Agente Lucy - 18 - Una brava

di
genere
pulp

Ci hanno separati appena giù dall'aereo.
Dolores è stata presa in consegna da quelli dell'Intelligence che le devono creare una nuova identità per seppellirla magari in qualche villaggio del Montana, il senatore è stato portato via dall'FBI, io sono stata sequestrata dai medici della clinica.
Ci sono rimasta cinque inutili giorni. Mille esami, cure e terapie riabilitative.
Il dottor Hiroshi è disgustato, non ho alcun rispetto per il lavoro della sua equipe, dopo ogni missione gli riporto indietro un catorcio di figa. S'è lamentato anche col Colonnello, lui si lamenta sempre!, ma mi ha comunque rimessa in sesto: pelle fresca da diciottenne, orifizi da verginella al primo appuntamento, agilità da ginnasta alle olimpiadi ed elasticità da porno attrice pronta a ricominciare. L'ho ringraziato con un bacetto per il seno meraviglioso che m'ha regalato. Non lo dice ma mi vuole un bene dell'anima.
La parte divertente del ricovero sono stati i colloqui con la mia strizzacervelli, la dottoressa Hollie Thompson, bianca, trentasette anni ben portati, matta al punto giusto, uscita a pieni voti dalla Stanford University ed innestata stabilmente nel mio cervello peggio dei sensori quantici. Mi segue da sempre, da quando sono diventata Lucy.
“No Lucy, è pericoloso, terribilmente pericoloso: tu hai allentato le difese! Non va bene, dobbiamo rimediare subito.”
Questo solo perché le ho confessato di una specie di riflesso condizionato che m'è venuto, dura un nulla, ma ogni volta che vedo una porta aprirsi credo sia un nuovo cliente. “Ma non è niente! È normale, in quel bordello c'ho passato quasi tre settimane. È solo un'impressione, passerà col tempo.”
“No, non possiamo permettercelo.”
Il giorno dopo aveva già risolto il problema. “Ci sono novità: qualcuno ha raccontato a Félipe lo scherzetto che hai fatto al suo figliolo (tra parentesi: sei stata geniale!) e temo gli abbiano anche detto che ti trovi a San Diego. Félipe ha giurato che verrà a prenderti per regalarti al suo bimboccio psicopatico.”
“Oh cazzo!”
“Bene, ora starai più attenta quando si aprirà una porta. È il sistema che si usa negli allevamenti di trote, per non farle impigrire ed ottenere carni migliori, si mette un luccio nel laghetto... L'ho consigliato io al Colonnello.”
Immensa invidia! Hollie è l'unica che può permettersi di dare consigli al Colonnello, lui non ascolta nessun altro. È l'impressione che abbiamo tutti qui al Centro, io compresa, il Colonnello sente tutti ma non ascolta nessuno. Sono orgogliosa d'averla come amica.
S'è ammazzata dalle risate quando le ho raccontato la mia tragica missione. Fa piacere, aiuta a sdrammatizzare. Con me condivide un sacco di interessi e passioni (shopping, arredamento, basket, cavalli, vino e mille altri) e siamo in sintonia anche sui gusti sessuali. Hollie, come ogni donna con una buona fantasia, si coltiva fantasie proibite nientemale e le confessa a me, che mi sono bruciata tutte le mie fantasie realizzandole per lavoro.
Hollie ha un debole, una vera fissa, una passione insana per militari, guerriglieri e marines, meglio se latini o di colore, rigorosamente in branco e delinquenti brutalizzatori, e mi ha costretta a raccontarle e riraccontarle i miei stupri da caserma facendomi domande assurde. “Aspetta aspetta, avevano la mimetica sudata? Gli anfibi, lucidi o infangati. E il terzo, non mi hai detto com'era il terzo nel capanno, era più dotato del sergente? Okay te l'ha messo prima in bocca, ma come?, scopandoti la gola?”
Ogni volta dovevo aggiungere particolari e senza volerlo ho cominciato a barare, a metterne di inventati, ad esagerare sul numero, sulle dimensioni, sulle prestazioni, su tutto. È la sua terapia, esagerare ed inventare m'aiuta a distaccarmene come se fossero davvero solo fantasie che ci si scambiano tra amiche. Lei ovviamente usa termini scientifici, dice che m'aiuta ad esorcizzare.
L'altro punto dolente su cui ci abbiamo perso quattro ore è stata la gang nella bisca. “È un grosso problema, Lucy, hai subito passivamente, nemmeno sai chi è stato. Okay, è stato Dylan e di lui ti sei vendicata (tra parentesi: sei stata geniale!), ma degli altri non sai nulla, rischiano di diventare dei fantasmi che ti perseguiteranno tutta la vita se non li affronti.”
“Non è vero, a loro non ci penso nemmeno, erano solo puttanieri di merda.'
“Vedi? Sono fantasmi. Tu sei fatalista già di tuo, ci manca solo che ti porti dietro i fantasmi. Dobbiamo esorcizzarli.”
“E come si fa?”
“Con l'ipnosi! Se ti concentri puoi arrivare a riconoscerli.”
“Seee, com'è possibile? Avevo la testa nel muro.”
“Era la festa della città, scommetto che puoi almeno distinguere i soldati in licenza.” Con Hollie si finisce sempre sui militari. “Non dirmi che non riconoscevi i più giovani con il testosterone represso dalla vita di caserma.”
É stato estenuante, mi sono rivissuta nove ore di gang senza nemmeno le due pause che m'ha concesso Félipe Junior, ma alla fine ce l'ho fatta. “Centotrentasette. Quarantasei erano giovani, sicuramente i tuoi soldati in festa.”
È accaldata anche lei, ha le lenti appannate mentre controlla il rapporto. “Brava, ci sei andata vicino... qui dicono centocinquantuno.”
“Tu m'hai chiesto chi erano. In quattordici hanno fatto due giri, ne sono sicura.”
“Ah!”
“A Félipe vanno bene gli affari.”
Chiude la cartelletta. “Bene, direi che abbiamo finito! Magari ci si vede al maneggio, sono due settimane che non ci vado.”
“Tu lavori troppo. Stasera do una festa per il mio ritorno, t'interessa?”
“Lo sai, feste e confusione non fanno per me.”
“Ci saranno anche tre miei amici, sono soldati, tre magnifici animali da sesso, i migliori marines con cui ho mai lavorato... La villa ha decine di camere e con tre la confusione è perfetta.”
“Qui non sono io quella in cura, ahaha!... e poi ho una bimba di tre anni!”
Non ha detto no.

