5° - Hotel Smeraldo-Camera 302 [prima parte]
di
Metrox
genere
trio
5° - Allattamento
-Fatemi spazio, ragazze.-
-Qui in mezzo a noi c’è posto, infilati. - Marina non vuole separarsi da Simona, la sta ricoprendo di carezze e di baci. Però anch'io voglio Simona, vediamo se riesco a dividerle.
-Simona, ti va di giocare un po’ con il mio pisello, vedi com’è spento?-
-Sì sì, certo...faccio così? ti piace?- domanda sfiorandomi il pene.
Marina le suggerisce un tocco che ha scoperto con la conoscenza approfondita del mio piacere.
-Solletica con la punta delle dita sotto i testicoli...giù,vicino al buchino.-
Io sono d'accordo, mi pare un buon consiglio.
-Così?- domanda Simona vellicandomi piano guardando Marina per cercare conferma.
-Sì brava, vedrai che si riprende in un attimo.- le dice Marina.
-Poverino, però è ancora tutto moscio...- sussurra Simona poco dopo.
-Fallo venire duro in bocca - le suggerisco - lo sai fare?
-Ci provo...mmmm...-
Simona tocca il pene con la punta della lingua, come a tastarne il sapore. Al contatto il cazzo si gonfia un poco, lei appoggia le labbra sul glande, ci lascia un bacio poi il pene sparisce nella sua bocca. Ora posso sentire la sua lingua che mi solletica veloce, e tutto questo mi fa indurire immediatamente.
Mi distendo sulla schiena. Simona, raggomitolata tra le mie gambe, sta svolgendo egregiamente il suo lavoro, ormai è un pompino vero e proprio, vedo sparire e riapparire dalla sua bocca tutta l'asta lucida di saliva.
-Marina,- dico subendo con piacere la lingua della ragazza - mi sa che non devi insegnare molto a Simona, le viene naturale succhiare un uccello. Lo fa con passione.-
-Vedo che anche tu sei molto "appassionato"- dice Marina accarezzandomi il petto e i fianchi.
-Mmm....come mi piacciono le tue mani, Marina...continua... - le sussurro.
-Sì....ma ti fai fare un pompino da Simona...-
-Uhhhh... sei gelosa!-
-Ma no, mi piace Simona, è divertente, tenera...è dolce...e te lo ha fatto ridiventare bello duro, con la sua boccuccia.-
Trovo che io stia vivendo uno di quei momenti irripetibili, uno di quelli che si presentano solo pochissime volte nella vita. Sto facendo l'amore con due donne contemporaneamente, ed ognuna di loro mi sta regalando un tipo di piacere fisico e mentale che ho solo sempre immaginato e mai provato. Devo ammettere che non c'è un limite d'età per una "prima volta".
Mentre Simona sta mettendo a dura prova la mia resistenza all'orgasmo, io sto manipolando le mammelle da latte di Marina.
-Mi è venuta un’idea!- dico, smettendo di succhiarle un capezzolo.
-Tu e le tue idee!- esclama Marina. -Rilassati e continua a fare ciò che stai facendo, mio dio!!-
-No no,ascoltami! Tirati su, siediti e appoggia la schiena contro lo schienale del letto. Tieni le gambe distese, accavallate.-
Marina esegue con flemma ostentata tutto quello che le ho chiesto.
-Simona...su, vai ad abbracciare Marina.- dico, obbligando delicatamente la ragazza a staccarsi.
-Uhm...sì... - farfuglia a malincuore la ragazza, asciugandosi la saliva sulla bocca con una mano. Si sposta verso Marina, la stringe e appoggia il capo sul suo seno.
-Sei brava a succhiare un uomo, piccola... si vede che ti piace molto!- le dice Marina.
-Mamma mia, è così bello! non smetterei mai!-
-Hai un modo di fare un pompino che dev'essere fantastico a vedere la soddisfazione sulla faccia di Alberto. Da chi l’hai imparato?-
-Da nessuno! cosa credi, che io vada in giro a fare pompini alla gente?-
Marina ha un attacco di tosse mentre ride, si sta divertendo molto.
-Allora sei brava di tuo, Simona. Hai un talento naturale. - Anch'io la penso così, devo essere sincero.
-Sono autodidatta...ihihihi...- Bene, trovo che Simona abbia ripreso la sua ironia, segno che è molto meno intimidita.
-Ascolta, adesso prova a succhiare per bene le tette di Marina, così anche lei avrà la prova che il tuo risucchio è irresistibile. Sdraiati su un fianco, sistemati bene...devi essere comoda- le dico, aiutandola a mettersi nella posizione giusta.
