Agente Lucy - 17 - Lucifer

di
genere
pulp

Dolores è ammanettata mani e piedi in una rete da pescatore sospesa al centro del laghetto.
La fune che la sostiene gira in una carrucola sotto la volta della serra ed è ancorata ad un argano a terra, sulla sponda opposta del laghetto. Accanto all'argano c'è un tipetto assurdo, immobile, con una mano sulla leva e l'altra che stringe un machete, è nudo con un cordino di cuoio legato in vita, i capelli sono nero inchiostro. È un pigmeo, arancione come un umpa lumpa.
“Eccolo!, ti presento il mio migliore amico. Il più fidato! Tutto quello che vedi qui è merito suo. Sa tutto su piante ed animali, è uno sciamano, ti assicuro che parla realmente con loro!”
Gli fa un cenno di saluto. L'umpa lumpa manco lo caga.
“Oggi è nervoso. È preoccupato per i suoi pesci, in previsione del tuo arrivo li abbiamo tenuti un paio di settimane a dieta e lui soffre per loro. Li cura come figli. Sono molto delicati, lo sai?, hanno bisogno d'un sacco d'attenzioni: l'acqua dev'essere sempre calda, alla temperatura perfetta, mai uno sbalzo, e dev'essere assolutamente limpida e pulita...” Mi spinge sul bordo. “Se guardi bene li puoi vedere sul fondo, si nascondono tra le foglie.”
Uribe volta gli occhi verso il pigmeo e questi lancia una manciata di frattaglie da un secchio. La superficie del laghetto ribolle immediatamente come sotto un temporale.
Dolores guarda incazzata la carrucola in alto.
“Sono piranha rossi, Pygacentrus nattereri, i migliori... Sì, mi sono fatto una certa cultura! Ad esempio, lo sai che sono molto più attivi nell'ora del tramonto? Quindi per lo spettacolo è meglio attendere ancora qualche ora... troveremo un modo per passare il pomeriggio.”
Mi solleva il mento con due dita, “Perché sei così bella, Lucy?” e rivolto al pigmeo “Guýpe!”
L'umpa lumpa aziona l'argano e la rete scende di mezzo metro e si blocca dondolante.
Uribe mi massaggia il collo sotto il collare.
“Lo sai?, io non mi meraviglio mai di nulla. Un uomo intelligente dev'essere sempre pronto alle sorprese per girarle a proprio favore. Bisogna saper leggere i segnali che ci arrivano. Ad esempio, mai mi sarei aspettato il tradimento di Dolores ma mica mi dispero od incazzo! Pazienza, mi sono sbagliato, ma non è detto che sia un male: non ho più Dolores ma ora ho te. Non credi?”
Questo è da neurodeliri, non lo calcolo.
“Non temere, tu sei intelligente ed io ho pazienza, capirai presto, ti insegnerò io.” Mi volta verso di sé ed indietreggia di tre passi fissandomi. “Potrei cominciare con lo spiegarti la situazione... Prova a dire una una parola.”
“Cosaa!?”
La rete cala di altri dieci centimetri. Ora è a un metro e mezzo dal pelo dell'acqua.
“Ferma!”
Scende di altri dieci centimetri. Faccio per saltar addosso all'odioso omino arancione, ma questi mi blocca sollevando il machete sulla fune.
“Bene, hai capito la situazione, ora se ci tieni a Dolores collaborerai senza troppe storie... e sono convinto che questo non serve più.” Mi leva il collare.
Immediatamente partono i fischi nelle orecchie che mi intimano di terminarlo. Guardo Dolores. Non posso.

Col cazzo che il narcopsicotico si guarda solo Star Wars e Pirati dei Caraibi! Uribe ha di sicuro l'intera collezione dei video di Mark, il mio pornoregista più stronzo.
M'ha portata in uno gabbiotto di vetro sotto la serra, a pochi metri dal laghetto, con l'aria condizionata e tutto l'occorrente per farmi rivivere i miei porno peggiori. C'è dentro l'equipaggiamento per almeno dieci porno, il merdoso ha avuto tre settimane per attrezzarsi.
Uribe è invaso dalla pazzia peggiore, quella che sa aspettare.
