A Venezia - Fine

di
genere
saffico


Passammo il pomeriggio concentrate e divertite nel fotografarci, giocando fra noi e con le luci: ricordavo infatti di aver visto dei campielli non troppo frequentati, dai colori molto accesi, e volevo usarli come sfondi per farle altre foto.
Ora invece ci godiamo gli ultimi momenti di tepore del giorno in un piccolo bar, sedute ad uno dei tavolini all’esterno che davano sulla laguna e che ci regalavano una chiarissima vista del Lido.
Parliamo di noi, dell'agosto appena trascorso, delle rispettive aspettative per i mesi futuri, della mia ricerca di un lavoro, dei suoi studi in Architettura, delle nostre vite sentimentali.
Mi dice di aver conosciuto Flavio per caso durante una vacanza, due estati fa. La vaghezza con cui ne parla e soprattutto con cui cerca di cambiare subito discorso mi fa credere ci sia altro sotto. Ma non voglio insistere troppo. “Vediamo se mi apro io…”, penso. E intanto rispondo alla sua curiosità sul mio matrimonio.
- Simone era più vecchio di me di una decina d’anni. Cioè…è, non era. Mica è morto! Non dire nulla!!!- la interrompo ridendo - Dicevo…forse inconsciamente pensavo di essere tranquilla perchè ero più giovane e perchè un po' alla volta ero riuscita ad adattarmi alle sue…manie, chiamiamole così.
- Ma…manie…sessuali? Non mi sembri così bloccata da quel punto di vista!!!
- Scherza, scherza. Tu sei fortunata! Anzi, dovresti ringraziarlo!!- e le faccio la linguaccia - La verità è che ho dovuto sbloccarmi anch’io e lui ha…diciamo che ha fatto un ottimo lavoro di persuasione! Prima le foto solo per noi, poi la lettura di siti e racconti erotici, infine la decisione di condividere certe foto su quello stesso sito.
- Scherzi??
- No no. Ora ovviamente quel profilo non esiste più…ma ci sta che qualcuno qui intorno a noi si sia fatto qualche bella sega guardandomi.
Ridiamo fragorosamente insieme.
- Oh cazzo! Ma pensa te. E allora se non era il sesso il problema…
- Perchè è finita?- anticipo il suo dubbio e lei annuisce - Beh…il più classico dei motivi…
- Azz…ma come si fa a tradire una come te?
- Si fa, si fa…soprattutto se decidi di scoparti una collega.
Rido amaramente. Lei mi guarda stupita, ma sorride anche lei.
Prendo il calice di vino che avevo davanti e lo alzo verso di lei.
- Un brindisi alla signora Elvira che mi ha, involontariamente, aperto gli occhi.
- Mi fido e brindo. E chiamo anche il cameriere per un secondo giro.
Con di nuovo il bicchiere pieno, ci guardiamo.
- Che c’è?
- Nulla Ale. È che…
- Hai anche tu un’Elvira nella tua vita?
Ride e le si illumina il viso.
Di nuovo la mano a coprirsi la bocca.
- Perchè ti copri?
- Co…cosa?
- Ho notato che quando sei in difficoltà o in imbarazzo tendi a coprirti il viso o la bocca, anche se stai ridendo. Di cosa ti dovresti vergognare?- le accarezzo la mano - Il tuo sorriso è splendido, non nasconderlo. Qualche scheletro nell’armadio? Nulla sarà mai come la tua vicina di casa che dice di aver visto tuo marito nel paese vicino quando invece sarebbe dovuto essere altrove per lavoro!
- È quello che è successo a te?
- Eh già. Bello vero? “Caro, com’è andata a Bologna?”- mimo una voce in falsetto per poi passare ad una voce più profonda - “Lo sai come sono queste riunioni, la solita noia.”- per poi tornare al falsetto - “Quindi è per quello che hai fatto il giro largo prima di tornare a casa.”
- Non ci credo!! E lui?
- E lui tre giorni dopo era a casa della collega. Dove è tuttora.
Alza il bicchiere di vino e brindiamo.
Torniamo a guardare il Lido.
L’arancio e il rosa del cielo tingono la laguna di un colore ancora più magico del solito.
Entrambe guardiamo davanti a noi.
Dopo il mio racconto si è chiusa e ora con la coda dell’occhio provo a capirne i pensieri.