-Uuuhhh...devo ciucciare le famose mammelle da latte di Marina!! - esclama Simona.
- Sì, proprio loro! - esclamo, poi, rivolto a Marina - Marina, tieni su la ragazza, sorreggile la testa con una mano...è come quando allattavi, dovresti essere pratica!-
-Sì sì, mi ricordo altrochè, anche se sono passati diversi anni. Vieni qui, bambolina, attaccati bene, senza mordere!-
Simona si sdraia lesta su un fianco e si rannicchia in posizione fetale sulle gambe di Marina. Riempie di bacetti una tetta e, dopo averla racchiusa tra le mani, insiste a baciare il capezzolo, proprio sulla punta.
Marina mantiene sollevata la testa di Simona, le preme un po’ il viso sulla mammella,in modo che la ragazza sia quasi obbligata ad aprire la bocca per respirare. Poi strizza il capezzolo tra l’indice e il medio, talvolta tra l'indice e il pollice, antichi gesti da allattamento, e inserisce il grosso fragolone rosso scuro nella bocca di Simona, che però si limita a succhiare poco, delicatamente.
Io penso che Simona sarà brava con un pene ma deve imparare a succhiare bene una mammella, quindi avvicino la bocca all’altra tetta e succhio anch’io ma con più passione. Il capezzolo e l’areola spariscono nella mia bocca, inizio a tirare con forza mordendo anche un po’ la carne. So che Marina, quando inizia a provare dolore, mi fa capire con colpetti sulle spalle che devo smettere.
Marina consiglia a Simona di guardarmi e di fare lo stesso. Simona annuisce e rimane lì imbambolata ad osservarmi. Marina la incita a riprendere a succhiare e Simona obbedisce, si riattacca alla poppa con molto più vigore, cercando di imitarmi. "E' come succhiare una caramella" le dice Marina. E io aggiungo: "E' Marina la nostra caramella"
Marina sorride, mantiene il capo di entrambi con le sue mani, intanto le cresce dentro quella forma di piacere tipico della femmina di mammifero che allatta. Adagia il capo sul cuscino, sospira e chiude gli occhi, assaporando il momento.
Rimaniamo così per molti minuti, entrambi a poppare con forza dalle tette di Marina finchè sento un mugolio, è proprio lei che mi da i famosi colpetti su una spalla e cerca di staccarmi dal capezzolo, però io sono eccitatissimo, mi viene da mordere, non voglio smettere, ma Marina mi obbliga tirandomi per i capelli. “Dai Alberto! Ma quanto sei arrapato?!?!” esclama.
Simona si è staccata subito, guarda preoccupata il capezzolo che è diventato rosso cupo e, tutt’intorno, anche la carne della mammella, normalmente bianca, è di un colore rosa acceso. Continua a massaggiare la tetta con grande impegno controllando l'espressione sul volto di Marina che, in realtà, io la conosco bene, è eccitatissima.
Dopo un po' si alza, va verso la finestra e da un’occhiata fuori. Noto che si sta palpando il seno con entrambe le mani, forse ho esagerato. Va in bagno e osserva le poppe allo specchio, si tira un po’ i capezzoli che continuano ad essere ritti e duri. Poi torna in camera dicendo che le abbiamo mangiato le tette, che l’abbiamo scambiata per una mucca, e altre lamentele dello stesso tipo, ma si zittisce vedendo che sto leccando la patatina di Simona. La ragazza tiene gli occhi fissi su Marina, uno sguardo vago, assente. Ogni tanto le palpebre le scendono a coprire metà degli occhi.
Marina si avvicina, mi da uno schiaffetto sul sedere, poi va a dare bacini a Simona, l’accarezza, le sussurra all’orecchio qualcosa che non capisco. Simona rilascia un sospiro forte e lunghissimo. Si stringe i piccoli seni con le mani aperte poi, quando apre gli occhi, Marina le sorride e sussurra a voce bassa “ciao vitellina”. Anche Simona accenna un sorriso che però si trasforma subito in una piccola smorfia. Marina le solletica un capezzolo, poi indugia ad accarezzarle i fianchi, la pancia, e tutto il corpo.
Io faccio cenno a Marina di stare vicino a me, mi piace sentire il caldo del suo corpo nudo, così carnoso e morbido, e voglio farle provare il sesso orale con una donna. L’attiro verso di me, Marina ha capito, mi guarda smarrita, ma la cosa l’attizza, è in uno stato avanzato di eccitazione, non fa più resistenza a nulla.
