I misteri della montagna. Alpeggio: Cap: III°
di
Andrea10F09
genere
fantascienza
incesto
Il periodo della fienagione è bellissimo, intenso e frenetico. Le giornate, in cui il fieno è disteso ad asciugare, sono vissute sempre con ansia, specie se si vive nell’incertezza del tempo, che in montagna cambia in modo repentino. I fratelli avevano a disposizione degli appezzamenti, qualche ettaro in tutto. L’erba serviva per il periodo invernale e un aiuto era sempre ben accettato. Di solito era solo la figlia di Tulio a dar loro un appoggio e non solo nella raccolta, ma in quell’estate si aggiunse anche Luigi.
A fine giornata l’erba, non ancora secca del tutto, viene ammassata in piccoli cumoli, per essere distesa nella mattinata successiva, dopo l’evaporazione della rugiada, e rigirata quasi subito, finché il fieno non crocchia, ossia non sia pronto per stiparlo nelle casere. Era quello che i fratelli andavano a fare, portandosi appresso la sorpresa, ossia il nipote.
“Gigi su, … andiamo a sparpagliare l’erba!”
“Va bene zio, arrivo!”
“… ma sempre con quei pantaloncini? Coraggio vai a cambiarteli!”
“Ho solo questi!”
“Va beh! Vieni … che vedrò di trovare una soluzione che ti permetta di aiutarci nella raccolta del fieno senza sciupare e sgualcire quelli che indossi.” … “Tulio, … Tulio, … c’è qualcosa da vestire per il marmocchio, che possa indossare al posto dei pantaloncini?”
“I nostri pantaloni, le nostre camicie di fustagno … mhhhhh, … i nostri panni non li vedo per lui: sono grandi, oltre che pesanti, ruvidi, … sono da montanari, … Tonio … e lui, … la montagna la vede solo d’estate … e non per lavorare. Comunque proverò a vedere, ma … forse … che ne pensi delle gonnelline di sua madre? Tonio ridi, ma non scherzo! Con quel culetto bianco, … vellutato, … armonioso, … bello, … plastico, … stupendo che si ritrova: … tanto che ricorda quello di mia figlia … Nella madia dovrebbe esserci un capo adatto. Vado a cercarlo … e se lo trovo, … glielo proviamo.”
“D’accordo Tulio! Mi eccita l’idea di vederlo con una gonnella svolazzante, frufrù, … sfarfallante al minimo soffio di vento; però lui concorda?”
“Oh sììììììììììì, … vedrai! Arrivo tra poco.”
“Hai sentito la proposta di tuo nonno per non rovinare, sciupare i tuoi pantaloncini?”
“Sì, ma…”
“Non turbarti o allarmarti. Il farti indossare dei nostri capi … mhhhhhhh, … ti saresti stancato subito e probabilmente … ti avrebbero causato arrossamenti inguinali con notevole prurito. La soluzione suggerita … è la migliore, … e poi tra le gambe, … sulle chiappe, … sul bucio percepirai la brezza leggera e fresca delle nostre montagne. Ne sarai entusiasta, anzi …”
“Annnfffhhh …”
“Ho trovatoooo! Ecco Luigi, … guarda; … mi sembra anche di vita! … non è bella? … direi magnifica, graziosa, stupenda … ci provocherà delle conseguenze, … ma … va bene lo stesso. Che ne dici Tonio, … ritieni che la possa indossare?”
“Ohhhhh sììììììììììì, … proviamogliela e verifichiamo. Dai Luigi, … vieni che …” e lo zio, preso per un braccio il nipote, … attiratoselo vicino, … sfilatogli i pantaloncini con le mutandine …
“No le mutandine, no!”
“Oh sììììììì, piccolo nostro cucciolo … anche queste!” e gliele tolse con il resto con fare deciso.
