Anna Giulia e Marco
di
AngelicaBella
genere
trio
Uno
Anna non poteva fare a meno di arrossire ogni volta che Giulia entrava in uno dei suoi racconti provocanti, il tipo di storie che ti facevano rabbrividire e ridere allo stesso tempo. Eppure, c'era qualcosa di ipnotico nel modo in cui Giulia parlava, una disinvoltura che sembrava catturare ogni persona nella stanza. Sedute sulla veranda, il sole calante alle loro spalle, Giulia raccontava senza inibizioni le sue ultime avventure sentimentali.
"Te lo giuro, Anna, era grande come una zucchina, e credimi, ho usato tutte le mie abilità culinarie per gestirla!" Giulia rise di cuore, senza un'ombra di vergogna.
Anna portò rapidamente il bicchiere di caipirinha alle labbra, cercando di nascondere il rossore che le invadeva le guance. Giulia non aveva mai avuto problemi a parlare di sesso come di qualsiasi altra cosa, mentre Anna si sentiva sempre un po' fuori luogo, come se non riuscisse mai a raggiungere quel livello di disinvoltura.
"Giulia!" esclamò Anna, ridendo nervosamente, "Non puoi parlare così!"
"Perché no?" Giulia le lanciò uno sguardo sfacciato, divertito dalle reazioni della sua amica. "Il sesso è come cucinare, amore mio. Bisogna mescolare gli ingredienti giusti, accendere il fuoco al momento opportuno, e soprattutto, bisogna gustare ogni boccone."
Anna scrollò la testa, ma non poté evitare di sorridere. Giulia era sempre stata così, audace e inarrestabile. Anche quando erano adolescenti, Giulia era quella che saltava nel fiume senza pensarci due volte, mentre Anna rimaneva sulla riva, guardandola con ammirazione e un po' di invidia.
Marco uscì dalla cucina portando un piatto di carne succulenta, la sua presenza rassicurante come sempre. Si avvicinò alle due donne, posò il piatto sul tavolo e si sedette accanto a sua moglie. Giulia lo osservò con un sorriso malizioso.
"Allora, Marco," iniziò, non nascondendo la sua sfacciataggine, "Hai mai pensato di condividere Anna? Sai, fare un po' di... spazio?"
Marco sollevò un sopracciglio, sorpreso ma divertito. "Condividere Anna? E con chi, di grazia?"
Giulia si avvicinò un po' di più, guardando Anna con occhi scintillanti. "Con me, naturalmente."
L’aria sulla veranda sembrava fermarsi per un momento. Anna sentì il cuore saltare un battito. Marco, tuttavia, sembrava rilassato, come se Giulia avesse appena proposto di aggiungere un nuovo ingrediente alla grigliata.
"Giulia, per favore..." Anna cercò di mantenere un tono composto, ma la voce le tremava appena. Non era la prima volta che Giulia faceva allusioni simili, ma quel giorno sembrava tutto più reale, più concreto.
"Su, non fare la timida," continuò Giulia, imperterrita. "Lo sappiamo tutti e tre che c'è qualcosa tra noi. Io e te, Anna... abbiamo sempre avuto una connessione speciale, no? E Marco qui... beh, sembra che non gli dispiaccia affatto l'idea."
Marco sorrise, cercando lo sguardo di Anna. La conosceva abbastanza bene da capire che stava lottando con emozioni contrastanti: il desiderio nascosto e la paura di oltrepassare un confine invisibile. Le strinse la mano sotto il tavolo, un gesto rassicurante che le diceva che non aveva nulla da temere. Ma anche lui era curioso. Sempre stato un uomo aperto, pronto a esplorare nuove possibilità, senza la pesantezza delle gelosie o delle insicurezze che molti altri uomini avrebbero avuto.
Giulia si allungò indietro sulla sedia, guardando le stelle che cominciavano a brillare nel cielo crepuscolare. "Pensaci, Anna. Non è una proposta folle. È libertà. Tu e Marco avete qualcosa di bellissimo, ma anche le cose belle possono essere migliorate, no? Un po' di pepe, un po' di spezie. E io... sono un'ottima cuoca, se lo dico io stessa."