Mi fa scegliere la bibita rinfrescante che preferisco e mi fa sedere su una poltroncina di vimini di fronte alla sua. Ha solo frutta da offrirmi, lui è vegetariano. A me va benissimo la frutta, oggi ho bevuto troppa sborra, ho già ampiamente coperto il mio fabbisogno proteico ed ho un filino di nausea.
Chiacchiera amabilmente per un'oretta sfoggiando tutta la sua cultura in storia colombiana, geografia, biologia e teologia cattolica. Adora sentirsi dire cose intelligenti e si sta divertendo troppo: sa che io sto cercando disperatamente una via di fuga accettabile per me e Dolores e che sono costretta ad assecondarlo in tutto nella vana speranza di qualche colpo di culo.
Da qui posso vedere il laghetto con i piranha addormentati, Dolores nella rete e l'umpa lumpa che s'è mosso d'un millimetro.
“Sei sicura che non possono sentirci?”
“Sì, il sensore all'orecchio ha smesso di funzionare due mesi fa.” Racconto la palla che s'è bevuta il senatore.
“Peccato! Il tuo Colonnello si sarebbe ricreduto su di me. Crede che io sia un mostro sanguinario, invece non mangio nemmeno carne.”
“Possono però vederti e leggere il labiale.”
“Interessante.” Si mette la mano davanti alla bocca. “Lucy, anche tu sei stata tradita, noi due sappiamo cosa vuol dire. Il senatore t'ha venduta... Dimmi solo come ed io lo faccio uccidere come vuoi tu.”
Ommerda!, questo ci rovina il piano, il Colonnello non me lo perdonerebbe mai. “Lo faresti davvero?”
“Dimmi solo come lo vuoi morto... Noi due, Lucy, siamo leali, tu non ce l'hai con me, fai quello che devi e sai che io non c'entro nulla, perché anch'io ho fatto solo quello che dovevo. Invece il senatore t'ha tradita e tu cerchi giustizia. Vero?”
Certo, ma cosa vorresti in cambio?” Scivolo giù in ginocchio fra le sue gambe. “Non posso darti nulla, sono già la tua puttana.”
“No, io possiedo solo il tuo corpo. Tu sei solo di chi decidi tu.”
Nella pazzia ha metodo.
Tiro fuori un cazzo che non abbassa certo la media dei colombiani. Anzi, comincio a capire il debole di Dolores per questo narcostronzo. Lo sego lentamente, lo assaggio, lo spompino beatamente, “Tu sei diverso da tutti, mi fai paura.”
Il cazzo mi vibra in mano, s'è già scordato del senatore.
Ora voglio fargli scordare anche Dolores. “Sei il primo uomo che...” Non alzo gli occhi, fisso il cazzo e struscio le tette contro i coglioni. “Sì Daniel, voglio essere tua, prendimi”
Mi pugnala col cazzo da togliermi il fiato. È dai tempi della telefonata con Vargas che sogna come scoparmi e s'incasina come una mandria di tori accartocciandomi a terra e slogandomi tutta. Sniffa e inghiotte manciate di viagra. così il machete gli rimarrà d'acciaio per tre giorni, e mi sbrana follemente rabbioso come un leone a digiuno da settimane. Cazzo, vacci piano, non ho la figa di titanio di Dolores!
Poi si calma, non ha il fiato di un pentatleta di vent'anni, ed è peggio, è più bastardo di prima. Senza fretta e con metodo usa tutto quello che c'è intorno e che per lui non è abbastanza. Mi tortura capezzoli e figa da farmi rimpiangere Sadodolores, mi manganella in culo come voleva fare lo sceriffo, m'incula col cazzo di Tuttostanco, mi riempie che nemmeno il senatore, mi trivella con una sex machine impazzita fuorigiri che a confronto la slot machine del bimbominchia era un grattaevinci, mi frigge la fica come Ciuchino... Insomma, è stata una cazzo di missione.
Ho bip impazziti in testa mentre, senza opporre alcuna resistenza, mi lascio anche legare sul bancone nella posizione preferita da Mark: pancia in giù, gambe aperte a 180 e culo a disposizione.
“Ti amo, Lucy, noi siamo uguali... Io e te siamo i più forti di tutti, nessuno può fare quel che facciamo noi... Non ci credi? Te lo dimostro!”
