Il regno del piacere 4
di
AngelicaBella
genere
pulp
Capitolo 4: La Prova della Verità
Il sole tramontava lentamente dietro le colline, gettando lunghe ombre sul castello e tingendo il cielo di rosso sangue. All'interno delle mura, tutto era pronto per la notte che Xavier aveva progettato con cura meticolosa. La sala centrale, un vasto spazio adornato di specchi e drappi di velluto nero, era stata trasformata in un'arena di piacere e tortura, un luogo dove il conte avrebbe messo alla prova la sincerità della donna che aveva osato mentirgli.
L'atmosfera nella sala era carica di tensione, quasi palpabile. Le pareti sembravano respirare, assorbendo l'eccitazione e l'ansia che riempivano l'aria. Lucien, il fidato maggiordomo, aveva predisposto tutto secondo le precise istruzioni del conte. Al centro della sala, su un letto circolare coperto di lenzuola di seta color porpora, la donna attendeva, ignara di ciò che l'aspettava, ma con un presentimento che le gelava il sangue.
Xavier la osservava da lontano, nascosto dietro uno degli specchi, che gli permetteva di vedere tutto senza essere visto. Il suo cuore batteva lentamente, con un ritmo calmo e controllato, mentre si preparava a scoprire la verità. Sapeva che questa notte sarebbe stata cruciale, non solo per la donna, ma anche per lui. Aveva bisogno di sapere, di scoprire se potesse ancora fidarsi del piacere che vedeva, o se tutto era una farsa.
Con un cenno, fece segno a Lucien di far entrare gli uomini che aveva selezionato con cura. Erano sette in totale, ognuno diverso per statura, corporatura e soprattutto, per le dimensioni del loro sesso. Erano stati scelti per rappresentare una varietà di esperienze, e Xavier era certo che, con questo assortimento, avrebbe trovato la verità.
Gli uomini entrarono uno alla volta, le loro figure imponenti e intimidatorie proiettando ombre lunghe sulle pareti della sala. Non c'era parola tra di loro, solo silenzio e sguardi determinati. La donna, il cui nome Xavier aveva già dimenticato, li guardò con un misto di paura e anticipazione, il corpo teso e la mente già in subbuglio.
Il conte decise di cominciare. Fece un segno con la mano, e il primo degli uomini si avvicinò al letto. Era un giovane, con un fisico snello e muscoloso, il membro eretto e di dimensioni moderate. Senza alcuna esitazione, si sdraiò accanto alla donna, iniziando a toccarla con una delicatezza sorprendente. Le sue mani esplorarono il corpo della donna con cura, cercando di risvegliare in lei una risposta che potesse essere vera, autentica.
Xavier osservava attentamente, non solo con gli occhi, ma con la mente. Penetrava nei pensieri della donna, scavando tra le sue emozioni, cercando ogni segnale di piacere genuino o di inganno. Sentiva il suo disagio iniziale, la resistenza mentale, ma non c’era traccia di vero piacere.
Il giovane continuò i suoi movimenti, aumentando il ritmo, cercando di portarla a quell’apice che Xavier stava cercando. Ma, anche se la donna gemette, il conte poteva sentire nella sua mente la freddezza della finzione, un’ombra di calcolo dietro ogni respiro affannoso.
Xavier annuì impercettibilmente, e il primo uomo si ritirò, lasciando spazio al secondo. Questo, un uomo massiccio e dall’aspetto brutale, prese il posto del giovane con una forza animalesca. Il suo sesso era grosso e imponente, un’arma fatta per dominare. Xavier sperava che questa volta la donna potesse essere sopraffatta, che la sua mente potesse cedere alla potenza fisica dell'uomo.
Ma anche qui, nonostante l’intensità degli amplessi, nonostante i gemiti che riempivano la sala, Xavier non trovò nulla di autentico nella mente della donna. Ogni pensiero, ogni impulso, era mascherato, controllato, privo di quel fervore che cercava.
Uno dopo l'altro, gli uomini si succedettero sul letto, ciascuno tentando di portare la donna all’estasi, ma nessuno riusciva a superare le difese mentali che lei aveva eretto. Xavier poteva quasi ammirare la sua resistenza, la sua capacità di fingere, ma questo non faceva altro che aumentare la sua frustrazione.
Finalmente, l’ultimo uomo si avvicinò. Era il più anziano del gruppo, ma anche il più esperto. Il suo corpo era robusto, e il suo sesso, lungo e sottile, sembrava creato per esplorare ogni segreto del corpo femminile. Xavier concentrò tutta la sua attenzione su questo ultimo incontro, sperando che qui, finalmente, avrebbe trovato la verità.
