Una serata con mia moglie Quarto episodio STORIA VERA
di
DavideSebastiani
genere
dominazione
Intanto, sembra aver finito. Di solito, le nostre serate sono molto più lunghe e complesse. Cominciano da quando mi manda un messaggino dicendomi che sta per entrare nei panni di padrona e quindi devo preparare la cena, servirla, riverirla e poi proseguono con qualche mossa di judo e si concludono col sesso ma non prima di qualche sonoro ceffone sul tipo di quelli che mi sono arrivati pochi secondi fa. A volte c’è spazio per lo strap-on, l’oggettino più recente dei nostri momenti di gioco e ben poco per quanto riguarda i piedi. A me non piacciono e lei ci si addormenta. Le piacciono perché perché la rilassano ma non ci prova alcun piacere dominante anche se a volte mi ordina di dare qualche bacio a quelle scarpe col tacco altissimo. Più per rendere evidente la sua dominazione che per reale piacere. C’è poco altro. Niente scat e pissing, niente spitting o leccare suole sporche, nessun tipo di calpestamento ma quasi esclusivamente azioni che riguardano la vita quotidiana ovviamente rivedute e corrette. Quello che ci eccita non è la pratica in sé stessa ma l’ordine che deve essere dato col tono giusto. Qualunque esso sia. Anche l’azione più banale diventa dominazione. Anzi, a mio parere lo diventa maggiormente perché non ha le esagerazioni che la maggior parte delle pratiche bdsm richiede e sembra quasi vita vera. L’unica differenza è che il potere è suo e se non faccio le cose per bene sono botte o punizioni. E vi giuro che faccio di tutto per non subirle. Strano, direte voi. “Se ti piacciono le donne che fanno arti marziali, il bello è proprio che lei passi all’azione con qualche bella mossa” Errore! Non funziona così. Io devo obbedirle a prescindere e cercare di fare le cose per bene. Quando cucino per lei, ad esempio, ci metto tutta la passione e l’amore. Sto attento a ogni piccolo particolare e mi viene l’ansia quando devo mettere il sale. Sarà troppo salata? O insipida? E la pasta è troppo cotta o troppo cruda? Devo fare le cose per lei e devo farle bene. Non mi piace prendere le botte. Il mio piacere sta nel sapere che potrebbe farlo se volesse. E’ questo che mi eccita. Obbedirle perché lei, per bellezza, per intelligenza, per forza, per altezza, mi è superiore. Ovviamente, bisogna calarsi un po’ nella parte perché spesso questa superiorità non è reale ma vi garantisco che dopo pochi minuti la vedo come una donna straordinaria e mi capita addirittura di avere un vero e concreto timore nei suoi confronti. E se poi le prendo significa che la mia indiscussa padrona ha deciso che me le merito. Quindi, non mi eccitano le botte ma il potere che lei ha nei miei confronti. Anche quello di picchiarmi o di punirmi se e quando vuole senza che io possa far niente per evitarlo. Ma forse la situazione che eccita maggiormente la mia mente bacata non è tanto la punizione ma… il premio. E non parlo del premio finale, ovvero la possibilità di fare sesso con lei ma anche un semplice elogio. Vado in estasi quando lei, dopo una mia azione, mi dice che sono stato bravo. Come? Non capite? Eppure è semplice. Cosa c’è di meglio di un elogio della donna che abbiamo eletto come padrona? Della donna che può fare qualsiasi cosa con noi? Non so voi ma io sono fiero di averla fatta contenta e la mia sottomissione nei suoi confronti diventa ancora maggiore mentre quando mi punisce, come ha fatto stasera, sono addolorato perché mi rendo conto di non averla accontentata.
Quindi, come si può evincere, serate molto lunghe e apparentemente complesse.
