Nella doccia,nello spogliatoio, in te..
di
Angie
genere
saffico
Il pavimento bagnato sotto i miei piedi nudi mi dona un brivido che mi percorre la schiena.
Solleva le braccia, fissa il soffitto, piega su un lato, poi sull'altro, giù gli occhialini, regola il respiro, concentrati..via.
L'acqua è il mio elemento,scivolo in essa unendomi a lei corpo e mente,ne faccio parte e lei fa parte di me.
Amo questo momento, i pensieri non esistono. La mente si blocca, troppo concentrata per fantasticare..esiste il mio corpo, i muscoli tesi ma dai movimenti fluidi. Esistono i polmoni allenati a restare in astinenza a lungo. Esisto solo io, sola l'acqua.
Sola, come sempre. Non cerco compagnia, ne ho già troppo di me stessa.
Vasche di riscaldamento fatte, mi fermo un attimo. Mi reggo col braccio al bordo del trampolino, guardo fuori..piove. Le vetrate intorno a me sono dense di umidità, le luci solo per metà spente.
Un accenno di rumore, un respiro forzato. Mi volto. Quando è arrivata? Chi è? Una figura nuota sinuosa, veloce a due vasche dalla mia, non l'ho sentita arrivare, non ha salutato.. mi sembra di conoscerla, è la nuova ragazza arrivata direttamente da Milano, l'ho vista gareggiare l'anno scorso.. l'ho spiata sui social e so che lei ha fatto altrettanto con me.
Ha uno stile impeccabile, quasi come il mio..mi irrita la sua presenza eppure non riesco a toglierle gli occhi di dosso.
"Bravissima Irene! 15"! " L'allenatore della juniores d'élite,lo stesso stronzo che fa fatica a dirmi quanto io sia veloce e perfetta ma ha sempre da criticarmi. Non ci posso credere!
Adesso l'irritazione è diventata vivida. Detesto la competizione..fa uscire il peggio di me, del mio irruento carattereraccio.
Non riesco a riprendere la concentrazione..nella mia testa mille domande senza risposta. Questa cosa vuole? Perché è qua a pavoneggiarsi nella mia piscina?
Aggrappandomi al bordo faccio leva ed esco, mi posiziono, aspetto che finisca la sua vasca, mi deve vedere. Deve capire subito chi comanda qui prima che alzi la cresta la pulcina. Mi tuffo in uno slancio preciso,non uno schizzo.
14"20"'
Mi volto, mi ha osservata. Parte lei. 14"45"' la osservo, si ferma, si volta, le sorrido..un sorriso freddo, capace di gelare l'acqua che ci circonda. Contraccambia, ma con uno sincero.
Adesso siamo dallo stesso lato della piscina,i nostri sguardi si cercano ad ogni fine vasca. Osserviamo una il tempo dell'altra. Sono sfinita, ma non cedo certamente per prima!
Ripartiamo, insieme stavolta.
È un attimo, 14"15"'..tocca prima di me, si volta, sorride. È troppo. Esco, non la guardo neanche,non saluto, non so se odio più me stessa per aver perso o questa arrogante presuntuosa presenza che mi sorride con naturale dolcezza.
Entro in doccia, l'acqua bollente scotta la mia pelle tesa dal nervoso. Cerco di respirare , di calmarmi..
"Ti ho vista in alcune gare, sarebbe bello allenarsi insieme" si affaccia alla semitrasparente barriera di plexiglass.
Spalanco gli occhi sconcertata. Ma chi sei da intrometterti nella mia vita? Chi ti vuole?
Esco dalla doccia, incurante della mia nudità mi fiondo verso di lei..i miei occhi iniettati di veleno le bloccano il dolce sorriso che aveva in volto.
Le svuoto addosso tutta la mia rabbia, abbaiando e ringhiandole contro. Ma lei resta immobile a guardare i miei occhi, come se non avesse sentito nessuno dei miei insulti.
"Bella, io mi alleno da sola. Non ho bisogno di aiuti, di chiacchiere, di amichette! Vai a fare comunella con quelle della pallanuoto..va va.." e la spingo indietro appoggiando le mie mani sulle sue spalle.
Non si smuove. Appoggia le sue dita sulle mie mani ancora sulle sue spalle. Il suo sguardo non ha odio, sereno ma malizioso, invadente e curioso non teme il mio, lo affronta, lo vince turbandomi.
"Ma io non voglio essere tua amica.." sussurra, abbassando lo sguardo per poi rialzarlo più intenso e audace.
Il mio respiro è impazzito così come i miei battiti.
Le sono così vicina da sentire il suo alito caldo sulla mia pelle che si sta velocemente raffreddando. I lunghi capelli biondi le cadono sulle spalle, su quella carnagione lunare, delicata, al sapore di cloro.
La mia mano si muove da sola,senza controllo. Dalla spalla, passo a cingerle la testa, le mie dita fra i suoi capelli, la porto a me, e lei si lascia trasportare..le mie labbra sulle sue così tremanti. Fredde,ma morbide e rosee come il velluto di una rosa che accenna a sbocciare. Subito si scaldano,si accendono come il nostro primo bacio, divorato dalla passione.
