Sono venuto nella pancia della mia mamma 2°

di
genere
incesti

La mamma aveva preso a rigirare il turgido pene del figlio tra le mani come fosse un bambolotto da coprire di baci e carezze o come un'arma da esibire per trarne un senso di onnipotenza.

In quel momento infatti, mostrava davvero di essere onnipotente nei confronti della mente e del corpo del figlio abbandonati alle sue voglie più perverse.

La verga del figlio svettava ergendosi turgida sul corpo passivamente abbandonato.

Le carezze della mamma, i suoi baci, la lingua che scivolava umida dal glande scappellato sino allo scroto dove si fermava per imboccare i testicoli e succhiarli uno per volta come fossero caramelle.

La lingua leggermente cresposa della mamma, creava sensazioni mai provate prima sul giovane corpo del figlio.

Quella stessa lingua e quelle stesse labbra che dopo lo speciale trattamento dei testicoli si spingevano in basso a leccare il perineo sino a lambire lo sfintere anale che rispondeva ai bacini, ai piccoli morsi ed alle pennellate della lingua, contraendosi allo stesso ritmo della verga impugnata come uno scettro.

Tutto il corpo del ragazzo rispondeva con un tremolio intervallato da sobbalzi fuori controllo mentre sul suo viso era segnato dall'estasi del godimento.

Dal forellino a guardia della sua verga tesa, fuoruscivano goccioline di piacere che la mamma si affrettava a raccogliere con la lingua rilasciando rumorosi schiocchi che accrescevano via più, la libidine del giovane.

Quando tutto pareva pronto alla perfezione, la donna dopo aver baciato il figlio sulla bocca, si era distesa in posizione supina ed allargando le cosce, aveva invitato il figlio a salirle sopra per montarla alla missionaria.

segue
scritto il
2024-08-26
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