La perdita della verginità

di
genere
prime esperienze

La scelta di Clara
Sono qui, finalmente. Mi siedo sul bordo del letto, il cuore che batte nel petto come un tamburo incessante. Le mie mani tremano, nonostante tutto. Non ho paura, almeno credo. Ma sento il mio corpo rigido, consapevole di ogni cosa: il suono del respiro che rimbalza contro le pareti, la luce fioca della lampada che getta ombre morbide sul pavimento. Ho aspettato tanto per questo momento, e ora che è arrivato, mi sembra strano. È quasi irreale.
Lui è nella stanza con me, ma non conta davvero. Non lo guardo, non cerco i suoi occhi. È qui per una ragione sola, per essere lo strumento del mio desiderio, del mio bisogno di conoscermi, di possedermi finalmente. Il suo corpo è presente, ma è lontano dalla mia mente. È il mio che mi interessa.
Mi stendo, il materasso che cede sotto di me mentre sento il suo peso sopra il mio. Il mio respiro si fa più corto, il cuore accelera ancora di più. Sento il suo corpo contro il mio, ma è come un'ombra, una figura sfocata ai margini della mia coscienza. Le sue mani mi toccano, ma io sono concentrata solo su me stessa. Su ciò che provo.
Quando finalmente entra in me, un dolore acuto mi colpisce come una fitta improvvisa. La mia bocca si apre, ma non esce nessun suono. Stringo i denti, respingo l'istinto di allontanarlo. Il mio corpo si tende, come se stesse cercando di proteggersi, ma io non lo lascio andare. È necessario. Il dolore è necessario.
Sento una lacrima formarsi negli occhi, scorrere lungo la mia guancia, ma la ignoro. Il dolore è lì, insistente, come un coltello che affonda nella carne. Ma respiro, lentamente, profondamente, e mi lascio andare. Permetto al mio corpo di accettarlo, di aprirsi, e piano piano, il dolore comincia a trasformarsi. Non sparisce del tutto, ma qualcosa cambia. È come se la tensione che ho accumulato per anni, la paura e l’incertezza, stessero lentamente svanendo, cedendo il posto a qualcosa di nuovo.
E poi lo sento. Un fremito, un'onda sottile che parte da dentro di me, che si diffonde attraverso ogni fibra del mio corpo. Non è immediato, non è travolgente. È un piacere lento, delicato, che cresce come un calore che mi avvolge e mi sorprende. Non lo aspettavo così, non pensavo potesse essere così. La sensazione è come una corrente tiepida che mi trascina con sé, oltre il dolore, oltre il disagio.
Il mio respiro si fa più profondo, meno affannoso. Le mani, prima rigide e tese, ora si rilassano. Sento il mio corpo rispondere, muoversi involontariamente sotto di lui. Non penso più al dolore; non è più al centro della mia esperienza. Ora c’è solo questa sensazione, una dolcezza crescente che si mescola alla forza del piacere che scivola lentamente dentro di me.
Il mio corpo comincia a cedere. Sento le mie cosce aprirsi di più, accogliendo questa nuova sensazione che si fa sempre più forte, più insistente. Non è più solo fisico. È come se ogni parte di me stesse rispondendo a un richiamo antico, un bisogno di sentire, di vivere pienamente, di conoscere il mio piacere in ogni sua forma.
Il ritmo accelera, e così fa il battito del mio cuore. Ora c'è solo il piacere. Lo sento scorrere sotto la mia pelle, un'onda dopo l'altra, finché non diventa troppo, finché non esplode dentro di me. È un momento di assoluta perdita, eppure di totale controllo. Mi sento scivolare, come se stessi cadendo, ma non provo paura. È liberatorio. È una scarica di piacere che mi lascia senza fiato, e non c'è più spazio per altro.
Lascio che mi travolga, che mi consumi. Ogni fibra del mio corpo si tende, poi si rilassa, mentre il piacere si diffonde come un fuoco lento, bruciando via ogni resistenza. Quando finalmente mi lascio andare completamente, è come se avessi attraversato una soglia. Il dolore iniziale è ormai un ricordo lontano, e il piacere che mi avvolge è l’unica cosa che importa.
Quando tutto finisce, mi sento vuota e piena allo stesso tempo. Il mio corpo pulsa ancora leggermente, il piacere che si ritrae lasciando solo un’eco dolce. Sento ancora lui, il suo peso sopra di me, ma è irrilevante. Si allontana, e io rimango. Mi abbandono sulle lenzuola, il respiro che torna calmo, regolare.
Non mi sento diversa. Non c’è stata una trasformazione improvvisa. Ma c’è una nuova consapevolezza. So di aver raggiunto qualcosa, un punto dentro di me che non avevo mai esplorato prima. Il dolore e il piacere si sono fusi, e io mi sento finalmente libera. Non c’è più nulla da aspettare. Sono qui, in questo corpo, e per la prima volta mi appartiene davvero.
Mi alzo lentamente, il corpo ancora caldo, ma rilassato. Un lieve dolore rimane, ma è quasi piacevole, come un promemoria di ciò che è stato, di ciò che ho scelto di vivere. Mi guardo allo specchio. Il mio riflesso è lo stesso, ma so che qualcosa è cambiato. E ora, finalmente, mi riconosco. Sono io, e questo è il mio corpo. E oggi ho scelto di sentirlo, di viverlo, di abbracciare ogni parte di me.
scritto il
2024-08-17
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