Ovviamente, visto l’orario, stasera è tutto molto ridotto all’osso perché se ci dilunghiamo facciamo mattina ma c’è spazio per un’altra scenetta classica
“ Vai a prendermi una sigaretta e poi in ginocchio col portacenere in mano” mi ordina infatti. Lo faccio e glie l’accendo mentre lei si è messa seduta sul letto. Io invece obbedisco al suo ordine e mi inginocchio ai suoi piedi. La guardo adorante mentre fuma e l’erezione non accenna a diminuire perché mi sento completamente in suo potere. Ed è questo che ho sempre cercato. Da un po’ di tempo abbiamo inserito una variante. Usa la mia bocca come portacenere. Avevo in realtà molta paura ma la cosa mi intrigava e glie ne avevo parlato. Per diversi anni, lei si è sempre dimostrata un po’ restia ai cambiamenti ma negli ultimi… diciamo 5/6 anni, ha cominciato ad accoglierli in modo più favorevole. Mi aveva ovviamente chiesto se ci potessero essere problemi nell’ingoiare cenere e le avevo risposto di no visto che mi ero informato e che erano semmai le cicche a causare problemi. Pertanto, spesso mi usa come portacenere, cosa che mi eccita soprattutto quando mi < costringe> con la forza. Questa sera però decide di gettarla in un contenitore più idoneo che io tengo servilmente in mano mentre sono in ginocchio. Termina di fumare e si alza ordinandomi di fare altrettanto. Mi accarezza ma io non posso farlo se non voglio farmi arrivare altri schiaffi. Devo aspettare un suo ordine ma intanto il fratellino preme di nuovo sul suo corpo e sono sempre più eccitato. Finalmente, la sua bocca si posa sulla mia. Dio, quanto desideravo quel bacio. Non ce la faccio più. Sento il desiderio di toccarla e di correre il rischio, Poso finalmente le mie mani sui suoi fianchi ma per mia fortuna stasera sembra ben disposta. Non crediate che sia sempre così. Come dicevo, a volte mi sono beccato degli schiaffoni per averla toccata senza il suo permesso. Dipende dal suo umore, da come ha voglia di portare avanti la dominazione. Fatto sta che stavolta non mi dice niente. Anzi, mi prende le mani e le fa scendere sul sedere. L’ho già detto ma sono costretto a ripeterlo che trovo il suo culetto la parte più sensuale del suo corpo. E dopo aver toccato quel meraviglioso lato B strizzato nel lattice, io sono cotto a puntino. Il mio cervello recepisce ormai poche cose come ad esempio < fica, padrona, obbedienza>. Dubito che in quel momento io sia capace di intendere e di volere e lascio le mosse successive a lei che mi ordina di slacciarle il corpetto. Non è come togliere un reggiseno, azione della quale sono maestro, scusate l’immodestia, perché quel corpetto che è decisamente sexy sembra però avere l’antifurto col blocchetto. E io comincio pure a vederci poco. Mannaggia l’età. Ma ce la faccio senza sforare col tempo massimo. E adesso è a seno nudo. Si sdraia sul letto
“ Toglimi le scarpe e aiutami a togliere i pantaloni”
“ Subito padrona” Per togliere le scarpe ci metto poco ma togliere un pantalone di lattice non è semplicissimo perché c’è il rischio di romperlo. E costano un occhio della testa. M. mi aiuta comunque a sfilarlo ed è di nuovo interamente nuda perché stavolta non ha messo abbigliamento intimo. Mi ordina di sdraiarmi sul letto e si mette sopra di me. Ci baciamo ancora e ci lasciamo trasportare dalla sensualità del momento. La voglio. Ma non sta a me decidere e attendo che sia lei a dirmi di poterlo fare. Lo fa da sola e sento finalmente quel calore inimitabile che quella parte del corpo femminile regala ad un maschio. Lei socchiude gli occhi
“ Adesso sì che va bene. Anzi, benissimo” Dio, che felicità mi donano quelle parole. Ma non stiamo facendo l’amore come una normale coppia. Lei è la mia indiscussa e amatissima padrona e me lo ricorda prendendomi il mento e affondando le sue unghie rosse sulle mie guance già martoriate dai suoi schiaffi “Se te ne vieni senza il mio ordine, per te si mette male”
“ Non lo farò, padrona” l’assicuro. E sono abbastanza certo di riuscirci perché, pur se non eccelsa, ho già avuto un’eiaculazione e la seconda ci mette sempre un bel po’ ad arrivare. Di solito. Per di più, non sono mai stato un velocista, per mia fortuna. Beh, forse nemmeno un maratoneta ma diciamo che come mezzofondista me la sono sempre cavata. Ma nella seconda, Abebe Bikila mi fa una pippa. Ehm… Per dovere di cronaca devo ammettere che la seconda mi riesce ormai solo con la dominazione. Ma non stiamo a sottilizzare.