Segue il mio consiglio di allungare la lingua appuntita sul clitoride di Simona, lo sfiora appena e si ritrae subito. Poi riprova, muove la lingua e tocca di nuovo il clitoride, lo titilla un po’ poi mi guarda e ride in silenzio arricciando il naso come se avesse compiuto una marachella. Io riprendo a leccare e Marina mi imita, ma c’è difficoltà a stare in due, anche se la ragazza ha divaricato di più le gambe. Il fatto di sentire le lingue di entrambi sulla sua fica la sta portando ad avere dei brividi, come se avesse freddo.
Io mi sposto, lascio Marina da sola, ma prima le consiglio di aprire bene le labbra della fica con le dita e di affondare la lingua. Sentirà che Simona è bagnatissima, intravedo addirittura un rivoletto di succo misto alla saliva di Marina che sta colando nel solco delle chiappe a bagnare il lenzuolo. La panciotta è mobilissima, a momenti è piatta, quasi concava, ed emergono le due ossa del bacino, sopra le anche. Poi all’improvviso il ventre si gonfia, o piuttosto sono gli addominali che si tendono, e Simona ansima più forte.
Mi muovo in ginocchio sul letto, raggiungo la sua bocca, la bacio. Simona è rossa in viso, noto che guarda con libidine il mio cazzo, allora mi fermo davanti alla sua faccia, ritto sulle ginocchia.
Mi masturbo.
Penso di metterglielo in bocca, ma credo sia meglio lasciarle assaporare il godimento che verrà senza troppe distrazioni.
Tengo d’occhio Marina, vedo che si è adattata bene al lavoro che sta facendo, e credo che lo stia facendo ottimamente, se devo giudicare quanto vibra Simona. Non so se per la leccata di Marina o se per la visione di un uomo che si sta masturbando a mezzo metro dalla sua faccia, o forse per entrambe le cose.
Non ci vuole molto, la ragazza è giovane e gli stimoli nuovi che sta ricevendo sono molto potenti. Ha un leggero tremore abbastanza continuo, stende le gambe, le cosce tese a stringere la testa di Marina che ha capito che non deve smettere. Simona rilascia il capo di lato, sul cuscino, e fissa ipnotizzata il movimento della mia mano, il glande che appare e scompare nel pugno.
Ansima forte, ma lei nessun grugnito. Lei piuttosto emette dei gridolini che sembrano guaiti. Ma è il respiro che colpisce, un crescendo continuo, di volume e di intensità. Apre gli occhi e guarda fissa nei miei, continuando a mormorare ossessivamente ...sì...sì...sì..., seguiti da un gemito, uno solo, poi chiude gli occhi e sussurra “vengo....”. Trattiene il fiato per un tempo interminabile, e le contrazioni sono forti e numerose. Spinge lontano la testa di Marina che si divincola dalla stretta di Simona per sistemarsi vicina a me, e assistiamo insieme all'orgasmo della ragazza, accarezzandola con delicatezza. Restiamo in silenzio finchè Simona non subisce una improvvisa scossa che la scuote tutta, poi finalmente si adagia, tranquilla.
Io riprendo a masturbarmi, quello cui ho assistito non permette alla mia mente di andare oltre, sono troppo eccitato.
Simona mi osserva statica, vinta dalle contrazioni di quell’orgasmo che credo sia stato formidabile per la sua età. Nonostante tutto non può tralasciare la visione di un maschio prossimo all’eiaculazione, osserva ogni mio movimento, guarda il mio petto, la mia pancia, soprattutto la mia mano che si muove sempre più veloce.
Sento le dita di Marina dietro di me a sollecitarmi l'ano, accenna una penetrazione con un dito, ma poi desiste e fa scivolare il braccio tra le mie cosce, mi stringe i testicoli baciandomi sulla schiena.
Simona si muove lenta, allunga solo una mano e con le dita leggere mi sfiora il petto e il ventre, appena sopra i peli del pube, e tutto quest’insieme di cose mi porta ad un orgasmo violento e incontrollato. Schizzo grosse gocce di sperma sulle tettine di Simona, e qualcuna fin sotto il mento.
Poi crollo a peso morto su di lei, che mi bacia come e dove può, su una spalla e sul collo, e mi passa una mano tra i capelli. Marina mi accarezza le natiche e accenna un massaggio lungo la mia spina dorsale.
Due amori di ragazze...
