Il decalogo
di
cagnetta rottainculo
genere
dominazione
Lo schiavo si presenta al padrone (1) nudo nel corpo e nella mente senza mostrare imbarazzi o inibizioni, (2) non deroga dal rispetto che gli deve e gli offre sempre e solo la sua incondizionata dedizione, (3) lo venera da un posizione di inferiorità statuita anche quando questa cozza contro il normale buonsenso, (4) gli ubbidisce osservando le regole, prodigandosi nei compiti assegnati e nella puntuale esecuzione degli ordini che riceve, (5) si identifica nel ruolo di sottomesso senza mai perdersi d'animo o vacillare nella fiducia che ripone nel suo dom, (6) non manifesta mai alcuna forma di doppiezza o di ambiguità o di slealtà, (7) non diventa mai pigro o reticente ma è al contrario solerte e risoluto, (8) ha la capacità di umiliarsi e di affrontare il degrado, (9) accetta i castighi che gli vengono erogati e li subisce di buon grado, (10) persevera nella volontà di crescere e di evolvere verso nuove sfide e traguardi.
Queste sono le dieci regole che ogni schiavo deve imparare a memoria fino a farle sue e a interiorizzarle o meglio a sentirle dentro le sue luride interiora. Nulla di sé gli appartiene. Non gli è mai consentito di mettere in campo azioni o iniziative ma solo opportune reazioni commisurate ai desideri e alle voglie del suo dom. Si profonde nella mimesi e nella pronazione di gusto e senza disgusto in qualità di ottimo servo pronto di bocca e di culo ad eccitare e ad esaudire senza pena gli orgasmi del pene padronale. Solo così potrà riscuotere appieno il giusto compenso che la degnazione del padrone gli riserverà inondandolo abbondantemente di sborrate, di sputi e di pisciate sul muso e giustiziandolo a colpi di frusta sui glutei, utili alla sua educazione e a sentirsi definito nei limiti dell'ovvio disprezzo e quando è il caso anche del
benigno apprezzamento che scaturisce dalla sua proverbiale inutilità.
Queste sono le dieci regole che ogni schiavo deve imparare a memoria fino a farle sue e a interiorizzarle o meglio a sentirle dentro le sue luride interiora. Nulla di sé gli appartiene. Non gli è mai consentito di mettere in campo azioni o iniziative ma solo opportune reazioni commisurate ai desideri e alle voglie del suo dom. Si profonde nella mimesi e nella pronazione di gusto e senza disgusto in qualità di ottimo servo pronto di bocca e di culo ad eccitare e ad esaudire senza pena gli orgasmi del pene padronale. Solo così potrà riscuotere appieno il giusto compenso che la degnazione del padrone gli riserverà inondandolo abbondantemente di sborrate, di sputi e di pisciate sul muso e giustiziandolo a colpi di frusta sui glutei, utili alla sua educazione e a sentirsi definito nei limiti dell'ovvio disprezzo e quando è il caso anche del
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