L'uomo prese tempo, giocando con il corpo della donna come un musicista con il suo strumento. I suoi movimenti erano lenti e deliberati, mirati a suscitare ogni minima risposta. Xavier poteva percepire il cambiamento nella mente della donna; i suoi pensieri, per la prima volta, iniziarono a confondersi, a perdere il controllo. La finzione iniziava a cedere sotto l’abilità dell’uomo.
Quando finalmente la penetrazione ebbe luogo, Xavier sentì un’ondata di emozione attraversare la mente della donna, qualcosa di grezzo, di primitivo. La sua resistenza mentale crollò, e il conte poté sentire, senza ombra di dubbio, che stava provando piacere, un piacere autentico e incontrollato.
I suoi pensieri divennero caotici, una miscela di desiderio, sorpresa e una piccola scintilla di vergogna. Xavier osservò l’uomo accelerare i suoi movimenti, portando la donna sempre più vicino all'orgasmo, fino a quando, con un ultimo gemito, lei raggiunse il climax. Ma questa volta, Xavier sapeva che era reale. Non c’era finzione, non c’era inganno. La verità era finalmente emersa.
Xavier si ritirò dalla mente della donna, soddisfatto. Aveva trovato ciò che cercava, ma la dolcezza della vittoria era mescolata a un amaro retrogusto. Scoprire la verità non gli aveva portato la soddisfazione che sperava. Forse, in fondo, preferiva l’illusione al sapere, preferiva credere nel potere del suo fascino piuttosto che confrontarsi con la cruda realtà.
Mentre gli uomini si ritiravano, lasciando la donna esausta sul letto, Xavier uscì dall'ombra. Si avvicinò lentamente, il volto impassibile. La donna alzò lo sguardo verso di lui, i suoi occhi stanchi ma consapevoli di ciò che lui aveva fatto. Non c’era bisogno di parole. Xavier la guardò per un lungo momento, poi si voltò e lasciò la stanza, lasciando dietro di sé un silenzio carico di domande senza risposta.
Quella notte, nel suo letto solitario, Xavier si chiese se il potere che aveva cercato con tanto ardore fosse davvero un dono o una maledizione. Aveva scoperto la verità, ma a quale costo?
Il sole tramontava lentamente dietro le colline, gettando lunghe ombre sul castello e tingendo il cielo di rosso sangue. All'interno delle mura, tutto era pronto per la notte che Xavier aveva progettato con cura meticolosa. La sala centrale, un vasto spazio adornato di specchi e drappi di velluto nero, era stata trasformata in un'arena di piacere e tortura, un luogo dove il conte avrebbe messo alla prova la sincerità della donna che aveva osato mentirgli.
L'atmosfera nella sala era carica di tensione, quasi palpabile. Le pareti sembravano respirare, assorbendo l'eccitazione e l'ansia che riempivano l'aria. Lucien, il fidato maggiordomo, aveva predisposto tutto secondo le precise istruzioni del conte. Al centro della sala, su un letto circolare coperto di lenzuola di seta color porpora, la donna attendeva, ignara di ciò che l'aspettava, ma con un presentimento che le gelava il sangue.
Xavier la osservava da lontano, nascosto dietro uno degli specchi, che gli permetteva di vedere tutto senza essere visto. Il suo cuore batteva lentamente, con un ritmo calmo e controllato, mentre si preparava a scoprire la verità. Sapeva che questa notte sarebbe stata cruciale, non solo per la donna, ma anche per lui. Aveva bisogno di sapere, di scoprire se potesse ancora fidarsi del piacere che vedeva, o se tutto era una farsa.
Con un cenno, fece segno a Lucien di far entrare gli uomini che aveva selezionato con cura. Erano sette in totale, ognuno diverso per statura, corporatura e soprattutto, per le dimensioni del loro sesso. Erano stati scelti per rappresentare una varietà di esperienze, e Xavier era certo che, con questo assortimento, avrebbe trovato la verità.
Gli uomini entrarono uno alla volta, le loro figure imponenti e intimidatorie proiettando ombre lunghe sulle pareti della sala. Non c'era parola tra di loro, solo silenzio e sguardi determinati. La donna, il cui nome Xavier aveva già dimenticato, li guardò con un misto di paura e anticipazione, il corpo teso e la mente già in subbuglio.