“Abbiamo passato giorni a conoscere ogni angolo del nostro corpo, a ridere, a divertirci. E poi abbiamo aspettato queste ultime ore per confidarci e parlare di noi.”
Allungo la mano sul tavolino e cerco la sua. Me la stringe.
Fa un respiro più profondo e torna a guardarmi.
- In verità io e Flavio ci siamo conosciuti su internet. Meno di due anni fa.
- Su internet…una vacanza virtuale quindi! E le faccio l’occhiolino.
Ma lei quasi non mi calcola. È girata verso di me, ma è come se parlasse a sé stessa. Mi guarda, ma probablimente non mi vede. Mi volto completamente verso di lei.
Una ventata più forte e fredda delle ultime mette i brividi.
I capelli ci danzano davanti il viso. Beve, guardando dietro di me.
- Continua.
Le stringo la mano nelle mie.
- Niente…si parla in chat, ci si scambia i numeri, la passione comune per la fotografia e la scrittura, ci si incontra anche…- ora sì che mi vede e mi fissa intensamente - Ti suona familiare, vero?
Sorridiamo. So che non vuole risposta e la lascio al suo flusso di pensieri e parole.
- E alla fine ci siamo innamorati. Solo…- fa una pausa -...solo che entrambi eravamo fidanzati.
- Ah però! E quindi?
- E quindi abbiamo lasciato le vecchie vite e abbiamo deciso di provarci, anche se a distanza. Io già vivevo sola a Trieste ed è stato più facile chiudere con il ragazzo con cui stavo giù. Per lui è stato più complicato. Ma alla fine…beh, alla fine sono passati quasi due anni…
- Beh, vuol dire che due anni fa avete fatto la scelta giusta.- le sorrido e provo a smorzare con una battuta - Fidanzata e traditrice…quindi sei recidiva!
- Non hai idea quanto!
Ridiamo insieme.
- Addirittura…
- Eh sì. Aspetta.
Prende il telefono. Dopo circa un minuto sento vibrare il mio: è un suo messaggio con allegato un file.
- “A Venezia”...cos’è?
- Beh…diciamo che il sito su cui ci siamo conosciuti…non era proprio un sito per studenti fuori sede…
Mentre mi risponde avevo intanto aperto il file: è un racconto. Lo scorro velocemente.
- Cioè…vuoi dirmi che tu scrivevi…
- Già…ma non “scrivevo”…scrivo ancora! Con annesse anche le foto che mi fa Flavio.
- Cazzo Linda! Sei una scoperta continua!
- Eh sì…quindi anch’io posso dire che probabilmente qui in giro c’è qualcuno, o qualcuna, che si è masturbato per me. Magari anche in questo momento!
Ridiamo di nuovo.
- Quando ti ho conosciuta sul treno e mi hai detto che stavi andando a Venezia ho pensato ad uno scherzo.
La guardo dubbiosa.
- Hai voluto vivere quanto succede alla tua protagonista?
- No. No. No. Ale, non farti strane idee, non ho giocato con te. Ho solo…è che…è che ti ho desiderata dalla prima foto che ti ho fatta. Non so cosa sia successo. Ma è successo…e ho solo voluto cedere a quello scherzo. E…ho voluto cedere a me stessa…e alla nostra curiosità reciproca. E…ho scoperto che la realtà, questa realtà, è molto meglio di come la potessi mai descrivere in un racconto.
Io ho abbassato gli occhi. E sussurro.
- O di come mai la potessi fotografare io…
Posa il bicchere che aveva tenuto a mezz’aria per tutto il tempo e mette la sua mano sopra le mie.
- Scusami Ale. Forse era meglio se il mio sche…
- E come finisce il racconto?-, la interrompo, rialzando lo sguardo.
- Scusa?
- Come finisce?
- I due protagonisti fanno sesso in una stanza vista Piazza San Marco, circondati da gente in maschera.
Alzo le sopracciglia e sorrido.
- Ne hai di fantasia! Ma questo non lo scopro oggi...- le mando un bacio e lei sorride - …come non scopro la tua passione per il voyeurismo.
All’improvviso un’idea.
- Vediamo cosa possiamo fare…- e inizio a rovistare nello zaino.
- Eccolo!
E le passo il biglietto da visita che ho appena trovato. Lo guarda incuriosita.
- Chi è?
- È il pilota che ci ha portato ieri sera al ristorante…potremmo regalargli qualcosa di ancora più indimenticabile di quel semplice bacio di ieri.