Anna sentì un brivido correre lungo la schiena. Non era solo il pensiero di Giulia – il suo corpo sinuoso, la sua energia travolgente – ma l'idea di infrangere le regole che aveva sempre seguito. Il matrimonio, la monogamia, la stabilità. Era ciò che aveva scelto, ciò che aveva sempre desiderato, no?
Ma c'era una parte di lei che sussurrava all’orecchio, una voce che era sempre stata soffocata, che le diceva che forse Giulia aveva ragione. Forse la vita non doveva essere così ben definita, così limitata dalle aspettative della società. Forse l’amore poteva prendere forme diverse, forme che Anna non aveva mai considerato.
Giulia si alzò, avvicinandosi a Marco e sfiorandogli il mento con la mano. "Che ne dici, bel ragazzo? Ti va di giocare? Nessuna pressione, solo piacere."
Marco rise leggermente, divertito dalla sfacciataggine dell'amica, ma il suo sguardo tornò subito su Anna. "Dipende tutto da lei," disse con calma. "Sono felice così, ma se Anna desidera esplorare... beh, non sarò certo io a fermarla."
Giulia si voltò verso Anna, con quel suo sguardo penetrante, come se potesse leggere dentro di lei, come se già sapesse cosa Anna stesse per decidere. "C'è una vita intera da vivere, Anna. Perché limitarci?"
Anna si sentiva come se fosse in piedi sull'orlo di un precipizio. Giulia era lì, a pochi passi da lei, pronta a prendere la sua mano e a saltare insieme. Marco, saldo come sempre, stava dietro di lei, pronto a sostenerla, qualunque cosa avesse deciso.
E in quel momento, con il mare che sussurrava sotto di loro e le stelle che brillavano come segreti lontani, Anna si sentì per la prima volta libera di immaginare qualcosa di diverso, qualcosa che non era mai stato nei suoi piani.
Due
Dopo cena, l’aria era diventata densa di umidità e profumi tropicali. Le luci della casa si erano spente, e i tre si erano ritirati sulla veranda, stendendo un grande plaid di lana sulla pietra ancora calda del giorno. Il mare cantava dolcemente in lontananza, le sue onde si infrangevano ritmicamente contro la costa come un respiro antico e familiare.
Anna guardava il cielo, affascinata da quel tappeto di stelle così vicino, come se potesse allungare la mano e toccarle. Il vino le aveva riscaldato il corpo, e la vicinanza di Giulia le faceva vibrare i nervi in un modo che non riusciva a controllare. Il cuore le batteva più velocemente del solito, ma la mente, sorprendentemente, era calma.
Giulia era sdraiata tra lei e Marco, una sorta di dea pagana, a suo agio tra la notte e i desideri che fluttuavano nell'aria come polline. Il suo corpo, snello e abbronzato, si muoveva con una grazia naturale, e Anna non poté fare a meno di sentirsi attratta da quella forza. Giulia era un faro di libertà, di sensualità pura e semplice, e Anna, pur incerta, era incapace di opporre resistenza.
"Guarda, Anna," disse Giulia con voce bassa e sensuale, puntando il dito verso il cielo, "quella costellazione... sembra una donna distesa, non trovi?"
Anna rise debolmente, ma prima che potesse rispondere, Giulia si era già voltata verso Marco, le sue mani che vagavano senza inibizioni. Un tocco morbido e deciso, prima su di lui, poi su Anna. Fu un gesto quasi naturale, una carezza che non chiedeva permesso. Anna trattenne il fiato per un istante, mentre il mondo sembrava fermarsi. Sentiva le dita di Giulia sul proprio corpo, delicate e sicure, come se conoscessero ogni angolo nascosto del suo desiderio.