Adesso è meraviglioso. Lei mi afferra le mani e poi ne lascia una e con quella libera… Altro schiaffo
“ Questo è per…”
“ Si, lo so, perché non ti ho soddisfatta, mia padrona” Sta per ridere e deve trattenersi altrimenti la scena scivolerebbe nel comico
“ No, è perché volevo dartelo e visto che comando io, lo faccio” Queste parole incrementano ancora la mia eccitazione mentre lei continua a muoversi sopra di me
“ Giusto padrona”
“ E allora ripeti. Chi comanda?”
“ Tu padrona. Tu amore mio” Si, l’ho chiamata ma non è strano. Direi che è complicato da spiegare. E si perché è vero che la chiamo quasi sempre ma in realtà non è che io mi senta proprio uno schiavo. Io mi sento un marito sottomesso che obbedisce alla sua donna, che fa tutto quello che lei vuole ma che al contempo la ama anche come donna e non solo come padrona. Si, lo so che poi, fatti alla mano, molto spesso come normale marito non riesco del tutto a soddisfarla sessualmente ma, credetemi, i miei sentimenti sono limpidi e quindi chiamarla è del tutto normale. Perché è ciò che lei è per me: l’amore della mia vita. E’ rimasta ovviamente contenta della mia risposta anche se lo sa perfettamente che in quei momenti è lei a comandare ma repetita juvant, come dicevano i miei antenati un paio di millenni orsono. E sento che ha anche aumentato i movimenti del bacino. Soffia in alto per spostare una ciocca di capelli che le sono andati sull’occhio ma la ciocca è dispettosa e torna a coprirle l’occhio e allora se la deve spostare con la mano. I nostri respiri si sono fatti via via sempre più affannosi. Se non fossi venuto prima, con questo andazzo sarei già schizzato come una fontana da un bel pezzo e a questo punto devo dire che è stata una cosa positiva. Oh, non per me ma per lei. Dicono che una padrona non debba fare sesso col proprio schiavo. Cazzate! E’ la cosa più bella che possa esistere se ci si dedica a lei e il nostro piacere passa in secondo piano rispetto al suo. Certo, il piacere c’è ed è enorme anche e soprattutto per me ma bisogna sentirsi come un giocattolo sessuale a sua disposizione. E io mi ci sento, in questo momento. Se mi obbligasse a non venire per me cambierebbe poco. Beh, non dico che sarei contento ma giuro che lo accetterei serenamente come accetto tutto ciò che mi ordina in questi momenti. Poi magari nella vita quotidiana litighiamo come ogni coppia ma adesso è lei che decide tutto e se me ne farà venire le sarò profondamente grato. Dipendo da lei, dai suoi umori, dalla sua volontà e tutto questo non ha prezzo ed è semplicemente meraviglioso. Ma intanto i suoi movimenti diventano ancora più frenetici. Lo sento che le sta piacendo. Dopo 33 anni non ci sono trucchi e non ci sono inganni. Se le piace lo percepisco immediatamente così come lei si rende subito conto se il mio godimento è ottimale. E adesso vedo che le piace e sono felice. Vorrei baciarla ma il suo busto è eretto e ovviamente non ci arrivo. Mica faccio il contorsionista di mestiere. Apro quindi la bocca per farle capire che desidero le sue labbra ma i suoi occhi sono quasi completamente chiusi e non ci fa caso. I movimenti sono ancora più veloci e anche io comincio a sentire che il piacere sta per raggiungere il picco. Ormai ce ne ho per poco.
Continua...
Quindi, come si può evincere, serate molto lunghe e apparentemente complesse.
