Folle

di
genere
confessioni

“Non ci perderemo mai, nemmeno se ci perderemo.”
Continua a girarmi in testa questa frase.
L'hai ripetuta più volte. Mentre mi baciavi. Mentre ci sfioravano.
Il tuo mantra.
Che diventava il nostro.
“Non ci perderemo mai, nemmeno se ci perderemo.”

Ora corro. O forse fuggo.
Eppure sto ridendo.
La mattina deve ancora avvolgere queste strade che per ora sono solo pochi rumori, nessuna macchina, i miei passi.
Il cielo porta quel leggero azzurro oltre la chiesa in fondo alla via.
Le ultime stelle mi guardano.
Anche loro corrono.
O forse fuggono.

“Non ci perderemo mai, nemmeno se ci perderemo.”
Sento ancora la tua lingua.
Tesa e fremente sul mio corpo. Che scendeva a cercare una promessa mai mantenuta negli anni e che finalmente vedevi e sentivi così vicina.
Sento ancora le tue labbra.
Chiudersi sulla mia pelle. Creare brividi. Donare piacere.
“Non ci perderemo mai, nemmeno se ci perderemo.”

Una goccia. Due. Tre. Dieci.
Mi fermo. Allargo le braccia e guardo in alto.
Croce. Dopo la delizia.
Lo scroscio salvifico di quest’autunno che ci sta regalando il sollievo dopo l’estate. Mi bagno completamente. “Siamo da strizzare”, dicevamo per scherzare da piccole.
“Ora mi raccomando ammalatevi”, rispondevano le nostre madri.
Mi bagno completamente.
Nuda. Nella via.

“Non ci perderemo mai, nemmeno se ci perderemo.”
Il mio sesso si apre per te. Le tue dita non faticano nemmeno per la voglia che mi hai messo dentro. E che da sempre ho di te.
Giochi con i miei brividi. Lecchi con passione. Succhi ogni mio umore.
I tuoi capelli fra le mie dita. Mi riempio di queste sensazioni. Che diventano sentimenti.
Che dal sesso salgono al cuore e al cervello.
Mi fai esplodere nella tensione.
“Non ci perderemo mai, nemmeno se ci perderemo.”

Fradicia di pioggia.
Rido di follia.
Tu mi raggiungi e mi tiri dentro un androne.
Senza fiato entrambe.
“Sei pazza. Non puoi girare così. Vieni. Torniamo a casa.”
Mi metti addosso il tuo cappotto. Mi stringi.
“Sei pazza.”
“No. Sono viva. E non voglio più tornare a casa.”

“Non ci perderemo mai, nemmeno se ci perderemo.”
Voglio ancora tremare per te.
Voglio ancora godere con te.
Nello stretto di quest’auto ci muoviamo feline. Un’agilità che solo l’amore e la passione possono regalare agli esseri umani.
Umani.
“Si, umani. Animali. Ma umani.”
Ti mordo il collo. Il seno.
“Ti mangio amore mio.”
I fianchi. Il sesso.
“Ti mangio”
Gridi. Gemi. Sospiri.
Mi stringi. Mi trattieni. Mi regali tutta te stessa.
“Non ci perderemo mai, nemmeno se ci perderemo.”

“Allora torniamo in auto. Non puoi girare così. Cosa ti è preso?”
Ridiamo.
Felici. E fradice entrambe fino alle ossa.
“Ora ci ammaliamo e mamma ci sgriderà.”
Ridiamo ancora. Mentre la vista si annebbia. Inizio a vederti tremante.
“Che succede?”
Non lo so. Non rispondo.
Piango e basta.
“Non lo so.”, rispondo.
Vedo una luce con la coda dell’occhio.
“Devo andare.”
“Dove?”
“Via.”
Mi libero dalla tua presa.
Il tuo grido.
Mi lancio per la strada.
Il mio nome.
Finisce tutto.
Fra pioggia e sangue.

“Non ci perderemo mai, nemmeno se ci perderemo.”

scritto il
2024-10-05
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