Non ci fu bisogno di parole. In quel momento, ogni confine, ogni dubbio sembrava dissolversi come il fumo di un fuoco lontano. Giulia si mosse con grazia, come un’artista che modella la creta, e Marco, che non aveva mai perso il suo sorriso placido, rispose al tocco di Giulia con una calma che sembrava fatta di complicità e piacere.
I loro corpi si muovevano insieme come se fossero sempre appartenuti a quel momento. Le mani di Marco si persero tra i capelli di Anna, e Giulia, al centro di tutto, guidava ogni movimento, come una direttrice d'orchestra in un concerto di emozioni. Le risate sommesse si mescolavano ai sospiri, e il tempo sembrava scivolare via, indistinto.
Anna si lasciò andare, più di quanto avesse mai fatto prima. Sentiva il calore del corpo di Marco contro la sua pelle e, dall'altra parte, quello di Giulia. La differenza tra i due era evidente, ma complementare. Giulia era fuoco, una fiamma che ardeva in ogni tocco, ogni sguardo. Marco era terra, stabile e solido, sempre lì, come una roccia che Anna poteva tenere stretta. Ed era proprio questa combinazione che la faceva sentire completa.
Le stelle sopra di loro sembravano pulsare, danzando al ritmo del loro respiro condiviso. Le onde del mare si facevano più lente, quasi come se volessero accompagnare la loro intimità, amplificandola.
Non c’era imbarazzo, non c’era più paura. Solo i corpi nudi, avvinghiati sotto il cielo infinito, avvolti nel calore dell'estate. Le mani di Giulia si muovevano come un artigiano che modella una scultura, e Anna si ritrovò a rispondere, prima esitante, poi con crescente passione.
Quando tutto finì, i tre rimasero distesi sul plaid, i respiri che si facevano sempre più regolari. Il silenzio era dolce, pieno di una quiete quasi sacra. Giulia giaceva tra Anna e Marco, i suoi occhi chiusi, un sorriso soddisfatto dipinto sulle labbra. Anna si sentiva come se avesse attraversato una soglia invisibile. Non c’era più alcuna divisione, né dentro di lei né tra loro.
Il cielo sopra di loro continuava a splendere, come se il firmamento avesse assistito a quel momento intimo e ne fosse stato complice. Le onde del mare erano tornate al loro ritmo regolare, cullando la notte con la loro nenia ipnotica.
Anna girò la testa verso Marco, trovando i suoi occhi che la fissavano con la stessa dolcezza di sempre, ma con qualcosa in più. Qualcosa che prima non c'era e che ora sembrava aver trovato il suo posto tra di loro. Marco non disse nulla, ma la sua mano si allungò per prendere quella di Anna, stringendola con forza.
E Giulia, sempre al centro, sorrise senza bisogno di parole. Non c’era stato bisogno di spiegazioni, di promesse, o di vincoli. Era successo, semplicemente, come il mare che si infrange sulla riva. Naturale, inevitabile.
E in quel momento, sotto quel cielo infinito, Anna sentì che qualcosa dentro di lei era cambiato per sempre. Le regole, i confini, le aspettative – tutto sembrava meno rigido, meno importante. Quello che contava era lì, in quel momento: la libertà di essere, di sentire, di amare senza definizioni o limiti.
La notte avanzava lenta, mentre il mondo intorno a loro continuava a girare, ignaro del piccolo universo che avevano creato su quella veranda.
Tre
La notte era avanzata, ma sembrava che il tempo stesso avesse perso ogni significato. I corpi dei tre amanti si erano fusi sotto il cielo aperto, eppure la loro fame non era placata. Non c’era stato bisogno di parole. Solo gesti, sguardi, e il linguaggio silenzioso della pelle contro la pelle. La danza che avevano iniziato su quella veranda continuava, come una corrente sotterranea che li spingeva sempre più vicini.
Marco si alzò per primo, i suoi occhi che brillavano nell’oscurità. Si chinò verso Anna, le prese la mano e la sollevò delicatamente. “Andiamo,” disse con voce bassa, calda. Anna si lasciò guidare senza esitazioni, la fiducia tra loro più forte che mai. Giulia li seguì con un sorriso complice, i suoi movimenti felini e aggraziati, come una pantera silenziosa nella notte.
