Cristina

di
genere
orge

Sono sposata da dieci anni con Luca, è un brav’uomo, tutto casa e lavoro, sono stata la sua prima ragazza, tra noi c’è, ormai, solo affetto, un affetto sincero ma è rimasto giusto quello, facciamo l’amore di rado ed in modo veloce e decisamente insoddisfacente per me, del resto Luca non ha mai avuto molta esperienza, io, pur essendo più grande di soli due anni , ho avuto le mie storie prima di conoscere lui, però non l’ho mai tradito nonostante i complimenti che spesso gli uomini mi facevano, ora ho 32 anni, sono sempre stata una bella ragazza, ho sempre curato il mio aspetto ed il mio corpo, non bevo, non fumo, il problema è che, ormai, sempre più spesso mi auto gratifico per raggiungere quell’orgasmo che il matrimonio non mi concede da tempo.
Lavoro in un ufficio dove siamo tutte donne, i nostri discorsi sono sempre relativi ai trucchi, ai vestiti, alle scarpe, del resto siamo tutte sposate, alcune hanno figli piccoli che rappresentano un altro argomento di conversazione, io non ne ho, comunque cerco di andare in ufficio sempre elegante o, comunque vestita in modo da esaltare la mia figura, la mia femminilità, a volte, forse in modo troppo evidente ma tant’è, mi piace ricevere complimenti per il mio aspetto, tengo molto anche a quello che non si vede, la mia biancheria intima è sempre di livello, gli insegnamenti di mamma sono sempre scolpiti nella mia memoria : “se stai male e vieni ricoverata devi essere in ordine”, inoltre tra noi ragazze eravamo sempre un po’ in gara circa i vestiti e l’aspetto.
Un giorno mi arrivò un mazzo di rose in ufficio, veramente lo trovai sulla mia scrivania con un biglietto : “Cristina”, il mio nome e al posto della firma un “4”, chiesi alle me colleghe ma nessuna ne sapeva nulla, mah, pensai, forse un errore, la sera, uscendo dall’ufficio sul parabrezza della mia macchina un altro biglietto “ti sono piaciute le rose?” mi venne da ridere, un ammiratore segreto, tornai a casa allegra con le mie rose.
La sera dopo, riprendendo la macchina dopo il lavoro un biglietto “sei molto bella Cristina, perché nascondi le tue bellissime gambe con i pantaloni?” anche i complimenti adesso, chissà chi era.
Il mattino dopo, quasi inconsciamente scelsi una gonna ed una camicetta bianca, del resto era Maggio, cominciava a sentirsi il caldo e la sera l’ennesimo biglietto “brava Cristina, ma è troppo lunga quella gonna e le tue scarpe, dei tacchi più alti slancerebbero le tue meravigliose caviglie” l’ennesimo biglietto, beh sarebbe stato il caso che smettesse, di chiunque si trattasse, però, inconsciamente mi piaceva.
Il mattino dopo, comunque, indossai un tubino grigio non troppo corto però, mi arrivava oltre la metà della coscia, siccome era senza maniche ci misi sopra il suo giacchino corto e delle scarpe sempre grigie tacco 7, quasi conoscesse il mio guardaroba, mah, la sera, uscendo, nessun biglietto, forse si era stancato, appena salita sulla mia cinquecento un sms sul cellulare “bellissima, e bravissima, potresti quasi meritare di conoscermi” numero sconosciuto, impossibile rispondere acc. Lo avrei mandato a quel paese.
Il mattino facendo colazione ero quasi tentata di parlarne con Luca ma lui mi anticipò dicendomi che sarebbe stato via per lavoro un paio di giorni, non ci pensai più e andai a fare la doccia mentre lui usciva; uscita dalla doccia il mio telefono, un altro sms “ parcheggia all’ultimo piano” e poi un indirizzo ed un orario “ore 19,00” un appuntamento, che si fotta, pensai, cominciavo a stufarmi.
