Sono una troia 7 - Un cazzo asinino in bocca ed un dildo equino nel culo.

di
genere
bisex

Chissà se la mia ex moglie con tutte le corna che mi aveva messo, aveva mai preso un cazzo come quello che mi stava sfondando il culo in quel momento.

Mentre eravamo ancora insieme, oltre che scopare il comune amico e tutti quelli che sospettavo durante i suoi viaggi (compreso il bancario di New York), sicuramente aveva una relazione anche con la persona che aveva poi sposato, dopo il nostro divorzio.

Che vacca.. che bagascia!

Comunque, il suo secondo marito era deceduto e lei, credo sia rimasta a secco di cazzi mentre io, da parvenu', ne stavo collezionando di ogni foggia facendo vere scorpacciate di sborra.

Quello che stavo prendendo in quel momento, oltre che aprirmi come una fica slabbrata, mi coinvolgeva anche nella mente giacché mi penetrava ad una tale profondità da darmi l'impressione di toccarmi lo stomaco ed anche oltre.

Ad ogni affondo mi faceva sobbalzare come fossi un bambolotto nelle sue mani.

Mi faceva godere e mi faceva sentire troia.. molto troia!

Quando però, si muoveva lentamente dentro di me, mi procurava un piacere indescrivibile al punto che il massaggio che facevano alla mia prostata le sue vene nodose, mi faceva colare il cazzo come se stessi sborrando senza orgasmo; A tutti gli effetti una vera mungitura.

Tuttavia era bello e godurioso lo stesso, forse anche di più giacché, mi procurava un piacere lungo simile forse, a quello delle donne che non concentrano il piacere come l'orgasmo dei maschi ma lo diluiscono sino al massimo godimento per riprendere subito dopo, con maggiore intensità di prima.

E' principalmente questo che permette alle donne di poter essere zoccole!

Loro hanno un piacere senza fine mentre il maschio, dopo l'orgasmo è spompato e senza più risorse.

Dio che meraviglia, mi sentivo completamente sua (Si sua come una femmina) ed al tempo stesso, mi sentivo come se fossi io a regolare il suo piacere.

Forse mi sbagliavo!

Infatti, dopo una lunga monta in cui io avevo esaurito ogni stilla di sperma colato sul pavimento come lacrime di piacere, lui si era sfilato e col cazzo lucido di umori e teso come un ramo nodoso, era andato verso un armadio dentro il quale vi erano attrezzi e sexi-toys di ogni genere, compreso un assortimento di cazzi di gomma di ogni misura.

Per me ne aveva scelti due.

Il primo grosso e lungo come quello di un cavallo di cui aveva anche l'aspetto, lo aveva fissato su una specie di sgabello invitandomi poi a posizionarmici sopra per prenderlo nel culo.

L'impresa era risultata impossibile per il fatto che fosse talmente alto fissato su quel supporto che a malapena, sollevandomi sulle punte dei piedi, riuscivo ad avere un contatto con quel glande a fungo (Proprio come quello di un cavallo) che una volta appoggiato al mio sfintere anale, per quanto spingessi per aprirmi aiutato anche da lui che da dietro mi allargava le chiappe, non riusciva proprio ad entrare.

Per quella volta, il mio culo l'aveva scampato ma mi ero ripromesso, che avrei fatto di tutto per riuscire a prenderlo per il mio piacere e per dare soddisfazione al mio master.

A quel punto, aveva preso l'altro sempre a foggia di cavallo, con lo stesso spessore ma un po' meno lungo e con una cappella appuntita:

-Questo è stato fatto a foggia di uno stallone più giovane che avevo visto in un maneggio mentre montava un rottinculo come te.. ti dovrebbe entrare!

In effetti, con una abbondante lubrificazione e dopo alcuni tentativi andati a vuoto, ero riuscito a farmelo scivolare, nonostante il punto di massimo diametro, tutto in corpo sino al contatto con il colon: Dio mio, ce l'avevo davvero quasi a contatto con la bocca dello stomaco:

-Cavalca troia.. fallo godere questo stallone che ti ha rotto il culo!-

Ubbidendo a quel comando, avevo cominciato a muovermi in alto ed in basso provocando miracolosamente con quello stantuffare, una nuova e più abbondante colata di fluido, biancastro e filamentoso che, dal mio cazzo moscio, colava sino a terra.

Negli stessi istanti, lui mi aveva preso la testa tra le mani e me lo aveva rimesso in bocca.

Stavolta, memore della esperienza di prima, avevo allargato al massimo la bocca e proteggendo i denti con le labbra, glielo avevo avvolto in modo dolce.. "come fosse una fica" aveva commentato mentre pompava rimanendo comunque sempre fuori, per oltre la metà.

Io comunque, mi ero abituato ai colpi della sua cappella sull'esofago e non avevo più i conati di vomito com'era successo prima.

E' proprio così, anche fare pompini che apparentemente sembra una cosa semplice e naturale, in realtà richiede esercizio ed impegno.

In quel momento avevo il culo pieno della verga di un cavallo e la bocca con dentro un cazzo xxxl!

Che goduria e che troia mi sentivo!

Quando i suoi movimenti nella mia bocca avevano assunto un andamento più veloce, ritmico e profondo, reagivo come a voler tossire o vomitare ma cercavo di resistere per dargli il maggior piacere possibile e per non deluderlo ancora.

Mi pompava la bocca e sbuffava mentre il cavallo che avevo nel culo mi sfondava al punto che, anche se si bloccava al contatto dei testicoli colle mie chiappe, mi dava l'impressione di voler andare in fondo sino al contatto col glande del maschio che mi martellava la gola.

Poi, inaspettata e potente, accompagnato da un ruggito sordo, mi sono sentito riempire la bocca da un getto violento e caldo che in parte mi era sceso direttamente nello stomaco mentre quella che premeva in quel poco spazio non occupato dal cazzo e che mi gonfiava le gote, aveva ceduto provocando uno spruzzo dai lati della labbra che aveva sporcato il pantalone del master e tutto ciò che c'era intorno.

La sua reazione era stata rapida e perentoria e mentre si sfilava dopo aver scaricato gli ultimi fiotti di sborra mi aveva gridato:

-No! No! e NO! brutta troia!

La mia sborra non va sprecata per nessuna ragione al mondo!

Va ingoiata tutta ed anche i residui dentro vanno strizzati e succhiati e poi, dopo avermi ringraziato, il mio cazzo va baciato e leccato lasciandolo pulito come se avesse fatto un bidet.-

Col viso arrossato dallo sforzo e le lacrime agli occhi, avevo cercato di balbettare una giustificazione e promettere un impegno che non sarebbe mai più successo e lui, per tutta risposta, frustandomi il viso col cazzo gocciolante ma ancora duro, mi aveva ordinato di leccargli le chiazze dai pantaloni e ripulire con la lingua tutti i punti schizzati ed il pavimento compreso quello che era colato dal mio cazzo.

Tutta l'operazione di pulizia l'avevo dovuta fare mantenendo nel culo il cazzo di cavallo che lui stesso aveva fatto staccare dalla ventosa.

Alzarmi con quel bastone in corpo dopo la pulizia era stata una esperienza incredibile e dolorosa.

Mi sentivo pieno come se fossi stato impalato ed anche i miei movimenti era resi difficoltosi dal fatto che quel palo mi irrigidiva tutto il tronco del corpo.

Soffrivo, ma la soddisfazione di avere fatto una conquista così grande, era superiore ad ogni dolore.



scritto il
2024-06-03
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