Entrarono in casa, lasciando alle spalle il mare e le stelle, ma portando con sé l’elettricità del momento. La camera da letto della coppia, un luogo familiare e sicuro, sembrava ora trasformata in un tempio di desiderio e intimità. Le lenzuola bianche, fresche, attendevano di accogliere i loro corpi caldi.
Anna fu la prima a distendersi sul letto, il cuore che le batteva forte, ma senza più quel senso di paura o incertezza che l’aveva accompagnata fino a quel momento. Si sentiva leggera, come se un peso invisibile fosse stato sollevato dalle sue spalle. Le mani di Marco e Giulia si posarono su di lei, accarezzandola, esplorandola con tenerezza e passione. Era al centro di quel piccolo universo fatto di desiderio e amore.
Marco si mise accanto a lei, il suo corpo solido e rassicurante. Giulia, dall’altro lato, era il suo opposto perfetto: una fiamma viva, pronta a consumare ogni cosa con la sua energia. Anna sentiva la loro presenza come due forze complementari, che la tenevano sospesa tra il cielo e la terra. Le mani di Marco erano forti e sicure, mentre quelle di Giulia erano delicate ma decise, come una melodia sottile che si insinuava nei suoi sensi.
Mentre il ritmo dei loro corpi diventava sempre più intenso, Anna chiuse gli occhi e si abbandonò completamente. Sentiva il tocco caldo e appassionato di Marco che la riempiva di desiderio, e al tempo stesso, il tocco di Giulia che la faceva vibrare in profondità, come corde sottili che risuonano insieme. Ogni movimento, ogni respiro la portava più vicina a un picco che sembrava non avere fine.
Le sensazioni si mescolavano, si sovrapponevano, fino a quando Anna non riuscì più a distinguere chi la stesse toccando o dove finissero i confini tra i loro corpi. Era solo un flusso di piacere, un’ondata che cresceva dentro di lei, inarrestabile e potente. Marco la baciava dolcemente sul collo, mentre Giulia lasciava una scia di carezze leggere lungo il suo corpo. Era avvolta da loro, completamente e senza riserve.
Poi, all'improvviso, l'onda crebbe fino a esplodere. Il piacere travolse Anna con una forza inaspettata, come un'onda che si infrange contro la riva con potenza inarrestabile. Il suo corpo si inarcò, un grido di pura estasi le sfuggì dalle labbra, riempiendo la stanza come un canto liberatorio. Era un suono che sembrava venire dalle profondità della sua anima, un urlo che non era solo di piacere fisico, ma di libertà, di accettazione, di amore puro.
In quell'istante, Anna si sentì completa, finalmente in pace con sé stessa e con il mondo. Tutti i dubbi, tutte le paure che l’avevano accompagnata per così tanto tempo si dissolsero come la nebbia al sole. Amava Marco, e amava Giulia, in modi diversi ma ugualmente profondi. Non c'era più confusione, solo la certezza che l'amore poteva prendere molte forme, e che tutte quelle forme erano valide, preziose, e vere.
Distesa tra i loro corpi, sudata e ancora tremante per l’intensità dell’orgasmo, Anna si rilassò completamente, lasciando che la pace si diffondesse dentro di lei. Marco la abbracciò da un lato, con una dolcezza infinita, mentre Giulia la sfiorò con le dita lungo il viso dall'altro, un gesto affettuoso e intimo che sembrava promettere che quella notte non era la fine, ma solo l'inizio di qualcosa di nuovo e meraviglioso.
Il respiro dei tre amanti si fece lentamente più calmo, mentre il mondo intorno a loro sembrava addormentarsi. Fuori, le onde del mare continuavano a cantare la loro ninna nanna eterna, ma dentro quella stanza c'era solo il suono dei loro respiri all'unisono. Una calma profonda si era stesa come una coperta invisibile su di loro, e Anna si sentì avvolta dal calore dell’amore, il vero amore, che non conosceva limiti o confini.
