Fragolina XIV (Primo giorno di lavoro, parte terza)

di
genere
trans


La tatina sente alle proprie spalle due dita che si appoggiano sul suo buchino, spalmandoci sopra una cremina pastosa dall'odore dolciastro. Nel frattempo, la giovane figlia spinge la testa e le spalle della patatina contro il pavimento, salendogli cavalcioni e immobilizzandolo con il proprio peso, mentre dal buchino inizia in quel momento a sprigionarsi un pizzicorino sempre più intenso: la crema dilatante e urticante inizia a provocare qualche fremito nel corpo della tatina, inconsapevole di ciò che ancora gli sta per accadere. La madre infila la cappella della pisella di gomma nel buchino, che risponde a dovere dilatandosi all'istante... ma anche iniziando a bruciare selvaggiamente. "Entra tutta mamma, adesso inizia" sussurra la figlia. La madre conclude la penetrazione, immobilizzando a sua volta i glutei e lei gambe della tatina, che schiacciata sotto il pube della ragazzina inizia a urlare di dolore. Il bruciore, intensissimo, è ulteriormente aggravato dalla penetrazione, che spinge la crema sempre più in profondità. Il volto della paffutella, rigato dalle lacrime, si distorce in espressioni di pura agonia, mentre le labbra sussurrano sempre più debolmente una supplica di pietà. La madre, a questo punto, inizia a pompare con maggiore forza, come un tori vigoroso che monta la sua vacchina, colpo su colpo, mentre la figlia, constatato che la sissi non ha più forze per ribellarsi, smonta dalle sue spalle e si china su di lei col viso, baciandole le labbra e carezzandole i capelli, gli occhi fissi su quelli straziati della tatina. "Vi prego, basta, non ce la faccio più, vi scongiuro, fa male" sussurra la tatina, ma la giovane scuote il capo "amorina devi tenere duro, la mamma si ferma solo dopo che è venuta, con il cazzettino interno alla cintura... ma prima di scoparti ci siamo fatte slappare da Kim e siamo venute due volte a testa, lo abbiamo fatto proprio perché così ora la mamma farà più fatica a venire, ci metterà forse venti minuti buoni tesorina". La tatina, comprendendo a pieno meno di metà del discorso della ragazza, continua sommessamente a supplicare e a questo punto la figlia, con la medesima delicata decisione di un veterinario alle prese con una bestiola, la tira su a pecorina e le divarica le labbra, dando inizio al succhio della sua pisella di gomma. Il corpo della paffutella è squassato in avanti dal succhio e indietro dalla monta, mentre realizza solo ora che questa è la prima volta che viene posseduta. Il fallo della cintura, spingendo forte, le provoca una sorta di brivido fortissimo lungo tutta la schiena, mentre la sensazione netta è che la pisella le arrivi letteralmente fino al centro del pancino, colpo su colpo...

... quando immaginava la sua prima volta, la mente della tatina aveva fantasticato tante volte il bel letto della sua camera, i genitori nella stanza accanto intenti a guardare la TV, Marco su di lui che, dolcemente, lo baciava dopo aver unto il buchino per bene con un olio profumato...

... "Ora dovresti sentire meno il bruciore amore?" chiede la ragazza, che adesso inizia a muovere il bacino per scopare letteralmente la sua bocca, ricevendo a sua volta la stimolazione in passera dal fallo interno della cintura. La paffutella annuisce debolmente, ma in realtà è piombata di nuovo nello stato di inebetita confusione che aveva provato prima in sauna e poi in vasca. Le sue mammelle ora sono palpate e strizzate con forza dalla madre, che pompa e monta sempre più forte mugolando di piacere. La pisella entra ed esce come un bel pistone lubrificato, e la sissi senza volerlo si scopre adesso ad ancheggiare con il bacino per sentirlo meglio. La figlia improvvisamente le dà uno schiaffetto sulla fronte, facendole cenno di tirare indietro la testa e la madre infila due dita nelle narici della tatina, tirando indietro con forza: la monta continua, ma adesso la vacchina è diventata una maialina, con le mammelle ballonzolanti e il sederone che ancheggia in maniera sempre più vistosa, mentre la pisella della figlia scopa la sua bocca in maniera lenta ma decisa. "Mamma" sussurra la figlia, che tende una mano incontrando quella della madre e stringendola forte: madre e figlia vengono assieme, mugolando con strilli acuti e pompando con ancora maggiore decisione, quindi ciascuna preme la valvola della propria pisella, rilasciando nel suo pancino e nella sua bocca l'intero contenuto dei serbatoi dei due grandi falli in gomma: una crema densa, bianca, impercettibilmente salata, che alla paffutella ricorda tanto il sapore di Marco. La fuoriuscita della pisella della ragazza dalle labbra, lentissima e inesorabile, provoca nella sissi una improvvisa e fortissima sensazione di vuoto... ma non è assolutamente nulla rispetto a ciò che le accade quando è la pisella di mamma a uscire fuori, lentissima, centimetro dopo centimetro, provocando un peto nel momento in cui il glande abbandona del tutto il buchino, quel genere di scoraggina che fanno le passerine. Ora la tatina si accascia a terra, debolmente, scoprendo che sotto di sé il pavimento è tutto bagnato della sua urina e del suo spruzzettino: non si è nemmeno accorta di aver fatto pipi, mentre veniva montata. Mamma e figlia slacciano i rispettivi guinzagli, quindi come se niente fosse e senza minimamente badare al corpo fremente e pallido della sissi, chiacchierano amabilmente uscendo a braccetto dalla stanza del sale.

