Una mela spaccata
di
Frossi
genere
etero
Ce l'ho lì davanti i suo bianco culetto palpitante. Mi avvicino con il viso e lo annuso: un odore dolce e selvatico insieme, eccitante. Ora lo accarezzo mentre Maria geme sommessamente e allora delicatamente lo bacio , lo lecco, gli parlo come in adorazione. Lei dice "Dai, ti prego, continua" e allora scosto le tenere natiche e scopro il sussultante buchetto. Lo assaggio, lo carico di saliva, introduco la punta della lingua e continuo, continuo, dentro e fuori, dentro e fuori. Maria non resiste mi chiede di farla "morire", di osare l'inosabile. Sono travolto, afferro il mio inturgidito, scopro la testa paonazza e l'accosto a quella entrata proibita per violarla, penetrarla, sfondarla. Maria ora quasi piange, prova dolore ma gode anche e se esito dice: "Non andartene, continua, fino in fondo, fino in fondo, puniscimi". Sono irrefrenabile ora e la mia spinta è favorita da lei che mi viene incontro e lo vuole tutto, tutto. Poi l'esplosione, le vengo dentro e quando mi scosto fuoriesce la bianca essenza dell'amore. Maria la raccoglie con le dita che lecca con gusto mentre mi guarda soddisfatta. Vorrebbe dire: "Mi sento gioiosamente rotta, mi sento una bella mela spaccata".
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