Anna non poteva fare a meno di arrossire ogni volta che Giulia entrava in uno dei suoi racconti provocanti, il tipo di storie che ti facevano rabbrividire e ridere allo stesso tempo. Eppure, c'era qualcosa di ipnotico nel modo in cui Giulia parlava, una disinvoltura che sembrava catturare ogni persona nella stanza. Sedute sulla veranda, il sole calante alle loro spalle, Giulia raccontava senza inibizioni le sue ultime avventure sentimentali.
"Te lo giuro, Anna, era grande come una zucchina, e credimi, ho usato tutte le mie abilità culinarie per gestirla!" Giulia rise di cuore, senza un'ombra di vergogna.
Anna portò rapidamente il bicchiere di caipirinha alle labbra, cercando di nascondere il rossore che le invadeva le guance. Giulia non aveva mai avuto problemi a parlare di sesso come di qualsiasi altra cosa, mentre Anna si sentiva sempre un po' fuori luogo, come se non riuscisse mai a raggiungere quel livello di disinvoltura.
"Giulia!" esclamò Anna, ridendo nervosamente, "Non puoi parlare così!"
"Perché no?" Giulia le lanciò uno sguardo sfacciato, divertito dalle reazioni della sua amica. "Il sesso è come cucinare, amore mio. Bisogna mescolare gli ingredienti giusti, accendere il fuoco al momento opportuno, e soprattutto, bisogna gustare ogni boccone."
Anna scrollò la testa, ma non poté evitare di sorridere. Giulia era sempre stata così, audace e inarrestabile. Anche quando erano adolescenti, Giulia era quella che saltava nel fiume senza pensarci due volte, mentre Anna rimaneva sulla riva, guardandola con ammirazione e un po' di invidia.
Marco uscì dalla cucina portando un piatto di carne succulenta, la sua presenza rassicurante come sempre. Si avvicinò alle due donne, posò il piatto sul tavolo e si sedette accanto a sua moglie. Giulia lo osservò con un sorriso malizioso.
"Allora, Marco," iniziò, non nascondendo la sua sfacciataggine, "Hai mai pensato di condividere Anna? Sai, fare un po' di... spazio?"
Marco sollevò un sopracciglio, sorpreso ma divertito. "Condividere Anna? E con chi, di grazia?"
Giulia si avvicinò un po' di più, guardando Anna con occhi scintillanti. "Con me, naturalmente."
L’aria sulla veranda sembrava fermarsi per un momento. Anna sentì il cuore saltare un battito. Marco, tuttavia, sembrava rilassato, come se Giulia avesse appena proposto di aggiungere un nuovo ingrediente alla grigliata.
"Giulia, per favore..." Anna cercò di mantenere un tono composto, ma la voce le tremava appena. Non era la prima volta che Giulia faceva allusioni simili, ma quel giorno sembrava tutto più reale, più concreto.
"Su, non fare la timida," continuò Giulia, imperterrita. "Lo sappiamo tutti e tre che c'è qualcosa tra noi. Io e te, Anna... abbiamo sempre avuto una connessione speciale, no? E Marco qui... beh, sembra che non gli dispiaccia affatto l'idea."
Marco sorrise, cercando lo sguardo di Anna. La conosceva abbastanza bene da capire che stava lottando con emozioni contrastanti: il desiderio nascosto e la paura di oltrepassare un confine invisibile. Le strinse la mano sotto il tavolo, un gesto rassicurante che le diceva che non aveva nulla da temere. Ma anche lui era curioso. Sempre stato un uomo aperto, pronto a esplorare nuove possibilità, senza la pesantezza delle gelosie o delle insicurezze che molti altri uomini avrebbero avuto.
Giulia si allungò indietro sulla sedia, guardando le stelle che cominciavano a brillare nel cielo crepuscolare. "Pensaci, Anna. Non è una proposta folle. È libertà. Tu e Marco avete qualcosa di bellissimo, ma anche le cose belle possono essere migliorate, no? Un po' di pepe, un po' di spezie. E io... sono un'ottima cuoca, se lo dico io stessa."
