Agente Lucy - 7 Tuttostanco

di
genere
pulp

Mi risveglio distesa in una pozza. Questa volta è di sudore. Risvegliarmi così è il destino di questa vacanza regalo: mai accettare inviti da sconosciuti. La palestra è deserta. Non apro gli occhi e non muovo muscolo, che mi lascino riposare ancora un poco
Un lungo fischio nell'orecchio mi ricorda che non sono sola, graziealcazzo! Ma poi i ragazzi s'accorgono della cazzata e mi mandano due bip brevi: tutto okay, sto bene, i dati biometrici sono buoni.
O sufficienti. Non perdo tempo a far l'inventario di cosa mi fa male, il Colonnello non ci crederebbe, secondo lui è stata una passeggiata con quello che hanno speso per trasformarmi in una bambola sgonfiabile. Ed è come mi sento, ho lo stesso tono muscolare di un preservativo dopo l'uso.
Vorrei addormentarmi, ma il culo mi obbliga a pensare alla nazifetente, brucia ancora da maledetto per l'olio lubrificante che ha usato. È un'immagine impressa a fuoco nel mio cervello: la stangona nera lucida di sudore con lo strap on allacciato in vita. No, no, non ci devo pensare, cazzo, cazzo, cazzo!, mi ha strappato un orgasmo di nono grado, roba da perdere la voce e l'uso di gambe e braccia. La figonanera sa il fatto suo e, maledetta me, è innamorata. Se perde il suo posto di lavoro come di mastino di Uribe la faccio assumere da Mark, il mio regista.
Ah no, mi dimenticavo di Vargas: Uribe licenzia con una pallottola in testa.
E mi fa pure un cazzo di male la rotula, devo averla sbattuta contro qualche testa di cazzo. Passerà anche questa, intanto sudo le ultime gocce.
Venti minuti, forse mezz'ora od un'ora, sono così rincoglionita che non capisco, ed entrano. Ascolto, cerco di capire chi sono. Sono scalzi... sono proprio rincoglionita!, certo che camminano scalzi, siamo su uno yacht.
Apro gli occhi. Tre ombre nere mascherano le luci. Sono in piedi attorno a me, sembra che tengano le teste chine per non sbatterle contro il soffitto, invece hanno in mano tre cazzoni penduli e mi pisciano addosso per riscaldarmi. Va bene, va bene!, apro la bocca come vogliono.
Mi ripuliscono col getto d'una canna e lavano per bene in giro. L'acqua defluisce nelle pilette aperte agli angoli del pavimento, troppo piccole per fuggirci attraverso ed io non avrei neppure la forza per trascinarmi fin là in fondo.
Uno mi rimette in piedi, sulle gambe malferme, e mi asciuga con una spugna frizionando forte, incurante dei lamenti. Mi fa stendere sul lettino e mi dà da bere. Bevo senza chiedermi cosa sia.
Riordinano il casino lasciato dalla lesbosciattona. Sono nudi, stanno preparano per una festa, su questo yacht non si dorme mai. L'orologio sul tapis roulant segna le tre e dieci.
Per fortuna ritirano subito i giochini più maledetti. Poi spostano contro le pareti panca, sedia ginecologica, macchine ed anche il lettino su cui sono stesa. La palestra non è certo piccola, ma i tre leoni hanno bisogno di un'intera savana per scoparsi la gazzella.
Devono essere gli amanti della ninfoingorda. Uno è bianco, un guerriero vichingo che ha combattuto con Thor, muscoli di pietra e sguardo che non dice nulla Il secondo è un bel brasiliano lucido e tatuato, fisico da perfetto scopatore, un animale da sesso, un toro per follie, un professionista dell'orgasmo, peccato che adesso non ho una cazzo di voglia. Il terzo è quello che s'è scopato la figadititanio sul mio divano, lo riconosco facilmente anche se era buio e lui è nero pece. Se non è lui vuol dire che su questa barca ci sono due iperdotati. Improbabile.
In due asciugano per bene il pavimento facendo dondolare i peni a riposo: faccio una veloce estrapolazione, da professionista del settore, su come diventeranno da eretti per capire che m'aspetta. Una gocciolina involontaria mi riga la coscia. Io devo farmi vedere da uno bravo!
Assolutamente fenomenale è il cazzone dello sfaticato, che appoggiato al tapis roulant osserva gli altri due lavorare: è un tuttostanco perché deve portarsi in giro il peso di quel pene impressionante, stanco anche lui, pendente a terra e senza alcuna voglia di far la fatica di rizzarsi. Questo quando si risveglierà mi farà scordare il bazooka di Joss! Non posso non fissarlo.
Mi vede e fa sta fatica: mi viene incontro senza voglia, m'aiuta con calma a scendere dal lettino e m'accompagna in bagno. Incredibile, riesco ancora a camminare. Mi chiude dentro. Non ci sono finestre apribili ma tutto l'occorrente per le clienti della sadolesbica; mi faccio anche docce intime e mi spalmo due barattoli di creme emollienti sulla pelle martirizzata. Sembra vada un po' meglio. Stanno già bussando. Oh cazzo.
È Tuttostanco, sorridente trentadue denti: si spara uno spray nelle narici, inspira forte lacrimando, e mi saluta da coglione agitando la mano con una confezione ben in vista. Sì, conosco il prodotto, “Tre ore con la potenza d'un toro e la vostra compagna non scoperà più con altri!”, una pubblicità per merdosi maschilisti.
Okay, stanotte non ho altri impegni. Porcaputtana.
Se lo fa tenere in mano mentre gli s'indurisce: vuole spaventarmi, è uno che si diverte così. Okay, lo ammetto, hai un cazzo da paura amico, lo potrei usare come barra per le trazioni, ma adesso sono a pezzi, non ho proprio voglia di far ginnastica.
Ma temo che mi tocchi proprio, anche gli altri due hanno gli occhi lucidi per lo spray. Mi rigiro sfiorata dai cazzi e li osservo in viso uno dopo l'altro per agevolare il lavoro ai ragazzi del Centro: ora hanno già la foto di chi m'ha uccisa.
Il vichingo è un buon samaritano: mi offre una cartina. Assaggio con la punta della lingua e capisco subito cos'è, ma dopo tre secondi m'arriva il bipbip di conferma all'orecchio, il referto del laboratorio d'analisi del Centro. Mi ci vuole, sniffo. Meglio non addormentarsi mentre ti sbattono tre tori strafatti.
“Okay ragazzi, potete chiudere ed andare a dormire. Ci aggiorniamo a domani.” Dico stancamente ai ragazzi del Centro.
Ovviamente i tre non capiscono, pensano sia già sballata.
Mi chino sul ginocchio dolorante, la prima cappella in bocca è quella di Tuttostanco. Indugiano un attimo, sorpresi che riesca ingollarmelo senza strozzarmi. I freddi sicari si stanno escaldando. D'improvviso uno mi serra la testa e mi scopa l'esofago e dietro Tuttostanco m'afferra per il cinturone e mi solleva di culo. Ecco a cosa serviva il cinturone!
Qualcosa mi spinge contro l'ano e per un attimo spero che stia scherzando, che quello che sento sia in realtà il suo ginocchio.
Non fare la cretina, rilassati e passerà anche questa.
Sarà un'altra notte da dimenticare.
E da non raccontare troppo in giro.
scritto il
2024-06-28
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