Una trasferta di lusso
di
Il-legale
genere
trio
Quando sei un giovane avvocato all’interno di un grande studio legale devi necessariamente buttare giù qualche boccone amaro: quello di Leo sono le lunghe trasferte. A dire il vero in Sicilia doveva esserci l’avvocato anziano dello studio, purtroppo per lui, però, continua ad ignorare lo scarso feeling che c’è tra i suoi problemi al cuore e le giovani escort. L’unica consolazione è che il collega aveva prenotato l’hotel per sé, quindi, almeno per una volta, Leo alloggia nel lusso sfrenato.
Come previsto, la stanza è semplicemente magnifica, anche se parecchio calda. Leo prova per qualche minuto ad armeggiare con l’aria, poi finalmente capisce che il termostato funziona solo se attivato da un interruttore all’ingresso. Molto più sudato rispetto al suo arrivo, molla finalmente il suo piccolo bagaglio sul portavaligie e si butta sotto la doccia; dopo un volo atterrato con sei ore di ritardo ne sente la necessità prima ancora che il desiderio. Con indosso solo un asciugamano a coprire le sue pudenda, Leo tira fuori le sigarette dalla borsa e si avvia verso il balconcino per fumare. La serata è fresca, nonostante sia fine luglio. Si vede il mare, si sente il mare, si respira il mare. Accende la sua malboro rossa, aspira, sbuffa, poi la vede. Nel balconcino accanto al suo una giovane ragazza fuma una sigaretta elettronica. La pallida luce della luna non ancora del tutto piena rivela il suo profilo. È alta, magra, un seno appena accennato sotto un canotta bianca con spalline a filo, il sedere rotondo è coperto appena, le gambe sono lunghissime, il viso sembra grazioso. Si gira verso di Leo, fa un cenno di saluto, chiede una vera sigaretta. Lui controlla nel pacchetto, ricorda di averne ancora una, è così! Si avvicinano, lui la fa accendere. Il viso di lei è davvero bellissimo. La giovane vicina aspira, tira via la sigaretta dalle labbra, spinge fuori il fumo con decisione, poi guarda Leo di sottecchi.
- Una bella serata, vero?
- Si, direi proprio di si.
- Sono Lidia.
- Io sono Leo.
Il caldo è soffocante, Lara non riesce a dormire. L’aria condizionata rotta in un hotel cinque stelle, a fine luglio, in Sicilia, è una roba da pena capitale. Si muove a tastoni con la mano sinistra verso il comodino per cercare il cellulare. L’ora segna l’una del mattino. Controlla se ci sono messaggi o chiamate, ma stranamente ancora nulla. Guarda nel letto accanto al suo, Lidia non c’è, probabilmente è fuori a prendere aria.
Decide di raggiungerla, ma prima passa dal bagno. Toglie la maglia completamente madida di sudore e si rinfresca il corpo con un po d’acqua gelida. Ha le tette letteralmente bollenti. Senza rivestirsi si siede sul water e, nel silenzio irreale della notte, sente distintamente la risata della sua amica seguita dalla voce di un uomo.
Incuriosita, si catapulta alla porta finestra che dà sul balconcino della stanza per guardare di fuori. Lidia sta chiacchierando con il vicino di camera. È un bell’uomo, sui trentacinque. Fumano una sigaretta. Ridono. Non era così che se lo aspettava. Senza pensarci troppo si infila di fretta una canotta di Lidia poggiata su una sedia, consapevole che conterrà a malapena le sue grandi tette, poi esce a conoscere il vicino.
Nonostante lo sforzo, nulla di quanto successo nell’ultima mezz’ora ha senso per Leo. Eppure sembra tutto vero. È ormai completamente nudo, in una stanza d’albergo, ospite di due giovani e bellissime ragazze. A dire il vero la parte delle chiacchiere sul balconcino è per lui molto chiara, così come anche l’offerta di regolare il loro termostato per l’aria, ma tutto quanto successo dopo continua a sembrargli l’assurda trama di un pessimo film porno. Certo potrebbe fregarsene e godersela, ma Leo ha la mania di razionalizzare tutto, perciò più o meno consapevolmente inizia a passare in rassegna tutte le ipotesi più plausibili.