Il corpo della paffutella trema tutto, come se avesse delle piccole convulsioni, mentre ora il culetto riprende a bruciare e lo stomaco a brontolare. La pisellina, che non smette mai di essere durina, proprio in questo momento sta facendo la pipì contro la sua pancina senza nemmeno che se ne renda conto, come se avesse perso del tutto il controllo sugli sfinteri. Si ode un rumore leggero di passi, qualcuno entra nella stanza del sale, almeno tre o quattro persone e poi ecco la voce di Miriam: "Che schifo... continua a sporcare in giro". Una voce maschile, molto attempata, chiede se può iniziare a pulire, ma Miriam spiega di no "Deve imparare che qua non è una stalla, fa pulire a lei tutto per bene, poi portatela da Denis che la voleva montare, ma mi raccomando fate in fretta che poi è prenotata”. Dopo aver detto ciò, tatina sente i passi di Miriam che si allontanano, mentre le due figure permangono ignote. Quattro mani la prendono e la girano, il corpo ancora fremente: sono un ragazzo mulatto e un vecchio che potrebbe avere settanta anni o anche più, molto grasso. "Forza, hai sentito? Pulisci tutto su su muoviti". Il ragazzo fa per mettere mano agli stracci di un carrellino condotto fin lì, per passarli alla tatina, ma il vecchio scuote il capo "se gli diamo lo straccio non impara più, deve farlo come dev'essere fatto da loro". Ora, con qualche calcetto e pizzicotto forte, provoca il corpo della tatina che -come sempre- reagisce obbedendo puntuale e ponendosi a pecorina. Ora il culetto inizia subito ad ancheggiare, cercando una pisella che lo penetri, mentre la bocca si atteggia nell'atto del succhio, ma il vecchio le schiaffeggia la nuca "Non devi spompinare... devi pulire, tutte le volte le stesse storie". La mano dell'uomo cala sui capelli della sissi, spingendole forte la testolina contro il pavimento, "su su lecca tutto, pulisci, muoviti". Immediatamente la lingua della tatina scatta fuori, leccando debolmente il pavimento ricoperto della sua stessa urina e di qualche chiazza qua e là del suo spruzzettino. "Ma no cosa fai" sibila il vecchio "così ci metti una vita, devi usare la bocca, dai su su". La paffutella, un po confusa, appoggia quindi le labbra contro il pavimento, risucchiando e slappando con vigore ogni goccia di pipi, mentre il ragazzo alle sue spalle filma tutto con il suo telefonino. Nel giro di qualche minuto, il pavimento torna più o meno asciutto, complice anche il clima secco e la temperatura presente nella stanza del sale: a quel punto, il vecchio tiene la testa della tatina premuta a terra con lo stivale da lavoro, si sente una zip abbassarsi e poco dopo ecco uno scroscio poderoso che crea una odorosissima cascata paglierina dritta sul volto della tatina. La piscia è tanta, tantissima, alla paffutella sembra che non smetta mai. "Con queste compresse che ho preso" sussurra il vecchio al ragazzo "ogni volta che piscio è una sinfonia, altro che le quattro gocce che facevo prima". Finalmente lo scroscio ha fine, il vecchio leva lo stivale dalla testa della sissi, "su su pulisci bene" ripete, così che le labbra della tatina aderiscono nuovamente al pavimento, slappando chiazza a chiazza, goccia a goccia, il lago di pipì che si è venuto a creare. Ora sembra tutto a posto, la tatina non osa alzarsi, limitandosi a ruotare un poco il volto verso l'alto, osservando il vecchio, che scuote il capo. Il ragazzo si fa avanti, slaccia anche i suoi pantaloni e ne estrae un pisello di degno rispetto, odoroso e succoso, che chinandosi avvicina alla bocca della tata, ma il vecchio lo ferma "noi non possiamo farcelo succhiare, lo sai, se la padrona ti becca di nuovo ti caccia". Il ragazzo osserva le labbra della tata, a pochi centimetri dal suo glande, tutte contratte nell'atto meccanico del succhio, sospirando deluso, quindi dirige il pisello verso il volto della sissi, lo scappella per bene ed ecco un nuovo getto, ancora più forte del primo, dritto in faccia e nella bocca spalancata della sissi. "Se la prendi in bocca ne devi pulire meno per terra" la ammonisce il vecchio "ma attenta a non sfiorare il suo cazzo con le labbra, altrimenti ci cacciano e ti prendo a legnate". La tatina