Mi viene di fronte. Ha il cazzo cianotico strafatto di viagra. Glielo ciuccio allungando il collo ma me lo porta subito via. Apre un barattolo di plastica e si spaltola della crema verde sul cazzo.
“Arghh... sì, noi siamo fratello e sorella, lo faccio per te.” Il viso gli diventa subito paonazzo. Gli occhi si strizzano in lacrime, i denti mordono le labbra in una smorfia di dolore, il pene vibra tremante e la fronte s'imperla di sudore. “Possiamo farlo, siamo i più forti.” Uno più coglione non potevo trovarlo! Non contento s'impiastra anche i coglioni mugolando e piegandosi in due.
Mi sparisce dietro. No, merda!
M'afferra per le cosce e cerca di tirarmi contro, ma sono legata. Mi massaggia sotto. La mano è unta e dopo una brevissima sensazione di fresco la figa mi prende fuoco. Opporcaputtana, mi scottano anche le orecchie.
Ma non ci penso, il terrore che vuole mettermelo in culo mi occupa tutto il cervello.
Uribe è pazzo, mi fa soffrire un'eternità. Lo sento tremare, digrignare i denti e bestemmiare. Cerca di resistere il più possibile per dimostrarmi chissà cosa... Magari rinuncia, gli fa troppo male, non può essere così pazzo!
Invece lo è. Mi cade in estasi, ha visioni mistiche: “Tu sei Lucy, io Lucifer, sei la mia strega, io il tuo demonio. Unisciti al tuo demone, prendi il mio Cazzo di Fuoco.”
Me lo picchia in culo in una botta, unto che sarebbe una meraviglia.
Non sento nulla!!!
Ma è solo un attimo di speranza. Il gabbiotto viene invaso da una decina di gatti indemoniati.
Cerco di sfuggirgli, faccio ballare il bancone, strappo ogni muscolo e tendine.
Il porco mi tiene inchiodata, lui ormai ce l'ha anestetizzato e mi scopa in culo all'infinito, senza più sborra né desiderio, solo dolore. Mi crolla sulla schiena senza smettere di pomparmi e urla più forte di me. Mi morde e bacia in viso, lecca le mie lacrime, sussurra che m'ama, che siamo forti e che lo amo anch'io.
Si sfila. Per un attimo l'aria fresca entra facendomi impazzire.
È sudato marcio ed ha il cervello in acqua. “Fantastico!!! Lo sapevo che con te sarebbe stato mistico!” Mi massaggia le chiappe. “Chiedimelo Lucy, ti prego, dimmi che lo vuoi ancora!... Per te lo faccio, giuro!, finisco il barattolo, scopiamo fino a domani!”
Una mano batte sul vetro.
È Dolores.
Il laghetto dietro lei sta ribollendo. L'umpa lumpa è scomparso.
Apre la porta a vetri ed infila la testa. “Io vado a prendere il senatore... Che aspetti a liberarti?”
Se ne va.
Stronza! La amo.
Ma ora pensiamo a chiudere questa cazzo di missione.
Il bip bip all'orecchio mi esorta di farlo almeno stavolta.
Uribe non capisce più un cazzo: guarda Dolores correre via, il laghetto rosso, l'amico che non c'è più e quando si volta mi trova in piedi davanti a lui.
Una bella ginocchiata nei coglioni ci sta tutta. Spiach!
Si piega in due, gli torco all'indietro il braccio teso spaccandoglielo e gli salto in spalla. Cade all'indietro con me sopra che gli immobilizzo la testa fra le cosce.
Bene, ora si ragiona. Gli carezzo i riccioli sulla fronte. “Leccami la figa, amore mio.”
Questo qui è tutto scemo! Spinge in fuori la lingua e cerca di farlo davvero.
Una raffica lontana. Dolores ha cominciato a far pulizia.
No!, Ciuchino è mio! Devo correre!
Mi rigiro a terra e sento rompersi l'osso del collo.
L'ultima cosa che ha visto è la mia figa.
Bye bye, Uribe.
Saluto e corro via, ho il pepe in culo.
scritto il
2024-07-08
7 4 2
visite
5
voti
valutazione
7.6
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.