“Ma …”
“Oh caro mio! Noi come potremmo scorgere, … avvistare le scie bianche della crema che ora ti inoculeremo? Scorgere dei rivoli bianchi, cremosi, … luccicanti, se colpiti dai raggi del sole … che scivolano dal tuo sedere … internamente … giù per gambe … Ci stimolerà, … ci stuzzicherà spingendoci a visitare, a testare ancora il tuo condotto anale. Non vorrai privarci e privarti di tutto questo, perché hai paura di vederti con una gonnellina? In Scozia tutti gli uomini la indossano e non siamo a conoscenza se portano le mutande! … e poi, non consideri l’allegria, la gioia che procurerai a coloro che avranno la sorte di conoscerti con simile tenuta? Su, infila!” Quella gonnellina morbida, sfarfallante lasciava intravedere la forma rotonda delle implumi, scoperte natiche.
“Ohh, … la nostra piccola … se allunghiamo le mani … mmmmhhhhhhh …mi viene appetito, languore, bramosia di depravazione … Tonio … curvalo, piegalo verso di te … oh piccola … stai ferma, … scosta un po' le gambe, … sììì, … cosìììì! Oh che veduta, … sembra … Tonio vieni ad osservare, … non c’è neanche la necessità di alzargli la gonna, che … se si vuole, … lo si posiziona senza alcun ostacolo e poi se, da lì fluiscono dei liquidi bianchi, densi, viscosi … Figlio gira la testa verso di me … vedi questa peretta? Con questa di solito si eseguono dei clisteri d’acqua tepida e sapone, … ma io, ora, te lo farò di panna. Sarà un enteroclisma moderatamente freddino, ma … dopo un po'… quel senso di fastidio passerà e a causa del tepore interno e del peso, squagliandosi, quel sugo colerà all’esterno per scorrerti giù per le gambe. … avrai piacere e un sottile, snervante lussurioso desiderio di essere preso, … sodomizzato, … buggerato, sbattuto e frullato. Ohhh, quanta voglia ti prenderà, caro nipotino! … e avvertire, … piccolo, la cannula addentrarsi e varcare la soglia del tuo pertugio? Essa s’inoltra, avanza, scivola pacifica, … tranquilla verso e nel tuo caldo, vivo, dolce condotto anale. … sto pigiando, premendo la crema. Percepirai frescura, ma poi …”
“Oh nonno, … mi sento …”
“Oh sì, ma ora andiamo a sparpagliare l’erba che nel primo pomeriggio la rastrelleremo e la ammucchieremo. Ah, … indossa, anche, questa camiciola, … per piacere!” e aiutandolo, ne completò la vestizione. “Tonio, prendi le coperte e il cesto viveri, … ci fermeremo per il pranzo fra le betulle e il profumo intenso di fieno, poiché il lavoro sarà lungo e non avremo tempo per un po’ di riposo.”
Gigi su consiglio del nonno li precedeva, muovendosi con passo da montanaro o saltando come un capriolo, rallegrando la vista di chi lo tallonava. Sulle sue chiappe iniziavano ad apparire tracce lucenti. Aiutò, collaborò nello stendere, nell’aprire i cumoli per rigirare l’erba alle fine del primo lavoro.
“E’ ora di pranzo e avremo un po’ di tempo tutto per noi, prima di ascoltare lo crocchiare del fieno. Gigi hai fame?”
“Sì, tanta e anche sete. Sono tutto sudato e unto.”
“Vieni, … una fetta di formaggio di casera con del pane accompagnato da un po’ di vino ci ridarà le energie spese e poi …”
“… e poi … cosa vuoi dire, nonno?”
“Che il tuo vasetto anale … sarà tutto per noi, ma dopo esserci distesi un po’.”
“Oh, ne sono felice! Il mio buchetto spasima, balbetta, vuole essere otturato dai vostri salsicciotti.” … e si sdraiarono tutti e tre sulla coperta non utilizzata per il rifocillarsi. Mani scendevano, scivolavano, strisciavano, scartabellavano, guizzavano, penetravano, bucavano, pizzicavano, accarezzavano, stendevano quella panna già in parte fuoriuscita, sgorgata dal suo orifizio sfinterico; … e prendeva, rubava, scambiava baci e poi baci. Si ritrovò in breve con il culo in alto e la faccia sprofondata in un boschetto irsuto con mani che scorrevano sulle natiche, massaggiavano, si facevano largo verso il buchetto, ci giocavano attorno. Ansavano, imprecavano, uggiolavano. La musica dei corpi, della passione … cresceva e si diffondeva nell’aria sino a giungere ad orecchi che la riconobbero.
