Cosa è il BDSM

di
genere
dominazione

È un teatro dell'assurdo che mette in scena non per finta ma in maniera molto genuina e autentica un particolare mondo alla rovescia nel quale ogni cosa accade all'incontrario rispetto alla normalità, fatto salvo ciò che riguarda il canone meno eludibile di tutti su cui si fonda sempre l'esercizio della dominio che in ogni tempo e in ogni luogo risponde sempre e solo alla legge imperativa del più forte come fonte certa di supremazia e di subordinazione, Ed è proprio da tale solida base che il BDSM prende le mosse per consegnare il bastone del comando nelle mani dei cosiddetti padroni, di coloro cioè che sono all'altezza di esercitarlo in quanto esseri dotati di una grande ed evidente mascolinità, sublimata in particolare dalle dimensioni e dal vigore dei loro cazzi, al cui cospetto gli schiavi non possono che sentirsi manchevoli e inadeguati. Questi, una volta che si rendono conto dello squallore delle loro anatomie anteriori, iniziano a valorizzare per il verso giusto l'unica altra risorsa che resta loro praticabile, cioè la passiva e oscena ostentazione del loro deretano, che diventa un bene di proprietà, un monopolio e una riserva di caccia del dom, tanto da confermarlo sotto la sua insindacabile giurisdizione come arena e palestra di godimento, a pieno servizio per qualunque tipo di sguardo, di manovra e di sevizia, piegato e trasformato in bersaglio di ignominiose baldorie, non soltanto ma anche sessuali, e sempre certamente erotiche e attive, le quali avranno ben poco a che spartire con la dimensione gay e molto di più invece con il concetto della prevaricazione violenta.
I padroni formano un'aristocrazia, una specie di truppa scelta e arrogante che si comporta senza alcun ritegno e riguardo. Gli schiavi sono invece una plebe e una marmaglia che mormora, sospira e geme sommessa nelle retrovie. Lo stile quasi militaresco del BDSM alimenta, determina e discrimina la separazione netta fra queste due distinte e opposte categorie umane (una delle quali appare alquanto disumana e l'altra invece piuttosto subumana o umanoide): quella dei cavalieri non privi di macchia, composta dai superiori ai quali tutto sembra concesso, e quella dei fanti non privi di paure, che diventano i loro inferiori, niente più che animali da soma, ai quali è predestinato solo di sopportare in silenzio se non dei torti almeno un buon numero di gratuite privazioni, di busse e di abusi. Il dislivello tra le due classi è abissale e per definizione incolmabile e genera a cascata l'idea del comando e dell'obbedienza, che prende forma e trova concreto riscontro attraverso le rispettive attitudini a impartire o a subire il dolore fisico e morale, inflitto dagli uni e patito dagli altri, anche secondo la morbosità e il capriccio degli uni e secondo la caratteristica inerme e supina accettazione degli altri, che addirittura saranno portati a vivere il degrado come una sorta di ambita ricompensa.
Nel gioco delle parti l'animazione della frusta (e della sofferenza che essa dispensa a piene mani e dei segni che lascia) diventa metafora del potere scaturito in primo luogo dal primigenio confronto fra la perfezione genitale del dom e il difetto pubico del sub. Il dom è per definizione un'esemplare di razza (uno stallone) mentre il sub è un derelitto da guidare a spinta con polso e disciplina (un asinello).
Dal punto di vista pratico poi l'utilizzo puntuale e frequente della frusta (o delle sculacciate come di altri castighi) serve fra l'altro a elargire abbondanti dosi di specifiche punizioni corporali che educano il sub a mantenersi in carreggiata, a raddrizzarsi quando è il caso e a rendersi più attento, sollecito e zelante, o detto in due sole parole per accrescerlo nel rispetto e nella dedizione che deve al suo dom.
Visto dall'esterno il BDSM può sembrare un labirinto e una parata grottesca di strane forze psichiche. Ma vissuto dall'interno si dimostra un regime che da forma ed espressione agli istinti misconosciuti ma cardinali della nostra nuda animalità, portandoli tutti a galla e permettendo così ai propri adepti di distinguere a colpo d'occhio e in maniera liberatoria l'esistenza di un alto e di un basso, di un forte e di un debole, che andranno chiamati coi loro nomi più solenni e più esatti, cioè PADRONE l'uno e SCHIAVO l'altro.
scritto il
2024-10-24
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