- - -

Finalmente incontro il Colonnello.
Una girata di sette minuti da levarmi la pelle!
Me la merito, ho fatto troppe cazzate. E non gli sta bene nemmeno il mio rapporto, due paginette stringate buttate giù mezz'ora prima. L'ha fatto letteralmente infuriare la mia richiesta di nuclearizzare quel cesso di posto. Sono stata scema, avrei dovuto chiedere ad Hollie di suggerirglielo lei.
Ma gli obiettivi sono stati raggiunti e il Colonnello è uno che guarda ai risultati: mi concede due premi inaspettati!
No, non nuclearizza la cittadina di Félipe.

Beh, il primo premio mi toccava di diritto, dopo una missione cinque giorni di ferie li concede a tutti, ma a me ha fatto addirittura silenziare i sensori quantici! Ferie assolute!
All'inizio avevo quasi paura, mi sentivo persa dopo due anni di vigilanza.
No, non siamo andati nella villa davanti all'Oceano, ma in una baita di legno nello Yosemite Park. Solo io ed il mio amore, come due coloni nella foresta: la brace nel camino, niente elettricità, il silenzio dei boschi, nessun telefono, la spessa nebbia del mattino, i cavalli e... nessuno che ci spiava.
Mai sentita così bella!


---

Mark è felice di rivedermi.
O ha un coniglio nascosto nei pantaloni.
No, la sua erezione non è per me: gli viene sempre duro quando parla dei suoi progetti. “Cazzo Lucy, sei sparita! Ormai mi davo per spacciato.”
Sì, posso crederlo, è in uno stato pietoso! M'è piombato in casa diciotto minuti dopo che i ragazzi del Centro gli hanno mandato il messaggio ch'ero tornata. M'hanno tenuto loro i contatti professionali durante la vacanza colombiana.
“Cazzo Mark, cosa continui con 'sta storia? Io ti ho sempre risposto, non sono sparita.”
“Sì, solo messaggi del cazzo ed intanto io dovevo tenere buoni tutti! Lo sai, i coreani vogliono solo te ed hanno anticipato tutto per il noleggio del galeone. È per mercoledì prossimo, abbiamo due giorni per le riprese, contiamo di tirarne fuori una piccola serie di tre video. Dimmi che ci sei o mi affogo nella tua piscina!!”
“Sì, sì, ci sono, ci sono, te l'ho già detto! Come cazzo devo dirtelo?”
Minchia, che palle questo qui!
Scendo in palestra con lui che mi scodinzola dietro come un cane festante per il ritorno della padroncina. Mi metto alla macchina per tonificare i glutei.
Mark rimane in piedi dietro alla macchina, ora l'erezione è più evidente, ma solo perché mi sta raccontando il suo cazzo di video. “... è ambientato nel Seicento, costumi d'epoca da non crederci! Tu sei la figlia del capitano olandese la cui nave viene abbordata dai pirati. Ti giuro, abbiamo scelto solo attori delle isole polinesiane e Maori della Nuova Zelanda, il realismo e tutto!, beh il capitano dei pirati ti tortura e ti fa violentare dai suoi uomini davanti al padre, immaginati la scena!, legata ad un vero albero di un vero galeone da pirati veri, poi la trama te la spiego meglio, ma ho tutto in mente, tu per salvare tuo padre accetti di fargli un pompino davanti a tutti e lui impazzisce e ti punisce ficcand...”