“Oh, … il mio angelo, … il mio cuore … custodito, al riparo dei miei amori! … con la mia gonnellina preferita. Papà, … zio … l’avete …state …?”
“Sììììì, lo stiamo preparando perché ti monti, ti ingravidi, ti fecondi e noi faremo da cornice al vostro amplesso prima e dopo vi inculeremo tutti e due, mentre lui riprenderà a fotterti. Ti, … ci assomiglia tantissimo: caldo, passionale, mai stanco, stretto e vibrante, implume e sodo; maiale come te e come noi o meglio scrofa, vacca, puttanella. E’ proprio un nostro discendente, figlio di questa Montagna! Ama la lussuria, la concupiscenza, la depravazione, la lascivia. Anela la sodomizzazione ed avere, contemporaneamente, l’ugola otturata da un cono violaceo, turgido, eccitante come i nostri. Osserva tuo figlio mentre gli irroro quel suo pertugio palpitante da cui fluiscono le ultime stille di bianca crema lattea, clisterizzategli questa mattina. Guarda quel buchetto come palpita, freme, chiede e … appena lo irrorerò squittirà, borbotterà, frinirà … come fa il tuo, quando lo scaldiamo aspergendolo di calde urine. Lo so che stai bagnandoti, figlia mia; ma oggi e per un po’ di giorni sarà lui il tuo compagno, mentre io e tuo zio fotteremo i vostri posteriori.
Pensa, mia cara, alla gioia di avere un marmocchio da tuo figlio, che sarà anche fratello di Gigi. Io mi auguro che sia una femminuccia, in modo da poter proseguire l’incesto generando. Siamo una famiglia incestuosa, … che …”
“Ohhhh sìììììì, papà. Mi farò mettere incinta da lui, ma tu in seguito, mentre lui riempie del suo seme la mia vagina e lo zio il mio intestino, devi fottermi in bocca. Sarà un’esperienza unica: tre volatili simultaneamente. … ma il suo seme è …”
“Sì! Ieri mattina, al risveglio, ha versato, forse a causa di un sogno, sul fondoschiena dello zio. L’abbiamo assaggiato: ottimo. Non preoccuparti, anche se giovane e implume, riuscirà nel compito.”
“Che porcello, pure nel sonno. Ora fammi vedere quello che brami eseguirgli, ma non molta, poiché del resto te ne libererai quando mi sostituirò allo zio; … e ora, pertanto, via queste scartoffie che impediscono di vedere, ammirare e godere dei vostri sanguinei, caldi, lustri, turgidi bischeri.”
“Mamma … grazie che mi hai permesso di …”
“Di niente, figlio mio, … di niente! La Montagna conosce l’ora e per questo invita, suggerisce, stimola. Sei venuto quassù per vari anni di fila e più volte gli hai visti accoppiarsi. Volevano, consigliati dallo Spirito, attirare la tua attenzione, formarti mentalmente anche con delle loro performance sessuali per invitarti al momento opportuno ad aprirti al piacere, ad essere cacciatore e preda. A loro piace sia darlo che riceverlo e noto che anche tu, figlio mio, non sei da meno. Hai un fisico quasi femminile, ma con un fallo di tutto rispetto. Ti hanno già rotto e ne sono felice, poiché … la famiglia comprende, incita, assolve, concede. Io sono stata offerta a tuo nonno da mia madre, tua nonna, … che hai conosciuto per breve tempo. Era una donna straordinaria, aperta, di larghe vedute. Diceva che fare sesso porta ottimismo, ilarità, serenità, entusiasmo; se incontrava qualcuno pensieroso, solo, triste … gliela mostrava, … mandandolo a casa felice e soddisfatto. In varie circostanze è intervenuta per alimentare qualche affamato. Beh, … io l’ho sostituita e ne sono pienamente soddisfatta, … anche con tuo zio. A volte sono il loro companatico e che denti che hanno! … Tu sei mio figlio e ora, come tale, mi spalleggerai, collaborerai e ti adopererai a soddisfarli e, inoltre, … mi darai quello che cerco, che sarà anche tuo fratello; … sarei ancora più entusiasta se fosse tua sorella. Il nonno, Tulio, è tuo padre. Sei un figlio della Montagna.