Che siano delle escort? Impossibile! Stando a rigidi precetti del titolare di studio non c’è vera professionista del sesso al mondo che non pretenda il pagamento anticipato. Scartata inevitabilmente anche l’idea di essere così irresistibile da far cadere letteralmente ai suoi piedi ben due ragazze, poco più che ventenni, in meno di un’ora, non resta che la dolorosa ipotesi del sex tape con finalità ricatto. Mentre Lidia e Lara ballano, ormai quasi del tutto nude, al ritmo di un tristemente noto motivetto estivo che sussurra leggero dal telefonino di una delle due, Leo si mette alla disperata, quanto discreta, ricerca di una telecamera nascosta. Dopo un minuto circa di vane e insensate ricerche, però, viene colto dalla più dolce e triste delle epifanie: è povero come la merda ed è solo da oltre tre anni; in pratica non c’è uomo al mondo meno ricattabile di lui. Con rinnovato entusiasmo Leo comincia a muovere i suoi piedi ballando con le ragazze quell’assurdo motivetto di Annalisa, che improvvisamente non è per niente affatto malvagio.
Vestite solo del profumo della loro pelle, Lara e Lidia sono in ginocchio, posizionate sotto il loro ospite. Lara stringe con le mani la base del pisello di Leo, mentre la sua bocca ne accoglie dolcemente la cappella. Scende con le labbra, risale, succhia, poi scivola giù ancora. Ogni tanto si ferma qualche secondo per prendere fiato, ma senza fermarsi. La sua lingua non smette di leccare, di giocare, di torturare.
Sospinta delicatamente dalla mando di Leo, anche Lidia avvicina la sua bocca. É finito per lei il tempo di restare a guardare. Lara libera il pisello che ha in bocca, lo lecca lentamente dalla base fino alla punta, poi con gli occhi invita la sua amica a fare lo stesso. Lidia obbedisce. Le loro lingue si scontrano, bisticciano, si inseguono lungo il caxxo eretto di Leo. Ogni tanto si sfiorano. All’inizio sembra un caso, ma poi succede ancora, e ancora. Le due ragazze cominciano a baciarsi, sotto gli occhi increduli ed estasiati di Leo. Lara continua a masturbargli il caxxo e dopo poco lo dirige verso la sua amica, glielo infila piano in bocca, infine scompare sotto le gambe di Leo per dedicarsi al suo pallame.
Lidia comincia la sua parte in scena con qualche avido succhiotto sulla cappella di Leo. Lui geme, le guarda, vorrebbe registrare nella sua mente ogni istante. Lidia ricambia il suo sguardo, muove la lingua su e giù, la fa roteare, poi torna a ciucciare.
Tutto sembra meravigliosamente perfetto, poi ecco l’inatteso. Lara con la sua lingua si insinua birichina a metà strada tra le palle e il buchetto più osceno. Leo sussulta, chiude gli occhi, infine quasi inconsciamente allarga le gambe per fare strada al proibito proposito di Lara. Eccola, la lingua di Lara avanza docile, solletica, si insinua ormai sempre più audace. Leo è sorpreso, allibito. È una sensazione strana, piacevole.
Mentre la sua mente e il suo godimento sembrano essere destabilizzati da Lara, Lidia riconquista con prepotenza la sua attenzione. Non ci sono più baci o docili sfioramenti. Ormai è un continuo oscillare tra violenti succhiotti e rumorose leccate. Il caxxo di Leo inizia a pulsare per il piacere, Lidia accelera, Lara affonda.
Inconsapevolmente Leo stringe i capelli di entrambe le ragazze, le tira a sé, Lidia tossisce, Lara lo penetra, infine inevitabile arriva l’orgasmo, potente, abbondante.
Lidia butta giù tutto senza battere ciglio, poi riprende a solleticare con la lingua il caxxo esausto di Leo. Lara si ferma, guarda il suo ospite, lo accarezza, sorride.
- Come ti senti, Leo?
- Mi dispiace, non so cosa mi è preso.
Lara e Lidia scoppiano a ridere, insieme, fragorosamente.
- Che c’è? Cosa ho detto di divertente?
Le ragazze si guardano negli occhi, poi è Lidia a spiegarsi.
- Niente, è solo che non ci è mai successo che un cliente si sia scusato per essere venuto. Insomma, hai pagato per questo!
- Cosa ho fatto io?
- Avvocato non ricordi? Hai pagato per il pacchetto tutto compreso. Stanotte puoi avere tutti gli orgasmi che vuoi e sta sicuro che non devi scusarti.
