Per sempre.

di
genere
incesti

Anche se ho già 18 anni, non ho la ragazza, sono timido, impacciato, e la sera vado a letto, mi rifugio nei miei sogni.
Sono sereno.
Quella fatidica sera stavo dormendo, ma ho sempre avuto il sonno guardingo; mi accorgo subito se qualcuno si avvicina mentre dormo.
C'era qualcuno a fianco del mio letto, ma non mi spaventai: ne riconobbi il profumo.
Perché era entrata?
Aveva bisogno di qualcosa?
Un sorta di sensazione interna mi suggerì di non parlare, di fingere di continuare a dormire.
Fu molto delicata nell'abbassarmi il pigiama, ed il mio stupore fu subito sopraffatto dal lieve, ma crescente, desiderio di continuare.
Stavo fermo.
Era buio, ma vidi che guardava.
Mi stava osservando proprio lì, e ciò mi rilassò, in fondo stavo semplicemente fingendo di dormire.
Non potevo metterla in imbarazzo, dovevo proseguire, o forse era altro?
Il tocco della sua candida, tiepida mano, mi fece compiere un notevole sforzo nello stare fermo.
Sentivo i suoi polpastrelli sul flaccido tronco del mio pene.
Lo girò un pochino, sicuramente lo stava guardando, quella lieve rotazione mi diede un impercettibile piacere.
Avrei dovuto girarmi, farla smettere senza farla imbarazzare, sarebbe bastato voltarsi a pancia in giù e continuare a dormire.
A fingere di dormire.
Strinse lievemente le dita, sentii che la pelle si stava muovendo sul prepuzio.
Lenta, lentissima, aveva iniziato a scoprirmi la cappella.
Il cuore batté, qualcosa si azionò in me, lievi pulsazioni iniziarono a fare confluire il sangue alla base del mio pene.
Lei tirò la pelle, la tenne tirata verso il basso, la cappella iniziò a pulsare, si stava gonfiando.
Basta.
Non potevo permetterlo.
Me lo stava guardando e toccando!
Una scossa di piacere mi saettò, lo stava guardando...toccando...no...non possiamo, hai 20 anni, hai il ragazzo...no!
Per favore non così, non fare così con quella mano delicata, mi si sta gonfiando troppo, guarda...guarda...guarda!
Guarda che bel cazzo duro ha tuo fratello!
Guarda che tendini, guarda che cappella, guarda il mio tronco venoso che ti costringe ad allargare quelle candide mani...
Iniziò a masturbarmi, era bravissima, scendeva, mi scopriva la cappella, e quando risaliva ruotava lievemente la mano, e la mia pelle scorreva dandomi un piacere sempre più forte.
Sei fidanzata, non ci siamo mai detti i fatti nulla di ambiguo, perché adesso fai così?
Perché fai così, mia dolce sorella?
Perché mi stai segando e mi stai tramutando in un cavallo che si sforza di fingere di dormire, nonostante il piacere mi stia facendo esplodere il giovane cazzo?
Lo guardava.
Non lo avevo mai avuto così duro, anche perché non avevo mai avuto un contatto con nessuna ragazza.
Si.
Guardalo!
Dalla punta iniziò ad uscire un tenue ed appiccicoso precum, lei lo spalmò sulla mia cappella.
Ah...dovevo stare zitto, immobile, quel dito che mi solleticava la pelle del glande mi stava facendo impazzire.
Sorella torturatrice...
Toccami il pisello, così, è sbagliatissimo ciò che stiamo facendo!
È tremendamente sbagliato...continua...brava, quel dito mi sta facendo pulsare la cappella, sto venendo...
Si fermò.
Era brava, aveva capito.
Era giusto finire così, ora mi avrebbe rimesso il pigiama, e domattina non ci saremmo detti nulla.
Perfetto.
Mi rilassai, pronto a tornare a dormire veramente.
Le sue labbra mi avvolsero la cappella, con due mani mi serrò la base del pene ed iniziò a leccare...no!
Non come fosse un gelato, non puoi mangiare questo gelato, sei fidanzata, sei mia sorella!
Non puoi tenere così questo cono, leccarmi così avidamente la punta lucida, che sta cedendo al candore delle tue morbide labbra.
Non puoi.
Scese con le labbra, le strinse, sentii che il mio cazzo stava scomparendo nella sua bocca, la lingua ruotava mentre il suo viso scendeva.
Ah! Ahhhh! Come è difficile stare in silenzio, immobile, nel mio letto.
Godo.
Succhia, così, risali, ho i brividi, scendi ancora sorella, oddio mi stai succhiando divinamente.
La mia mente scoppiò: mia sorella mi stava facendo un pompino, avevo il cazzo in bocca di mia sorella.
Stavo per eiaculare al solo pensiero, mi trattenni, un importante fiotto di precum bagnò la mia cappella.
Lei lo usò per lubrificarmi, con le labbra, il tronco venoso che pulsava, mi sembrava potesse scoppiare da un momento all'altro.
Non ce la facevo più.
Volevo allungare le mani, carezzarle i capelli, ma sarebbe stato davvero troppo.
Sapevamo entrambi che non stavo dormendo, ma fingevamo di crederlo.
La sua bocca mi stava facendo impazzire, la saliva ed il precum avevano reso scivolosa la pelle del mio pene, lei stringeva le labbra a ritmo, stavo impazzendo!
Succhia.
Sei bravissima.
Ma ora spostati...sto godendo troppo, sento il piacere salire.
Non so come fece a capirlo.
Ricordo solo la sua bocca che scendeva, le sua labbra sulla base, vicine all'inguine.
La sua lingua roteò sui testicoli, mentre teneva tutto il mio cazzo in bocca.
Sentii la mia cappella sfiorarle la gola, l'ugola.
Spostati...alzati, va via.
Non stare ferma così.
Ruotò ancora la lingua, sentii il mio cazzo avvolto dalla sua bocca, il piacere fu improvviso.
Stava per salirmi lo sperma.
Avvertii il delle contrazioni, un piacere indescrivibile, sentii lo sperma che saliva, il mio cazzo pulsava, lei teneva stretta la bocca.
Oh sorella!
Spostati!
Succhia!
Così...leccami, sì!
Esplosi il primo fiotto di seme mugolando, sentii che colava sulla mia cappella, sul suo palato, lei mosse la testa e mi fece uscire altri fiotti.
Bevi la mia sborra!
Tutta!
Emisi un gemito, stavo sborrando in bocca a mia sorella e lei stava ferma per bere il nettare di suo fratello.
Deglutì.
Le sue labbra si alzarono, sentii il mio pene libero nell'aria della stanza, lei mi tirò su il pigiama, che non si macchiò; aveva bevuto ogni goccia del mio seme, e mi aveva lucidato il cazzo.
Uscì in silenzio.
Ero molto frastornato, e mi addormentai.
Al mattino, ci incrociammo e non proferimmo parola.
Le guardai le labbra, mentre andava in cucina, e non mi sembrò vero che quella bocca, la sera prima, mi avesse fatto provare il piacere più intenso della mia vita.
Non accadde più nulla, in seguito, e non mi feci altre domande.
Passarono gli anni, e quel ricordo ci accompagnò, segreto e silenzioso, per tutta la vita.
Per sempre.
(Nota: racconto di pura fantasia, grazie)




di
scritto il
2024-05-21
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