Da millenni qui, piccolo mio, su queste montagne, pratichiamo, viviamo una religione animista e panteista; proveniamo, veniamo al mondo per la montagna. Nei nostri rituali, il sesso ha una funzione importantissima anche a livello religioso, per propiziare la fertilità. All’interno delle nostre case, noi, donne, siamo venerate, rispettate, amate per essere le responsabili dei ritmi di produzione e riproduzione della prole. Da noi la Chiesa è lontana o assente: la maggior parte dei nostre borgate sono terre di missione, a causa, si dice, dei costumi che pratichiamo, professiamo, viviamo. Nelle case seguiamo gli insegnamenti, le prescrizioni, i suggerimenti dei nostri anziani; … loro sono i nostri sacerdoti. A valle si maledicono le nostre belle montagne, ora mete di turisti insolenti, incivili, rumorosi, villani, … perché per quelli della pianura noi siamo briganti, bestie, selvaggi; perché viviamo tutti nello stesso letto o con gli animali, … perchè pratichiamo zoofilia, incesto, sodomia, promiscuità fra giovani, anziani e bambini. Parlano, … asseriscono senza conoscere che noi siamo governati, guidati, protetti dallo Spirito della montagna, … Spirito immortale, grande, forte, vivido, necessario. Loro non capiscono: la montagna con i suoi animali è la nostra casa, la nostra tavola, il nostro letto. Siamo suoi, … siamo il suo spirito. Ci prende, ci monta, … ci fa accoppiare, … e noi siamo felici, appagati, invidiati. Sì, invidiati: per questo ci diffamano, coprendoci di fango; ma …
Abbandonati a lei, senza timore, Tulio … Tonio sono i suoi discepoli e i tuoi maestri. Lo Spirito della Montagna esiste e si mostrerà a te tramite noi.”
“Basta chiacchere … che qui fa male!”
“Nonnoooo!”
Il periodo della fienagione è bellissimo, intenso e frenetico. Le giornate, in cui il fieno è disteso ad asciugare, sono vissute sempre con ansia, specie se si vive nell’incertezza del tempo, che in montagna cambia in modo repentino. I fratelli avevano a disposizione degli appezzamenti, qualche ettaro in tutto. L’erba serviva per il periodo invernale e un aiuto era sempre ben accettato. Di solito era solo la figlia di Tulio a dar loro un appoggio e non solo nella raccolta, ma in quell’estate si aggiunse anche Luigi.
A fine giornata l’erba, non ancora secca del tutto, viene ammassata in piccoli cumoli, per essere distesa nella mattinata successiva, dopo l’evaporazione della rugiada, e rigirata quasi subito, finché il fieno non crocchia, ossia non sia pronto per stiparlo nelle casere. Era quello che i fratelli andavano a fare, portandosi appresso la sorpresa, ossia il nipote.
“Gigi su, … andiamo a sparpagliare l’erba!”
“Va bene zio, arrivo!”
“… ma sempre con quei pantaloncini? Coraggio vai a cambiarteli!”
“Ho solo questi!”
“Va beh! Vieni … che vedrò di trovare una soluzione che ti permetta di aiutarci nella raccolta del fieno senza sciupare e sgualcire quelli che indossi.” … “Tulio, … Tulio, … c’è qualcosa da vestire per il marmocchio, che possa indossare al posto dei pantaloncini?”
“I nostri pantaloni, le nostre camicie di fustagno … mhhhhh, … i nostri panni non li vedo per lui: sono grandi, oltre che pesanti, ruvidi, … sono da montanari, … Tonio … e lui, … la montagna la vede solo d’estate … e non per lavorare. Comunque proverò a vedere, ma … forse … che ne pensi delle gonnelline di sua madre? Tonio ridi, ma non scherzo! Con quel culetto bianco, … vellutato, … armonioso, … bello, … plastico, … stupendo che si ritrova: … tanto che ricorda quello di mia figlia … Nella madia dovrebbe esserci un capo adatto. Vado a cercarlo … e se lo trovo, … glielo proviamo.”