La mia lingua trova spazio nella sua bocca accogliente,si unisce alla sua più timorosa, leggera.
Mi stacco dalle sue labbra per guardarla negli occhi,per cogliere il desiderio nel suo sguardo..e lo trovo. Quel dolce caramello è diventato rovente, brillano come gemme infuocate dal fuoco che la sta bruciando da dentro.
Con la mano spalanco la porta della doccia,l'altra ancora fra i suoi capelli la spinge verso di me, verso quel piccolo paradiso tutto nostro.
La porta si richiude dietro i nostri corpi.
Senza dire una parola le abbasso le spalline del costume. Si morde le labbra, ma mi lascia fare. I nostri sguardi non si allontanano un solo secondo, quasi per paura che tutto svanisca.
Mentre le sfilo il costume le mie dita percorrono quel corpo allenato e scolpito da lezioni di nuoto, da una vita di sacrifici, una vita dettata dalla coerenza, dalle regole, e adesso è qui..con la sua avversaria,una ragazza e neanche troppo per bene,a farsi baciare..toccare. La cosa mi eccita tantissimo. Lei uno splendore da scoprire,da assaggiare e io non perdo tempo. La spingo forse con troppa forza contro le piastrelle. La tengo ferma con la mano sulla scapola, le bacio il collo, scendo un po'..le mie labbra accompagnate da un solo mio dito sfiora il suo seno morbido, generoso. I capezzoli duri, sensibili al mio tocco seppur leggero. Mugola socchiudendo gli occhi. Mi inginocchio davanti a lei, ma prima apro l'acqua calda. Una piccola cascata per non dare nell'occhio se dovesse arrivare qualcuno. Metto la mia mano fra le sue gambe che prontamente allarga giusto quel poco che mi basta. La guardo l'ultima volta negli occhi prima di tuffarmi in lei.
Con due dita le apro quel fiore gonfio e caldo. Inizio ad assaporarla, quasi una dolce vaniglia con un tocco di cloro che ancora cola dal suo corpo lungo la piccola foresta incolta. Ad ogni mio morso,ad ogni mio tocco miagola quasi cercando di chiudere le gambe,ma non può imprigionata nella mia morsa. Il piacere cresce in lei..le sue mani sulla mia testa,mi stringono. Vuole di più ed io non me lo faccio ripete.
Neanche l'acqua che scorre sui nostri corpi nudi avrebbe potuto coprire il suo orgasmo, i suoi gemiti così intensi, così veri.. vorrei di più, vorrei darle di più..ma non oggi, non qui.
Solleva le braccia, fissa il soffitto, piega su un lato, poi sull'altro, giù gli occhialini, regola il respiro, concentrati..via.
L'acqua è il mio elemento,scivolo in essa unendomi a lei corpo e mente,ne faccio parte e lei fa parte di me.
Amo questo momento, i pensieri non esistono. La mente si blocca, troppo concentrata per fantasticare..esiste il mio corpo, i muscoli tesi ma dai movimenti fluidi. Esistono i polmoni allenati a restare in astinenza a lungo. Esisto solo io, sola l'acqua.
Sola, come sempre. Non cerco compagnia, ne ho già troppo di me stessa.
Vasche di riscaldamento fatte, mi fermo un attimo. Mi reggo col braccio al bordo del trampolino, guardo fuori..piove. Le vetrate intorno a me sono dense di umidità, le luci solo per metà spente.
Un accenno di rumore, un respiro forzato. Mi volto. Quando è arrivata? Chi è? Una figura nuota sinuosa, veloce a due vasche dalla mia, non l'ho sentita arrivare, non ha salutato.. mi sembra di conoscerla, è la nuova ragazza arrivata direttamente da Milano, l'ho vista gareggiare l'anno scorso.. l'ho spiata sui social e so che lei ha fatto altrettanto con me.
Ha uno stile impeccabile, quasi come il mio..mi irrita la sua presenza eppure non riesco a toglierle gli occhi di dosso.
"Bravissima Irene! 15"! " L'allenatore della juniores d'élite,lo stesso stronzo che fa fatica a dirmi quanto io sia veloce e perfetta ma ha sempre da criticarmi. Non ci posso credere!
Adesso l'irritazione è diventata vivida. Detesto la competizione..fa uscire il peggio di me, del mio irruento carattereraccio.
Non riesco a riprendere la concentrazione..nella mia testa mille domande senza risposta. Questa cosa vuole? Perché è qua a pavoneggiarsi nella mia piscina?
Aggrappandomi al bordo faccio leva ed esco, mi posiziono, aspetto che finisca la sua vasca, mi deve vedere. Deve capire subito chi comanda qui prima che alzi la cresta la pulcina. Mi tuffo in uno slancio preciso,non uno schizzo.
14"20"'
Mi volto, mi ha osservata. Parte lei. 14"45"' la osservo, si ferma, si volta, le sorrido..un sorriso freddo, capace di gelare l'acqua che ci circonda. Contraccambia, ma con uno sincero.