Ovviamente, visto l’orario, stasera è tutto molto ridotto all’osso perché se ci dilunghiamo facciamo mattina ma c’è spazio per un’altra scenetta classica
“ Vai a prendermi una sigaretta e poi in ginocchio col portacenere in mano” mi ordina infatti. Lo faccio e glie l’accendo mentre lei si è messa seduta sul letto. Io invece obbedisco al suo ordine e mi inginocchio ai suoi piedi. La guardo adorante mentre fuma e l’erezione non accenna a diminuire perché mi sento completamente in suo potere. Ed è questo che ho sempre cercato. Da un po’ di tempo abbiamo inserito una variante. Usa la mia bocca come portacenere. Avevo in realtà molta paura ma la cosa mi intrigava e glie ne avevo parlato. Per diversi anni, lei si è sempre dimostrata un po’ restia ai cambiamenti ma negli ultimi… diciamo 5/6 anni, ha cominciato ad accoglierli in modo più favorevole. Mi aveva ovviamente chiesto se ci potessero essere problemi nell’ingoiare cenere e le avevo risposto di no visto che mi ero informato e che erano semmai le cicche a causare problemi. Pertanto, spesso mi usa come portacenere, cosa che mi eccita soprattutto quando mi < costringe> con la forza. Questa sera però decide di gettarla in un contenitore più idoneo che io tengo servilmente in mano mentre sono in ginocchio. Termina di fumare e si alza ordinandomi di fare altrettanto. Mi accarezza ma io non posso farlo se non voglio farmi arrivare altri schiaffi. Devo aspettare un suo ordine ma intanto il fratellino preme di nuovo sul suo corpo e sono sempre più eccitato. Finalmente, la sua bocca si posa sulla mia. Dio, quanto desideravo quel bacio. Non ce la faccio più. Sento il desiderio di toccarla e di correre il rischio, Poso finalmente le mie mani sui suoi fianchi ma per mia fortuna stasera sembra ben disposta. Non crediate che sia sempre così. Come dicevo, a volte mi sono beccato degli schiaffoni per averla toccata senza il suo permesso. Dipende dal suo umore, da come ha voglia di portare avanti la dominazione. Fatto sta che stavolta non mi dice niente. Anzi, mi prende le mani e le fa scendere sul sedere. L’ho già detto ma sono costretto a ripeterlo che trovo il suo culetto la parte più sensuale del suo corpo. E dopo aver toccato quel meraviglioso lato B strizzato nel lattice, io sono cotto a puntino. Il mio cervello recepisce ormai poche cose come ad esempio < fica, padrona, obbedienza>. Dubito che in quel momento io sia capace di intendere e di volere e lascio le mosse successive a lei che mi ordina di slacciarle il corpetto. Non è come togliere un reggiseno, azione della quale sono maestro, scusate l’immodestia, perché quel corpetto che è decisamente sexy sembra però avere l’antifurto col blocchetto. E io comincio pure a vederci poco. Mannaggia l’età. Ma ce la faccio senza sforare col tempo massimo. E adesso è a seno nudo. Si sdraia sul letto
“ Toglimi le scarpe e aiutami a togliere i pantaloni”
“ Subito padrona” Per togliere le scarpe ci metto poco ma togliere un pantalone di lattice non è semplicissimo perché c’è il rischio di romperlo. E costano un occhio della testa. M. mi aiuta comunque a sfilarlo ed è di nuovo interamente nuda perché stavolta non ha messo abbigliamento intimo. Mi ordina di sdraiarmi sul letto e si mette sopra di me. Ci baciamo ancora e ci lasciamo trasportare dalla sensualità del momento. La voglio. Ma non sta a me decidere e attendo che sia lei a dirmi di poterlo fare. Lo fa da sola e sento finalmente quel calore inimitabile che quella parte del corpo femminile regala ad un maschio. Lei socchiude gli occhi
“ Adesso sì che va bene. Anzi, benissimo” Dio, che felicità mi donano quelle parole. Ma non stiamo facendo l’amore come una normale coppia. Lei è la mia indiscussa e amatissima padrona e me lo ricorda prendendomi il mento e affondando le sue unghie rosse sulle mie guance già martoriate dai suoi schiaffi “Se te ne vieni senza il mio ordine, per te si mette male”
“ Non lo farò, padrona” l’assicuro. E sono abbastanza certo di riuscirci perché, pur se non eccelsa, ho già avuto un’eiaculazione e la seconda ci mette sempre un bel po’ ad arrivare. Di solito. Per di più, non sono mai stato un velocista, per mia fortuna. Beh, forse nemmeno un maratoneta ma diciamo che come mezzofondista me la sono sempre cavata. Ma nella seconda, Abebe Bikila mi fa una pippa. Ehm… Per dovere di cronaca devo ammettere che la seconda mi riesce ormai solo con la dominazione. Ma non stiamo a sottilizzare.
