Pornobisogno
di
Dora
genere
confessioni
Un dito lucido di lubrificante a forzare il mio buco più stretto. Il petto ruvido e caldo di un uomo sotto le piante dei piedi, la sua bocca che accoglie all’improvviso il tuo alluce destro e ti fa colare un po’. «Quanto mi piace questa fighetta» o qualsiasi altra frase che non può uscire dal letto, dal divano, dalla macchina. Il peso di lui a missionario, che schiaccia e fa mancare il fiato ma non deve smettere.
Ecco a che pensi.
La fica umidiccia e in cerca d’attenzioni. Non capisce come hai fatto mesi fa a dire che quel musicista non ti faceva impazzire, perché lo vedi suonare ed è un figo. Con i baffi e la canottiera, i muscoli delle braccia definiti, gli anelli alle dita affusolate, il modo che ha di spingere il bacino in avanti mentre suona il synth. Tanto che ti immagini piegata su un letto, le ginocchia a terra a diventare livide, i polsi bloccati dietro la schiena e i suoi colpi di bacino lenti e profondi a farsi strada tra le tue pareti. Vorresti sentirti piena, con quel calore che cresce in fondo e ti fa mugolare stridula, fuori controllo. A quel punto dovrebbe sculacciarti, dirti che sei brava mentre continua a penetrarti.
Oppure quel lui che diceva “come on, bounce on me” e tu sopra godevi del suo corpo, della regola per cui dovevi sempre venire per prima. Il culo rimbalzava sui suoi quadricipiti, due dita in bocca, due sul clitoride, «Good girl».
O ti ritrovi velatamente a flirtare con quell’amico conosciuto da poco, è colpa del fuoco dentro... dentro le mutandine. Che lui è carino, bravo e con i baffi ma non lo sai mica se ti piace, conosci già tutte le sue fisse. Allora perché hai voglia di baciarlo, di poggiargli le gambe addosso? Perché vi punzecchiate toccandovi le spalle, i piedi, facendo lotta di pollici con le mani? Perché è l’unico uomo etero che hai intorno? Perché hai voglia di cazzo? Non puoi fare un casino solo per questo, per lui non sarebbe solo scopare e la verità è che non ti piace abbastanza.
Ma forse tra una settimana scende quel sociologo trentenne con la pelle ambrata e il cazzo giusto. Che ci avevi scopato per caso la scorsa estate. Ogni tanto ti manda dei messaggini, foto ad una visualizzazione, sai già che sono dick pic.
Forse ti risolve la voglia senza complicarti la vita. Non c’è bisogno di flirtare, il gioco è tutto esplicito e a parte quello non c’è nient’altro, non si esce, non si beve, non ci si scambiano canzoni, non si va al mare nel weekend.
Si concorda l’orario e vi trovate vestiti, sul letto di un appartamento della sua famiglia, mentre ti accarezza le gambe dai pantaloni chiedendoti se non hai caldo, che poi finisce in «Mi hai fatto godere tantissimo» e ti sei tolta il pensiero.
Potresti anche provarci tu a ficcarti due dita dentro, a strofinare veloce e insistente il clitoride, basterà a placare tutti i porno-bisogni? Quando lo fai ripensi sempre alla lingua tra le cosce e l'orgasmo è il parossismo della voglia di cazzo. Non c'è poesia qui, sei triviale.
Ecco a che pensi.
La fica umidiccia e in cerca d’attenzioni. Non capisce come hai fatto mesi fa a dire che quel musicista non ti faceva impazzire, perché lo vedi suonare ed è un figo. Con i baffi e la canottiera, i muscoli delle braccia definiti, gli anelli alle dita affusolate, il modo che ha di spingere il bacino in avanti mentre suona il synth. Tanto che ti immagini piegata su un letto, le ginocchia a terra a diventare livide, i polsi bloccati dietro la schiena e i suoi colpi di bacino lenti e profondi a farsi strada tra le tue pareti. Vorresti sentirti piena, con quel calore che cresce in fondo e ti fa mugolare stridula, fuori controllo. A quel punto dovrebbe sculacciarti, dirti che sei brava mentre continua a penetrarti.
Oppure quel lui che diceva “come on, bounce on me” e tu sopra godevi del suo corpo, della regola per cui dovevi sempre venire per prima. Il culo rimbalzava sui suoi quadricipiti, due dita in bocca, due sul clitoride, «Good girl».
O ti ritrovi velatamente a flirtare con quell’amico conosciuto da poco, è colpa del fuoco dentro... dentro le mutandine. Che lui è carino, bravo e con i baffi ma non lo sai mica se ti piace, conosci già tutte le sue fisse. Allora perché hai voglia di baciarlo, di poggiargli le gambe addosso? Perché vi punzecchiate toccandovi le spalle, i piedi, facendo lotta di pollici con le mani? Perché è l’unico uomo etero che hai intorno? Perché hai voglia di cazzo? Non puoi fare un casino solo per questo, per lui non sarebbe solo scopare e la verità è che non ti piace abbastanza.
Ma forse tra una settimana scende quel sociologo trentenne con la pelle ambrata e il cazzo giusto. Che ci avevi scopato per caso la scorsa estate. Ogni tanto ti manda dei messaggini, foto ad una visualizzazione, sai già che sono dick pic.
Forse ti risolve la voglia senza complicarti la vita. Non c’è bisogno di flirtare, il gioco è tutto esplicito e a parte quello non c’è nient’altro, non si esce, non si beve, non ci si scambiano canzoni, non si va al mare nel weekend.
Si concorda l’orario e vi trovate vestiti, sul letto di un appartamento della sua famiglia, mentre ti accarezza le gambe dai pantaloni chiedendoti se non hai caldo, che poi finisce in «Mi hai fatto godere tantissimo» e ti sei tolta il pensiero.
Potresti anche provarci tu a ficcarti due dita dentro, a strofinare veloce e insistente il clitoride, basterà a placare tutti i porno-bisogni? Quando lo fai ripensi sempre alla lingua tra le cosce e l'orgasmo è il parossismo della voglia di cazzo. Non c'è poesia qui, sei triviale.
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