Adesso siamo dallo stesso lato della piscina,i nostri sguardi si cercano ad ogni fine vasca. Osserviamo una il tempo dell'altra. Sono sfinita, ma non cedo certamente per prima!
Ripartiamo, insieme stavolta.
È un attimo, 14"15"'..tocca prima di me, si volta, sorride. È troppo. Esco, non la guardo neanche,non saluto, non so se odio più me stessa per aver perso o questa arrogante presuntuosa presenza che mi sorride con naturale dolcezza.
Entro in doccia, l'acqua bollente scotta la mia pelle tesa dal nervoso. Cerco di respirare , di calmarmi..
"Ti ho vista in alcune gare, sarebbe bello allenarsi insieme" si affaccia alla semitrasparente barriera di plexiglass.
Spalanco gli occhi sconcertata. Ma chi sei da intrometterti nella mia vita? Chi ti vuole?
Esco dalla doccia, incurante della mia nudità mi fiondo verso di lei..i miei occhi iniettati di veleno le bloccano il dolce sorriso che aveva in volto.
Le svuoto addosso tutta la mia rabbia, abbaiando e ringhiandole contro. Ma lei resta immobile a guardare i miei occhi, come se non avesse sentito nessuno dei miei insulti.
"Bella, io mi alleno da sola. Non ho bisogno di aiuti, di chiacchiere, di amichette! Vai a fare comunella con quelle della pallanuoto..va va.." e la spingo indietro appoggiando le mie mani sulle sue spalle.
Non si smuove. Appoggia le sue dita sulle mie mani ancora sulle sue spalle. Il suo sguardo non ha odio, sereno ma malizioso, invadente e curioso non teme il mio, lo affronta, lo vince turbandomi.
"Ma io non voglio essere tua amica.." sussurra, abbassando lo sguardo per poi rialzarlo più intenso e audace.
Il mio respiro è impazzito così come i miei battiti.
Le sono così vicina da sentire il suo alito caldo sulla mia pelle che si sta velocemente raffreddando. I lunghi capelli biondi le cadono sulle spalle, su quella carnagione lunare, delicata, al sapore di cloro.
La mia mano si muove da sola,senza controllo. Dalla spalla, passo a cingerle la testa, le mie dita fra i suoi capelli, la porto a me, e lei si lascia trasportare..le mie labbra sulle sue così tremanti. Fredde,ma morbide e rosee come il velluto di una rosa che accenna a sbocciare. Subito si scaldano,si accendono come il nostro primo bacio, divorato dalla passione.
La mia lingua trova spazio nella sua bocca accogliente,si unisce alla sua più timorosa, leggera.
Mi stacco dalle sue labbra per guardarla negli occhi,per cogliere il desiderio nel suo sguardo..e lo trovo. Quel dolce caramello è diventato rovente, brillano come gemme infuocate dal fuoco che la sta bruciando da dentro.
Con la mano spalanco la porta della doccia,l'altra ancora fra i suoi capelli la spinge verso di me, verso quel piccolo paradiso tutto nostro.
La porta si richiude dietro i nostri corpi.
Senza dire una parola le abbasso le spalline del costume. Si morde le labbra, ma mi lascia fare. I nostri sguardi non si allontanano un solo secondo, quasi per paura che tutto svanisca.
Mentre le sfilo il costume le mie dita percorrono quel corpo allenato e scolpito da lezioni di nuoto, da una vita di sacrifici, una vita dettata dalla coerenza, dalle regole, e adesso è qui..con la sua avversaria,una ragazza e neanche troppo per bene,a farsi baciare..toccare. La cosa mi eccita tantissimo. Lei uno splendore da scoprire,da assaggiare e io non perdo tempo. La spingo forse con troppa forza contro le piastrelle. La tengo ferma con la mano sulla scapola, le bacio il collo, scendo un po'..le mie labbra accompagnate da un solo mio dito sfiora il suo seno morbido, generoso. I capezzoli duri, sensibili al mio tocco seppur leggero. Mugola socchiudendo gli occhi. Mi inginocchio davanti a lei, ma prima apro l'acqua calda. Una piccola cascata per non dare nell'occhio se dovesse arrivare qualcuno. Metto la mia mano fra le sue gambe che prontamente allarga giusto quel poco che mi basta. La guardo l'ultima volta negli occhi prima di tuffarmi in lei.
Con due dita le apro quel fiore gonfio e caldo. Inizio ad assaporarla, quasi una dolce vaniglia con un tocco di cloro che ancora cola dal suo corpo lungo la piccola foresta incolta. Ad ogni mio morso,ad ogni mio tocco miagola quasi cercando di chiudere le gambe,ma non può imprigionata nella mia morsa. Il piacere cresce in lei..le sue mani sulla mia testa,mi stringono. Vuole di più ed io non me lo faccio ripete.
Neanche l'acqua che scorre sui nostri corpi nudi avrebbe potuto coprire il suo orgasmo, i suoi gemiti così intensi, così veri.. vorrei di più, vorrei darle di più..ma non oggi, non qui.
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