Ho tradito il mio amico con sua madre

di
genere
tradimenti

Erano passati due anni da quando la Franca mi aveva adescato, (Ho raccontato le mie esperienze di adolescente con i racconti: Tra i due litiganti il terzo gode, e I tradimenti di mia madre) Ci erano voluti due anni, per trovare una donna che si concedesse a me, la madre di Enzo, mi sono sentito un traditore nei confronti del mio amico e di suo padre. Oggi quel tradimento è un lontano ricordo, ma quando ci ripenso, ricordo ogni istante di quella giornata. Era il lontano millenovecentosettantotto, io ed il mio amico Enzo, avremmo compiuto diciotto anni a fine anno, non ne vedevamo l'ora per la sospirata patente. In una calda mattina di fine giugno, mi aveva telefonato per chiedermi di andare a casa sua nel pomeriggio per risolvere un compito scolastico insieme. Lui in matematica era una frana, mentre io me la cavavo, avevamo concordato per le tredici e trenta, ed io puntuale mi ero recato da lui. Era circa mezz'ora che avevamo cominciato, quando la cinquecento di sua madre era arrivata ed aveva suonato insistentemente il clackson. Lui si era affacciato alla finestra, lei lo aveva incaricato di andare subito dalla nonna per consegnarle una borsa con degli indumenti da cucire, Enzo aveva sbottato:" Ma mamma... ho appena iniziato il compito di matematica... vado verso le cinque...!!!" Lei si era arrabbiata:"Devi andare subito, nonna ti aspetta ora, avanti dai, non te lo fare ripetere!!" Lui sbuffando era rientrato e mi aveva detto:"Scusa Pino, quella rompicoglioni si incazza, aspettami mezz'ora, leggiti il giornale, torno subito."Avevo sentito il motorino allontanarsi rumorosamente, avevo preso un giornaletto e alla scrivania mi ero assorto nella lettura. Una moto aveva destato il mio interesse, mi ero affacciato alla finestra con la serranda semiabbassata, ed avevo visto che era arrivato il tabaccaio, la madre di Enzo, era entrata in casa e lui l'aveva seguita, avevano salito la rampa di scale ridacchiando, dalla scrivania avevo visto che erano arrivati nel corridoio, lui le metteva una mano sotto i vestiti e lei rideva, ero spaventato, volevo fare un rumore per segnalare le mia presenza, ma non osavo fiatare, si erano allacciati in un bacio appassionato, lei si era staccata e gli aveva detto:" Dai che tra poco arriva mio figlio, sbrighiamoci..." Erano entrati nella camera dei genitori del mio amico, ero nel panico più imbarazzante, oltretutto dalla mia posizione vedevo il letto matrimoniale, lui le aveva sbottonato il grembiulone estivo, avevo notato che lei aveva le cosce molto ciccione, si era spogliata completamente togliendosi in fretta reggiseno e mutandine, le aveva cinto il collo e lo aveva limonato di nuovo, lui si era abbassato i pantaloni, lei lo aveva trascinato sul letto, si era sdraiata a cosce aperte, lui era entrato in lei ed aveva preso a scopare rumorosamente. Vedevo lui che le aveva alzato le gambe e se le era appoggiate sulle sue spalle, dava dei colpi decisi, sentivo le battute del ventre di lui sulle cosce grassocce di lei, la voce di lei pareva un lamento alternato a degli urli, la scopata era durata forse dieci minuti, il respiro affannoso di lui era diventato un rantolo e diceva ad alta voce:" Vengooo.... vengoooo... come godoooo... prendi tutta la mia sborra...." Quando avevano finito, lui si era tirato su i pantaloni, dal portafoglio aveva preso trentamila lire e gliele aveva lasciate sul comodino. Lei aveva indossato le mutande ed il suo grembiule abbottonandosi, si erano baciati ancora e lui era ridisceso. Avevo sentito la moto partire, speravo che lei andasse in bagno per poter uscire in silenzio, ma lei passando davanti alla porta della camera di Enzo, aveva cacciato un urlo:" Aaahhh... che spavento... -poi con voce di rimprovero- ma tu che ci fai quì?" Ero sudato per il forte imbarazzo, avevo balbettato:" Enzo mi ha raccomandato di aspetarlo...