obbedisce, facendo del suo meglio per bere quanta più pipi possibile, mantenendosi a qualche centimetro da quel pisello grosso e bello. Quando finalmente anche questo secondo getto termina, senza farselo ripetere, slappa avidamente tutto quanto a terra, leccando come una brava cagnolina a pecorina, la testa ben premuta giù. Mentre il vecchio la loda, carezzandole il culo nudo, si odono altri passi in avvicinamento e d'improvviso la voce di Denis: "Ma insomma dove cazzo siete finiti? Vi stavo aspettando in infermeria per montarla, questa poi è prenotata dalla balena". La voce del vecchio, improvvisamente, si fa assai più traballante e incerta: "Ecco scusate, il fatto è che la colpa è della tatina, ci ha messo una vita e mentre puliva ha pisciato ancora in giro". Denis le afferra i capelli, girandone il volto per guardarla negli occhi: "E' vero?!". La paffutella annuisce, piano, passiva e sottomessa, mentre il vecchio tira un sospiro di sollievo. Denis scuote il capo, "tocca dirlo a Miriam, sono cazzi della tua padrona, mi sa che ti fan la multa" dice, posizionandosi alle spalle della tata ancora a pecorina. Lei trema, mugugna, sospira, supplica di non fare la multa, che non capiterà mai più, ma Denis la zittisce con un poderoso schiaffo sul culo, quindi la tiene schiacciata giù con un piede premuto in faccia, mentre il suo enorme e umido glande si appoggia al buchetto. "Miriam aveva detto di aspettare che ti aprivano mamma e figlia, così non ti rovinavo" dice, sputando un grumo enorme di saliva sul culetto di sissi e strofinandoci contro la punta gigantesca del pene. L'impressione, per sissi, è quella di avere un palo appoggiato alla sederina, serra le labbra, strizza gli occhi chiusi e si prepara al primo affondo, che arriva lento, centimetro dopo centimetro. "Si sente ancora il pizzicorino della pasta che usa quel troione quando scopa le tate, ti deve aver bruciato per bene il culetto vero?" dice, mentre inizia piano piano a pompare avanti e indietro, inserendo per ora l'asta solo per metà. La tatina inizia subito ad ancheggiare, cosa che sembra gradita, quindi tira indietro la testa per farsi infilare le dita nel naso, che ora lo strattonano con forza per tutta la durata della monta. I colpi di un pisello vero, di carne, umido e succoso, infondono nel corpo della paffutella sensazioni dieci volte più intense rispetto a quelle provate con le cinture falliche e nell'arco di pochi secondi la tata perde completamente il controllo, dimenandosi e urlando a tal punto che tutti i tre i maschi presenti devono trattenerla. Il ragazzo vorrebbe sfruttare la foga dell'occasione per inginocchiarsi con il pacco sulla bocca della tatina, ma il vecchio si dimostra più scaltro e lo anticipa, facendo addirittura sgusciare fuori il pene ancora fradicio di pipi e avvicinandolo alle labbra della sissi, che immediatamente reagiscono con il succhio avviluppandolo completamente. Quello è il primo pisello di un vecchio che la tata abbia mai succhiato, duro e turgido, incredibilmente succoso di pipi, con tanti peli del pube che le solleticano il viso. Denis, proseguendo la monta alle spalle della tata, decide di soprassedere e fa l'occhiolino al vecchio, il quale afferra la nuca della tatina e la spinge forte per scoparle la bocca, riempiendola quasi subito di caldo e denso succo cremoso bianco. Denis potrebbe invece continuare ancora per mezz'ore intere ovviamente, ma sussurra che se consegna la tatina in ritardo poi ci va di mezzo lui, quindi estrae piano piano il pisello e fa cenno alla tatina di ingoiare tutto. Ancora una volta, l'estrazione del pene provoca nel corpo di lei fremiti spasmodici quasi maggiori rispetto a quelli della penetrazione, assieme ad una seconda piccola scoreggina. Poi, non appena vede il pisello davanti a sé, come se fosse spinta da una molla si slancia verso di esso, slappandolo con foga e accogliendone i fiotti poderosissimi di crema bollente, che ingoia sorso dopo sorso, mentre la lingua mulinella intorno al glande pulsante: il pancino si prepara quindi a ospitare quel nuovo nettare denso e delizioso.
scritto il
2024-12-20
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