Le tende rosse della cabina sono tirate.
Il dondolio dato dall’acqua e dal nostro andare, anche se lentamente, ci culla.
Sul vetro che ci separa da Paolo un adesivo con il leone di San Marco, una carta da gioco con impressa la regina di cuori e alcune foto di lui con star del cinema. Un piccolo crocifisso bianco in madreperla pende in un angolo e dondola al ritmo della corrente.
Si ricordava di noi e viene a prenderci alla Punta della Dogana.
Siamo oneste con lui.
- Desideriamo amarci mentre ci fai ammirare Venezia di notte.
Alla sua risata abbiamo risposto con la nostra. Non ha parlato. Forse ne ha viste talmente tante che non ci fa più caso. Ci ha semplicemente allungato la mano per aiutarci a salire.
Gli abbiamo chiesto di farci delle foto con il mio cellulare. Dopo le prime abbracciate e sorridenti, abbiamo iniziato a baciarci. Abbiamo visto i suoi occhi brillare di desiderio. E ancora li vedo adesso, attraverso uno specchietto che ha vicino a sé e che ha sistemato meglio per guardarci.
I palazzi del Canale Grande scorrono al nostro fianco. Noi ci sfioriamo le gambe nude, baciandoci dolcemente. Abbiamo entrambe tirato su le gonne per toccarci meglio. Seguo i brividi sulla sua pelle. Sento i miei sfiorati dalle sue dita.
- Baciami. Amami.
Il suo sussurro mi fa sospirare e sciogliere. Scendo fra le sue gambe e scopro il suo piacere. Le sue dita fra i capelli mi guidano e non mi lasciano alternative. Alternative che comunque non vorrei.
- Amami… Amami… Amami…
Ogni tocco della mia lingua è un nuovo sospiro. Ogni carezza delle mie mani è un nuovo invito.
- Amami… Amami…
Ogni pressione sul suo sesso è una nuova passione.
- Amami…Aa..maa…miiiii…
Ogni suo orgasmo è nuovo amore in me.
Ci baciamo e scambiamo il suo sapore. Sorridiamo. Paolo si tocca vistosamente fra le gambe. Sorridiamo a lui.
Siamo sirene che hanno conquistato il loro marinaio, mentre la città continua a scorrere intorno a noi.
- Ti…- prova a parlare ma la zittisco con un dito sulle labbra. Lo lecca. Lo succhia. Occhi negli occhi, come ormai da giorni. Il mio nero specchiato nel suo celeste, come ormai da giorni.
Ad un certo punto il silenzio scende nella cabina. Solo il delicato frusciare delle nostre carezze sui vestiti e sulla pelle.
Sento la sua voce tremare e vedo la sua commozione.
- E ora?
Mi bacia. Mi tocca.
- E ora dobbiamo tornare alla nostra vita. In questi giorni ci nascondevamo in bagno per telefonare, tu a Flavio, io a mia madre. Una volta a casa nostra potremo smettere di nasconderci.- sospiro mentre sento le sue mani fra il mio calore - Non spariremo dalle nostre vite. Impossibile. Ma…
- Ma…nulla sarà più così…e io penso di…io ti…
Mi penetra. Inarco la schiena gridando e baciandola per non farle dire quello che pensiamo entrambe. Ho la voce rotta dall'eccitazione.
- Linda…non dirlo, non pensarlo…è già complicato così…
Mi masturba sempre più veloce. Sono nelle sue mani.
- Tu ci credi? A noi? A tutto questo? A questa realtà? Al destino? Ai…ai colpi di fulmine?
La bacio ansimando nella sua bocca. I suoi dubbi mi stordiscono più delle sue dita.
- Si Linda. Ci credo. Ci ho creduto. E ci sto credendo.
Mi penetra e tocca veloce.
- E quindi? E quindi signora mia?
Veloce. Sempre di più. Ho gli occhi chiusi. Respiro e parlo a fatica.
- E quindi ci ameremo ancora. Nei modi, nei tempi e nelle forme che decideremo…
Mi succhia la lingua che le sto offrendo.
Veloce. Sempre di più.
Vuole finirmi.
- Brava signora mia.
Tremo.
Vuole il mio piacere.
- Amami Ale…
Ansimo.
Vuole me.
- Ale…guardami…e amami…
Godo.
Occhi negli occhi.
Il suo celeste.
Il mio nero.
Noi.


FINE

(Grazie a tutti voi della lettura. Flavia)
scritto il
2024-09-25
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