Sottoveste

di
genere
etero

"Uffa che noia, 'sto cane "abbaione" non lo reggo più, ora vado su e gliene dico due". Suono, suono ancora. "Chi è?" "Sono io, Carlo, dell'appartamento sotto" "Oh, aspetti un attimo.." Aspetto un po' più di un attimo e poi la porta si apre. E' in sottoveste, il cane in braccio, mi guarda, mi fa entrare e io un po' protesto ma... non posso finire, la "femmina" in sottoveste mi eccita, forse si è voluta mettere così per invitarmi per invitarmi.. e allora le metto una mano sul collo, lei sospira, abbasso una spallina e tocco il piccolo seno scoperto che si irrigidisce; sospira ancora e allora lo bacio, lo lecco e i sospiri diventano gemiti. Non posso trascurare l'altro seno e subito voglio occuparmi di lui con la stessa foga lo stesso piacere mentre con la mano vado a ricoprire la passera eccitata, una passera viva, bagnata di sudore e altro. "Oh è tanto che aspettavo" balbetta la signora che si è liberata della molestissima bestia. Mi piace sentirla quella passera fremente, mi piace sentirla pronta a tutto mentre le soffio all'orecchio: "Immagina quello che ti potrei fare e quello che tu potresti fare a me" "Sii, dai, continuiamo, ho voglia". La sollevo e la metto a sedere sul tavolo accanto, poi in ginocchio scosto le mutandine umide ma non gliele tolgo, la loro vista rende la leccata di fica più eccitante, una leccata lunga e prolungata, esterna ed interna, una leccata degli abbondanti umori acidi, salini che ritrovo nelle mutandine, anch'esse da leccare e leccate. Poi gliele sfilo e voglio che le lecchi anche lei, che senta il sapore della sua passera prima di poterla strapazzare. Mara mugola, si lecca le labbra, mi chiede di prenderla e io lo faccio. Faccio in modo che penetri poco per volta, prima la testa che entra e esce lentamente, poi tutto il resto fino alle palle. Mara è stravolta dal piacere, mi guarda languida e sorride, si contorce, dice oscene cose impensabili per una signora. "Voglio prenderti da dietro" le dico e con impeto la rigiro, 90 gradi appoggiata al tavolo, una gamba che le sollevo per allargare il varco, favorire la penetrazione. Sono tra le sue piccole e sporgenti natiche, lei mi lecca le mani appoggiate davanti mentre io entro furiosamente e non mi fermo fino all'orgasmo, il mio, il suo. Dieci minuti di attesa, lei sempre lì, immobile e gocciolante, io sulla sedia vicina, dimentico di tutto. Sorridendoci ci rivestiamo, ci baciamo sfuggenti e io le dico: "La prossima volta che sento il cane, torno su e ti punisco severamente. Mara ride e mentre chiude la porta mi manda un inequivocabile segnale con le dita.
di
scritto il
2024-08-23
2 . 5 K
visite
1 8
voti
valutazione
5.1
il tuo voto
Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.