[PRIMA PARTE] Continua...
metr0pol@libero.it (dove la 0 è uno zero ;-)
-Fatemi spazio, ragazze.-
-Qui in mezzo a noi c’è posto, infilati. - Marina non vuole separarsi da Simona, la sta ricoprendo di carezze e di baci. Però anch'io voglio Simona, vediamo se riesco a dividerle.
-Simona, ti va di giocare un po’ con il mio pisello, vedi com’è spento?-
-Sì sì, certo...faccio così? ti piace?- domanda sfiorandomi il pene.
Marina le suggerisce un tocco che ha scoperto con la conoscenza approfondita del mio piacere.
-Solletica con la punta delle dita sotto i testicoli...giù,vicino al buchino.-
Io sono d'accordo, mi pare un buon consiglio.
-Così?- domanda Simona vellicandomi piano guardando Marina per cercare conferma.
-Sì brava, vedrai che si riprende in un attimo.- le dice Marina.
-Poverino, però è ancora tutto moscio...- sussurra Simona poco dopo.
-Fallo venire duro in bocca - le suggerisco - lo sai fare?
-Ci provo...mmmm...-
Simona tocca il pene con la punta della lingua, come a tastarne il sapore. Al contatto il cazzo si gonfia un poco, lei appoggia le labbra sul glande, ci lascia un bacio poi il pene sparisce nella sua bocca. Ora posso sentire la sua lingua che mi solletica veloce, e tutto questo mi fa indurire immediatamente.
Mi distendo sulla schiena. Simona, raggomitolata tra le mie gambe, sta svolgendo egregiamente il suo lavoro, ormai è un pompino vero e proprio, vedo sparire e riapparire dalla sua bocca tutta l'asta lucida di saliva.
-Marina,- dico subendo con piacere la lingua della ragazza - mi sa che non devi insegnare molto a Simona, le viene naturale succhiare un uccello. Lo fa con passione.-
-Vedo che anche tu sei molto "appassionato"- dice Marina accarezzandomi il petto e i fianchi.
-Mmm....come mi piacciono le tue mani, Marina...continua... - le sussurro.
-Sì....ma ti fai fare un pompino da Simona...-
-Uhhhh... sei gelosa!-
-Ma no, mi piace Simona, è divertente, tenera...è dolce...e te lo ha fatto ridiventare bello duro, con la sua boccuccia.-
Trovo che io stia vivendo uno di quei momenti irripetibili, uno di quelli che si presentano solo pochissime volte nella vita. Sto facendo l'amore con due donne contemporaneamente, ed ognuna di loro mi sta regalando un tipo di piacere fisico e mentale che ho solo sempre immaginato e mai provato. Devo ammettere che non c'è un limite d'età per una "prima volta".
Mentre Simona sta mettendo a dura prova la mia resistenza all'orgasmo, io sto manipolando le mammelle da latte di Marina.
-Mi è venuta un’idea!- dico, smettendo di succhiarle un capezzolo.
-Tu e le tue idee!- esclama Marina. -Rilassati e continua a fare ciò che stai facendo, mio dio!!-
-No no,ascoltami! Tirati su, siediti e appoggia la schiena contro lo schienale del letto. Tieni le gambe distese, accavallate.-
Marina esegue con flemma ostentata tutto quello che le ho chiesto.
-Simona...su, vai ad abbracciare Marina.- dico, obbligando delicatamente la ragazza a staccarsi.
-Uhm...sì... - farfuglia a malincuore la ragazza, asciugandosi la saliva sulla bocca con una mano. Si sposta verso Marina, la stringe e appoggia il capo sul suo seno.
-Sei brava a succhiare un uomo, piccola... si vede che ti piace molto!- le dice Marina.
-Mamma mia, è così bello! non smetterei mai!-
-Hai un modo di fare un pompino che dev'essere fantastico a vedere la soddisfazione sulla faccia di Alberto. Da chi l’hai imparato?-
-Da nessuno! cosa credi, che io vada in giro a fare pompini alla gente?-
Marina ha un attacco di tosse mentre ride, si sta divertendo molto.
-Allora sei brava di tuo, Simona. Hai un talento naturale. - Anch'io la penso così, devo essere sincero.
-Sono autodidatta...ihihihi...- Bene, trovo che Simona abbia ripreso la sua ironia, segno che è molto meno intimidita.
-Ascolta, adesso prova a succhiare per bene le tette di Marina, così anche lei avrà la prova che il tuo risucchio è irresistibile. Sdraiati su un fianco, sistemati bene...devi essere comoda- le dico, aiutandola a mettersi nella posizione giusta.
