Peccato che sei più brutto della morte e col cervello che funziona a intermittenza. Dai, entriamo in casa che ti offro qualcosa da bere” La seguii in casa sua. Non piangeva più ed ero felice di averle tirato un po’ su il morale. Non c’era nessuno e Paola mi offrì una Coca Cola mentre lei stappò con i denti una bottiglia di birra e la tracannò in un secondo. Alla sua seconda birra cominciò a guardarmi in un modo strano
“ Senti un po’. Ma tu hai mai trombato?”
“ Trombato nel senso di suonare la tromba?”
“ No, il pianoforte”
“ Allora si dovrebbe dire < pianofortato> e non < trombato>. Comunque no ma mi piacerebbe studiare musica” Scoppiò a ridere
“ Mi hai fatto passare il malumore con la tua idiozia. No, resetta tutto. Intendevo chiederti se tu hai mai scopato. E non mi dire che hai ramazzato per terra perché se no ti prendo a schiaffi. Praticamente, hai mai fatto l’amore?”
“ Veramente no” le risposi un po’ intimorito
“ Oggi voglio essere generosa. Ti farò da nave scuola. Sei contento?” Io la guardai meravigliato
“ Vuoi dire che ti arruoli in marina?” lei allargò le braccia sconsolata, proprio come ha fatto la signorina Ludovica poco fa
“ Tu stai messo proprio male. No, non vado in marina. Fare da nave scuola significa che ti insegnerò a fare sesso. Insomma, sarò io la tua prima donna, sperando di sentire qualcosa”
“ Davvero? “ dissi molto intimorito. Nessuna donna mi aveva mai visto nudo e io mi vergognavo come un ladro
“ Non mi sembri molto contento”
“ No, lo sono ma vedi, ho un piccolo difetto”
“ Un difetto? Ce l’hai storto? O forse ce l’hai minuscolo? Va beh dai, spogliati così me ne renderò conto di persona. Sai, mi reputo abbastanza esperta visto che ho conosciuti un bel po’ di cazzi nella mia vita” Con molta riluttanza iniziai a spogliarmi e quando rimasi nudo guardai Paola che era rimasta con la bocca aperta e gli occhi spalancati. Vidi anche che poi si leccò le labbra come se avesse fame mentre io ero imbarazzato da morire
“ O Cristo santo. Tu non hai un piccolo problema. Tu hai un grosso problema. Un grossissimo problema. Un problema immenso, enorme, galattico”
“ Senti Paola. Se non vuoi più farlo, non fa niente”
“ Tu non ti muovi da qui. Se provi a rivestirti io ti ammazzo. Si che voglio farlo. Non voglio altro”
“ E Marco?”
“ Fanculo Marco. Ho qui di fronte a me la prova dell’esistenza di Dio, figurati se m’interessa ancora quello stronzo”
“ Allora non ti fa schifo?” dissi indicando il mio pisello che cominciava anche ad alzarsi
“ Se mi fa schifo? Tu non ti rendi conto che cosa possiedi, Andrea”
“ Ho il pisello un po’ troppo grosso” risposi
“ Grosso? E’ enorme, santi numi. Ma ci passerò sopra. Anzi, ci monterò sopra. E quando mi ricapita una cosa del genere”
“ Grazie. Ma non hai problemi a fare sesso con me anche se non siamo fidanzati?”
“ Ci siamo fidanzati in questo momento. Ora piantala di parlare e sdraiati” Mi diede una spinta e mi fece andare sul letto. Non sembrava essere turbata da quel mio difetto di avercelo un po’ troppo grosso e ne ero felice. Lei si spogliò rapidamente e si mise sopra di me. Stavo per scoprire cosa significasse fare l’amore.

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davidmuscolo@tiscali.it
scritto il
2023-12-02
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