Quando mi porti al bar fuori dalla biblioteca

di
genere
poesie

Non ho carta da poter scrivere
ma penso di perdermi
in un quarantenne con gli occhi azzurri
che ci separano vent'anni
e due figli.

Prende presto un'altra laurea,
sigla un matrimonio -non convenzionale
che può stare al bar con le universitarie

e io sono una cazzo-di-tazza-calda
che non vuole altro che
vederlo calmo come il suo tè freddo.

Non ci si può adagiare per sempre
nei discorsi sull'arte
in un «Ciao tesoro» - voce dolce

ma/ho/uno/stupidocervelloventiduenne
colla corteccia prefrontale acerba
che non vuole altro che

sospirare ai fili di grigio
che corrono dalle guance alle tempie

sentire sé immenso
a un solo sguardo d'argento.

di
scritto il
2024-10-08
6 4 8
visite
1 3
voti
valutazione
6.1
il tuo voto
Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.