Tutto cominció con una domanda pt7

di
genere
etero

La storia tra me e Bea andò avanti.
Anche il sesso era sempre più bello.
Lei mi diceva che con me aveva recuperato "il tempo perduto", le facevo vivere una giovinezza a scoppio ritardato.
Beatrice mi mandò un messaggio inoltrato: "ciao Bea, ti devo chiedere un favore, io devo andare a Budapest per qualche giorno di vacanza, ti dispiace se puoi darmi un' occhiata a casa? Ovviamente puoi invitare anche Andrea".
Era un messaggio di Marisa.
Marisa è vedova, quando il marito era in vita, costruì ex-novo la loro casa in un terreno di loro proprietà.
Ci mettemmo d'accordo per il 25 Aprile.
Arrivò quel giorno, Bea mi aprì il cancello ed io entrai.
Solito bacio per salutarci.
Vidi una borsa da viaggio e le chiesi cosa ci fosse dentro, con una luce negli occhi che trasmetteva voglia mi disse che a tempo debito avrei capito.
Entrati si chiuse in bagno ordinandomi di aspettarla in camera da letto sdraiato.
Si palesò con la divisa estiva, calze bianche e parte superiore del vestito slacciata.
Sotto le gambe erano velate da autoreggenti bianche, tipiche da infermiera. La contraddizione tra il candore del bianco e gli atteggiamenti lascivi mi mandò in visibilio.
Bea: "come sta il mio paziente preferito?".
Io capii subito cosa avesse in mente, voleva giocare al "dottore".
Io: "male, bisognoso di cure dalla
mia infermiera preferita".
Lei mi disse di togliermi la maglia, mi auscultó il cuore con lo stetoscopio.
"Mmm abbiamo i battiti un pochino accelerati".
Con la mano cominciai ad indugiare sotto il vestito mentre lei scendeva in basso.
Mi tolse con veemenza la mano.
"Cosa fa? Si fermi! Sono pur sempre una donna sposata".
Io: "mi scusi" facendo una faccia triste, così per stare al gioco.
Bea: "ora vediamo come sta il fegato". Mi tastò delicatamente il petto con i polpastrelli.
"Mmm sembrerebbe a posto, adesso dovrei misurare gli stimoli, solo che il macchinario è rotto, dovremmo fare a modo mio".
Passò le sue unghie delicatamente sul mio petto, provavo brividi di piacere, il mio cervello mandava scosse continue.
Allungai di nuovo la mano.
"Ah, ah, ah sono una donna sposata".
"Lo so, ma è bellissima".
"Grazie, quindi mi sta bene la divisa estiva".
"Divinamente".
Ho capito, con la sua fantasia voleva cucinarmi a fuoco lento.
Stetti al gioco, lei mi fece abbassare pantaloni e mutande.
"Bene, vedo che gli stimoli ci sono" disse vedendo la mia asta che si ergeva poderosa.
"Ora devo fare un esame particolare, si metta questa negli occhi" e mi diede una benda.
Sentii qualcosa che veniva infilato sul mio membro a mo' di preservativo.
Mi piaceva tantissimo, subito dopo seguì la sensazione delle sue labbra che lavoravano per il mio piacere.
Dal tatto capii che la "perfidia" sessuale si era impossessata di Bea.
Mi stava facendo un bocchino con i collant.
Ecco fatto, ormai non c'era posto che per i miei movimenti contorti e i miei mugolii di piacere, neanche quando si staccava mi diede tregua toccando la parte di collant che ricopriva il glande.
Piacere a livelli estremi. Sentivo le sue risate di soddisfazione.
"Adesso può togliere la benda" e la vidi che segava il mio cazzo ricoperto dal gambaletto nero.
Io: vengooooo". Esplosi letteralmente, lei, senza sfilarsi il collant bevve tutto.
Ripresomi da quella botta le dissi: "mi scusi ma non era una donna sposata?".
Bea: "guardi che ho fatto tutto ciò per interesse medico".
Cominciava a piacermi darsi del lei, quella sensazione di fare sesso con una persona con la quale non si ha confidenza.
"Ad ogni modo questo esame non mi ha convinto, sembrerebbe tutto a posto ma sempre per scrupolo professionale devo indagare più a fondo".