Anna sentì un brivido correre lungo la schiena. Non era solo il pensiero di Giulia – il suo corpo sinuoso, la sua energia travolgente – ma l'idea di infrangere le regole che aveva sempre seguito. Il matrimonio, la monogamia, la stabilità. Era ciò che aveva scelto, ciò che aveva sempre desiderato, no?
Ma c'era una parte di lei che sussurrava all’orecchio, una voce che era sempre stata soffocata, che le diceva che forse Giulia aveva ragione. Forse la vita non doveva essere così ben definita, così limitata dalle aspettative della società. Forse l’amore poteva prendere forme diverse, forme che Anna non aveva mai considerato.
Giulia si alzò, avvicinandosi a Marco e sfiorandogli il mento con la mano. "Che ne dici, bel ragazzo? Ti va di giocare? Nessuna pressione, solo piacere."
Marco rise leggermente, divertito dalla sfacciataggine dell'amica, ma il suo sguardo tornò subito su Anna. "Dipende tutto da lei," disse con calma. "Sono felice così, ma se Anna desidera esplorare... beh, non sarò certo io a fermarla."
Giulia si voltò verso Anna, con quel suo sguardo penetrante, come se potesse leggere dentro di lei, come se già sapesse cosa Anna stesse per decidere. "C'è una vita intera da vivere, Anna. Perché limitarci?"
Anna si sentiva come se fosse in piedi sull'orlo di un precipizio. Giulia era lì, a pochi passi da lei, pronta a prendere la sua mano e a saltare insieme. Marco, saldo come sempre, stava dietro di lei, pronto a sostenerla, qualunque cosa avesse deciso.
E in quel momento, con il mare che sussurrava sotto di loro e le stelle che brillavano come segreti lontani, Anna si sentì per la prima volta libera di immaginare qualcosa di diverso, qualcosa che non era mai stato nei suoi piani.
Due
Dopo cena, l’aria era diventata densa di umidità e profumi tropicali. Le luci della casa si erano spente, e i tre si erano ritirati sulla veranda, stendendo un grande plaid di lana sulla pietra ancora calda del giorno. Il mare cantava dolcemente in lontananza, le sue onde si infrangevano ritmicamente contro la costa come un respiro antico e familiare.
Anna guardava il cielo, affascinata da quel tappeto di stelle così vicino, come se potesse allungare la mano e toccarle. Il vino le aveva riscaldato il corpo, e la vicinanza di Giulia le faceva vibrare i nervi in un modo che non riusciva a controllare. Il cuore le batteva più velocemente del solito, ma la mente, sorprendentemente, era calma.
Giulia era sdraiata tra lei e Marco, una sorta di dea pagana, a suo agio tra la notte e i desideri che fluttuavano nell'aria come polline. Il suo corpo, snello e abbronzato, si muoveva con una grazia naturale, e Anna non poté fare a meno di sentirsi attratta da quella forza. Giulia era un faro di libertà, di sensualità pura e semplice, e Anna, pur incerta, era incapace di opporre resistenza.
"Guarda, Anna," disse Giulia con voce bassa e sensuale, puntando il dito verso il cielo, "quella costellazione... sembra una donna distesa, non trovi?"
Anna rise debolmente, ma prima che potesse rispondere, Giulia si era già voltata verso Marco, le sue mani che vagavano senza inibizioni. Un tocco morbido e deciso, prima su di lui, poi su Anna. Fu un gesto quasi naturale, una carezza che non chiedeva permesso. Anna trattenne il fiato per un istante, mentre il mondo sembrava fermarsi. Sentiva le dita di Giulia sul proprio corpo, delicate e sicure, come se conoscessero ogni angolo nascosto del suo desiderio.
Non ci fu bisogno di parole. In quel momento, ogni confine, ogni dubbio sembrava dissolversi come il fumo di un fuoco lontano. Giulia si mosse con grazia, come un’artista che modella la creta, e Marco, che non aveva mai perso il suo sorriso placido, rispose al tocco di Giulia con una calma che sembrava fatta di complicità e piacere.
