Doccia bruciante

di
genere
etero

Domenica mattina.
La casa è tutta mia, tu sei andato da tua madre.
Vago tra la cucina e la sala a piedi nudi, con le mie mutandine rosa e la tua maglietta bordeaux, per stare più comoda e sentire il tuo odore sulla mia pelle..non mi basta quello che hai lasciato stanotte..

Trovo la fetta di strudel che mi hai riportato dal bar..una dolce coccola.

Rifaccio il letto, anche se tu lo lasceresti sempre disfatto..

Metto un po' in ordine, quel tanto per non sentire la tua vocina pignola nella testa. Sai che ti detesto quando fai così?!

Entro in bagno.
Dovrei farmi una doccia ma prima decido di lavare quei pannelli in vetro studiati per non trattenere il calcare che poi non è mai così.

Pulisco canticchiando una vecchia canzone di Venditti.

Un istante.

Un lampo e mi ritrovo con la faccia appiccicata alle piastrelle.
La maglia zuppa aderisce al mio corpo..
Ma mai quanto te, che di soppiatto sei rientrato.
Mi hai sentita.
E adesso mi fai sentire la tua presenza con tutto il tuo vigore.

Mi afferri i polsi.
Li porti sopra la mia testa.

Spingendoti ancora di più sul il mio corpo.. che sai, essere tuo.

Il tuo sesso preme contro il mio sedere.
Un serpente di granito che dona piacere e dolore.

Mi liberi le mani. Non ne hai bisogno, mi tieni bloccata col tuo corpo.

Una mano si fa strada fra le mie cosce.

Abbassa le mutandine..

Le allarga..

Già gemo nell'anima al pensiero di quello che farai.

Sento la tua cappella puntare al mio buchino stretto stretto..

Lo sai..mi farai urlare.

Dicono che il piacere arriva già nell' attesa.. è la stessa cosa per il dolore!
Un colpo solo e sei dentro di me..

"tu sei dentro di me
come l'alta marea
che riappare e scompare portandoti via.." canta la radio..mentre martelli il mio culo bruciante.
Entrando sempre più nella mia carne.
Facendoti strada a forza, donandomi sensazioni potenti..

Gemo

Urlo

Quasi impreco contro di te, brutale e passionale..

Vorrei picchiarti, prenderti a sberle e invece resto qui a fare le fusa sentendo il tuo piacere crescere..

Non contento mi pieghi di più, per affondare in me.

Le tue dita trovano la mia figa bagnata non solo dalla doccia che scorre lenta..

Mi penetri.

Esci.

Rientri con due o forse tre.. ormai non capisco più nulla..

Una voragine di lussuria e godimento mi sta divorando.

Un ultimo urlo, prima di morire fra le tue braccia che mi accolgono mentre mi baci il collo.

Mi riprendo col pensiero a Venditti, poverello se sapesse dell'uso improprio della sua canzone!

scritto il
2023-11-12
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