Mi ordinò di rimettermi la benda, obbedii e la sentivo gemere.
Ad un certo punto mi sentii una cosa fatta di stoffa in faccia.
"Odori soltanto".
Odorando capii che si trattavano delle sue mutandine.
Odorai a fondo per percepire ogni singola particella dei suoi odori.
"Adesso mi dica, come lo trova questo odore" mi chiese Bea.
"Paradisiaco" le dissi.
Bea passò a chiedermi di tirare fuori la lingua che doveva passare a fare un altro esame.
Tirai fuori la lingua, sentivo la sua vulva, capii tutto, era sopra di me e voleva che la leccassi.
"Mi raccomando non usi le mani" mi ordinò.
La leccai e lei, pian piano che percepiva piacere, sentivo che indirizzava la vulva dove più le piaceva.
Grandi e piccole labbra, clitoride, piccole penetrazione con la lingua.
Faceva di tutto.
"Mmmm si, che paziente che è, magari fossero tutti come leiiii".
Sentivo il suo organo genitale su e giù per la mia bocca, una precisione chirurgica.
Seguí un orgasmo che mi inondò tutta la faccia.
"Bene, l' esame è finito", a quelle parole, a dire il vero, rimasi un po' deluso, ma come sempre giudicaii troppo presto.
Sotto suo ordine mi tolsi la benda ma mi disse anche di alzarmi, faccia contro il muro e di girarmi solo quando lo avesse ordinato.
E così feci.
La vista che mi si presentò era questa: lei sul ciglio del letto che si stava esibendo in una pecorina a gambe divaricate ed la divisa alzata che le mostrava tutto. Quanto era bella con quelle cazzo di autoreggenti.
Il suo fiore chiedeva piacere.
"Alla faccia della donna sposata, anche questo è per interesse medico?".
"No, questo è per interesse mio e, a quanto pare, anche suo, ma adesso mi prenda da dietro!".
Non me lo feci ripetere, cominciai ad entrare in quell' anfratto che ormai conoscevo bene.
"Aaahh siiiii", la pompai come si deve, mi accorsi che dalla tasca le cadde qualcosa ma non ci feci caso.
"Siiii vengooooo", ennesimo orgasmo, quanto invidiavo il genere femminile, più orgasmi senza fermarsi.
Mi tolsi da dentro di lei.
Mi spompinó per un po' ma non mi fece venire.
Indicando l' oggetto che le era caduto mi chiese se sapessi cosa fosse.
Era un lubrificante intimo.
"È ora per me di provare qualcosa di nuovo" mi disse.
"E lo vuole provare con un paziente che a malapena conosce?" ribattei.
"Questa è la parte più eccitante".
Si rimise a pecora, io mi passai il lubrificante sulla punta del cazzo e lo infilai.
Sentii un gemito di dolore.
"Bea detti lei il ritmo e si prenda tutto il tempo che vuole".
Pian piano cercò di infilarselo tutto, si concedeva delle tue pause giusto per abituarsi alla novità, pian piano che entrava i dolori si trasformavano in piacere ma ancora non era tempo di pompare, volevo che lei si sentisse totalmente pronta.
Quando entró tutto lei aumentò il ritmo. Anche le pareti sembravano non rappresentare più un ostacolo.
Ormai Bea prese un buon ritmo, non eccessivamente veloce ma, per essere la prima volta, potevo anche accontentarmi.
Mentre le ero dietro lei si toccò.
"Aaahh che bello, fantasticoooo" urlò".
"Adesso si diverta leiii".
La pompavo sempre di più ricevendo in cambio godimento.
Sentii il cazzo che, dentro, si stava masturbando.
Lei ormai si era bella che abituata a quegli assalti.
Venimmo assieme, io le scaricai tutto il mio seme dentro.
"Come mi maledico ad aver provato una delizia del genere solo ora", mi disse Bea.
Ci facemmo una doccia assieme, restammo ancora un po' a chiaccherare e poi lasciammo la casa.
Rincasato ricevetti un messaggio: "ancora mi brucia".
Io risposi: "mi scusi, ma lei non è una donna sposata?🤣".
scritto il
2024-10-19
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