Le parole di Lidia finalmente hanno un senso. Quel vecchiaccio del titolare di studio, prima di finire in ospedale, si era apparecchiato una scopata con due escort anche in Sicilia. Per fortuna di Leo le professioniste del sesso esigono il pagamento anticipato.
Come previsto, la stanza è semplicemente magnifica, anche se parecchio calda. Leo prova per qualche minuto ad armeggiare con l’aria, poi finalmente capisce che il termostato funziona solo se attivato da un interruttore all’ingresso. Molto più sudato rispetto al suo arrivo, molla finalmente il suo piccolo bagaglio sul portavaligie e si butta sotto la doccia; dopo un volo atterrato con sei ore di ritardo ne sente la necessità prima ancora che il desiderio. Con indosso solo un asciugamano a coprire le sue pudenda, Leo tira fuori le sigarette dalla borsa e si avvia verso il balconcino per fumare. La serata è fresca, nonostante sia fine luglio. Si vede il mare, si sente il mare, si respira il mare. Accende la sua malboro rossa, aspira, sbuffa, poi la vede. Nel balconcino accanto al suo una giovane ragazza fuma una sigaretta elettronica. La pallida luce della luna non ancora del tutto piena rivela il suo profilo. È alta, magra, un seno appena accennato sotto un canotta bianca con spalline a filo, il sedere rotondo è coperto appena, le gambe sono lunghissime, il viso sembra grazioso. Si gira verso di Leo, fa un cenno di saluto, chiede una vera sigaretta. Lui controlla nel pacchetto, ricorda di averne ancora una, è così! Si avvicinano, lui la fa accendere. Il viso di lei è davvero bellissimo. La giovane vicina aspira, tira via la sigaretta dalle labbra, spinge fuori il fumo con decisione, poi guarda Leo di sottecchi.
- Una bella serata, vero?
- Si, direi proprio di si.
- Sono Lidia.
- Io sono Leo.
Il caldo è soffocante, Lara non riesce a dormire. L’aria condizionata rotta in un hotel cinque stelle, a fine luglio, in Sicilia, è una roba da pena capitale. Si muove a tastoni con la mano sinistra verso il comodino per cercare il cellulare. L’ora segna l’una del mattino. Controlla se ci sono messaggi o chiamate, ma stranamente ancora nulla. Guarda nel letto accanto al suo, Lidia non c’è, probabilmente è fuori a prendere aria.
Decide di raggiungerla, ma prima passa dal bagno. Toglie la maglia completamente madida di sudore e si rinfresca il corpo con un po d’acqua gelida. Ha le tette letteralmente bollenti. Senza rivestirsi si siede sul water e, nel silenzio irreale della notte, sente distintamente la risata della sua amica seguita dalla voce di un uomo.
Incuriosita, si catapulta alla porta finestra che dà sul balconcino della stanza per guardare di fuori. Lidia sta chiacchierando con il vicino di camera. È un bell’uomo, sui trentacinque. Fumano una sigaretta. Ridono. Non era così che se lo aspettava. Senza pensarci troppo si infila di fretta una canotta di Lidia poggiata su una sedia, consapevole che conterrà a malapena le sue grandi tette, poi esce a conoscere il vicino.
Nonostante lo sforzo, nulla di quanto successo nell’ultima mezz’ora ha senso per Leo. Eppure sembra tutto vero. È ormai completamente nudo, in una stanza d’albergo, ospite di due giovani e bellissime ragazze. A dire il vero la parte delle chiacchiere sul balconcino è per lui molto chiara, così come anche l’offerta di regolare il loro termostato per l’aria, ma tutto quanto successo dopo continua a sembrargli l’assurda trama di un pessimo film porno. Certo potrebbe fregarsene e godersela, ma Leo ha la mania di razionalizzare tutto, perciò più o meno consapevolmente inizia a passare in rassegna tutte le ipotesi più plausibili.