-Uuuhhh...devo ciucciare le famose mammelle da latte di Marina!! - esclama Simona.
- Sì, proprio loro! - esclamo, poi, rivolto a Marina - Marina, tieni su la ragazza, sorreggile la testa con una mano...è come quando allattavi, dovresti essere pratica!-
-Sì sì, mi ricordo altrochè, anche se sono passati diversi anni. Vieni qui, bambolina, attaccati bene, senza mordere!-
Simona si sdraia lesta su un fianco e si rannicchia in posizione fetale sulle gambe di Marina. Riempie di bacetti una tetta e, dopo averla racchiusa tra le mani, insiste a baciare il capezzolo, proprio sulla punta.
Marina mantiene sollevata la testa di Simona, le preme un po’ il viso sulla mammella,in modo che la ragazza sia quasi obbligata ad aprire la bocca per respirare. Poi strizza il capezzolo tra l’indice e il medio, talvolta tra l'indice e il pollice, antichi gesti da allattamento, e inserisce il grosso fragolone rosso scuro nella bocca di Simona, che però si limita a succhiare poco, delicatamente.
Io penso che Simona sarà brava con un pene ma deve imparare a succhiare bene una mammella, quindi avvicino la bocca all’altra tetta e succhio anch’io ma con più passione. Il capezzolo e l’areola spariscono nella mia bocca, inizio a tirare con forza mordendo anche un po’ la carne. So che Marina, quando inizia a provare dolore, mi fa capire con colpetti sulle spalle che devo smettere.
Marina consiglia a Simona di guardarmi e di fare lo stesso. Simona annuisce e rimane lì imbambolata ad osservarmi. Marina la incita a riprendere a succhiare e Simona obbedisce, si riattacca alla poppa con molto più vigore, cercando di imitarmi. "E' come succhiare una caramella" le dice Marina. E io aggiungo: "E' Marina la nostra caramella"
Marina sorride, mantiene il capo di entrambi con le sue mani, intanto le cresce dentro quella forma di piacere tipico della femmina di mammifero che allatta. Adagia il capo sul cuscino, sospira e chiude gli occhi, assaporando il momento.
Rimaniamo così per molti minuti, entrambi a poppare con forza dalle tette di Marina finchè sento un mugolio, è proprio lei che mi da i famosi colpetti su una spalla e cerca di staccarmi dal capezzolo, però io sono eccitatissimo, mi viene da mordere, non voglio smettere, ma Marina mi obbliga tirandomi per i capelli. “Dai Alberto! Ma quanto sei arrapato?!?!” esclama.
Simona si è staccata subito, guarda preoccupata il capezzolo che è diventato rosso cupo e, tutt’intorno, anche la carne della mammella, normalmente bianca, è di un colore rosa acceso. Continua a massaggiare la tetta con grande impegno controllando l'espressione sul volto di Marina che, in realtà, io la conosco bene, è eccitatissima.
Dopo un po' si alza, va verso la finestra e da un’occhiata fuori. Noto che si sta palpando il seno con entrambe le mani, forse ho esagerato. Va in bagno e osserva le poppe allo specchio, si tira un po’ i capezzoli che continuano ad essere ritti e duri. Poi torna in camera dicendo che le abbiamo mangiato le tette, che l’abbiamo scambiata per una mucca, e altre lamentele dello stesso tipo, ma si zittisce vedendo che sto leccando la patatina di Simona. La ragazza tiene gli occhi fissi su Marina, uno sguardo vago, assente. Ogni tanto le palpebre le scendono a coprire metà degli occhi.
Marina si avvicina, mi da uno schiaffetto sul sedere, poi va a dare bacini a Simona, l’accarezza, le sussurra all’orecchio qualcosa che non capisco. Simona rilascia un sospiro forte e lunghissimo. Si stringe i piccoli seni con le mani aperte poi, quando apre gli occhi, Marina le sorride e sussurra a voce bassa “ciao vitellina”. Anche Simona accenna un sorriso che però si trasforma subito in una piccola smorfia. Marina le solletica un capezzolo, poi indugia ad accarezzarle i fianchi, la pancia, e tutto il corpo.
Io faccio cenno a Marina di stare vicino a me, mi piace sentire il caldo del suo corpo nudo, così carnoso e morbido, e voglio farle provare il sesso orale con una donna. L’attiro verso di me, Marina ha capito, mi guarda smarrita, ma la cosa l’attizza, è in uno stato avanzato di eccitazione, non fa più resistenza a nulla.