“...?”
Perché s'è bloccato?
Ah, è entrata Dolores con l'asciugamano al collo. S'è appena fatta sette chilometri di riscaldamento ed ora deve fare addominali e dorsali.
Con due dita richiudo la mandibola di Mark.
“Ch... chi è?”
“Un'amica.”
Gli s'è ammosciato. Dolores fa questo effetto ai maschietti timidi.
“Fa paur... È fantastica!”
E non l'hai vista spaccare legna nello Yosemite Park.
“Mark ascoltami io ci sono, ma quest... E guardami quando ti parlo!!! Cazzo Mark, questo film è una merda! Spenderete un sacco di soldi per girare un filmetto del cazzo uguale a tutti gli altri.”
“Non è vero, è assolutamente realistico! Ed io ho tutto qui in mente.”
“Fa' come vuoi, ma poi quelli vorranno la tua testa quando faranno i conti. Ti taglieranno le palle e tu non girerai più nemmeno pubblicità per detersivi!... Riflettici e dimmi se non ho ragione.”
“Lo so, Lucy, lo so cazzooo! Ma ormai non si può più tornare indietro. È per questo che tu devi essere assolutamente fantastica e non devi fare la smorfiosa per le scene troppo dure. Qui mi gioco il culo anch'io!”
Beh, Mark non è completamente pirla.
“Una soluzione ci sarebbe, invece.”
“E quale? Scappare in Tibet?”
“No... Non so, potresti rivedere la trama ed il cast. Perché il capitano dei pirati dev'essere sempre un omone con barba nera e e gamba di legno? Non stai girando Peter Pan, cazzo.”
“No, a questo c'ho pensato, ho già in mente come fargli usare la gamba di legno.”
Ommerda! “Okay, ci sta... ma se invece il capitano fosse donna? Pensa, una figa incredibile, bellissima e sadica?”
Mark non è proprio così pirla, ha capito al volo. Fissa Dolores che sta facendo squat davanti lo specchio.
“Sì sì sì, cazzooo!!! È un'idea pazzesca! Funzionerà, lo sento, ce l'ho duro come mai prima! I coreani non crederanno ai loro occhi!”
Ommerda, mi sono bagnata anch'io.
“Ma lei ci sta? Non è che poi mi si blocca davanti alle telecamere?”
Dolores ha capito che parliamo di lei. È dritta in piedi che ci fissa, bella e inquietante come la prima volta sullo yacht di Vargas.
“Tranquillo, non ti deluderà. Intanto immaginatela con frusta in mano e strap-on xxl.”
“Argh.” S'è sporcato i boxer. “Abbiamo solo quattro giorni per scrivere la sceneggiatura, dobbiamo lavorarci giorno e notte...”
“No Mark, tu adesso ti levi dalle palle.” Lo sbatto fuori. “Stasera facciamo festa.”
“Farò un salto, non so se posso, ho da lavorare.”
“Devi dire a Kevin, Weston e Matt di venire in mimetica?”
“...?!”
“Mi devi un favore, se ti dimentichi addio pirati.”


Mando un messaggio a Hollie. “Cerca una baby sitter per stasera.”
Dolores è dietro me, mi bacia al collo. Le sue dita mi massaggiano lungo il solco infilando bene i leggins tra le chiappette. “Sei una cagna irrecuperabile, non vedi l'ora di mostrare a Mark il cazzo di fuoco.”
“Ti amo anch'io.”
scritto il
2024-07-09
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