“D’accordo Tulio! Mi eccita l’idea di vederlo con una gonnella svolazzante, frufrù, … sfarfallante al minimo soffio di vento; però lui concorda?”
“Oh sììììììììììì, … vedrai! Arrivo tra poco.”
“Hai sentito la proposta di tuo nonno per non rovinare, sciupare i tuoi pantaloncini?”
“Sì, ma…”
“Non turbarti o allarmarti. Il farti indossare dei nostri capi … mhhhhhhh, … ti saresti stancato subito e probabilmente … ti avrebbero causato arrossamenti inguinali con notevole prurito. La soluzione suggerita … è la migliore, … e poi tra le gambe, … sulle chiappe, … sul bucio percepirai la brezza leggera e fresca delle nostre montagne. Ne sarai entusiasta, anzi …”
“Annnfffhhh …”
“Ho trovatoooo! Ecco Luigi, … guarda; … mi sembra anche di vita! … non è bella? … direi magnifica, graziosa, stupenda … ci provocherà delle conseguenze, … ma … va bene lo stesso. Che ne dici Tonio, … ritieni che la possa indossare?”
“Ohhhhh sììììììììììì, … proviamogliela e verifichiamo. Dai Luigi, … vieni che …” e lo zio, preso per un braccio il nipote, … attiratoselo vicino, … sfilatogli i pantaloncini con le mutandine …
“No le mutandine, no!”
“Oh sììììììì, piccolo nostro cucciolo … anche queste!” e gliele tolse con il resto con fare deciso.
“Ma …”
“Oh caro mio! Noi come potremmo scorgere, … avvistare le scie bianche della crema che ora ti inoculeremo? Scorgere dei rivoli bianchi, cremosi, … luccicanti, se colpiti dai raggi del sole … che scivolano dal tuo sedere … internamente … giù per gambe … Ci stimolerà, … ci stuzzicherà spingendoci a visitare, a testare ancora il tuo condotto anale. Non vorrai privarci e privarti di tutto questo, perché hai paura di vederti con una gonnellina? In Scozia tutti gli uomini la indossano e non siamo a conoscenza se portano le mutande! … e poi, non consideri l’allegria, la gioia che procurerai a coloro che avranno la sorte di conoscerti con simile tenuta? Su, infila!” Quella gonnellina morbida, sfarfallante lasciava intravedere la forma rotonda delle implumi, scoperte natiche.
“Ohh, … la nostra piccola … se allunghiamo le mani … mmmmhhhhhhh …mi viene appetito, languore, bramosia di depravazione … Tonio … curvalo, piegalo verso di te … oh piccola … stai ferma, … scosta un po' le gambe, … sììì, … cosìììì! Oh che veduta, … sembra … Tonio vieni ad osservare, … non c’è neanche la necessità di alzargli la gonna, che … se si vuole, … lo si posiziona senza alcun ostacolo e poi se, da lì fluiscono dei liquidi bianchi, densi, viscosi … Figlio gira la testa verso di me … vedi questa peretta? Con questa di solito si eseguono dei clisteri d’acqua tepida e sapone, … ma io, ora, te lo farò di panna. Sarà un enteroclisma moderatamente freddino, ma … dopo un po'… quel senso di fastidio passerà e a causa del tepore interno e del peso, squagliandosi, quel sugo colerà all’esterno per scorrerti giù per le gambe. … avrai piacere e un sottile, snervante lussurioso desiderio di essere preso, … sodomizzato, … buggerato, sbattuto e frullato. Ohhh, quanta voglia ti prenderà, caro nipotino! … e avvertire, … piccolo, la cannula addentrarsi e varcare la soglia del tuo pertugio? Essa s’inoltra, avanza, scivola pacifica, … tranquilla verso e nel tuo caldo, vivo, dolce condotto anale. … sto pigiando, premendo la crema. Percepirai frescura, ma poi …”
“Oh nonno, … mi sento …”
“Oh sì, ma ora andiamo a sparpagliare l’erba che nel primo pomeriggio la rastrelleremo e la ammucchieremo. Ah, … indossa, anche, questa camiciola, … per piacere!” e aiutandolo, ne completò la vestizione. “Tonio, prendi le coperte e il cesto viveri, … ci fermeremo per il pranzo fra le betulle e il profumo intenso di fieno, poiché il lavoro sarà lungo e non avremo tempo per un po’ di riposo.”