Andai in ufficio un po’ nervosa, e, durante il giorno non fui molto gentile, credo, uscita ripresi la macchina per tornare a casa e un altro sms “ti aspetto” uffa, ricomincia, in un quarto d’ora arrivai a casa e mi infilai sotto la doccia, magari mi passava il nervosismo, erano le 17,45, alla fine presi una decisione, mi truccai e vestii velocemente, senza pensarci misi una minigonna a pieghe e un top allacciato sul davanti con delle scarpe nere con tacco 7, borsa, cellulare e via; in macchina inserii l’indirizzo sul navigatore e partii, all’indirizzo trovai un garage multipiano sotterraneo e andai all’ultimo piano dove praticamente la mia era l’unica auto parcheggiata, non erano ancora l’orario rimasi ferma in auto, alle 19,00 in punto un altro messaggio “prendi l’ascensore, ti aspetto” chiusi la macchina a chiave e mi diressi verso gli ascensori, ci ero quasi arrivata quando un furgone mi si parò davanti ne scesero due uomini che mi sollevarono di peso e mi ci buttarono sopra, poi il furgone ripartì mentre io cercavo di divincolarmi dalla loro presa, ma erano troppo forti e mi misero un cappuccio in testa. Ci vollero circa due ore perché il furgone si fermasse, venni fatta scendere, quasi trascinata e distesa su un letto, legata per i polsi alla testiera con le gambe allargate con un’altra legatura alle caviglie, il cappuccio venne sostituito da una di quelle mascherine per dormire, comunque non vedevo nulla, cominciai ad urlare ma una voce “puoi urlare finchè ti pare, qui non ti sentirà nessuno, allora smisi cominciando a chiedere chi fossero, cosa volessero ma non ottenni risposta, l’unica cosa che ottenni fu sentire tagliare, probabilmente con un coltello il mio top e la mia gonna e mi tolsero anche le scarpe, poi fu la volta del mio reggiseno, delle mani perlustravano il mio corpo, anche i miei slip saltarono, dita nervose mi frugavano, pizzicavano, fino a farmi male, poi una voce “ragazzi questa troia è bagnata, si vede che ha voglia” era vero, la mia figa lacrimava come i miei occhi, mi arrivò uno schiaffo in mezzo alle gambe, la mia clitoride ne risentì perché si stava gonfiando, mi torsi leggermente per il dolore ma subito venni schiacciata da un corpo e sentii la punta di un uccello farsi strada tra le mie grandi e piccole labbra che si schiusero senza problemi per accoglierlo, era grosso, più di Luca sicuramente, alla penetrazione ebbi quasi subito un piccolo orgasmo, poi cominciò a muoversi, ad ogni affondo un leggero dolore quando arrivava a sfiorami l’utero, mi aveva riempito vagina e cervice forzandola, continuò per un po’, sentivo solo i suoi grugniti mentre pompava dentro di me, ebbi un altro orgasmo questa volta potente un attimo prima che mi scaricasse sulla pancia il suo sperma caldo, il peso di dosso se ne andò sostituito subito da un altro, che, però si tenne sollevato dal mio seno, forse perché, contemporaneamente due mani artigliarono i miei capezzoli inturgiditi e due cazzi strisciarono sulle mie labbra, uno per lato, senza pensarci aprii la bocca e cominciai a leccarli, e ad insalivarli, un altro orgasmo mi squassò, altro sperma sulla mia pancia, non servivano più i legacci e la mascherina, ero completamente assorbita da quello che stavo facendo, uno dei due che avevo in bocca si sdraiò al mio posto con il suo membro che svettava verso l’alto ci venni calata sopra dagli altri due, dritto nel mio culetto, fino alla radice, fino a sentire le palle contro le mie chiappette, poi mi tirò il busto all’indietro ed il socio mi si mise tra le gambe puntando alla mia fighetta, ero completamente succube del piacere che provavo, quando entrambi cominciarono a muoversi dentro di me urlai, non per il dolore ma per la violenza dell’orgasmo che mi colpì, gli altri due, in piedi sul letto si stavano segando, con le mani cercai i loro membri e, quando vennero anche loro, come un’assetata aprii la bocca per bere il loro nettare mentre gli altri due, uno per volta, mi riempivano di sborra calda il corpo, ero sfinita ma non riuscivo a fermarmi cercando con le mani e la bocca i loro cazzi, girandomi e posizionandomi in modo da agevolarli quando volevano penetrarmi, non ci fermammo fino all’alba, il trucco sfatto, il corpo, dentro e fuori, pieno di sperma, finalmente sazio. Per fortuna c’era un bagno dove potei lavarmi, mi dettero un camice, tipo medico da indossare e mi riportarono alla mia auto, questa volta viaggia sul sedile anteriore tra due di loro, il capo, al mio fianco disse, salutandomi “sei una bella troia, credo che ti useremo ancora, ti manderò un messaggio, ho tanti amici come questi che meritano di provarti” chinai la testa e salii in auto, mentre mettevo in moto le mie labbra si schiusero in un sorriso.
scritto il
2024-11-08
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