Il conte decise di cominciare. Fece un segno con la mano, e il primo degli uomini si avvicinò al letto. Era un giovane, con un fisico snello e muscoloso, il membro eretto e di dimensioni moderate. Senza alcuna esitazione, si sdraiò accanto alla donna, iniziando a toccarla con una delicatezza sorprendente. Le sue mani esplorarono il corpo della donna con cura, cercando di risvegliare in lei una risposta che potesse essere vera, autentica.
Xavier osservava attentamente, non solo con gli occhi, ma con la mente. Penetrava nei pensieri della donna, scavando tra le sue emozioni, cercando ogni segnale di piacere genuino o di inganno. Sentiva il suo disagio iniziale, la resistenza mentale, ma non c’era traccia di vero piacere.
Il giovane continuò i suoi movimenti, aumentando il ritmo, cercando di portarla a quell’apice che Xavier stava cercando. Ma, anche se la donna gemette, il conte poteva sentire nella sua mente la freddezza della finzione, un’ombra di calcolo dietro ogni respiro affannoso.
Xavier annuì impercettibilmente, e il primo uomo si ritirò, lasciando spazio al secondo. Questo, un uomo massiccio e dall’aspetto brutale, prese il posto del giovane con una forza animalesca. Il suo sesso era grosso e imponente, un’arma fatta per dominare. Xavier sperava che questa volta la donna potesse essere sopraffatta, che la sua mente potesse cedere alla potenza fisica dell'uomo.
Ma anche qui, nonostante l’intensità degli amplessi, nonostante i gemiti che riempivano la sala, Xavier non trovò nulla di autentico nella mente della donna. Ogni pensiero, ogni impulso, era mascherato, controllato, privo di quel fervore che cercava.
Uno dopo l'altro, gli uomini si succedettero sul letto, ciascuno tentando di portare la donna all’estasi, ma nessuno riusciva a superare le difese mentali che lei aveva eretto. Xavier poteva quasi ammirare la sua resistenza, la sua capacità di fingere, ma questo non faceva altro che aumentare la sua frustrazione.
Finalmente, l’ultimo uomo si avvicinò. Era il più anziano del gruppo, ma anche il più esperto. Il suo corpo era robusto, e il suo sesso, lungo e sottile, sembrava creato per esplorare ogni segreto del corpo femminile. Xavier concentrò tutta la sua attenzione su questo ultimo incontro, sperando che qui, finalmente, avrebbe trovato la verità.
L'uomo prese tempo, giocando con il corpo della donna come un musicista con il suo strumento. I suoi movimenti erano lenti e deliberati, mirati a suscitare ogni minima risposta. Xavier poteva percepire il cambiamento nella mente della donna; i suoi pensieri, per la prima volta, iniziarono a confondersi, a perdere il controllo. La finzione iniziava a cedere sotto l’abilità dell’uomo.
Quando finalmente la penetrazione ebbe luogo, Xavier sentì un’ondata di emozione attraversare la mente della donna, qualcosa di grezzo, di primitivo. La sua resistenza mentale crollò, e il conte poté sentire, senza ombra di dubbio, che stava provando piacere, un piacere autentico e incontrollato.
I suoi pensieri divennero caotici, una miscela di desiderio, sorpresa e una piccola scintilla di vergogna. Xavier osservò l’uomo accelerare i suoi movimenti, portando la donna sempre più vicino all'orgasmo, fino a quando, con un ultimo gemito, lei raggiunse il climax. Ma questa volta, Xavier sapeva che era reale. Non c’era finzione, non c’era inganno. La verità era finalmente emersa.
Xavier si ritirò dalla mente della donna, soddisfatto. Aveva trovato ciò che cercava, ma la dolcezza della vittoria era mescolata a un amaro retrogusto. Scoprire la verità non gli aveva portato la soddisfazione che sperava. Forse, in fondo, preferiva l’illusione al sapere, preferiva credere nel potere del suo fascino piuttosto che confrontarsi con la cruda realtà.
Mentre gli uomini si ritiravano, lasciando la donna esausta sul letto, Xavier uscì dall'ombra. Si avvicinò lentamente, il volto impassibile. La donna alzò lo sguardo verso di lui, i suoi occhi stanchi ma consapevoli di ciò che lui aveva fatto. Non c’era bisogno di parole. Xavier la guardò per un lungo momento, poi si voltò e lasciò la stanza, lasciando dietro di sé un silenzio carico di domande senza risposta.
Quella notte, nel suo letto solitario, Xavier si chiese se il potere che aveva cercato con tanto ardore fosse davvero un dono o una maledizione. Aveva scoperto la verità, ma a quale costo?
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