Gigi su consiglio del nonno li precedeva, muovendosi con passo da montanaro o saltando come un capriolo, rallegrando la vista di chi lo tallonava. Sulle sue chiappe iniziavano ad apparire tracce lucenti. Aiutò, collaborò nello stendere, nell’aprire i cumoli per rigirare l’erba alle fine del primo lavoro.
“E’ ora di pranzo e avremo un po’ di tempo tutto per noi, prima di ascoltare lo crocchiare del fieno. Gigi hai fame?”
“Sì, tanta e anche sete. Sono tutto sudato e unto.”
“Vieni, … una fetta di formaggio di casera con del pane accompagnato da un po’ di vino ci ridarà le energie spese e poi …”
“… e poi … cosa vuoi dire, nonno?”
“Che il tuo vasetto anale … sarà tutto per noi, ma dopo esserci distesi un po’.”
“Oh, ne sono felice! Il mio buchetto spasima, balbetta, vuole essere otturato dai vostri salsicciotti.” … e si sdraiarono tutti e tre sulla coperta non utilizzata per il rifocillarsi. Mani scendevano, scivolavano, strisciavano, scartabellavano, guizzavano, penetravano, bucavano, pizzicavano, accarezzavano, stendevano quella panna già in parte fuoriuscita, sgorgata dal suo orifizio sfinterico; … e prendeva, rubava, scambiava baci e poi baci. Si ritrovò in breve con il culo in alto e la faccia sprofondata in un boschetto irsuto con mani che scorrevano sulle natiche, massaggiavano, si facevano largo verso il buchetto, ci giocavano attorno. Ansavano, imprecavano, uggiolavano. La musica dei corpi, della passione … cresceva e si diffondeva nell’aria sino a giungere ad orecchi che la riconobbero.
“Oh, … il mio angelo, … il mio cuore … custodito, al riparo dei miei amori! … con la mia gonnellina preferita. Papà, … zio … l’avete …state …?”
“Sììììì, lo stiamo preparando perché ti monti, ti ingravidi, ti fecondi e noi faremo da cornice al vostro amplesso prima e dopo vi inculeremo tutti e due, mentre lui riprenderà a fotterti. Ti, … ci assomiglia tantissimo: caldo, passionale, mai stanco, stretto e vibrante, implume e sodo; maiale come te e come noi o meglio scrofa, vacca, puttanella. E’ proprio un nostro discendente, figlio di questa Montagna! Ama la lussuria, la concupiscenza, la depravazione, la lascivia. Anela la sodomizzazione ed avere, contemporaneamente, l’ugola otturata da un cono violaceo, turgido, eccitante come i nostri. Osserva tuo figlio mentre gli irroro quel suo pertugio palpitante da cui fluiscono le ultime stille di bianca crema lattea, clisterizzategli questa mattina. Guarda quel buchetto come palpita, freme, chiede e … appena lo irrorerò squittirà, borbotterà, frinirà … come fa il tuo, quando lo scaldiamo aspergendolo di calde urine. Lo so che stai bagnandoti, figlia mia; ma oggi e per un po’ di giorni sarà lui il tuo compagno, mentre io e tuo zio fotteremo i vostri posteriori.
Pensa, mia cara, alla gioia di avere un marmocchio da tuo figlio, che sarà anche fratello di Gigi. Io mi auguro che sia una femminuccia, in modo da poter proseguire l’incesto generando. Siamo una famiglia incestuosa, … che …”
“Ohhhh sìììììì, papà. Mi farò mettere incinta da lui, ma tu in seguito, mentre lui riempie del suo seme la mia vagina e lo zio il mio intestino, devi fottermi in bocca. Sarà un’esperienza unica: tre volatili simultaneamente. … ma il suo seme è …”
“Sì! Ieri mattina, al risveglio, ha versato, forse a causa di un sogno, sul fondoschiena dello zio. L’abbiamo assaggiato: ottimo. Non preoccuparti, anche se giovane e implume, riuscirà nel compito.”