I loro corpi si muovevano insieme come se fossero sempre appartenuti a quel momento. Le mani di Marco si persero tra i capelli di Anna, e Giulia, al centro di tutto, guidava ogni movimento, come una direttrice d'orchestra in un concerto di emozioni. Le risate sommesse si mescolavano ai sospiri, e il tempo sembrava scivolare via, indistinto.
Anna si lasciò andare, più di quanto avesse mai fatto prima. Sentiva il calore del corpo di Marco contro la sua pelle e, dall'altra parte, quello di Giulia. La differenza tra i due era evidente, ma complementare. Giulia era fuoco, una fiamma che ardeva in ogni tocco, ogni sguardo. Marco era terra, stabile e solido, sempre lì, come una roccia che Anna poteva tenere stretta. Ed era proprio questa combinazione che la faceva sentire completa.
Le stelle sopra di loro sembravano pulsare, danzando al ritmo del loro respiro condiviso. Le onde del mare si facevano più lente, quasi come se volessero accompagnare la loro intimità, amplificandola.
Non c’era imbarazzo, non c’era più paura. Solo i corpi nudi, avvinghiati sotto il cielo infinito, avvolti nel calore dell'estate. Le mani di Giulia si muovevano come un artigiano che modella una scultura, e Anna si ritrovò a rispondere, prima esitante, poi con crescente passione.
Quando tutto finì, i tre rimasero distesi sul plaid, i respiri che si facevano sempre più regolari. Il silenzio era dolce, pieno di una quiete quasi sacra. Giulia giaceva tra Anna e Marco, i suoi occhi chiusi, un sorriso soddisfatto dipinto sulle labbra. Anna si sentiva come se avesse attraversato una soglia invisibile. Non c’era più alcuna divisione, né dentro di lei né tra loro.
Il cielo sopra di loro continuava a splendere, come se il firmamento avesse assistito a quel momento intimo e ne fosse stato complice. Le onde del mare erano tornate al loro ritmo regolare, cullando la notte con la loro nenia ipnotica.
Anna girò la testa verso Marco, trovando i suoi occhi che la fissavano con la stessa dolcezza di sempre, ma con qualcosa in più. Qualcosa che prima non c'era e che ora sembrava aver trovato il suo posto tra di loro. Marco non disse nulla, ma la sua mano si allungò per prendere quella di Anna, stringendola con forza.
E Giulia, sempre al centro, sorrise senza bisogno di parole. Non c’era stato bisogno di spiegazioni, di promesse, o di vincoli. Era successo, semplicemente, come il mare che si infrange sulla riva. Naturale, inevitabile.
E in quel momento, sotto quel cielo infinito, Anna sentì che qualcosa dentro di lei era cambiato per sempre. Le regole, i confini, le aspettative – tutto sembrava meno rigido, meno importante. Quello che contava era lì, in quel momento: la libertà di essere, di sentire, di amare senza definizioni o limiti.
La notte avanzava lenta, mentre il mondo intorno a loro continuava a girare, ignaro del piccolo universo che avevano creato su quella veranda.
Tre
La notte era avanzata, ma sembrava che il tempo stesso avesse perso ogni significato. I corpi dei tre amanti si erano fusi sotto il cielo aperto, eppure la loro fame non era placata. Non c’era stato bisogno di parole. Solo gesti, sguardi, e il linguaggio silenzioso della pelle contro la pelle. La danza che avevano iniziato su quella veranda continuava, come una corrente sotterranea che li spingeva sempre più vicini.
Marco si alzò per primo, i suoi occhi che brillavano nell’oscurità. Si chinò verso Anna, le prese la mano e la sollevò delicatamente. “Andiamo,” disse con voce bassa, calda. Anna si lasciò guidare senza esitazioni, la fiducia tra loro più forte che mai. Giulia li seguì con un sorriso complice, i suoi movimenti felini e aggraziati, come una pantera silenziosa nella notte.
