Vacanze Istriane - di Joe Cabot 18: sabato sera (III parte)

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orge

NELLE PUNTATE PRECEDENTI, Jacopo e Lia, con la sorella di lei Rachele, ed il suo ragazzo Bruno, sono in vanzanca in un albergo sulla costa istriana. Fanno amicizia con il direttore dell'albergo, il signor Laban e la sua giovane protetta, Mila, e questi li coinvolgono nei loro giochi erotici. Una sera i quattro vengono invitati ad una particolare festa in maschera...


Alla signorina Nadja fu lasciato poco più di un attimo per riprendersi. Sempre con il capo basso, ringraziò Rachele e Bruno per le attenzioni riservatele, recuperò con passo incerto i propri vestiari persi durante l’amplesso e prese commiato. Bruno si sedette soddisfatto al centro del divano, con Rachele e Mila ai suoi fianchi. Rachele, con il petto ancora ansante e il volto arrossato, ci guardava beata, e in particolare guardava Lia, come per sfidarla a fare di meglio. Mila, insaziabile, chinò ben presto la bocca sul pube di Bruno per iniziare una paziente opera di restauro di quella magnifica torre.
Lia sosteneva lo sguardo della sorella. Pareva turbata e, come del resto era capitato a me, aveva lasciato il sorbetto a liquefarsi nel bicchiere. Il solo Laban aveva finito il suo e ora applaudiva divertito la fine dell’esibizione dei nostri amici. – Bravi, bravi! – disse entusiasta.
Impaziente, stavolta fui io a battere le mani per chiamare la mia schiava. La bionda Nina arrivò con la solita aria supplice e l’idea di disporre a mio piacimento di quel gran pezzo di ragazza diede vita ad un frullio nel mio basso ventre che subito sentii il bisogno di far placare alla sua bocca.
– Voglio che tu me lo succhi. E poi ti romperò il culo.
La ragazza si inginocchiò. Seduta accanto a me, Lia iniziava a darsi da fare con Laban. Le mani del nostro ospite si fecero largo tra le rade vesti della mia lady, le sue mutandine scivolarono a terra e ben presto Lia salì a cavalcioni dell'uomo impalandosi su di lui.
Io sapevo di non poter resistere ancora a lungo alla vista della testolina bionda della mia schiava che saliva e scendeva lungo il mio manico. Senza troppi complimenti la feci sollevare e me la feci salire nella stessa posizione di Lia. Trovai la sua fica già piena di umori, caldissima, e scivolai in lei senza alcuno sforzo. Lei continuava ad evitare il mio sguardo, io la presi per la nuca premendole la bocca sulla mia, poi la costrinsi a guardarmi.
– Fai piano, puttana – le dissi. – Ho voglia del tuo culo e non sai cosa ti faccio se mi fai sprecare il seme nella tua fica.
Quel linguaggio faceva parte della finzione ma mi eccitava da morire e ancora di più eccitava Lia. La mia lady si allungò per strapparmi Nina e la tirò a sé per infilarle la lingua in bocca, poi si scostò e la sua mano scese lungo la schiena della ragazza fino al suo culo, si insinuò nella valle e le penetrò l’ano con due dita chiamandola “puttanella” e quindi riprese a baciarla. Nina, obbediente, rimaneva quasi ferma sul mio cazzo, mentre invece Lia pareva succhiare con la propria fica l’asta del signor Laban. Muoveva i fianchi avanti e indietro e dal basso all’alto e ben presto le resistenze di Laban furono vinte. Ne vidi l’espressione estasiata e capii che con un ultimo rantolo stava riempiendo di sperma la fica della mia lady. Lia invece aveva solo cominciato.
Si sfilò con un sorriso di vittoria che lui ricambiò compiaciuto. Sollevò per i capelli la signorina Nina in malo modo e la fece alzare in piedi. Fece alzare anche me e si sedette sul divano con le gambe aperte. Mi fissò mentre si infilava un dito nella fica per ritrarlo gocciolante del suo piacere misto a quello di Laban. Poi si voltò verso Nina.
– Puliscimi la fica, schiava. Leccamela per bene come prima ti sei ingoiata tutto lo sborra del mio uomo. Ti è piaciuta la sua sborra, vero, puttana?
Nina inginocchiandosi disse “sì”.
– E tu, mio caro Jaco, ora puoi avere il suo culo.
Mentre la ragazza le succhiava la fica grondante di sperma e ciprino, la mia lady sollevò le sue belle gambe mettendogliele sulle spalle. Inginocchiandomi dietro alla nostra schiava, vidi dal suo sguardo quanto si stava godendo l’esperta leccata della ragazza. Prima le spinsi il manico in fica, poi lo condussi lucente del suo miele al suo cancelletto nascosto. Quindi iniziai a spingere in quel sedere magnifico, morbido da stringere tra le mani eppure stretto da sfondare. Io e Lia godevamo quella ragazza insieme, beandoci ognuno delle sensazioni che leggevamo sul viso dell’altra. Quando la vidi che stringeva tra le mani i capelli biondi della nostra schiava, capii che stava per venire.
– Inculala, Jaco, spaccala – urlò.
Le diedi ancora qualche botta violenta poi mi sfilai per il gusto di vedermi schizzare su quelle belle carni bianche: a quella vista anche la mia lady, incalzata dalla bocca della ragazza china tra le sue cosce, gridò il culmine del suo piacere. Mi stupii nel vederla distogliere lo sguardo per cercare quello della sorella proprio mentre era percorsa dall’ultima, e più intensa, ondata di piacere.

(Se vi è piaciuto, ci vediamo, con racconti inediti e le immagini di un immaginario casting, su: http://raccontiviola.wordpress.com)
scritto il
2013-04-20
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