Che siano delle escort? Impossibile! Stando a rigidi precetti del titolare di studio non c’è vera professionista del sesso al mondo che non pretenda il pagamento anticipato. Scartata inevitabilmente anche l’idea di essere così irresistibile da far cadere letteralmente ai suoi piedi ben due ragazze, poco più che ventenni, in meno di un’ora, non resta che la dolorosa ipotesi del sex tape con finalità ricatto. Mentre Lidia e Lara ballano, ormai quasi del tutto nude, al ritmo di un tristemente noto motivetto estivo che sussurra leggero dal telefonino di una delle due, Leo si mette alla disperata, quanto discreta, ricerca di una telecamera nascosta. Dopo un minuto circa di vane e insensate ricerche, però, viene colto dalla più dolce e triste delle epifanie: è povero come la merda ed è solo da oltre tre anni; in pratica non c’è uomo al mondo meno ricattabile di lui. Con rinnovato entusiasmo Leo comincia a muovere i suoi piedi ballando con le ragazze quell’assurdo motivetto di Annalisa, che improvvisamente non è per niente affatto malvagio.
Vestite solo del profumo della loro pelle, Lara e Lidia sono in ginocchio, posizionate sotto il loro ospite. Lara stringe con le mani la base del pisello di Leo, mentre la sua bocca ne accoglie dolcemente la cappella. Scende con le labbra, risale, succhia, poi scivola giù ancora. Ogni tanto si ferma qualche secondo per prendere fiato, ma senza fermarsi. La sua lingua non smette di leccare, di giocare, di torturare.
Sospinta delicatamente dalla mando di Leo, anche Lidia avvicina la sua bocca. É finito per lei il tempo di restare a guardare. Lara libera il pisello che ha in bocca, lo lecca lentamente dalla base fino alla punta, poi con gli occhi invita la sua amica a fare lo stesso. Lidia obbedisce. Le loro lingue si scontrano, bisticciano, si inseguono lungo il caxxo eretto di Leo. Ogni tanto si sfiorano. All’inizio sembra un caso, ma poi succede ancora, e ancora. Le due ragazze cominciano a baciarsi, sotto gli occhi increduli ed estasiati di Leo. Lara continua a masturbargli il caxxo e dopo poco lo dirige verso la sua amica, glielo infila piano in bocca, infine scompare sotto le gambe di Leo per dedicarsi al suo pallame.
Lidia comincia la sua parte in scena con qualche avido succhiotto sulla cappella di Leo. Lui geme, le guarda, vorrebbe registrare nella sua mente ogni istante. Lidia ricambia il suo sguardo, muove la lingua su e giù, la fa roteare, poi torna a ciucciare.
Tutto sembra meravigliosamente perfetto, poi ecco l’inatteso. Lara con la sua lingua si insinua birichina a metà strada tra le palle e il buchetto più osceno. Leo sussulta, chiude gli occhi, infine quasi inconsciamente allarga le gambe per fare strada al proibito proposito di Lara. Eccola, la lingua di Lara avanza docile, solletica, si insinua ormai sempre più audace. Leo è sorpreso, allibito. È una sensazione strana, piacevole.
Mentre la sua mente e il suo godimento sembrano essere destabilizzati da Lara, Lidia riconquista con prepotenza la sua attenzione. Non ci sono più baci o docili sfioramenti. Ormai è un continuo oscillare tra violenti succhiotti e rumorose leccate. Il caxxo di Leo inizia a pulsare per il piacere, Lidia accelera, Lara affonda.
Inconsapevolmente Leo stringe i capelli di entrambe le ragazze, le tira a sé, Lidia tossisce, Lara lo penetra, infine inevitabile arriva l’orgasmo, potente, abbondante.
Lidia butta giù tutto senza battere ciglio, poi riprende a solleticare con la lingua il caxxo esausto di Leo. Lara si ferma, guarda il suo ospite, lo accarezza, sorride.
- Come ti senti, Leo?
- Mi dispiace, non so cosa mi è preso.
Lara e Lidia scoppiano a ridere, insieme, fragorosamente.
- Che c’è? Cosa ho detto di divertente?
Le ragazze si guardano negli occhi, poi è Lidia a spiegarsi.
- Niente, è solo che non ci è mai successo che un cliente si sia scusato per essere venuto. Insomma, hai pagato per questo!
- Cosa ho fatto io?
- Avvocato non ricordi? Hai pagato per il pacchetto tutto compreso. Stanotte puoi avere tutti gli orgasmi che vuoi e sta sicuro che non devi scusarti.
Le parole di Lidia finalmente hanno un senso. Quel vecchiaccio del titolare di studio, prima di finire in ospedale, si era apparecchiato una scopata con due escort anche in Sicilia. Per fortuna di Leo le professioniste del sesso esigono il pagamento anticipato.
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