Segue il mio consiglio di allungare la lingua appuntita sul clitoride di Simona, lo sfiora appena e si ritrae subito. Poi riprova, muove la lingua e tocca di nuovo il clitoride, lo titilla un po’ poi mi guarda e ride in silenzio arricciando il naso come se avesse compiuto una marachella. Io riprendo a leccare e Marina mi imita, ma c’è difficoltà a stare in due, anche se la ragazza ha divaricato di più le gambe. Il fatto di sentire le lingue di entrambi sulla sua fica la sta portando ad avere dei brividi, come se avesse freddo.
Io mi sposto, lascio Marina da sola, ma prima le consiglio di aprire bene le labbra della fica con le dita e di affondare la lingua. Sentirà che Simona è bagnatissima, intravedo addirittura un rivoletto di succo misto alla saliva di Marina che sta colando nel solco delle chiappe a bagnare il lenzuolo. La panciotta è mobilissima, a momenti è piatta, quasi concava, ed emergono le due ossa del bacino, sopra le anche. Poi all’improvviso il ventre si gonfia, o piuttosto sono gli addominali che si tendono, e Simona ansima più forte.
Mi muovo in ginocchio sul letto, raggiungo la sua bocca, la bacio. Simona è rossa in viso, noto che guarda con libidine il mio cazzo, allora mi fermo davanti alla sua faccia, ritto sulle ginocchia.
Mi masturbo.
Penso di metterglielo in bocca, ma credo sia meglio lasciarle assaporare il godimento che verrà senza troppe distrazioni.
Tengo d’occhio Marina, vedo che si è adattata bene al lavoro che sta facendo, e credo che lo stia facendo ottimamente, se devo giudicare quanto vibra Simona. Non so se per la leccata di Marina o se per la visione di un uomo che si sta masturbando a mezzo metro dalla sua faccia, o forse per entrambe le cose.
Non ci vuole molto, la ragazza è giovane e gli stimoli nuovi che sta ricevendo sono molto potenti. Ha un leggero tremore abbastanza continuo, stende le gambe, le cosce tese a stringere la testa di Marina che ha capito che non deve smettere. Simona rilascia il capo di lato, sul cuscino, e fissa ipnotizzata il movimento della mia mano, il glande che appare e scompare nel pugno.
Ansima forte, ma lei nessun grugnito. Lei piuttosto emette dei gridolini che sembrano guaiti. Ma è il respiro che colpisce, un crescendo continuo, di volume e di intensità. Apre gli occhi e guarda fissa nei miei, continuando a mormorare ossessivamente ...sì...sì...sì..., seguiti da un gemito, uno solo, poi chiude gli occhi e sussurra “vengo....”. Trattiene il fiato per un tempo interminabile, e le contrazioni sono forti e numerose. Spinge lontano la testa di Marina che si divincola dalla stretta di Simona per sistemarsi vicina a me, e assistiamo insieme all'orgasmo della ragazza, accarezzandola con delicatezza. Restiamo in silenzio finchè Simona non subisce una improvvisa scossa che la scuote tutta, poi finalmente si adagia, tranquilla.
Io riprendo a masturbarmi, quello cui ho assistito non permette alla mia mente di andare oltre, sono troppo eccitato.
Simona mi osserva statica, vinta dalle contrazioni di quell’orgasmo che credo sia stato formidabile per la sua età. Nonostante tutto non può tralasciare la visione di un maschio prossimo all’eiaculazione, osserva ogni mio movimento, guarda il mio petto, la mia pancia, soprattutto la mia mano che si muove sempre più veloce.
Sento le dita di Marina dietro di me a sollecitarmi l'ano, accenna una penetrazione con un dito, ma poi desiste e fa scivolare il braccio tra le mie cosce, mi stringe i testicoli baciandomi sulla schiena.
Simona si muove lenta, allunga solo una mano e con le dita leggere mi sfiora il petto e il ventre, appena sopra i peli del pube, e tutto quest’insieme di cose mi porta ad un orgasmo violento e incontrollato. Schizzo grosse gocce di sperma sulle tettine di Simona, e qualcuna fin sotto il mento.
Poi crollo a peso morto su di lei, che mi bacia come e dove può, su una spalla e sul collo, e mi passa una mano tra i capelli. Marina mi accarezza le natiche e accenna un massaggio lungo la mia spina dorsale.
Due amori di ragazze...
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