Entrarono in casa, lasciando alle spalle il mare e le stelle, ma portando con sé l’elettricità del momento. La camera da letto della coppia, un luogo familiare e sicuro, sembrava ora trasformata in un tempio di desiderio e intimità. Le lenzuola bianche, fresche, attendevano di accogliere i loro corpi caldi.
Anna fu la prima a distendersi sul letto, il cuore che le batteva forte, ma senza più quel senso di paura o incertezza che l’aveva accompagnata fino a quel momento. Si sentiva leggera, come se un peso invisibile fosse stato sollevato dalle sue spalle. Le mani di Marco e Giulia si posarono su di lei, accarezzandola, esplorandola con tenerezza e passione. Era al centro di quel piccolo universo fatto di desiderio e amore.
Marco si mise accanto a lei, il suo corpo solido e rassicurante. Giulia, dall’altro lato, era il suo opposto perfetto: una fiamma viva, pronta a consumare ogni cosa con la sua energia. Anna sentiva la loro presenza come due forze complementari, che la tenevano sospesa tra il cielo e la terra. Le mani di Marco erano forti e sicure, mentre quelle di Giulia erano delicate ma decise, come una melodia sottile che si insinuava nei suoi sensi.
Mentre il ritmo dei loro corpi diventava sempre più intenso, Anna chiuse gli occhi e si abbandonò completamente. Sentiva il tocco caldo e appassionato di Marco che la riempiva di desiderio, e al tempo stesso, il tocco di Giulia che la faceva vibrare in profondità, come corde sottili che risuonano insieme. Ogni movimento, ogni respiro la portava più vicina a un picco che sembrava non avere fine.
Le sensazioni si mescolavano, si sovrapponevano, fino a quando Anna non riuscì più a distinguere chi la stesse toccando o dove finissero i confini tra i loro corpi. Era solo un flusso di piacere, un’ondata che cresceva dentro di lei, inarrestabile e potente. Marco la baciava dolcemente sul collo, mentre Giulia lasciava una scia di carezze leggere lungo il suo corpo. Era avvolta da loro, completamente e senza riserve.
Poi, all'improvviso, l'onda crebbe fino a esplodere. Il piacere travolse Anna con una forza inaspettata, come un'onda che si infrange contro la riva con potenza inarrestabile. Il suo corpo si inarcò, un grido di pura estasi le sfuggì dalle labbra, riempiendo la stanza come un canto liberatorio. Era un suono che sembrava venire dalle profondità della sua anima, un urlo che non era solo di piacere fisico, ma di libertà, di accettazione, di amore puro.
In quell'istante, Anna si sentì completa, finalmente in pace con sé stessa e con il mondo. Tutti i dubbi, tutte le paure che l’avevano accompagnata per così tanto tempo si dissolsero come la nebbia al sole. Amava Marco, e amava Giulia, in modi diversi ma ugualmente profondi. Non c'era più confusione, solo la certezza che l'amore poteva prendere molte forme, e che tutte quelle forme erano valide, preziose, e vere.
Distesa tra i loro corpi, sudata e ancora tremante per l’intensità dell’orgasmo, Anna si rilassò completamente, lasciando che la pace si diffondesse dentro di lei. Marco la abbracciò da un lato, con una dolcezza infinita, mentre Giulia la sfiorò con le dita lungo il viso dall'altro, un gesto affettuoso e intimo che sembrava promettere che quella notte non era la fine, ma solo l'inizio di qualcosa di nuovo e meraviglioso.
Il respiro dei tre amanti si fece lentamente più calmo, mentre il mondo intorno a loro sembrava addormentarsi. Fuori, le onde del mare continuavano a cantare la loro ninna nanna eterna, ma dentro quella stanza c'era solo il suono dei loro respiri all'unisono. Una calma profonda si era stesa come una coperta invisibile su di loro, e Anna si sentì avvolta dal calore dell’amore, il vero amore, che non conosceva limiti o confini.
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