“Che porcello, pure nel sonno. Ora fammi vedere quello che brami eseguirgli, ma non molta, poiché del resto te ne libererai quando mi sostituirò allo zio; … e ora, pertanto, via queste scartoffie che impediscono di vedere, ammirare e godere dei vostri sanguinei, caldi, lustri, turgidi bischeri.”
“Mamma … grazie che mi hai permesso di …”
“Di niente, figlio mio, … di niente! La Montagna conosce l’ora e per questo invita, suggerisce, stimola. Sei venuto quassù per vari anni di fila e più volte gli hai visti accoppiarsi. Volevano, consigliati dallo Spirito, attirare la tua attenzione, formarti mentalmente anche con delle loro performance sessuali per invitarti al momento opportuno ad aprirti al piacere, ad essere cacciatore e preda. A loro piace sia darlo che riceverlo e noto che anche tu, figlio mio, non sei da meno. Hai un fisico quasi femminile, ma con un fallo di tutto rispetto. Ti hanno già rotto e ne sono felice, poiché … la famiglia comprende, incita, assolve, concede. Io sono stata offerta a tuo nonno da mia madre, tua nonna, … che hai conosciuto per breve tempo. Era una donna straordinaria, aperta, di larghe vedute. Diceva che fare sesso porta ottimismo, ilarità, serenità, entusiasmo; se incontrava qualcuno pensieroso, solo, triste … gliela mostrava, … mandandolo a casa felice e soddisfatto. In varie circostanze è intervenuta per alimentare qualche affamato. Beh, … io l’ho sostituita e ne sono pienamente soddisfatta, … anche con tuo zio. A volte sono il loro companatico e che denti che hanno! … Tu sei mio figlio e ora, come tale, mi spalleggerai, collaborerai e ti adopererai a soddisfarli e, inoltre, … mi darai quello che cerco, che sarà anche tuo fratello; … sarei ancora più entusiasta se fosse tua sorella. Il nonno, Tulio, è tuo padre. Sei un figlio della Montagna.
Da millenni qui, piccolo mio, su queste montagne, pratichiamo, viviamo una religione animista e panteista; proveniamo, veniamo al mondo per la montagna. Nei nostri rituali, il sesso ha una funzione importantissima anche a livello religioso, per propiziare la fertilità. All’interno delle nostre case, noi, donne, siamo venerate, rispettate, amate per essere le responsabili dei ritmi di produzione e riproduzione della prole. Da noi la Chiesa è lontana o assente: la maggior parte dei nostre borgate sono terre di missione, a causa, si dice, dei costumi che pratichiamo, professiamo, viviamo. Nelle case seguiamo gli insegnamenti, le prescrizioni, i suggerimenti dei nostri anziani; … loro sono i nostri sacerdoti. A valle si maledicono le nostre belle montagne, ora mete di turisti insolenti, incivili, rumorosi, villani, … perché per quelli della pianura noi siamo briganti, bestie, selvaggi; perché viviamo tutti nello stesso letto o con gli animali, … perchè pratichiamo zoofilia, incesto, sodomia, promiscuità fra giovani, anziani e bambini. Parlano, … asseriscono senza conoscere che noi siamo governati, guidati, protetti dallo Spirito della montagna, … Spirito immortale, grande, forte, vivido, necessario. Loro non capiscono: la montagna con i suoi animali è la nostra casa, la nostra tavola, il nostro letto. Siamo suoi, … siamo il suo spirito. Ci prende, ci monta, … ci fa accoppiare, … e noi siamo felici, appagati, invidiati. Sì, invidiati: per questo ci diffamano, coprendoci di fango; ma …
Abbandonati a lei, senza timore, Tulio … Tonio sono i suoi discepoli e i tuoi maestri. Lo Spirito della Montagna esiste e si mostrerà a te tramite noi.”
“Basta chiacchere … che qui fa male!”
“Nonnoooo!”
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