- poi cercando di mitigare l'imbarazzo- stavo leggendo nella attesa..." Ora lei era arrossita, si era accorta di avere il reggiseno in mano, lo aveva messo in tasca, poi si era seduta nella scrivania al posto di suo figlio, pareva dover scoppiare in un pianto, era umiliata e aveva cercato di giustificarsi:"Dobbiamo parlare prima che arrivi Enzo... devi giurarmi che non farai parola con nessuno di quello che hai visto... giura!!" L'avevo rassicurata:" Ma Ada, per chi mi hai preso ? A parte che stavo leggendo e non ho visto un bel niente..."Lei mi aveva interrotto:"Mi prendi per scema? di quì si vede benissimo e tu hai visto, però ti devo fare un discorso da adulto, spero che capirai e terrai per te quello che ti dico." Avevo cercato di tranquillizzarla, ma lei aveva ripreso:" La causa di tutto il mio comportamento è di mio marito... mi tiene schiava dei soldi, se gli chiedo i soldi per la spesa , urla e da in escandescenze, non ho la libertà di comperarmi un vestito o un paio di scarpe, spesso devo mettermi le calze smagliate perchè non ho mille lire per comprarmele, vivo una vita d'inferno con quel bastardo." Le gote erano rigate da due grosse lacrime, le avevo messo un braccio intorno alle spalle per dimostrarle la mia comprensione, lei pareva voler giustificare il suo comportamento ed aveva ripreso:" Il signor Giulio che è a conoscenza della mia situazione, ogni tanto mi aiuta con delle piccole somme in prestito, che io quando posso gli restituisco, e per riconoscenza... ogni tanto mi concedo a lui..." Il mio pensiero anche se giovane capiva benissimo, lei di fatto si prostituiva con il tabaccaio, trentamila lire, non era affatto una piccola somma, a quei tempi, qualche volta con suo figlio Enzo, eravamo andati con una prostituta vicino al naviglio, avevamo pagato tremila lire, lei praticava il prezzo di una prostituta di alto bordo. In ogni caso, a me la cosa non mi riguardava, mi spiaceva per il mio amico Enzo e per quel gran lavoratore di suo marito. Si era asciugata le lacrime, poi mi aveva abbracciato e domandato:" Posso contare sul tuo segreto? Non dirai niente a nessuno? Io saprò compensare la tua discrezione, chiedimi quello che vuoi...." Avevo sorriso, l'avevo rassicurata ancora, poi lei mi aveva baciato sulle labbra, io l'avevo guardata negli occhi, ci eravamo trovati con le bocche unite, sentivo la sua lingua che roteava intorno alla mia, avevo notato che quella lingua era molto carnosa e mi eccitava molto. Avevo infilato una mano nel suo seno, le avevo detto:" Ada... quanto mi piaci... mi fai impazzire di desiderio..."Lei aveva riso e mi aveva infilato una mano nei pantaloni, il mio cazzo era durissimo, lei lo aveva liberato, mi aveva preso per mano e mi aveva condotto nel letto dove poco prima era stata scopata da un altro. Avevamo fatto l'amore in modo veloce, quei colpi di ciak ciak che avevo sentito poco prima, ora erano i miei, la cosa mi eccitava da impazzire, ero venuto dentro quella figa scivolosa con un godimento lungo e intenso. L'avevo baciata a lungo, poi mi ero alzato da quel corpo cicciottello e mi ero ricomposto, lei era andata in bagno e ne era uscita poco dopo, ci eravamo guardati negli occhi ed avevamo riso. Pochi minuti dopo, era arrivato Enzo, avevo pensato:"Appena in tempo", ci eravamo immersi nei compiti, alle cinque era arrivato anche Giuseppe il marito, dagli atteggiamenti che lei aveva con lui, non pareva che il rapporto fosse così male, anzi, al vedere quella mamma e moglie così gentile, sembrava una famiglia felice. A casa, avevo pensato a lungo alla signora Ada, al marito ed al figlio, mi sentivo un traditore, poi avevo guardato mia madre, anche lei aveva tradito mio padre, anche lei aveva fatto l'amore con Mauro per soldi, avevo concluso che mi ero trovato in quelle situazioni che mi avevano fatto crescere, un giorno forse sarei stato come tutte quelle persone che dalla vita prendevano i momenti di piacere e nessuno avrebbe dovuto giudicare.
scritto il
2023-10-25
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