Adesso è meraviglioso. Lei mi afferra le mani e poi ne lascia una e con quella libera… Altro schiaffo
“ Questo è per…”
“ Si, lo so, perché non ti ho soddisfatta, mia padrona” Sta per ridere e deve trattenersi altrimenti la scena scivolerebbe nel comico
“ No, è perché volevo dartelo e visto che comando io, lo faccio” Queste parole incrementano ancora la mia eccitazione mentre lei continua a muoversi sopra di me
“ Giusto padrona”
“ E allora ripeti. Chi comanda?”
“ Tu padrona. Tu amore mio” Si, l’ho chiamata ma non è strano. Direi che è complicato da spiegare. E si perché è vero che la chiamo quasi sempre ma in realtà non è che io mi senta proprio uno schiavo. Io mi sento un marito sottomesso che obbedisce alla sua donna, che fa tutto quello che lei vuole ma che al contempo la ama anche come donna e non solo come padrona. Si, lo so che poi, fatti alla mano, molto spesso come normale marito non riesco del tutto a soddisfarla sessualmente ma, credetemi, i miei sentimenti sono limpidi e quindi chiamarla è del tutto normale. Perché è ciò che lei è per me: l’amore della mia vita. E’ rimasta ovviamente contenta della mia risposta anche se lo sa perfettamente che in quei momenti è lei a comandare ma repetita juvant, come dicevano i miei antenati un paio di millenni orsono. E sento che ha anche aumentato i movimenti del bacino. Soffia in alto per spostare una ciocca di capelli che le sono andati sull’occhio ma la ciocca è dispettosa e torna a coprirle l’occhio e allora se la deve spostare con la mano. I nostri respiri si sono fatti via via sempre più affannosi. Se non fossi venuto prima, con questo andazzo sarei già schizzato come una fontana da un bel pezzo e a questo punto devo dire che è stata una cosa positiva. Oh, non per me ma per lei. Dicono che una padrona non debba fare sesso col proprio schiavo. Cazzate! E’ la cosa più bella che possa esistere se ci si dedica a lei e il nostro piacere passa in secondo piano rispetto al suo. Certo, il piacere c’è ed è enorme anche e soprattutto per me ma bisogna sentirsi come un giocattolo sessuale a sua disposizione. E io mi ci sento, in questo momento. Se mi obbligasse a non venire per me cambierebbe poco. Beh, non dico che sarei contento ma giuro che lo accetterei serenamente come accetto tutto ciò che mi ordina in questi momenti. Poi magari nella vita quotidiana litighiamo come ogni coppia ma adesso è lei che decide tutto e se me ne farà venire le sarò profondamente grato. Dipendo da lei, dai suoi umori, dalla sua volontà e tutto questo non ha prezzo ed è semplicemente meraviglioso. Ma intanto i suoi movimenti diventano ancora più frenetici. Lo sento che le sta piacendo. Dopo 33 anni non ci sono trucchi e non ci sono inganni. Se le piace lo percepisco immediatamente così come lei si rende subito conto se il mio godimento è ottimale. E adesso vedo che le piace e sono felice. Vorrei baciarla ma il suo busto è eretto e ovviamente non ci arrivo. Mica faccio il contorsionista di mestiere. Apro quindi la bocca per farle capire che desidero le sue labbra ma i suoi occhi sono quasi completamente chiusi e non ci fa caso. I movimenti sono ancora più veloci e anche io comincio a sentire che il piacere sta per raggiungere il picco. Ormai ce ne ho per poco.
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